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tipologia: Catalogo ISBD(G); Id: 9201+++


Area di interscambio
Livello Bibliografico Periodico+++
Tipologia testo a stampa
Registrazione di scheda o citazione
Il calendario del popolo. - A. 1, n. 1 (27 mar. 1945)-. - Roma : Partito Comunista Italiano, 1945-. - v. : ill. ; 27 cm (( Quindicinale, mensile dal 1946. Il complemento del titolo varia: rivista di cultura, dal 1958. Dal 1973: Milano : Teti. ))   
Area del titolo e responsabilità
Titolo della pubblicazione Il calendario del popolo [almanacco, 1945-]
Area delle note
Note [mappa breve secondo schedatura riviste di e.v.]Fondato nella Roma capitale di una Italia al di sotto della linea gotica a pochi mesi dall'insurrezione del 25 aprile, sotto l'egida del PCI ma presto divenuto riferimento autonomo di un più ampio popolo del «secondo Risorgimento» - sintagma raramente esplicitato ma particolarmente significativo della propria missione emancipatrice -, il Calendario è stato principale Almanacco popolare, tanto al Nord quanto al Sud, nella codifica e diffusione di un nuovo, democratico e progressivo, canone nazionale, ponendo a fondamento la missione di scuola popolare che superasse i limiti delle precedenti, troppo impregnate di decadenza borghese, oppure, del complementare operaismo anti-nazionale; quale rivista popolare andrebbe inquadrata, ancor più di quelle esclusivamente intellettuali, nella sua dimensione diffusiva, da valutarsi nel complesso del movimento dei lavoratori del secondo Novecento: se al Nord compartecipò a quel movimento fortemente sostenuto da un PCI di oltre un milione di militanti quotidiani (parte rilevante di un più vasto movimento che, pur unitario, delineò alcuni importanti nuclei decentrati, con variegate esperienze di editoria popolare, più nota fra le quali, con sede a Milano, la Cooperativa del Libro popolare, editrice dell'Universale economica poi fatta propria da Feltrinelli), in quella difficile realtà sociale meridionale egemonizzata dal rinnovamento monarchico nella liberal democrazia atlantica, ed ulteriormente ostacolata nell'unità con le masse dei lavoratori cattolici a causa della scelta di campo clericale, riuscì a superare l'isolamento soltanto mediante le lotte e l'insediamento della CGIL di Di Vittorio. Il suo fondatore, Giulio Trevisani, che lo ha diretto sino alla sua scomparsa, nel 1969, ha perpetuato negli anni quella particolare stagione fondativa della Repubblica italiana, nel cui spirito è sorto anche il neo-realismo, nelle arti e nella scienza, che ha sostenuto la partecipazione intellettuale da parte del popolo, nei concorsi letterari di narrativa o poesia così come nel teatro popolare.


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