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[...] del [...] in cui [...] il soggetto grammaticale non [...] scrittore, ma la sofferenza, introduce, rispetto al [...] stessa idea, un elemento nuovo: il potere [...] del dolore. In un passo della [...] che non ha per [...] potere rivela tratti identici a quelli della [...]. Infatti, dice Proust, il [...] è affatto una conclusione pessimistica liberamente dedotta [...] di circostanze funeste, ma la reviviscenza intermittente [...] specifica, venuta [...] e che non abbiamo [...] (ivi, voi. Come la memoria involontaria, con [...] sue resurrezioni, fa risaltare la povertà e la freddezza [...] ricordo cosciente, intellettualizzato, cosi il dolore, nella [...] violenza, segna a [...] volta lo scacco [...] di fronte al reale: [...] di una sofferenza, anche attesa, [...] le nostre timide prefigurazioni sostituendovi « come il solco [...] fulmine, la firma originale e lungamente indelebile [...] nuovo» (ivi, voi. [...] la [...] « regina delle facoltà [...] Jean [...] riponeva ancora molte speranze, [...] Recherche [...] si manifesta che per ricevere smentite dal [...] i suoi fantasmi dispersi e vanificati. La [...] umiliazione è totale. Ogni verità conquistata [...] è un colpo inferto [...] e un pezzetto di terreno [...] due potenze alleate in uno [...] continuo di addomesticare la realtà, di [...] gli choc, di [...] gli aspetti [...] e inassimilabili [...] già noto. Ma ogni vittoria su [...] per [...] anche un passo verso [...] in questa « legge crudele [...] » (ivi, voi. [...] della sofferenza preliminare è insita [...] del lavoro, si ha paura di ogni opera nuova [...] ai dolori [...]. ///
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[...] della sofferenza preliminare è insita [...] del lavoro, si ha paura di ogni opera nuova [...] ai dolori [...].