Brano: [...]ima nazione extraeuropea ad attuare la rivoluzione industriale, l'India é soltanto agli inizi. Inoltre l'India — in una sintesi originale della propria tradizione culturale e dei metodi di governo e politici dell'Occidente — svolge il suo piano di sviluppo entro una struttura di democrazia politica. Quali possibilità offre questo esperimento?
L'India: la tentazione della scorciatoia
La diga di Bhakra é uno dei documenti principali dello sforzo indiano di sollevarsi al livello del ventesimo secolo. Per raggiungerla ho dovuto anzitutto arrivare a Chandigarh, la nuova capitale del Punjab, e da là occorsero tre ore di macchina per giungere ai piedi dell'Himalaya. Infine al cader della notte ci trovammo lungo il sentiero tortuoso e scosceso, sulla vicina gola ove il rapido fiume Sutlej rompe verso la pianura.
La veduta era spettacolosa. Ghirlande di potenti arbusti erano sospese alle cime delle colline come a un albero di Natale gigantesco. Sotto di esse migliaia di uomini lavoravano all'immenso muraglione destinato a sbarrare il fiume. Già er[...]
[...]plendida baia, e sono moderni quanto qualsiasi altro al mondo. I tecnici che vi lavorano sono giovani indiani dinamici e preparati, visibilmente orgogliosi dei loro impianti. Ma sulla via del ritorno, a solo un paio di chilometri di distanza, capitai in mezzo a un gruppo di intoccabili che oziavano di fronte alle loro miserabili baracche. Quando mi avvicinai loro con la macchina fotografica in mano, uno si prostrò di fronte al mio accompagnatore indiano. A quel che sembra lo prese per un funzionario comunale, e lo implorò di non fare scacciare il loro gruppo da quegli alloggi poco invidiabili.
In un'altra occasione ho veduto all'opera i medici che dirigevano l'azione antimalarica a Uttar Pradesh. Mi vennero mostrate larghe plaghe donde questo principale agente della morte in India era stato praticamente bandito. Ma solo poche ore più tardi attraversammo una cittadina con un numero sorprendente di mendicanti. Mi dissero che qualche settimana prima il distretto circostante era stato ufficialmente dichiarato in condizioni di carestia. Villaggi[...]
[...]ificazione attraverso la persuasione é giunto a farsi considerare come l'alternativa — per tutti i paesi sottosviluppati — alla pianificazione cinese, svolta attraverso la forza. Sebbene il progresso materiale in India sia stato manifestamente più lento, la soluzione indiana appare ancora preferibile al metodo cinese, in termini di libertà e per il suo crescere organico, costruito sul consenso. E a coloro che avvertivano che il tasso di sviluppo indiano era pericolosamente superato da quello cinese, si poteva convenientemente rispondere che per gli indiani il corpo é meno importante dell'anima.
Attraverso questo processo si é composto il quadro di ciò che potremo definire « l'India ufficiale ». Eppure questo quadro ufficiale, alquanto lusingatore, ha eclissato il quadro di quell'altra e meno nota India, con i suoi vergini problemi di base.
Questi problemi di base son tutti connessi ad uno dei seguenti tre fattori fondamentali. Il primo é l'utilizzazione produttiva della sovrabbondante manodopera indiana. Il secondo é un metodo che possa co[...]
[...] fondamentali. Il primo é l'utilizzazione produttiva della sovrabbondante manodopera indiana. Il secondo é un metodo che possa condurre alla creazione, la più rapida e la più a buon mercato possibile, di industrie adatte alle necessità indiane. Il terzo riguarda la terra e il cibo. Sono tre fattori interdipendenti.
Mi trovavo a Madras quando venne rivelato che il Governo di Madras impiegava ancora 714 « tiratori di punkah », il grande ventaglio indiano sospeso al soffitto. Nell'apprendere che tanto numerosi erano i lavoratori addetti (a pieno impiego) a questo tipo
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IL TRIANGOLO DELLA DECISIONE
di ventilazione, il deputato che aveva sollecitato l'informazione con interpellanza al ministro, immediatamente passe) all'attacco. Perché si tollerava ancora il sistema dei punkah — domandò furibonda — che era evidentemente un « relitto dell'imperialismo»?
A parte l'aspetto umoristico della cosa, trovai tristemente sintomatico questo episodio parlamentare. Che l'energia muscolare di 724 indiani andasse perduta in un'attività tanto ster[...]
[...]a e di concimi chimici, hanno reso la produzione agricola indiana pietosamente bassa perfino in confronto dei risultati dei suoi vicini asiatici. Di fatto, occorre un lavoro undici volte superiore per produrre una tonnellata di frumento in India che in Gran Bretagna. Eppure, nel 1956, una missione della Banca Mondiale stimò che la produzione agricola indiana potrebbe crescere da tre a cinque volte. Ma per raggiungere questo sviluppo il contadino indiano dovrebbe raccogliere assai più concime naturale e scavare assai più canali; gli si dovrebbero insegnare metodi moderni di coltivazione; gli si dovrebbero concedere crediti a basso interesse per liberarlo dalla stretta di ferro dell'usura; dovrebbe lavorare più duramente per accrescere la produttività della sua terra e, soprattutto, dovrebbe sentire che una riforma agraria veramente giusta gli consente infine di raccogliere vantaggi proporzionati agli sforzi impiegati.
Per compiere tutto questo sarebbe stata necessaria una serie di riforme ardite e perentorie. Senza di esse, e per quanti succ[...]
[...]ento di oltre l'8% all'anno, indispensabile per coprire i bisogni essenziali. Se la produzione alimentare continuerà a registrare l'attuale tasso di incremento di circa il 3% annuo, gli esperti temono che il dislivello tra disponibilità e richiesta sarà di circa il 25% entro sei anni. « Nessun programma realizzabile di importazioni o di razionamento può risolvere una crisi di questa portata », questa é l'allarmante conclusione.
Un uomo politico indiano di opposizione mi ha riassunto così il problema: « I nostri parlamenti sono pieni di proprietari fondiari e di usurai, o di gente che rappresenta i loro interessi. Come ci si pub attendere che essi promulghino l'abolizione dei propri stessi privilegi? ». Forse questa é una generalizzazione ingiusta. Ma é sintomatica della delusione che, in numero rapidamente crescente, gli Indiani interessati ai fatti pubblici nutrono rispetto al proprio regime parlamentare. La frustrazione e l'apatia sono il loro verdetto rispetto a un sistema che ha evitato di affrontare i problemi fondamentali del paese e [...]
[...]lo del paese. Perfino nelle città più insignificanti esistono librerie che squadernano una quantità di riviste e di opuscoli splendidamente illustrati, pieni di descrizioni infuocate delle più recenti conquiste dei paesi comunisti. Annunci pubblicitari nei giornali indiani offrono voli a Parigi e Londra via Tachkent, osservando che oggi é quella la via più breve. E, parlando dei problemi economici delle aree depresse, il più influente economista indiano mi ha assicurato che il mondo comunista era più genuinamente interessato dell'Occidente ad aiutarli, se non altro per indebolire l'influenza occidentale in quelle regioni.
È difficile aprire un giornale in Giappone senza trovare articoli dettagliati sulle ultime realizzazioni cinesi. Ogni giorno par
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tono delegazioni per Mosca e Pechino. Ho incontrato infermiere che avevano visitato gli ospedali cinesi e studenti che erano stati invitati dai loro colleghi cinesi. Il presidente di una delle società per lo sviluppo del commercio cinogiapponese mi invitò a pranzo e parlò delle i[...]
[...]le dopo Nehru affronti i problemi di base, per garantire una continuità.
Il Giappone é già un paese industrializzato. Ciò che gli occorre é commercio internazionale, così da mantenere la modesta prosperità attuale. Ma in India il problema é ancora trovare un metodo di sviluppo conveniente, e poi, nei limiti delle nostre possibilità, sostenerlo. Quest'azione da parte dell'Occidente potrebbe ancora avere un valore decisivo. E attraverso l'esempio indiano, potrebbe influenzare la politica delle altre nazioni dell'Asia sudorientale. Perciò l'India é veramente l'ultima carta importante che sia rimasta all'Occidente in Asia.
Con quache esitazione circa i mezzi, la necessità di aiutare i paesi sottosviluppati é stata ammessa fin dal 1947. Nel tentativo sono già stati impiegati moltissimo idealismo e moltissimo denaro.
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Eppure, come si é ripetuto più volte, la distanza tra la prosperità dei paesi sviluppati e la povertà di quelli economicamente arretrati non cessa di aumentare. Senza dubbio, errori e omissioni delle nazioni assisti[...]