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Il segmento testuale indiano è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 333Analitici , di cui in selezione 10 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Tibor Mende, Il triangolo della decisione [traduzione di Renato Pedio] in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1959 - 11 - 1 - numero 41

Brano: [...]ima nazione extraeuropea ad attuare la rivoluzione industriale, l'India é soltanto agli inizi. Inoltre l'India — in una sintesi originale della propria tradizione culturale e dei metodi di governo e politici dell'Occidente — svolge il suo piano di sviluppo entro una struttura di democrazia politica. Quali possibilità offre questo esperimento?
L'India: la tentazione della scorciatoia
La diga di Bhakra é uno dei documenti principali dello sforzo indiano di sollevarsi al livello del ventesimo secolo. Per raggiungerla ho dovuto anzitutto arrivare a Chandigarh, la nuova capitale del Punjab, e da là occorsero tre ore di macchina per giungere ai piedi dell'Himalaya. Infine al cader della notte ci trovammo lungo il sentiero tortuoso e scosceso, sulla vicina gola ove il rapido fiume Sutlej rompe verso la pianura.
La veduta era spettacolosa. Ghirlande di potenti arbusti erano sospese alle cime delle colline come a un albero di Natale gigantesco. Sotto di esse migliaia di uomini lavoravano all'immenso muraglione destinato a sbarrare il fiume. Già er[...]

[...]plendida baia, e sono moderni quanto qualsiasi altro al mondo. I tecnici che vi lavorano sono giovani indiani dinamici e preparati, visibilmente orgogliosi dei loro impianti. Ma sulla via del ritorno, a solo un paio di chilometri di distanza, capitai in mezzo a un gruppo di intoccabili che oziavano di fronte alle loro miserabili baracche. Quando mi avvicinai loro con la macchina fotografica in mano, uno si prostrò di fronte al mio accompagnatore indiano. A quel che sembra lo prese per un funzionario comunale, e lo implorò di non fare scacciare il loro gruppo da quegli alloggi poco invidiabili.
In un'altra occasione ho veduto all'opera i medici che dirigevano l'azione antimalarica a Uttar Pradesh. Mi vennero mostrate larghe plaghe donde questo principale agente della morte in India era stato praticamente bandito. Ma solo poche ore più tardi attraversammo una cittadina con un numero sorprendente di mendicanti. Mi dissero che qualche settimana prima il distretto circostante era stato ufficialmente dichiarato in condizioni di carestia. Villaggi[...]

[...]ificazione attraverso la persuasione é giunto a farsi considerare come l'alternativa — per tutti i paesi sottosviluppati — alla pianificazione cinese, svolta attraverso la forza. Sebbene il progresso materiale in India sia stato manifestamente più lento, la soluzione indiana appare ancora preferibile al metodo cinese, in termini di libertà e per il suo crescere organico, costruito sul consenso. E a coloro che avvertivano che il tasso di sviluppo indiano era pericolosamente superato da quello cinese, si poteva convenientemente rispondere che per gli indiani il corpo é meno importante dell'anima.
Attraverso questo processo si é composto il quadro di ciò che potremo definire « l'India ufficiale ». Eppure questo quadro ufficiale, alquanto lusingatore, ha eclissato il quadro di quell'altra e meno nota India, con i suoi vergini problemi di base.
Questi problemi di base son tutti connessi ad uno dei seguenti tre fattori fondamentali. Il primo é l'utilizzazione produttiva della sovrabbondante manodopera indiana. Il secondo é un metodo che possa co[...]

[...] fondamentali. Il primo é l'utilizzazione produttiva della sovrabbondante manodopera indiana. Il secondo é un metodo che possa condurre alla creazione, la più rapida e la più a buon mercato possibile, di industrie adatte alle necessità indiane. Il terzo riguarda la terra e il cibo. Sono tre fattori interdipendenti.
Mi trovavo a Madras quando venne rivelato che il Governo di Madras impiegava ancora 714 « tiratori di punkah », il grande ventaglio indiano sospeso al soffitto. Nell'apprendere che tanto numerosi erano i lavoratori addetti (a pieno impiego) a questo tipo
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IL TRIANGOLO DELLA DECISIONE

di ventilazione, il deputato che aveva sollecitato l'informazione con interpellanza al ministro, immediatamente passe) all'attacco. Perché si tollerava ancora il sistema dei punkah — domandò furibonda — che era evidentemente un « relitto dell'imperialismo»?
A parte l'aspetto umoristico della cosa, trovai tristemente sintomatico questo episodio parlamentare. Che l'energia muscolare di 724 indiani andasse perduta in un'attività tanto ster[...]

[...]a e di concimi chimici, hanno reso la produzione agricola indiana pietosamente bassa perfino in confronto dei risultati dei suoi vicini asiatici. Di fatto, occorre un lavoro undici volte superiore per produrre una tonnellata di frumento in India che in Gran Bretagna. Eppure, nel 1956, una missione della Banca Mondiale stimò che la produzione agricola indiana potrebbe crescere da tre a cinque volte. Ma per raggiungere questo sviluppo il contadino indiano dovrebbe raccogliere assai più concime naturale e scavare assai più canali; gli si dovrebbero insegnare metodi moderni di coltivazione; gli si dovrebbero concedere crediti a basso interesse per liberarlo dalla stretta di ferro dell'usura; dovrebbe lavorare più duramente per accrescere la produttività della sua terra e, soprattutto, dovrebbe sentire che una riforma agraria veramente giusta gli consente infine di raccogliere vantaggi proporzionati agli sforzi impiegati.
Per compiere tutto questo sarebbe stata necessaria una serie di riforme ardite e perentorie. Senza di esse, e per quanti succ[...]

[...]ento di oltre l'8% all'anno, indispensabile per coprire i bisogni essenziali. Se la produzione alimentare continuerà a registrare l'attuale tasso di incremento di circa il 3% annuo, gli esperti temono che il dislivello tra disponibilità e richiesta sarà di circa il 25% entro sei anni. « Nessun programma realizzabile di importazioni o di razionamento può risolvere una crisi di questa portata », questa é l'allarmante conclusione.
Un uomo politico indiano di opposizione mi ha riassunto così il problema: « I nostri parlamenti sono pieni di proprietari fondiari e di usurai, o di gente che rappresenta i loro interessi. Come ci si pub attendere che essi promulghino l'abolizione dei propri stessi privilegi? ». Forse questa é una generalizzazione ingiusta. Ma é sintomatica della delusione che, in numero rapidamente crescente, gli Indiani interessati ai fatti pubblici nutrono rispetto al proprio regime parlamentare. La frustrazione e l'apatia sono il loro verdetto rispetto a un sistema che ha evitato di affrontare i problemi fondamentali del paese e [...]

[...]lo del paese. Perfino nelle città più insignificanti esistono librerie che squadernano una quantità di riviste e di opuscoli splendidamente illustrati, pieni di descrizioni infuocate delle più recenti conquiste dei paesi comunisti. Annunci pubblicitari nei giornali indiani offrono voli a Parigi e Londra via Tachkent, osservando che oggi é quella la via più breve. E, parlando dei problemi economici delle aree depresse, il più influente economista indiano mi ha assicurato che il mondo comunista era più genuinamente interessato dell'Occidente ad aiutarli, se non altro per indebolire l'influenza occidentale in quelle regioni.
È difficile aprire un giornale in Giappone senza trovare articoli dettagliati sulle ultime realizzazioni cinesi. Ogni giorno par
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tono delegazioni per Mosca e Pechino. Ho incontrato infermiere che avevano visitato gli ospedali cinesi e studenti che erano stati invitati dai loro colleghi cinesi. Il presidente di una delle società per lo sviluppo del commercio cinogiapponese mi invitò a pranzo e parlò delle i[...]

[...]le dopo Nehru affronti i problemi di base, per garantire una continuità.
Il Giappone é già un paese industrializzato. Ciò che gli occorre é commercio internazionale, così da mantenere la modesta prosperità attuale. Ma in India il problema é ancora trovare un metodo di sviluppo conveniente, e poi, nei limiti delle nostre possibilità, sostenerlo. Quest'azione da parte dell'Occidente potrebbe ancora avere un valore decisivo. E attraverso l'esempio indiano, potrebbe influenzare la politica delle altre nazioni dell'Asia sudorientale. Perciò l'India é veramente l'ultima carta importante che sia rimasta all'Occidente in Asia.
Con quache esitazione circa i mezzi, la necessità di aiutare i paesi sottosviluppati é stata ammessa fin dal 1947. Nel tentativo sono già stati impiegati moltissimo idealismo e moltissimo denaro.
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Eppure, come si é ripetuto più volte, la distanza tra la prosperità dei paesi sviluppati e la povertà di quelli economicamente arretrati non cessa di aumentare. Senza dubbio, errori e omissioni delle nazioni assisti[...]



da Enrica Pischel, Considerazioni sulla nuova fase della politica asiatica in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1958 - 7 - 1 - numero 33

Brano: [...]SEATO, dal quale erano indirettamente coperti. Due anni di azione diplomatica ed economica cinese e sovietica, la stabilizzazione della situazione indocinese ed alcuni sbagliati interventi di pressione statunitensi, ne hanno fatto due paesi neutrali, e il Laos anzi é l'unico paese non socialista retto da una coalizione a cui partecipano i comunisti. Naturalmente si tratta in questi casi di un neutralismo assai più labile e tatticistico di quello indiano e sensibile alle fluttuazioni internazionali: tuttavia anche in questo settore si sono avuti mutamenti profondi dall'epoca di Bandung e si é radicata la concezione che la stabilità e la possibilità di attuare una politica di sviluppo non passano né attraverso la garanzia militare statunitense, né attraverso la dipendenza dai soli aiuti americani.
Con ciò non si vuol negare che il SEATO e gli altri patti militari continuino a costituire una minaccia per la Cina e an. cor più per i neutrali costringendo questi ultimi a gonfiare il bilancio delle spese militari a danno di quello per lo sviluppo[...]

[...]omiche e politiche del paese, ma perché rappresenta la formazione politica nella quale si esprime la borghesia indiana, intesa nel senso più lato. Quindi la scelta del Congresso é la scelta delle classi non feudali e non proletarie indiane; inoltre il Congresso è, a differenza del Kuomintag cinese nel 1927, in grado di tenere i contatti anche con vaste masse contadine. Finora Nehru, che all'epoca di Gandhi fu l'anima di sinistra del nazionalismo indiano, e più spesso un oppositore ideologico e politico delle tesi sociali del Mahatma che un pedissequo seguace, é riuscito a dominare la macchina del Congresso, questa informe federazione di movimenti diversi che ha coperto con un vago interclassismo la predominanza nel suo seno dapprima dei proprietari terrieri, poi dei rappresentanti degli interessi capitalistici e che ora si trova impegnata nella costruzione di una società che si pretende avviata al socialismo.
Nehru ha costretto il Congresso e la borghesia indiana che ne rappresenta il gruppo dirigente ad adottare in teoria e ad attuare alm[...]

[...] meno notati verificatisi da Bandung in poi. Tre anni fa la maggioranza degli osservatori occidentali riteneva che il partito comunista in India fosse un fattore completamente superato, eliminato dal gioco per il semplice fatto che Pechino e Mosca avevano dimostrato di essere disposte a riconoscere la funzione positiva di Nehru e ad appoggiare la sua politica senza porre condizioni di ordine interno. Indubbiamente la storia del partito comunista indiano é stata delle più agitate ed incerte e, nei primi anni susseguenti all'indipendenza, la lotta estremista contro il regime di Nehru
e la tattica insurrezionale (delle quali non si saprebbe dire facilmente se sia stata ispiratrice una generale linea politica adottata da tutti i partiti comunisti asiatici o piuttosto un'incauta adesione del partito allo stato d'animo esasperato di masse povere
e primitive) contribuirono certamente ad isolare il partito, ad indebolire le forze progressive in India, ivi compreso il gruppo di Nehru, ed ha mettere in difficoltà la politica estera generale del bloc[...]

[...]ici o piuttosto un'incauta adesione del partito allo stato d'animo esasperato di masse povere
e primitive) contribuirono certamente ad isolare il partito, ad indebolire le forze progressive in India, ivi compreso il gruppo di Nehru, ed ha mettere in difficoltà la politica estera generale del blocco socialista.
Ora comunque quest'atteggiamento é stato completamente rivisto e, al termine di un processo durato parecchi anni, il par tito comunista indiano ha adottato nel suo recente congresso dell'aprile scorso, una linea politica basata sull'attuazione pacifica
e democratica del socialismo, attraverso la conquista della maggioranza parlamentare alla periferia ed al centro. Contemporaneamente esso ha deciso di appoggiare con sempre maggiore energia le misure progressive, lo sforzo di industrializzazione ed i tentativi di aprire in senso socialista la società indiana, pur continuando a denunciare i casi di involuzione conservatrice del
CONSIDERAZIONI SULLA NUOVA FASE DELLA POLITICA ASIATICA 45
Congresso. I comunisti indiani da un lato offron[...]

[...] destra continuerà il primo ministro potrebbe essere costretto a scegliere tra l'appoggio dei comunisti e la rinuncia al piano e al progresso.
Ad ogni modo l'evoluzione dei rapporti tra Nehru ed i comunisti indiani presenta notevole interesse per i problemi generali, riguardanti sia le trasformazioni sociali nei paesi sottosviluppati, sia la politica dei partiti comunisti nei paesi non socialisti ma non ostili all'URSS. Da un lato l'esperimento indiano dimostrerà fino a che punto è possibile per un governo non comunista attuare una politica di trasformazione senza dover ricorrere a quelli co o io,. e c n i._,comunisti c1 carats erizzó l'Europa uscita dalla Resistenza e che poi fu accantonata n ll'E„~ u paa occidentale proprio çöñtemporaneamente alla politica di rinnovaeenfö áperta—dalla Resistenza stessa.
D'altro lato il caso dell'India è nuovo nei rapporti tra il movimento comunista considerato come fenomeno mondiale generale ed uno Stato nazionale particolare. Benché i comunisti indiani siano all'opposizione e comunque esclusi dall'elabo[...]

[...]erato come fenomeno mondiale generale ed uno Stato nazionale particolare. Benché i comunisti indiani siano all'opposizione e comunque esclusi dall'elaborazione attiva della politica del paese, l'URSS ha collaborato dal 1955 in poi con Nehru rafforzandone la posizione e, quali che siano le obiettive conseguenze sociali dello sviluppo in India, l'aiuto sovietico non è mai stato criticato da alcuno come un contributo alle mire del partito comunista indiano, né mai sono risultate particolari « connivenze sovversive » tra l'URSS ed i comunisti indiani. Lo stesso sembra valere per la Cina e, se vi sono stati in India timori e diffidenze verso Pechino, essi si sono sempre concentrati più sull'eventualità di pressioni ed interferenze esterne dello Stato cinese su quello indiano, che su infiltrazioni dell'influenza cinese attraverso i comunisti indiani.
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!tra lo Stato sovietico ed uno Stato estero siano sostanzialmente (e non solo formalmente) separati dai rapporti tra il partita comunista dell'URSS ed il partito comunista dello Stato stesso. È proi babile che a determinare questo fatto contribuiscano fino ad un certo punto elementi tattici e come tali non duraturi, tuttavia sembra esservi da parte sovietica una certa considerazione della particolarità dei rapporti con l'India quale principale potenza del mondo afroasiatico. Così pure è certo che [...]

[...]contribuiscano fino ad un certo punto elementi tattici e come tali non duraturi, tuttavia sembra esservi da parte sovietica una certa considerazione della particolarità dei rapporti con l'India quale principale potenza del mondo afroasiatico. Così pure è certo che l'attacco al neutralismo di Tito non vuole essere da parte sovietica (anche se vi possono essere e vi sono stati riflessi politici negativi da parte di Nehru) un attacco al neutralismo indiano, perché è evidente che la denuncia del « revisionismo » riguarda il movimento jugoslavo in quanta si voglia presentare come membro del « mondo socialista » e membro « diverso ».
Ma ciò non vale nei confronti di un movimento borghese progressista come quello di Nehru, il cui neutralismo viene consi derato rientrante nel fenomeno dell'antimperialismo dei paesi che furono soggetti a dominazione coloniale. Mentre Tito viene accusato quale transfuga dal blocco dei paesi ad organizzazione socialista, Nehru viene giudicato come un fenomeno « obiettivamente positivo » di incrinazione del mondo borgh[...]



da Tibor Mende, L'Asia Sud-Orientale tra due mondi in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1954 - 5 - 1 - numero 8

Brano: [...]ue abbia conosciuto di persona l'Asia sudorientale sa bene come stiano le cose sotto questo riguardo. L'operaio asiatico non ha l'istinto di guadagno del suo confratello occidentale, soprattutto nelle regioni tropicali e semitropicali. Ho parlato con decine di dirigenti di fabbrica nei diversi paesi della zona; tutti hanno concordemente affermato che l'attrattiva del salario non agisce cola come in Occidente. Capita spesso che l'operaio birmano, indiano o indonesiano scompaia dopo la'
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paga per non ritornare dal suo villaggio che a danaro speso. La speranza di guadagnare di più non lo stimola necessariamente ad accettare un lavoro più produttivo. È praticamente impossibile imporre una disciplina di lavoro, e l'assenteismo é diffusissimo, anche quandò le condizioni materiali accordate al lavoratore giustificherebbero uno sforzo più sostenuto. Non so se l'abitudine alla disciplina industriale o allo sforzo sostenuto richieda un lungo periodo di preparazione, o se sia addirittura incompatibile con un ambiente sociale, climatico [...]

[...]e l'entusiasmo e il lealismo della popolazione, metodi assai vicini a quelli sperimentati in Russia.
Il SudEst asiatico vive dunque sotte il segno d'una esperienza storica capitale. Seicento milioni d'uomini ne attendono i risultati. Questi seicento milioni d'uomini vivono tra due mondi : non, come certi credono, tra il comunismo alla russa e il liberalismo all'occidentale, non fra il comunismo e l'occidente, ma tra il sistema di pianificazione indiano e il sistema di pianificazione cinese; fra la pianificazione con la persuasione, e la pianificazione con la forza. Né v'è per essi altra scelta possibile.
Se tra cinque, dieci, quindici anni, i seicento milioni di abitanti del SudEst asiatico si renderanno conto, su prove tangibili, che il sistema cinese ha dato risultati migliori del sistema indiano,
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saranno tentati d'imitare l'esempio della Cina. In questo caso, un altro quarto dell'umanità passerà dal campo occidentale all'altro lato della barricata ideologica, e ciò avverrà, in gran parte, perché l'Occidente non sarà stato capace di rivedere concezioni divenute inapplicabili e di ammettere che liberalismo economico e libera iniziativa, non potevano risolvere i problemi sociali del SudEst asiatico.
Se non vogliamo assistere ad una evoluzione in questo senso, una sola strada ci é aperta : fare tutto il possibile perché l'esperienza indiana riesca [...]

[...] moderni e con tutta l'intensità del XX secolo.
I problemi che questi due paesi debbono risolvere sono sorprendentemente simili. Paragonando i risultati acquisiti, é chiaro che anche il grado di sviluppo da cui sono partiti, é lo stesso. Le loro realizzazioni potranno essere dunque raffrontate punto per punto.
Alla meta del XX secolo questi due paesi, di civiltà venerabile, hanno adottato per sopravvivere un sistema di pianificazione. Il piano indiano insiste sullo sviluppo dell'agricoltura, quello cinese sull'edificazione dell'industria. L'India ha investito in questo esperimento dal 5 al 6% del suo reddito nazionale; i cinesi sono costretti a destinarvi circa il 20% del loro. L'India fa conto sulla
persuasione e sui discorsi incoraggianti; la Cina impiega lo stimolo di una ideologia intransigente, con tutte le conseguenze compor
tate da una rieducazione forzata del pensiero. Un economista eminente dichiarava recentemente che arrecando annualmente al piano
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indiano mezzo miliardo di dollari, l'Occid[...]

[...]to in questo esperimento dal 5 al 6% del suo reddito nazionale; i cinesi sono costretti a destinarvi circa il 20% del loro. L'India fa conto sulla
persuasione e sui discorsi incoraggianti; la Cina impiega lo stimolo di una ideologia intransigente, con tutte le conseguenze compor
tate da una rieducazione forzata del pensiero. Un economista eminente dichiarava recentemente che arrecando annualmente al piano
L'ASIA SUDORIENTALE TRA DUE MONDI 59
indiano mezzo miliardo di dollari, l'Occidente salverebbe dal comunismo e riunirebbe al mondo occidentale 360 milioni di esseri umani. Egli non faceva cenno delle condizioni pregiudiziali che permetterebbero di usare con profitto questa somma. Ma, per il momento, l'Occidente non ha ancora offerto questo danaro. Ci si propone al contrario di accordare all'avversario principale dell'India, il Pakistan, un aiuto militare che ammonterebbes all'incirca alla stessa somma. Di fronte al loro vicino armato dall'America, gli indiani saranno probabilmente obbligati a limitare il loro piano economico per fare ac[...]



da Tibor Mende, Note sull'Iran in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1959 - 5 - 1 - numero 38

Brano: [...]l'Iran darebbe un gravissimo colpo a tutto lo schieramento occidentale fra la Turchia e l'India. E la perdita dei petroli iraniani toglierebbe all'Occidente la fonte più a buon mercato, dopo quella di Kuwait, di questa fondamentale materia prima.
Durante più di un secolo, la sicurezza iraniana è stata fondata su una formula aritmetica semplice. La potenza occidentale (soprattutto britannica) di là dai mari, meno la distanza, più l'esercito angloindiano in prossimità, era uguale alla potenza russa alle frontiere. Questa formula aritmetica, tuttavia, ha cessato di essere esatta quando i primi sputnik hanno incominciato a girare intorno alla terra. La formula aritmetica che l'ha sostituita era meno rassicurante: la potenza occidentale (soprattutto americana) di là dagli oceani, meno la distanza, e meno l'esercito angloindiano, non era più uguale alla potenza russa più la propaganda comunista alla frontiera.'
L'effetto immediato di questo cambiamento è stata una fase di esitazione. Lo Scià è stato in Unione Sovietica, e ne è ritornato impressionato. Ancora al principio di quest'anno, egli sentiva fortemente la tentazione di addivenire ad un accordo col suo colossale vicino. Poi, tutt'a un tratto, è intervenuto un nuovo cambiamento. La potenza occidentale (cioè americana) di là dagli oceani, meno la distanza e meno l'esercito angloindiano, ma piú i missili americani nell'Iran o nei dintorni, è tornata ad essere ugu[...]

[...]ta alla frontiera.'
L'effetto immediato di questo cambiamento è stata una fase di esitazione. Lo Scià è stato in Unione Sovietica, e ne è ritornato impressionato. Ancora al principio di quest'anno, egli sentiva fortemente la tentazione di addivenire ad un accordo col suo colossale vicino. Poi, tutt'a un tratto, è intervenuto un nuovo cambiamento. La potenza occidentale (cioè americana) di là dagli oceani, meno la distanza e meno l'esercito angloindiano, ma piú i missili americani nell'Iran o nei dintorni, è tornata ad essere uguale, per un certo tempo, alla potenza russa più la propaganda comunista alla frontiera.
Quest'ultima formula aritmetica, naturalmente, non può essere che provvisoria. I missili americani possono proteggere l'Iran contro il pericolo delle pressioni militari o della conquista. Ma gli avvenimenti dell'Irak hanno dimostrato che il patto di Bagdad
impotente davanti alle rivolte interne. Dunque, durante il tempo
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di validità provvisoria dell'ultima formula aritmetica, bisogna che dei cambiamenti polit[...]



da Saverio Tutino, Il primo Cablo dall'Avana del nostro inviato. L'arrivo di U Thant – I dirigenti cubani discuteranno con lui le garanzie per l'indipendenza in KBD-Periodici: l'Unità - Nuova serie - Edizione nazionale 1962 - - ottobre - 31

Brano: [...]esplicita richiesta, a sospendere il blocco navale e quello che anchele missioni di «sorveglianza» aerea nei cieli dell'isola sono state revocate per tutta la durata della visita — U Thant è giunto oggi pomeriggio alla Avana, dove si adopererà per «un rapido quanto pacifico regolamento del problema». Insieme con il segretario ad interim dell'ONU sono due sottosegretari — Omar Lufti, della RAU, e il brasiliano Hernan Tavares de Sa — e il generale indiano Rikhye.
Un'indicazione sull'esito dello consultazioni che U Thant condurrà in questi giorni potrà aversi probabilmente giovedì sera, quando Fidel Castro si rivolgerà alla nazione con un discorso completamente dedicato agli ultimi sviluppi della crisi.
In ogni caso, notava stamane Revoluciòn, U Thant è venuto a Cuba «per negoziare. non per ispezionare». Nei circoli dirigenti dell'Avana non si nasconde una certa impazienza per il fatto che il governo rivoluzionario cubano non ha avuto finora la possibilità di partecipare direttamente al negoziato.L'atteggiamento verso le promesse di pace ameri[...]



da senza firma, Da Mosca ad Ankara [L'iniziativa diplomatica sovietica] in KBD-Periodici: Rinascita 1965 - 5 - 29 - numero 22

Brano: [...]ncui, la stasi, se di stasi si è trattato, è stata appena momentanea e sembra già abbondantemente terminata in tutta una serie di iniziative che si moltiplicano. Non intendiamo tanto parlare della recente e abbastanza spettacolare ripresa del dialogo cori Parigi e del significato che ha avuto il lungo soggiorno del ministro ,degli Esteri sovietico nella capitale francese,quamto ,della più paziente e oscura 'attività che dalla visita del premier indiano Lalbahadin Shas#ri a Mosca ai colloqui d 'Gronuko ad Anka ra,'passando attraverso gli annunci del viaggio, nel corso del prossimo mese, dei Presidente Tito e del premier un gherese Kadar, nell'Unione Sovietica, investe in, maniera sistematica — dai margini, 'diremmo — sia i rapporti fra, Est e Ovest in alcune sensibili marche
di frontiera sia 1e relazioni all'interno del canapo socialista.
Se è indubbio cioè che le più °recenti scelle di Washington e la pretesa di Johnson a stabilire una specie di monopolio americano su tutta quella parte del mondo che in maniera tanto arbitraria i pi'anifi[...]



da Massimo Robersi, Il "buon vicinato" fra URSS e Turchia. [sopratitolo: Obiettivi della visita di Gromiko a Ankara] [sottotitolo: La presenza del ministro degli Esteri sovietico ad Ankara ha costituito una prova tanto dell'erosione del prestigio americano quanto dell'interesse che i paesi che intendono sganciarsi dalla opprimente ingerenza della NATO attribuiscono sempre più al miglioramento dei rapporti con l'URSS] in KBD-Periodici: Rinascita 1965 - 6 - 5 - numero 23

Brano: [...]ltro di maggiore portata — i quali, stando al contenuto del documento ufficiale pubblicato al termine delle conversazioni, paiono essere stati ambedue nel complesso raggiunti. Da un punto di vista generale la missione del ministro sovietico s'inquadra indubbiamente nello sforzo avviato dall'URSS per salvare la pace, messa a grave repentaglio dalle iniziative di guerra americane: cosi, mentre a Mosca, veniva solennemente accolto il primo ministro indiano Shastri che Johnson aveva rifiutato di ricevere per le critiche formulate alla politica asiatica degli Stati Uniti, e mentre non viene tralasciata alcuna misura (dalle pressioni diplomatiche all'ONU, ai precisi moniti pubblicati sulla stampa o pronunziati nei discorsi, all'aiuto concreto) per fermare la mano dell'aggressore, è proseguita, con il viaggio ad Ankara, la tipica politica della coesistenza pacifica, l'azione per consolidare il buon vicinato con uno Stato conf inante a regime diverso e l'opera per migliorare gradualmente la situazione nei Balcani.
Di conseguenza la presenza dí Grom[...]



da Arnaldo Pizzorusso, Lahontan e gli argomenti del selvaggio in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - marzo - 31 - numero 2

Brano: [...] scritti di Lahontan in generale. Nella sua introduzione a una recente edizione dei Dialogues (Paris, 1973, pp. 42 ss.), M. Roelens ha compiuto un primo e sommario esame di questo problema, concludendo che Adario (nella realtà: Kondiarok) non deve essere considerato un prestanome o una semplice comparsa. Sebbene siamo qui nel campo delle ipotesi, può sembrare significativo il fatto che l'interlocutore di Lahontan sia stato, nella realtà, un capo indiano ben noto, che ebbe effettivamente relazioni amichevoli con i Francesi.
7 Cfr. G. ATKINSON, Les Relations de voyages du XVile siècle et l'évolution des idées [...], Genève, 1972, p. 63 ss.
LAHONTAN E GLI ARGOMENTI DEL SELVAGGIO 129
Ma l'inclinazione naturale a fare il bene è propriamente un'inclinazione morale? Seneca vedeva nelle età primitive un'immagine dell'innocenza ma non della virtù: Non enim dat natura virtutem: ars est bonum fieri (ad Lucilium, xiv, 90, 44). Secondo questa concezione la natura non può sostituirsi all'arte, e cioè alla saggezza: giustizia, prudenza, forza d'animo. T[...]



da Alan Lomax, Nuova ipotesi sul canto folcloristico italiano nel quadro della musica popolare mondiale in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1955 - 11 - 1 - numero 17

Brano: [...]capo avanti e indietro; la mandibola controllata senza rigidezza si apre per emettere le sillabe e si richiude leggermente di nuovo mentre la testa viene tirata indietro. Ciò produce l'impressione che il cantante mangi il motivo a brano a brano. I canti composti di sillabe prive di significato o di frasi rituali, durano spesso per delle ore e gli stessi esecutori sono capaci di continuare a cantare per notti e giornate intere. Il modo di cantare indiano sembra quello maggiormente orientato verso l'esercizio muscolare. La parola d'ordine é « resistenza », il fine desiderato uno stato simile ad una « trance ». I canti si distinguono per il ritmo disteso, ripetitivo, dinamico, ma semplice un po' come quello che deve conseguire il maratoneta. I canti spesso comunicati nei sogni o in fase di stupore catalettico sono considerati come beni personali di grande valore ed hanno funzione rituale, magica e curativa. Gli spiriti degli antenati vengono evocati dal cantante nel corso di una « trance » in parte determinata dalla stessa monotonia dei motivi [...]



da Tibor Mende, Riflessioni in margine agli avvenimenti indonesiani in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1958 - 7 - 1 - numero 33

Brano: [...], si da incrementare le sue probabilità di essere efficiente; che cercava di ridurre la forza dei precedenti interessi economici coloniali che ancora dominavano il paese; opposizione a un paese che, in libere elezioni, aveva visto la minoranza comunista avanzare tanto da diventare un partito con voce in capitolo negli affari di Stato.
Discutendo gli avvenimenti indonesiani in connessione con la Conferenza della S.E.A.T.O. a Manilla, il giornale indiano « Tribune » (18 marzo 1958) ha riassunto il problema in termini che indubbiamente conquisteranno l'approvazione della maggior parte degli intellettuali dei paesi asiatici non comunisti. L'importanza che la S.E.A.T.O. dà alle misure militari contro il comunismo internazionale fa si che l'aiuto militare diventi più efficiente di quello economico per migliorare il tenore di vita », dice l'articolo... «La politica di esercitare pressioni su nazioni libere si da indurle a cambiare la loro politica estera, é palesemente pericolosa. La cosa é stata tentata (in Media Oriente) e ha prodotto effetti ch[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine indiano, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---Ciò <---abbiano <---siano <---Storia <---comunisti <---comunista <---Così <---Diritto <---Giappone <---Pakistan <---Pratica <---comuniste <---dell'Asia <---dell'India <---ideologica <---ideologico <---imperialismo <---indiane <---indonesiano <---nazionalisti <---nell'Asia <---psicologico <---socialista <---stiano <---Agraria <---Birmania <---Borneo <---Fisica <---Formosa <---Logica <---Russia <---Singapore <---Stato <---Unione Sovietica <---comunismo <---dell'Europa <---dell'Occidente <---dinamismo <---indiana <---indiani <---nazionalismo <---nazionalista <---nell'Unione <---Ceylon <---Corea <---Diplomatica <---Filosofia <---Già <---Grecia <---Gromiko <---Indocina <---Indonesia <---Krusciov <---Malesia <---Manciuria <---Medicina <---NATO <---Nehru <---Nuova Guinea <---Nuovo Mondo <--- <---Pechino <---Più <---Quale <---Scienze <---Sukarno <---Tecnologia <---Turchia <---anticolonialista <---anticomunismo <---anticomunista <---autoritarismo <---capitalista <---capitalisti <---cinismo <---colonialismo <---cominciano <---cristiana <---cristiano <---dell'America <---dell'Iran <---dell'Italia <---economista <---feudalesimo <---ideologia <---immobilismo <---individualismo <---indonesiana <---indonesiane <---indonesiani <---italiana <---italiane <---italiano <---marxista <---nazionaliste <---nell'India <---neutralismo <---ottimismo <---progressista <---progressisti <---separatiste <---socialisti <---sull'Asia <---tecnologia <---tecnologica <---vogliano <---Abadan <---Acapulco <---Adario <---Africa Orientale <---Albanesi <---Albert Schweitzer <---Albino da Silva <---Alessandro Magno <---All-Father <---Alpi <---Although <---Americano Coloniale <---Americans <---Amerindias <---Américains <---Andalusia <---Andhara <---Anglo-Iranian <---Ankara <---Antara <---Antiquity <---Appare <---Appenninica <---Area <---Aritmetica <---Armonizzarli <---Asburgo <---Asia Treaty <---Assistenza Tecnica <---Aulos <---Australiano <---Auteur <---Avana <---Açoka <---Baba <---Bagdad <---Balcani 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