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ANTEPRIMA MULTIMEDIALI

Il segmento testuale dogmatismo è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 522Analitici , di cui in selezione 16 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da George Lukacs, La mia via al marxismo [traduzione di Ugo Gimelli] in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1958 - 7 - 1 - numero 33

Brano: [...] aggressiva, riuscì solo poco a poco a fare im
pallidire queste speranze. Da principio credevo, e con me non
pochi altri, di trovarmi davanti agli avanzi di un passato non superato del tutto: Rappisti, sociologi volgari ecc. Più tardi capimmo
che tutte queste tendenze contrarie al progresso del pensiero avevano solidi appoggi burocratici. Tuttavia per un certo tempo credemmo a un carattere, dopo tutto, casuale di questo sistema difen sivo del dogmatismo; molti di noi talora sospiravano pensando a Stalin: « Ah, si le roi le savait ». Un tale stato di case non poteva. naturalmente durare indefinitamente. Si dové riconoscere che la fonte del contrasto fra le correnti progressive che arricchivano la cultura marxista e l'oppressione dogmatica di una burocrazia tirannica su ogni pensiero autonomo era da ricercarsi nel regime stesso di Stalin e pertanto anche nella sua persona.
Tuttavia quando si trattava di prender posizione rispetto a questi fatti, ogni persona riflessiva doveva partire dalla situazione storica del momento, che era quella dell'a[...]

[...]gio al socialismo in modo nuovo, graduale, sulla base della convinzione. Gli articoli e i discorsi contenuti nel libro ora rammentato erano dedicati a questo fine e, sebbene oggi io li consideri sotto diversi aspetti manchevoli, non chiari abbastanza né conseguenti, essi si muovevano tuttavia in una direzione giusta. La discussione mostrò la
LA MIA VIA AL MARXISMO 11
completa impossibilità di avere una spiegazione proficua con gli ideologi del dogmatismo.
Il primo grande vantaggio che mi arrecò questa discussione e la ritirata tattica che vi compiei (si era al tempo del processo Rajk) fu di poter abbandonare la mia complessa attività di funzionario e di concentrarmi esclusivamente nel lavoro intellettuale. Questa circostanza, l'esperienza della discussione, quella dei grandi avvenimenti di allora mi giovarono nel riesame approfondito che feci dei problemi del marxismoleninismo in relazione ai metodi di Stalin e dei suoi seguaci. La convinzione sempre crescente che Stalin non avesse capito quello che c'era di decisamente nuovo nella situazion[...]

[...]caso di parlare di un pericolo molto serio. Fintanto però che i dogmatici rimangono attaccati all'identità sostanziale di Stalin coi classici del marxismo, si troveranno altrettanto disarmati intellettualmente davanti a quelle correnti (con segno contrario) quanto i revisionisti in buona fede. Per la conservazione e il progresso del marxismoleninismo deve trovarsi un « tertium datur » come uscita da questo vicolo cieco; si deve cioè estirpare il dogmatismo per combattere il revisionismo.
Lenin ha indicato per primo e chiaramente il punto archimedico d'appoggio della presa di posizione qui necessaria. Soltanto se saremo coscienti che il marxismo ci ha lasciato un metodo sicuro, uno straordinario numero di verità salde, una quantità di spunti quanto mai fecondi per il suo proprio sviluppo; che noi non possiamo fare alcun progresso reale sulla via della scienza senza un'assimilazione e un'applicazione approfondita di quei principi; che tuttavia l'elaborazione di scienze universali sulla base del marxismo è un compito da svolgere e non qualcosa di[...]

[...]nche per trattare dei miei propri lavori. Posso soltanto dire che la pratica coi classici del marxismo mi ha dato per la prima volta in vita mia la possibilità di compiere ciò verso cui sempre furono diretti i miei sforzi, cioè di cogliere esattamente, descrivere fedelmente ed esprimere secondo
16 GEORG LUKÁCS

verità nei loro tratti storicosistematici, i fenomeni della vita dello spirito quali essi realmente sono in sé. La lotta contro il dogmatismo fu, andie da questo punto di vista, un'autodifesa. Giacché le ideologie borghesi, sotto la cui influenza io cominciai la mia attività avevano certamente deformato questi fenomeni. Tuttavia il dogmatismo nella sua apodittica soggettivistica era contro ogni approfondimento nell'oggetto, contro ogni generalizzazione che dall'oggetto partisse. Chi tollerò simili paraocchi sulla sua fisionomia intellettuale, poté solo fornire paragrafi di dogmi bell'e fatti e perse ogni collegamento con la realtà. La mia lotta partigiana contro il dogmatismo non soltanto ha salvato il mio rapporto con la vita e coi suoi oggetti, ma l'ha anche promosso. Se io oggi posso lavorare a un'estetica e posso sognare il compimento di un'etica, lo devo a questa lotta.
Appunto perciò scrivo anche queste righe nello stato d'animo di un'attesa piena di tensione. So bene che la lotta per la nuova via é ben lungi dall'essere conclusa; anzi, abbiamo visto e vediamo tutt'oggi diverse ricadute nel dogmatismo, col corrispondente rafforzarsi del revisionismo. Io personalmente — e
qui parlo soprattutto di me, del mio lavoro — sono convinto che il serio sforzo in direzione di una scienza marxistica uni
versale può dare alla mia vita un contenuto indistruttibile. (Qua
le valore obbiettivo avrà il mio contributo a quest'opera giudicherà la storia. Io non sono autorizzato a pronunciare un giudi
zio su di esso). Esistono ancora oggi vari impedimenti su questa
via. Il movimento operaio rivoluzionario dovette superare fin dal suo sorgere i piú diversi smarrimenti ideologici; finora vi é
sempre riusci[...]



da (Nove domande sullo stalinismo) Lelio Basso in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1956 - 5 - 1 - numero 20

Brano: [...]loro che spiegano la destalinizzazione con ragioni di politica internazionale soltanto, sono fuori di strada. Basta leggere attentamente il rapporto introduttivo di Krus'ciáv, e in genere i discorsi tenuti dai dirigenti al XX Congresso, per rendersi conto che la lotta da essi impegnata é soprattutto una lotta contro quei formidabili nemici del progresso che sono il conformismo e il burocratismo, il caporalismo e la paura della responsabilità, il dogmatismo e l'assenza di spirito critico. Non una polemica storica contro le colpe passate di Stalin hanno condotto i dirigenti sovietici, ma una battaglia politica contro le sopravvivenze dello stalinismo; non contro Stalin morto ma contro lo stalinismo vivo, o perlomeno contro i suoi aspetti deteriori che gli sono sopravvissuti, hanno impegnato tuttte le loro energie. Certo, per condurre con estrema decisione questa battaglia, essi hanno dovuto infrangere il mito che sta dietro alla mentalità che si sono proposti di distruggere: solo riducendo Stalin alle sue reali proporzioni umane é possibile sbara[...]

[...]o le sopravvivenze dello stalinismo; non contro Stalin morto ma contro lo stalinismo vivo, o perlomeno contro i suoi aspetti deteriori che gli sono sopravvissuti, hanno impegnato tuttte le loro energie. Certo, per condurre con estrema decisione questa battaglia, essi hanno dovuto infrangere il mito che sta dietro alla mentalità che si sono proposti di distruggere: solo riducendo Stalin alle sue reali proporzioni umane é possibile sbarazzarsi del dogmatismo, solo dimostrandone gli errori é possibile ridare una spinta allo spirito critico. E d'altra parte senza questa battaglia, senza questa decisa volontà di rianimare tutte le sopite energie del pensiero e dell'intelligenza creatrici, senza riaccendere il libero confronto delle idee, senza fare appello al senso di responsabilità individuale, non é seriamente pensabile di condurre a termine vittoriosamente la grande sfida che il XX Congresso ha lanciato al mondo capitalistico. Io credo fermamente che il mondo socialista vincerà questa sfida se si libererà tempestivamente della zavorra che gli app[...]



da [I Documenti del convegno. Appunti per le relazioni e Comunicazioni] R. Cessi, Problemi della storia d'Italia nell'opera di Gramsci in Studi gramsciani

Brano: Roberto Cessi
PROBLEMI DELLA STORIA D'ITALIA
NELL'OPERA DI GRAMSCI
(Appunti)
1. Storicismo e dogmatismo: storia e storiografia.
Per comprendere e precisare l'impostazione e la validità storiografica del Gramsci è necessario tener presente i limiti della sua concezione.
L'interpretazione storicistica della concezione del mondo non si traduce in un dogmatismo astratto e pregiudiziale: sia pure che, aderendo ai principi engelsiani della evoluzione umana, si distacchi dallo storicismo idealista e da quello positivista, o dal vecchio materialismo empirico.
Né lo storicismo gramsciano si riduce a un economismo puro e grossolanamente materialista. La storia, nel pensiero del Gramsci, si identifica in concomitanza con la politica e la filosofia, nella vita stessa, sia che si consideri come accadimento del passato, ovvero attuazione del presente, o previsione del futuro, e non si dissolve in una logica formale, propria dell'idealismo, o in un « fatalism[...]



da Benno Sarel, Intellettuali e classe operaia nella Germania orientale durante la crisi del '56 in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1958 - 1 - 1 - numero 30

Brano: [...]osofia all'Università di Jena, Richard Lorenz, propane l'idea di una ricerca sui rapporti fra la soggettività individuale e la situazione oggettiva, quale è data dalle istituzioni della Repubblica Democratica Tedesca. E il Lorenz, sulla linea del pensiero di Bloch, suggerisce che non possono esistere istituzioni né Stato socialista se gli uomini non li considerano come tali e non si comportano in conseguenza. Lo stesso prof. Bloch dea finisce il dogmatismo che caratterizza l'ideologia ufficiale a controrivoluzione all'interno del marxismo ».
***
In tal modo nel 1956 la teoria marxista, che era stata ampiamente insegnata anche se tenuta sotto il moggio, riprende il suo valore rivoluzionario. Come il movimento operaio di opposizione si sviluppa all'interno delle istituzioni ufficiali di cui é la negazione, così
140 BENNO SAREL
l'ideologia rivoluzionaria cresce in seno all'ideologia ufficiale, usa i suoi stessi concetti, pur essendole radicalmente opposta. I giovani filosofi sono spinti dalle loro preoccupazioni intellettuali a cercare il lega[...]

[...]i intellettuali a cercare il legame con la classe operaia e ad assumere nello stesso tempo un atteggiamento rivoluzionario.
A Berlino, durante i mesi di ottobre novembre, un giovane incaricato di filosofia, che aveva precedentemente insegnato a Lipsia, Wolfang Harich, organizza un gruppo clandestino di opposizione. Fin dall'aprile 1956 Harich si era espresso, nell'organo della Lega Culturale « Sontag », per la libertà di discussione e contro il dogmatismo. Affermava che per poter affermare il carattere erroneo di una opposizione é necessario osservarla da una prospettiva piú elevata, in una fase sucessiva del pensiero. Harich dirigeva la « Rivista Tedesca di filosofia » e nello stesso tempo era membro della direzione di « Aufbau », casa editrice della Lega Culturale. In tal modo la casa editrice, la « Rivista di Filosofia » e la rivista « Sontag » diventarono le roccheforti della opposizione intellettuale berlinese. Nelle sue note — pubblicate in seguito frammentariamente — Harich definisce la sua attività « azione rivoluzionaria di classe » e[...]



da [I Documenti del convegno. Appunti per le relazioni e Comunicazioni] S. Cambareri, Il concetto di egemonia nel pensiero di A. Gramsci in Studi gramsciani

Brano: [...]di articolarsi, particolarizzarsi per divenire espressione conseguente di nuclei nazionali storicamente e diversamente configurati pur rimanendo identico a se stesso. E questa la novità, la originalità del pensiero di Gramsci ed è questo quanto, a nostro avviso, in questi ultimi dodici anni di battaglie culturali, non è stato posto sufficientemente in risalto talché si è discusso con passione,. si è confutato seriamente il problema, per es., del dogmatismo, dell'ortodossismo nella concezione marxiana, laddove si trattava di pure celie, di « trastulli piccoloborghesi ». Che il marxismo rettamente inteso possegga una interna difesa contro l'astratto dogmatismo, in quanto non può significare nulla come teoria, né può in alcun modo funzionare come metodo, se non nella piú stretta aderenza alla storia dalla quale nasce ed alla quale deve in ogni momenta ripetere la validità di una verifica scientifica, in funzione della trasformazione della società e della azione rivoluzionaria, ecco quanto il pensiero di Gramsci mirabilmente conferma ed ecco quanta non han saputo intendere coloro che si son lasciati avviluppare, di fronte allo incalzare degli avvenimenti, quanto meno da remore psicologiche e da pentimenti morali, ponendosi su posizioni « revisionisti[...]



da Giovanni Mari, Ritratti critici contemporanei. Louis Althusser in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - luglio - 31 - numero 4

Brano: [...]do paragrafo del presente scritto circa il nesso che può intercorrere tra la « deviazione teoricista » della filosofia della prima fase della ricerca di Althusser e la congiuntura, in cui è venuto a trovarsi il movimento comunista dopo le « pseudospiegazioni » del xx Congresso, dominata dal problema dello stalinismo e delle sue « sopravvivenze » teoriche
e politiche. A questo fine mi sembra indispensabile rifarsi alla forma filosofica in cui il dogmatismo staliniano si è costituito ed è stato assimilato nell'esperienza storica del movimento comunista internazionale, cioè al « materialismo dialettico »: il programma filosofico e politico in cui la visione unitaria e totalizzante del marxismo del periodo stalinista trova la sua espressione ed i propri titoli teorici piú elevati ed efficaci. Ebbene mi pare che i limiti di speculativismo che Althusser individua nella propria ricerca debbano anche essere fatti risalire proprio ad un suo iniziale insufficiente distacco da questo « materialismo dialettico », una delle « sopravvivenze » piú tenaci e d[...]

[...]ale delle leggi del divenire in generale. Nel « materialismo dialettico » le leggi della dialettica erano l'ontologia ed il metodo di tutti i processi (hegelianamente. il metodo era lo schema ontologico della realtà), le quali permettevano di inserire i processi politici in una visione universale ed unitaria di tutti i processi sociali, naturali ed umani: una sorta di fondazione metafisica della politica con le note ed inevitabili conseguenze di dogmatismo e di concezione non partecipata della direzione politica di stato e di partito. È chiaro che in Althusser scompaiono tutti gli elementi ontologici, non però la sostanza degli obiettivi metodologici. Althusser non concepisce la « Teoria » del « `divenire' delle cose in generale » né come riflesso di un divenire oggettivo (suo antistoricismo), né come il risultato di una astrazione da un divenire
LOUIS ALTHUSSER 421
fattuale (suo antiempirismo). Egli cerca piuttosto di fondare questa Teoria su di uno schema della pratica in generale che altro non è se non la generalizzazione dello schema marx[...]



da [Le relazioni] R. Cessi, Lo storicismo e i problemi della storia d'Italia nell'opera di Gramsci in Studi gramsciani

Brano: [...]accertamento dei fatti particolari ed alla nascita della filosofia intesa come metodologia generale della storia.

In questa prospettiva lo storicismo marxista — secondo il pensiero del Gramsci — non poteva essere circoscritto nell’ambito di un rigido economismo del vecchio materialismo, del materialismo volgare, del materialismo empirico — egli soggiungeva — e confuso con lo storicismo eticopolitico dell’idealismo speculativo e neppure con il dogmatismo storicogiuridico tedesco (al quale il Gramsci fa soltanto qualche fuggevole accenno) che ebbe tanta fortuna in Germania.

Critico del materialismo empirico e del positivismo come dell’idealismo speculativo, considerati forme deteriori della dialettica materialista e di quella hegeliana confluite nella filosofia della prassi, dalle quali eranoRoberto Cessi

Alò

derivati i valori negativi, negli aforismi e nei criteri piratici, dei quali si è rivestita la filosofia della prassi, ritrovava esemplificata tutta una concezione del mondo, una filosofia, nella quale l'immanentismo hegeliano e[...]

[...]assi, dalle quali eranoRoberto Cessi

Alò

derivati i valori negativi, negli aforismi e nei criteri piratici, dei quali si è rivestita la filosofia della prassi, ritrovava esemplificata tutta una concezione del mondo, una filosofia, nella quale l'immanentismo hegeliano era diventato storicismo, uno storicismo assoluto, un umanesimo assoluto.

Ma qui si potrebbe chiedere se lo stesso concetto di storicismo, cosi proposto, non scivoli in un dogmatismo pari a quello del teologismo metafisico o dell’astrattismo giuridico, nell’apparenza di immanentismo, e non postuli negli effetti un presupposto trascendente e non si trasformi in un’astrazione e diventi anch’esso una mitologia e si affondi nel mito delle categorie, quali ad esempio furono formulate dalla scienza giuridica tedesca sul concetto di « Stato » e dalla scienza politica inglese sul concetto di « Nazione ». E può nascere il dubbio che anche là concezione storicistica del mondo, in definitiva, non scaturisca anch’essa da un apriorismo caratteristico, sul quale si configuri come propr[...]



da [I Documenti del convegno. Appunti per le relazioni e Comunicazioni] G. Martano, Il problema della autonomia della filosofia della prassi nel pensiero di A. Gramsci in Studi gramsciani

Brano: [...]le dell'ottocento viveva nel conflitto tra idealismo e positivismo. La filosofia della prassi storicamente si inseriva tra i due fronti della contesa, battendo in breccia da un lato i1 rinnovato teologismo in cui ii nucleo romantico della cultura tedesca era andato classicamente collocandosi per opera di Hegel (e l'arma strappata dalla Sinistra alla scuola fu proprio lo spirito critico ed inimanentistico ispiratore dell'idealismo), dall'altro il dogmatismo della filosofia positiva, della quale però gli he
190 I documenti del convegno
geliani di sinistra apprezzavano il carattere di concretezza che vanta ogni forma di « scientismo » .
Questa posizione iniziale della filosofia della prassi, mentre diventava storicamente operante sul piano degli eventi, speculativamente si prestava a diventare preda del conflitto ideologico che si combatteva sul piano della cultura: sicché la dottrina visse, per dirla con Gramsci, di combinazioni. In un prima momento il trionfo positivistico rese agevole che si attribuisse al marxismo, per il suo rigido economi[...]

[...]naria e non dottrina, quasi che un'ideologia non comportasse, implicita o esplicita, una Weltanschauung.
Contra l'idealismo, la filosofia della prassi negò il concetto dell'uomo in generale, e si volse al dileggio di tutti i concetti unitari (ossia degli « universali »), sottoponendoli proprio alla storicità di ogni concezione del mondo e della vita; ma perciò precisamente si assistette al sorgere di una tendenza della filosofia della prassi al dogmatismo, al suo trasformarsi in « credo » ideologico, addirittura fino a cadere inavvertitamente nelle secche del materialismo, ossia di un'altra forma di metafisica.
192 1 documenti del convegno
Tutto ciò è l'inevitabile conseguenza di ogni irrilevante sforzo di inalveamento della filosofia della prassi nelle correnti del pensiero tradi zionale, laddove rilevante rimane il nuovo modo di concepire il mondo e l'uomo, anche se il lavorio di sistemazione non è riuscito ancora a liberarsi dei vecchi schemi di classificazione.
Anzitutto occorre avvertire 1) che la nuova concezione aspira a soddisfare n[...]



da [Le relazioni] C. Luporini, La metodologia del marxismo nel pensiero di Gramsci in Studi gramsciani

Brano: [...]tesi di Engels che « l’unità reale del mondo consiste nella sua materialità, e questa è dimostrata da uno sviluppo lungo e laborioso della filosofia e delle scienze naturali ». Ove Gramsci commentava dicendo che questa formulazione « contiene il germe della concezione giusta, perché si ricorre alla storia e all’uomo per dimostrare la realtà oggettiva » \ Notazione storicistica squisitamente gramsciana. Eppure solo chi avesse gli occhi bendati di dogmatismo e di scolasticismo potrebbe vedere in essa un qualche allontanamento dalla posizione dei classici (che non fu mai né empiristica, né positivistica, né materialisticovolgare). Proprio lo Engels, nel 1885, concludendo la sua prefazione alla seconda edizione dell’Antiduhring, sottolineava tale complessa storicità della filosofia e insieme delle scienze (delle une in rapporto all’altra) come unico punto di riferimento possibile per liberarsi da qualsiasi visione « metafisica » della natura e « filosofia della natura » 2.

1 M. S., p. 142.

2 « ... Sono le opposizioni diametrali, rappresentate[...]



da [I Documenti del convegno. Appunti per le relazioni e Comunicazioni] S. G. Graziano, Alcune considerazioni intorno all'umanesimo di Gramsci in Studi gramsciani

Brano: [...]l'uomo significa accettare un'ideologia, ovvero una certezza che nella propria acriticità non si dimostra ma si perpetua senza porsi la domanda da che cosa sia originata, senza storicizzarsi. L'impostazione data da Gramsci non intende capovolgere le conclusioni del senso comune, ma far acquisire la stessa conclusione materiale ad un rinnovato senso comune: stessa conclusione, ma resa di qualità diversa, non mitologica, ma riconquistata contro il dogmatismo e il realismo religioso, verso una nuova direzione. Non una certezza confermata da una filosofia che assuma come punto di partenza della scienza la credenza del senso comune, ma, nella consapevolezza storica, da una concezione c'he riconosce il suo significato e il suo valore nell'essere ideologia. Il senso comune, affermando l'oggettività del reale, « afferma " oggettiva" una certa " soggettività" anacronistica perché non sa neanche concepire che possa esistere una concezione soggettiva del mondo e cosa ciò voglia o possa significare » . « Oggettivo significa proprio e solo questo: che si af[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine dogmatismo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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