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ANTEPRIMA MULTIMEDIALI

Il segmento testuale Russia è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 837Analitici , di cui in selezione 39 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da [Gli interventi] Valentino Gerratana in Studi gramsciani

Brano: [...]europeo. Invece Ilici era profondamente nazionale e profondamente europeo » 2.

Gramsci vede dunque in Lenin, proprio in questo suo contrasto con le posizioni di Trotzki, il teorizzatore di una nuova strategia rivoluzionaria, sulle basi del principio di egemonia. « Mi pare — egli scrive poco dopo nella stessa pagina citata — che Ilici aveva compreso che occorreva un mutamento dalla guerra manovrata, applicata vittoriosamente in Oriente [cioèin Russia} nel ’17, alla guerra di posizione che era la sola possibile in Occidente... » 3.

1 Mach., p. 66.

2 Mach., p. 67.

3 Mach., p. 68.Valentino Gerratana

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Se si pensa alle condizioni in cui Gramsci era costretto a lavorare, all’impossibilità in cui egli si trovava di poter consultare la documentazione necessaria, non può sorprendere la forma cauta delle sue affermazioni. «Mi pare», egli scrive, ma non ricordava male; il suo richiamo a Lenin anche in questo punto è del tutto giustificato e possiamo ora controllarlo sui testi stessi di Lenin.

Nel passo citato vi è in realtà un [...]

[...]inante e particolarmente utile oggi, di fronte ai tentativi di presentare la Rivoluzione d’Ottobre come una rivoluzione di minoranza, fatta dall’alto, rispetto al metodo della conquista democratica della maggioranza che sarebbe esclusivo delle società capitalisticamente evolute. Il III Congresso deH’Internazionale rifiuta questa assurda contrapposizione, non perché la seconda tesi non sia vera, ma perché è falsa la prima. « Quando si dice che in Russia — diceva Lenin — abbiamo vinto quantunque avessimo un piccòlo partito, si dimostra di non aver capito la rivoluzione russa e di non capire niente di come si deve preparare la rivoluzione ». « Noi in Russia, eravamo' un piccolo partito, ma avevamo con noi la maggioranza dei Soviet dei deputati operai e contadini di tutto il paese » \

La polemica è qui rivolta contro i « sinistri » dei partiti comunisti dei paesi occidentali che pretendevano di fare la rivoluzione, con l’assalto audace di minoranze agguerrite, senza preoccuparsi della conquista della maggioranza. Insistendo sulla necessità della conquista della maggioranza come premessa indispensabile di ogni rivoluzione socialista, in Occidente o in Oriente, nei paesi industrialmente più avanzati o in quelli più arretrati, il III Congresso el[...]

[...]ossibile però, mi pare, trovare altri riferimenti, per questo richiamo di Gramsci alte posizioni di Lenin, in documenti anteriori al 1921.

1 L’Internazionale comunista, Roma, 1950, pp. 324 e 327.590

Gli interventi

Già infatti in un discorso del 7 marzo 1918, il rapporto sulla guerra e sulla pace al VII Congresso del Partito, Lenin si rendeva conto di questa necessità di passare dalla guerra di movimento alla guerra di posizione, sia in Russia dove si era fatta la rivoluzione, sia nei paesi europei dove la rivoluzione non era incominciata. « Quanto più è arretrato — diceva allora Lenin — il paese nel quale in virtù degli zigzag della storia, 'ha dovuto incominciare la rivoluzione socialista, tanto più è per esso difficile passare dai vecchi rapporti capitalistici a rapporti socialisti. Ai compiti della distruzione si aggiungono qui nuovi compiti, di una difficoltà inaudita, i compiti di organizzazione ». Questi nuovi compiti, aggiunge Lenin, non potevano essere assolti con un « attacco alla baionetta », cosi come si era riusciti, a[...]

[...]nte più difficile cominciare la rivoluzione in Europa e 'infinitamente più facile cominciarla da noi, ma che da noi sarà più difficile continuarla ».

E ancora : « La Rivoluzione non verrà cosi presto come noi speravamo, la storia l’ha dimostrato, e bisogna accettarlo come un dato di fatto, bisogna saper tener conto che la rivoluzione socialista mondiale nei paesi progrediti non può incominciare con la stessa facilità con cui è incominciata in Russia, paese di Nicola e di Rasputin, dove per un’immensa parte della popolazione era indifferente sapere quali popoli abitassero la periferia e che cosa colà avvenisse. In un paese simile era cosa facile incominciare la rivoluzione, facile come sollevare una piuma. Ma cominciare senza preparazione la rivoluzione in un paese dove si è sviluppato il capitalismo, che ha dato una cultura e il senso dell’organizzazione democratica a tutti gli uomini, sino all’ultimo, sarebbe un errore, un’assurdità » 1.

Si capisce meglio, mi sembra, tenendo presenti queste pagine di Lenin, il senso esatto delle cons[...]

[...]re senza preparazione la rivoluzione in un paese dove si è sviluppato il capitalismo, che ha dato una cultura e il senso dell’organizzazione democratica a tutti gli uomini, sino all’ultimo, sarebbe un errore, un’assurdità » 1.

Si capisce meglio, mi sembra, tenendo presenti queste pagine di Lenin, il senso esatto delle considerazioni di Gramsci, e si può valutare meglio l’importanza delle sue conclusioni. « In Oriente — scrive Gramsci, cioè in Russia — lo Stato era tutto, la società civile era primordiale e gelatinosa; neirOccidente, tra Stato e società civile cera un giusto rapporto,

1 Opere scelte, Mosca, II, 1948, p. 283Valentino Gerratana

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e nel tremolio dello Stato si scorgeva subito una robusta struttura della società civile. Lo Stato era solo una trincea avanzata, dietro cui stava una robusta catena di fortezze e di casematte; più o meno da Stato a Stato, si capisce, ma questo appunto domandava un’accurata ricognizione di carattere nazionale » \

Nello stesso punto Gramsci aveva anche notato che Lenin « non ebbe il t[...]



da Franco Cagnetta, Inchiesta su Orgosolo. Parte terza: Orgosolo moderna in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1954 - 9 - 1 - numero 10

Brano: [...]nove mesi di sacrifici e di tirannia sporca ho chiesto visita per la prima volta. Quando andai al « Signor ,> tenente medico dopo avergli detto che avevo febbre mi rispose: sai che si chiede visita 24 ore prima di morire, perché io non riconosco malati che non sputano almeno un litro di sangue in mia presenza. Non mi adirai : sarebbe stato peggio. Ma intanto da ora, come mi hanno detto certi bolognesi : viva sa bandera comunista e tottu cantu sa Russia intera. Pro aver votadu su clericalista nos tratana cun pessima manera. Viva viva il comunismo ».
Altra scuola di « comunismo » il carcere, il confino. Anche qui la concentrazione, lo scambio con altri uomini, l'incontro con «politici », le condizioni particolari di « proletariato » carcerario e confinario creano le condizioni per la formazione di una coscienza « I`omunista ». E singolare osservare, per es., che il carcere di Nuoro persino per molte donne di Orgosolo costituisce la sola « scuola » moderna, la scuola « comunista » che offre loro lo Stato : molte donne escono dal paese solo pe[...]

[...]nno piangere noi mamme, distruggono le famiglie ».
5) « Ustica... Ogni confinato due comunisti. Ogni comunista due possibilità di meno per il confino ».
Posseggo diecine di ricevute di vaglia da 100, 500, 1000 lire inviate per aiuto e per solidarietà da parenti ed amici orgolesi ai confinati. Nelle comunicazioni del mittente leggo scritto sempre, o quasi sempre, intramezzate a saluti, frasi come : « Abbasso il confino e viva il comunismo. Viva Russia e abbasso d. c. ».
Il comunismo è — é evidente — un fenomeno culturale. Quali erano le condizioni culturali del paese che permettevano l'ingresso e lo stabilizzarsi di una cultura comunista ?
L'incapacità ad intendere l'italiano assai diffusa; l'incapacità a leggere e scrivere quasi generale.
INCHIESTA SU ORGOSOLO 223
La frattura tra l'orgolese e l'intellettuale sardo « tradizionale » incolmabile. Generalmente l'intellettuale apertamente e coscientemente schierato contro il pastore e il contadino, l'ideologo del proprietario terriero, dell'industriale, dello Stato é « figura » meno diffus[...]

[...]arcelo vedere,
ci van mettendo dentro le galere.
Il carcerato si va disperando
non c'è nessuno che per lui pensa
Passa la vita sempre lacrimando
ma se ne ride la Grande Eccellenza.
Che ministri di dio e che coscienza!
ora visto lo abbiam con la sperienza:
fra loro non c'è tanta differenza
rr INCHIESTA SU ORGOSOLO 233

preti e borghesi fanno l'alleanza.
Al popolo tortura e penitenza
e calci e arresti e sempre la violenza!
Ma dalla Russia parte l'uragano:
ad ,Orgosolo togliere il Confino!
viene fatto da Stalin il piano
per schiacciare il mostro serpentino.
Cina e Indocina pur con le armi in mano
sono contro il partito papalino
che vuole qui accendere un vulcano
per potere ammazzare il popolino
e rimanere lui come sovrano. Ma per lui la tempesta è vicina non si creda di andare lontano. Insieme col governo americano è una vera figura di Caino: è venuto fin qui con l'areoplano per mitragliarci tutti un bel mattino. Ma Stalin dice: tien la mano che ora metto io lo zampino. Mao tse tung ed il governo cino sono scesi pure a [...]

[...]. Insieme col governo americano è una vera figura di Caino: è venuto fin qui con l'areoplano per mitragliarci tutti un bel mattino. Ma Stalin dice: tien la mano che ora metto io lo zampino. Mao tse tung ed il governo cino sono scesi pure a mano a mano per ammazzare il pesce delfino dell'ottava armata americana. Mao disse a Scelba: sei cretino combattere con me speranza vana. E all'America: cedi il tuo bottino se no rimetti la pelle e la lana. La Russia è scesa tutta Partigiana la stessa cosa fece la Cina ora sta la sorte Italiana con la Francia nostra sorellina. S'aspetta solo un suono di campana ed il popolo accenderà la mina: Scelba e America sotto la frana: si è distrutta la razza caina! Scomparsi sono infine dalla vista il gran borghese e l'alto feudalista. Se qualche altro scenderà a duello lo mangeremo a carne di macello. Tremano tutti di falce e martello
o Truman tu sei un vero somarello. E Scelba se non eri pappagallo
234 FRANCO CAGNETTA
non lo mettevi il mondo a bordello.
Il tuo scopo è andato a male
non sarà più tu capo drapp[...]

[...]era — per raggiungere tutti la soppressa meta della libertà, del benessere umano, della pace, voi invoco perché non posso più invocare la mia Mamma che per pena e per dolore mi é morta, mi richiamo alle altre madri, sorelle e spose a stringersi forte attorno alla bandiera del Socialismo ed unite gridare a squarciagola: Lavoro e libertà ».
12) Raccolta di poesie partigiane.
13) « Bolscevico il partito chiamato comunista che instaurò nel 1917 in Russia lo Stato Bello dopo la Rivoluzione. Il Bolscevico sinonimo di ribelle ».
Questo quaderno é intramezzato da disegni, ricalcati a matita, di MaoTzeTung, sotto i quali si legge: «Il Compagno Mao liberatore della nostra schiavitù ».
Trovo anche la lista dei libri letti. Comprendono una serie di manuali e libri tecnici per i lavori agricoli, artigiani ecc. Tra i libri di lettura: 1) Storia del P. C. dell'U.R.S.S.; 2) I Miserabili di V. Hugo; 3) Il rubino d'oro di Alessandro Manzoni (?); 4) La Madre di Gorki; 5) Le Lettere di Gramsci; 6) Il Ponte dei Sospiri di Michele Zevaco; 7) L'Imperialismo d[...]



da Tibor Mende, L'Asia Sud-Orientale tra due mondi in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1954 - 5 - 1 - numero 8

Brano: [...] nel SudEst asiatico (come d'altronde, a mio avviso, in qualunque altro paese economicamente arretrato) che essa sia diretta dall'alto: che l'iniziativa venga dai governi, che l'amministrazione sia assicurata dallo Stato. Occorrerà, insomma, una pianificazione di stato.
La storia offre pochi esempi di paesi che abbiano imitato, in un ambiente sociale differente, l'espansione materiale dell'Occidente. Si pensa irresistibilmente al Giappone, alla Russia, e alla più recente esperienza della Cina. I tre esempi sembrano suffragare la nostra tesi.
Il Giappone, che parti con ritardo rispetto a noi, tentò di riprendere il tempo perduto organizzando dall'alto l'espansione delle sue risorse produttive. Non fu una pianificazione di stato, ma le direttive furono date in nome di una classe autoritaria — dirò anzi feudale — che contava sulle sue prerogative ereditarie per assicurarsi l'obbedienza, e si servì, per stimolare il lavoratore, non di un'esca puramente finanziaria, ma della mistica, già accettata, d'un lealismo religioso e nazionale. Tuttavia[...]

[...]empo perduto organizzando dall'alto l'espansione delle sue risorse produttive. Non fu una pianificazione di stato, ma le direttive furono date in nome di una classe autoritaria — dirò anzi feudale — che contava sulle sue prerogative ereditarie per assicurarsi l'obbedienza, e si servì, per stimolare il lavoratore, non di un'esca puramente finanziaria, ma della mistica, già accettata, d'un lealismo religioso e nazionale. Tuttavia, fu certamente la Russia che spinse il più lontano la sperimentazione dei nuovi metodi. In
54 TIBOR MENDE
ritardo sull'Occidente, la Russia dovette affrontare — nel campo economico — quella stessa marcia forzata che i paesi del SudEst asiatico si trovano a dover affrontare oggi. Per riuscirvi, essa sostituì, o per lo meno complete), l'esca del guadagno con una ideologia sociale e nazionale. Conosciamo bene i sintomi penosi di questa « rimessa in pari » fisica e morale che sostituì il nostro sistema fondato sulla libera iniziativa. Abbiamo visto come grazie a questa mistica, e con metodi che non avevano nulla a che vedere con quelli dell'Occidente, la Russia poté formare un gruppo d'uomini perfettamente disciplinati e completament[...]

[...]ta che i paesi del SudEst asiatico si trovano a dover affrontare oggi. Per riuscirvi, essa sostituì, o per lo meno complete), l'esca del guadagno con una ideologia sociale e nazionale. Conosciamo bene i sintomi penosi di questa « rimessa in pari » fisica e morale che sostituì il nostro sistema fondato sulla libera iniziativa. Abbiamo visto come grazie a questa mistica, e con metodi che non avevano nulla a che vedere con quelli dell'Occidente, la Russia poté formare un gruppo d'uomini perfettamente disciplinati e completamente devoti alla causa. Anche se non approviamo questi metodi, non possiamo negare l'importanza di quelle realizzazioni materiali; ed oggi vediamo un fenomeno simile aver luogo in Cina, sotto il controllo diretto di una autorità nazionale.
Io mi rendo conto che molti mi accuseranno di ammettere troppo a priori la necessità di un'espansione economica rapida. Si affermerà, forse, non essere affatto certo che tutti i popoli del SudEst asiatico — che tutti i popoli delle regioni economicamente
arretrate desiderino di seguire [...]

[...] governo devoto a un ideale occidentale di libertà politica, malgrado le ineluttabili concessioni implicate da una certa forma di coordinamento. La Cina sta anch'essa realizzando un piano quinquennale, ma sotto la direzione di un governo che, a causa del suo desiderio d'espansione rapida, rifiuta le esigenze della libertà politica ed impiega, per suscitare l'entusiasmo e il lealismo della popolazione, metodi assai vicini a quelli sperimentati in Russia.
Il SudEst asiatico vive dunque sotte il segno d'una esperienza storica capitale. Seicento milioni d'uomini ne attendono i risultati. Questi seicento milioni d'uomini vivono tra due mondi : non, come certi credono, tra il comunismo alla russa e il liberalismo all'occidentale, non fra il comunismo e l'occidente, ma tra il sistema di pianificazione indiano e il sistema di pianificazione cinese; fra la pianificazione con la persuasione, e la pianificazione con la forza. Né v'è per essi altra scelta possibile.
Se tra cinque, dieci, quindici anni, i seicento milioni di abitanti del SudEst asiati[...]



da Voce Enciclopedica redazionale, Turchia in Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice)

Brano: [...]Medio Oriente.

Dall'Impero ottomano ai Giovani Turchi
Centro del grande impero che, a partire dal secolo XIII, in circa 200 anni era divenuto il più potente Stato islamico, esteso dall'Ungheria alla Crimea e dal Marocco al Golfo Persico, comprendendo da una parte i paesi balcanici, dall'altra il Nordafrica e il Medio Oriente, verso la metà del secolo XIX la Turchia era già stata alquanto ridimensionata dai ripetuti attacchi dell'Austria e della Russia. All'indomani delle rivoluzioni europee del 1848 ebbe origine, all'interno del paese, il movimento detto dei Giovani Turchi che, ispirandosi al liberalismo borghese mutuato dai circoli rivoluzionari dei paesi balcanici, per fermare il disfacimento dell'impero si fece promotore di una modernizzazione in senso occidentale, laico e capitalistico. Nel 1908 i Giovani Turchi, affermatisi come partito degli ufficiali dell'esercito, imposero al sultano Abdul Hamid un assetto formalmente costituzionale. Ma il potere era rimasto nelle mani delle caste feudali e religiose che tentarono un colpo controri[...]

[...] indipendente e l'isola di Creta decise di unirsi alla Grecia, senza che la Turchia potesse impedirlo. Anche il governo italiano decise di sfruttare la favorevole congiuntura: nel settembre 1911 dichiarò guerra alla Turchia, inviò un corpo di spedizione che occupò la Libia (v.) e, nel corso del conflitto seguitone, si annetté anche le isole del Dodecaneso (v.). Dimostratasi tanto palese la debolezza turca, alcuni Stati balcanici appoggiati dalla Russia zarista si unirono (nel marzo 1912 la Bulgaria si alleò alla Serbia, poi alla Grecia e al Montenegro) per dichiarare guerra alla Turchia (18.10.1912). Sconfitti militarmente in Macedonia e in Tracia, i turchi poterono conservare in territorio europeo soltanto una piccola parte della Tracia Orientale (Trattato di Londra del 30.5.1913). Questa serie di tracolli innescò nuovi mutamenti politici interni: il governo che si trovava al potere dal luglio 1912 fu rovesciato nel gennaio 1913 da un colpo di stato capeggiato dal giovane ufficiale Enver Bey (18791922), esponente dell'ala più autoritaria d[...]

[...]i l'occasione di rioccupare Adrianopoli e parte della Tracia, ma l'Impero ottomano era ormai scomparso per sempre. A Costantinopoli il potere venne assunto da un triumvirato composto dal ministro della Guerra Enver Bey, dal ministro degli Interni Talat Pascià e dal governatore militare della capitale Cemal Pascià, mentre restava formalmente in carica il sultano Mehmed V.

Prima guerra mondiale
Allorché, nell'agosto 1914, Francia, Gran Bretagna e Russia entrarono in conflitto con gli Imperi centrali, il governo turco si schierò con questi ultimi, nella speranza di riprendersi quanto aveva perduto. II 31. 10.1914 la Turchia scese in campo contro la Russia zarista e il sultano proclamò la "guerra santa" per mobilitare l'intero mondo arabo contro le potenze colonialiste dell'intesa. I turchi combatterono sul Caucaso, nel mar Nero, a Gallipoli, in Mesopotamia e in Palestina, recando un notevole contributo militare agli Imperi centrali: in Siria e in Palestina l'esercito turco costituì una minaccia per il Canale di Suez e per la presenza britannica in Egitto; il blocco degli Stretti, impedendo il passaggio alle navi russe, non permise che si realizzasse una fattiva collaborazione tra la Russia e i suoi alleati occidentali; inoltre il prestigio di [...]

[...]ro le potenze colonialiste dell'intesa. I turchi combatterono sul Caucaso, nel mar Nero, a Gallipoli, in Mesopotamia e in Palestina, recando un notevole contributo militare agli Imperi centrali: in Siria e in Palestina l'esercito turco costituì una minaccia per il Canale di Suez e per la presenza britannica in Egitto; il blocco degli Stretti, impedendo il passaggio alle navi russe, non permise che si realizzasse una fattiva collaborazione tra la Russia e i suoi alleati occidentali; inoltre il prestigio di cui la Turchia godeva in tutto il mondo arabo creò problemi nelle colonie francesi e britanniche. Nondimeno, nel maggio 1915 le truppe zariste irruppero nell'Anatolia orientale per un centinaio di chilometri fino al lago Van, ma con la pace di BrestLitovsk (marzo 1918) le provincie orientali torneranno sotto sovranità dei turchi (che coglieranno l'occasione per dare il colpo di grazia agli armeni, accusati di connivenza con il nemico).
Nel 1916, ispirata e sostenuta dall'Inghilterra, ebbe inizio sul fronte meridionale la guerriglia araba c[...]



da senza firma, Per chi ha combattuto Israele in KBD-Periodici: Rinascita 1967 - 6 - 30 - numero 26

Brano: [...]a e l'Africa. Pertanto non deve essere valutato dal punto di vista delle possibilità di movimenti terrestri, antiquata concezione adeguata agli eserciti babilonesi. Il Medio Oriente di oggi è un enorme complesso di strade e comunicazioni terrestri, marittime, aeree.
2) La regione possiede inoltre enormi ricchezze sotto forma di smisurate riserve petrolifere, necessarie alla vita del mondo moderno.
3) Dall'epoca zarista in poi i dirigenti della Russia hanno desiderato il Medio Oriente per la sua collocazione geografica. Gli attuali dirigenti sovietici, con le loro ambizioni mondiali, lo desiderano anche più di prima.
4) Le masse popolari del Medio Oriente, e quindi il controllo di esse, costituiscono un fattore decisivo deli' equilibrio strategico mondiale.
5) Infine, nelle sue ultime manifestazioni, il Medio Oriente sta sviluppando quella che potremmo chiamare una « potenza strategica », che si dilata al di let della propria zona.
Per « potenza strategica » intendo indicare quanto segue: una volta che l'Algeria si allea, diciamo, con l[...]

[...]na volta che l'Algeria si allea, diciamo, con l'Egitto o con un gruppo di nazioni del Medio Oriente, ogni animosità contro gli Stati Uniti che si sviluppi in queste regioni viene immediatamente trasmessa, come per telefono, fino ai limiti occidentali del Mediterraneo. Più specificatamente, dato che è stata l'Unione Sovietica ad armare in modo massiccio sia il Medio Oriente che l'Algeria, dobbiamo constatare che il nostro f ondamentale nemico, la Russia, sta estendendo la sua potenza strategica lungo tutto il litorale meridionale del Mediterraneo. Non è pensabile che la Russia abbandoni questo obiettivo, solo a causa di una momentanea sconfitta che gli arabi hanno subito da parte . degli israeliani.
Linea di comunicazione commerciale. — La via d'acqua che dall'Atlantico, attraverso il Canale di Suez ed il Mar Rosso conduce all'Oceano Indiano, è stata considerata per lungo tempo come una via di comunicazione vitale per il commercio e per le linee di trasporto mondiali. La stessa cosa è vera oggi per un'altra vitale forma di trasporto: le comunicazioni aeree.
All'estremità orientale del Mediterraneo sta la Turchia, bastione orientale della NATO, organizzazione crea[...]

[...]i trasporto: le comunicazioni aeree.
All'estremità orientale del Mediterraneo sta la Turchia, bastione orientale della NATO, organizzazione creata appunto per contenere l'aggressione sovietica. Le strade che collegano l'Unione Sovietica con il Medio Oriente passano attraverso i territori e gli spazi aerei dell'Iran e della Turchia. Si tratta di paesi che gli Stati Uniti hanno rifornito di massicci aiuti militari e d'altro genere, ed ai quali la Russia sta adesso strizzando l'occhio. In particolare è necessario che la Turchia sostenga il fianco destro della NATO, e che ii Mediterraneo sostenga l'intero fianco meridionale della NATO: l'Italia, la Grecia e la Turchia.
Se mai i sovietici riusciranno in un modo o in un altro a conquistare una posizione dominante in questa parte del mondo, attraverso i loro satelliti nel Medio Oriente o attraverso basi aeree, navali e forse anche terrestri in questa zona, qualsiasi sostegno della NATO da parte della Turchia diventerebbe estremamente incerto.
Il Mediterraneo, dopo la seconda guerra mondiale, è [...]

[...]cente presenza di elementi delle forze armate sovietiche nel Mediterraneo. Questa presenza sovietica si è adesso arricchita di altre navi da guerra.
Controffensiva in pericolo. — Questo è il punto che bisogna imprimersi bene in mente: qualsiasi ulteriore minaccia alla Sesta flotta americana o alle operazioni dei sottomarini USA nel Mediterraneo, costituisce una riduzione anche se minima, della contropressione nuc'eare degli Stati Uniti verso la Russia. Tutto ciò ha una importanza psicoloaica ancora maggiore in relazione al problema di chi esercita più influenza nel Medio Oriente.
La crescente ostilità delle nazioni del Medio Oriente nei confronti deal; Stati Uniti e la loro amicizia verso l'Unione Sovietica, costituiscono, a mio giudizio, una perdita strategica di grandi proporzioni.



da [Gli interventi] G. D. Obickin in Studi gramsciani

Brano: [...]iet lo Stato di tutto il popolo russo ».

Proprio perché intuiva l'importanza per il proletariato di tutto il mondo della lotta che gli operai russi conducevano in difesa della loro rivoluzione, del giovane Stato dei soviet, contro l'intervento straniero e il movimento contrarivoluzionario interno, Gramsci seppe lanciare con tutta la sua passione l'appello ai lavoratori italiani perché non risparmiassero il l'oro fraterno aiuto ai popoli della Russia. Questo aiuto fu dato e il popolo sovietico non lo dimenticherà mai.

Gramsci concludeva benissimo che la vittoria della controrivoluzione e deirintervento straniero in Russia avrebbe significato sciagure incalcolabili non solo per il popolo russo ma per tutti i popoli d'Europa. Inquadrando ia lotta del popolo russo in difesa della sua rivoluzione in un generale movimento mondiale di liberazione egli poteva affermare che « impedire la vittoria della reazione in Russia significa salvare lesiG. D. Obickin

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stenza della civiltà europea, significa salvare la vita degli uomini di Europa ».

Se Gramsci intuiva chiaramente quale fosse il valore permanente della Rivoluzione d’ottobre per tutti i paesi, seppe altresi discernere le particolarità specifiche della rivoluzione come si veniva attuando in Russia. Proprio per questo egli piote va sostenere la necessità di una assimilazione creativa della esperienza dei popoli della Russia, esperienza da non proporsi semplicemente come un modello al quale adeguarsi con una operazione meccanica.

L’atteggiamento di Gramsci nei confronti della Rivoluzione d’ottobre esprime chiaramente i principi dell’internazionalismo proletario, elemento essenziale del leninismo, che sostanzia profondamente tutto il pensiero di Gramsci.

Ma la sua comprensione del significato storico della Rivoluzione d’ottobre va ben oltre i limiti della politica se a questo termine attribuiamo il significato più ristretto: Gramsci ha compreso tra i primi la portata generale, umana, vorrei dire filosofica o[...]



da (Nove domande sullo stalinismo) Ignazio Silone in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1956 - 5 - 1 - numero 20

Brano: [...]one; come per la Chiesa cattolica questa si chiama eresia. La diversità di linguaggio politico, dunque, non ha origini razziali, o etnografiche, o climatiche, ma é la diversità tra società chiuse e società aperte. Ci si può naturalmente chiedere perché, in determinate contrade e in determinate epoche, prevalgono le società chiuse.
5. Anche la civiltà russa é di tipo europeo e cristiano, ma assai meno differenziata dell'occidentale. È mancata in Russia la separazione della Chiesa e dello Stato. Già Ivan il Terribile sapeva di dovere « non soltanto tenere le redini del potere, ma anche sal vare le anime ». La Russia non ha avuto una filosofia Scolastica, né la Riforma, né un pensiero laico indipendente (non ha avuto un San Tommaso, un Machiavelli, un Galileo). Sono mancati in Russia i Comuni e Città libere, salvo nella limitata zona del Baltico. La Russia non ha mai avuto un parlamento eletto liberamente e un governo parlamentare (la Duma aveva solo carattere consultivo), né liberi sindacati di lavoratori, né cooperative amministrate dai propri soci. Il movimento socialista vi fu quasi sempre clan
108 9 DOMANDE SULLO STALINISMO
destino. Una simile tradizione, senza dubbio, rende particolarmente difficile il germoglio e la fioritura di forma democratiche; ma quello che non si capisce é perché, un esponente tipico di una situazione culturale così arretrata, come lo Zdanov, fosse accettato quale guida e censore anche da scrittori e artisti oc[...]

[...]n all'influenza occidentale, in cambio del disinteresse di Churchill e di Roosevelt per la sorte dei paesi dell'Europa orientale. Il PCI e il PCF dovettero fare di necessità virtù; ogni velleità in senso contrario (la cosidetta prospettiva greca) vi fu tempestivamente repressa per ordine di Mosca così come lo stesso Stalin relegò in Siberia il ribelle Markos. La « via italiana del comunismo » era dunque anch'essa una via staliniana.
8. Che in Russia vi sia attualmente una distensione interna, molte notizie lo lasciano suppore; ma è forse prematuro affer

IGNAZIO SILONE 109
mare che si sia aperta una fase politica nuova. Una svolta decisiva potrà aversi soltanto allorché un dissenso politico importante, sorto nel seno della direzione collegiale, verrà reso pubblicamente noto e sarà posto in discussione sulla stampa comunista, prima di essere risolto in un'assemblea del partito e dello Stato, senza che sulla minoranza incomba la minaccia dello sterminio.
9. Il vasto spazio che nei mappamondi geopolitici della propaganda elettorale, [...]



da Rassegna della stampa in KBD-Periodici: Rinascita - Mensile ('44/'62) 1944 - numero 2 - luglio

Brano: Rassegna della stampa
L' Untone SOVIETICA E LA FRANCIA. In una brillante conferenza tenuta a Mosca il 19 maggio nella Sala delle Colonne del Palazzo dei Sindacati il grande scrittore sovietico Ilya Ehrenburg, dopo aver accennato ai buoni rapporti che sono esistiti nel passato tra la Russia e la Francia, ha evocato l'amicizia d' oggi tra le due grandi potenze : c La Repubblica Sovietica ha raccolto !a bandiera gloriosa della Comune pa rigina. Quando la Francia è caduta nessun russo le ha gettato la pietra addosso. Nei giorni più bui del giugno '40 il compagno Molotov, parlando del popolo francese, diceva : c Un popolo innamorato perdutamente, della libertà s. La nostra volontà di aiutare la Francia e disinteressata. Noi non vogliamo da essa le sue colonie. Noi non sogniamo le sue materie prime nè i suoi mercati. Noi non pensiamo ad occuparci dei suoi affari interni. Noi vogliamo[...]

[...]ndi necessari. Quando il partito di Henlein cercò di provocare un putsch, il ministro dell' interno Cerny, uno dei capi del partito agrario, ordinò alla polizia di evacuare i, distretti dei Sudeti. La stessa ignobile funzione fu esercitata dalla reazione ceca durante la seconda Repubblica (da Monaco al marzo '39). I reazionari cechi priyarono il popolo di tutti i diritti democratici e consegnarono la Slovacchia alla banda fasciste di Hlinka. La Russia carpatira fu affidata alla Germania e all' Ungheria per facilitare e permettere i loro preparativi contro I' U. R. S.S. Venne finalmente la capitolazione totale del presidente Hacha che s'inchinò davanti alle esigenze di Hitler, fece occupare Praga dai tedeschi e formò un governo alla quisling sotto la a protezione . nazista a.
SAMOCRIT1CA. Il generale Umperto Nobile ha esaminato alcuni degli aspetti più caratteristici della vita sovietica (come
è noto, il Nobile ha soggiornaio a Mosca per quasi cinque anni dai primi del '32 al Natale del '36) in una serie di articoli che hanno ottenuto un [...]

[...]nuova società umana, a quella profonda trasformazione che la rivoluzione andava operando nella enorme massa della popolazione sovietica >,, il generale Nobile espone con chiarezza
e con molti esempi significativi l' istituto della samocritica che egli ritiene abbia contribuito potentemente alla formazione della gioventù sovietica oltre che al poderoso sviluppo delle varie attività della vita sovietica. 4 La propaganda ostile ci rappresentava la Russia come un paese dove ogni iniziativa individuale fosse repressa, dove l' individuo fosse ridotto a poco meno di uno schiavo in balia di un tirannico potere statale. Ma è uò fatto che la mia esperienza di cinque anni mi porto invece alla conclusione che in Russia, almeno nel campo della produzione, veniva lasciata all' individuo una libertà di scelta, di iniziativa, di critica che in. molti casi, a me straniero, pareva 'persino eccessiva, e lo era infatti. E non si può certo parlare di abbassamento della dignità personale se per fino lo sguattero della cucina di un albergo, o il facchino che lustrava i pavimenti delle camere poteva nelle periodiche riunioni di servizio liberamente discutere di piani di lavoro e del modo come attuarli Negli altri paesi ad un inserviente fissano il compito da eseguire ed il salario e basta s. Dopo aver fatto un paragon;[...]



da Recensione di Marzio Marzaduri su Rosemarie Ziegler, Alcksej Kruchenych als Sprachkritiker, in «Wiener Slavischistes Jahrrbuch», Wien, Bohlau, 1978, pp. 286-310; Serena Vitale (a cura di), l'Avanguardia russa, Milano, Mondadori, 1979, pp CXVIII-345 in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - novembre - 30 - numero 6

Brano: [...], scrisse che l'intera età prerivoluzionaria delle lettere russe si sarebbe potuta definire « età di Krucënych ». Ma ebbe anche violenti detrattori, capintesta dei quali fu il colto ed elegante poeta Benedikt Livgic, futurista per poco e per caso.
L'oblio, dunque, venne dopo, negli anni Trenta. Fu Vladimir Markov, poeta émigré e studioso eminente del Novecento russo, a togliere Krucënych dall'ingiusta dimenticanza, facendone anzi l'eroe del suo Russian Futurism: A History, che apparve a Berkeley, nel 1968. Due anni prima, l'altro grande studioso dell'avanguardia russa, Nikolaj Chardziev, concludeva i festeggiamenti degli ottant'anni di Krucënych, al Dom pisatelej di Mosca, affermando che era ormai tempo di togliere Krucënych dal banco degli imputati, per dargli il posto che gli conveniva nella letteratura russa, e definendo i suoi testi dei « classici », addirittura.
La cultura accademica l'ha dunque afferrato, con la sua lingua cartacea, e dopo averlo masticato ben bene, ce lo ridarà trasformato in mille noterelle, articoli, saggi, volum[...]

[...] testi degli autori che ho sin qui menzionato, di Kruèënych in particolare, che nel volume fa un po' la parte del leone. L'antologia è preceduta da un lungo saggio, nelle prime pagine del quale l'autrice dà la chiave teorica del lavoro.
L'avanguardia è negazione di convenzioni artistiche, di istituti comunicativi, di assetti sociali, dice. Tale criterio, che serve alla Vitale per discriminare la sua materia,
RECENSIONI 739
pare complicarsi in Russia con la rivoluzione, infatti « attraverso l'identificazione del progetto di ricomposizione del reale attuato dall'avanguardia politica con il piú o meno analogo progetto costruttivo che fermenta, come rovescio positivo, in tante manifestazioni dell'avanguardia artistica, la costitutiva negatività dell'esperienza avanguardistica si spegne o si ribalta in nuove forme di attività e di ricerca » (p. xi). Da questo ribaltamento rimane fuori, tuttavia, un residuo: « nella Russia postrivoluzionaria è rintracciabile e documentabile la presenza di forze artistiche che riprendono la logica, le motivazio[...]

[...]infatti « attraverso l'identificazione del progetto di ricomposizione del reale attuato dall'avanguardia politica con il piú o meno analogo progetto costruttivo che fermenta, come rovescio positivo, in tante manifestazioni dell'avanguardia artistica, la costitutiva negatività dell'esperienza avanguardistica si spegne o si ribalta in nuove forme di attività e di ricerca » (p. xi). Da questo ribaltamento rimane fuori, tuttavia, un residuo: « nella Russia postrivoluzionaria è rintracciabile e documentabile la presenza di forze artistiche che riprendono la logica, le motivazioni e i modi esteriori dell'avanguardia storica... Tali forze si pongono in una posizione di violento rifiuto sia nei confronti dell'arte rivoluzionaria sia, e soprattutto, nei confronti del modello realistico » (p. xii). Queste forze, « teoricamente incompatibili con l'avvento di una nuova realtà politicosociale », emergono nei territori non ancora sovietici, il « 41° », oppure negli anni della Nep, gli « immaginisti », o quando il progetto di ricomposizione di avanguardie[...]

[...] rivoluzione, nel 1915, aveva invitato a lasciare « il sonaglio del buffone per la riga dell'architetto ». Ma tali tendenze sono presenti in tutta l'avanguardia europea! Breton è a fianco di Tzara, a Parigi nel 1920, ma ha già in mente che al nichilismo dadaista dovrà seguire un programma costruttivo.
La tendenza negativa raggiunse la sua acme a Zurigo e a Tiflis, negli anni della guerra; nel dopoguerra l'arte venne ovunque restaurata. Certo in Russia, ormai Unione Sovietica, tale restaurazione assunse forme specifiche. Ma la rivoluzione russa fu un fatto mondiale, che impose nuove condizioni d'esistenza all'avanguardia, ovunque. In un articolo del 1918, apparso sull'organo dei futuristi, Majakovskij fissò il programma futuro del gruppo in una « rivoluzione dello spirito », che avrebbe dovuto completare le altre rivoluzioni, quella politica e sociale. Un decennio piú tardi, Breton cercava ancora di mettere assieme Marx e Rimbaud, il « transformer le monde » con il « changer la vie ». Anch'egli cercava una « ricomposizione » delle due avang[...]



da Giancarlo Bergami, Partito e prospettiva della rivoluzione comunista in Bordiga in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - maggio - 31 - numero 3

Brano: [...]gioranza capeggiata nel partito bolscevico da Stalin; e in questo spirito la conferenza sarà letta e pubblicata nel 1928, col titolo: Lénine sur le chemin de la révolution, nella rivista diretta da Pierre Naville n. Bordiga vi esalta la polemica leniniana contro le correnti gradualistiche, le falsificazioni del programma rivoluzionario tentate dai partiti opportunisti.
La restaurazione dei fondamenti della dottrina marxista si deve compiere, in Russia e nelle cittadelle avanzate del capitalismo europeo, sui due fronti della critica radicale al « marxismo » borghese dei socialdemocratici e all'economismo, che distoglie il proletariato dai compiti di organizzazione della propria forza per confinarne l'iniziativa nell'ambito del rivendicazionismo settoriale e frammentario, lasciando alla borghesia l'egemonia del movimento che abbatterà l'autocrazia zarista e instaurerà, con le libertà politiche, le condizioni di un democratico scontro fra i partiti. Lenin incarna la negazione di tutto questo: « non è la classe operaia — osserva Bordiga — che [...]

[...]a forza per confinarne l'iniziativa nell'ambito del rivendicazionismo settoriale e frammentario, lasciando alla borghesia l'egemonia del movimento che abbatterà l'autocrazia zarista e instaurerà, con le libertà politiche, le condizioni di un democratico scontro fra i partiti. Lenin incarna la negazione di tutto questo: « non è la classe operaia — osserva Bordiga — che servirà per la rivoluzione dei borghesi: ma è la rivoluzione che sarà fatta in Russia dalla classe operaia, e per se stessa »14. In tale prospettiva la guida dell'Ottobre « non rimane il simbolo della accidentalità pratica dell'opportu
12 Cfr. il Contributo del Presidium del Komintern al progetto di programma del PCD'I (marzo 1922), in A. AGOSTI, La Terza Internazionale. Storia documentaria, prefazione di E. Ragionieri, vol. I. 19191923, 2, Roma, Editori Riuniti, 1974, pp. 5601.
13 Cfr. « La Lutte de Classe », Paris, n. 4, 1928, pp. 98107; e n. 5, pp. 131139.
14 A. BORDIGA, Lenin nel cammino della rivoluzione, Napoli, Edizioni Prometeo, 1924; ora col titolo: Lenin, presenta[...]

[...]ttuale del Komintern. Bordiga individua nei vizi di fondo inerenti ai metodi di direzione del comunismo mondiale, e nelle incrinature interne al partito russo, i motivi della propria indisponibilità a scorgere nel bolscevismo la via maestra ed esclusiva della rivoluzione proletaria:
La conclusione piú importante che emerge, a nostro parere, dalla efficace analisi cui Trotsky sottopone la preparazione e la effettuazione della lotta di ottobre in Russia, è che la riluttanza della destra non si presenta solo come un errore nella valutazione delle forze e nella scelta del momento dell'azione, ma come una vera incomprensione di principio del processo storico rivoluzionario e come la proposta che questo prenda uno sbocco diverso da quello della dittatura del proletariato per la costruzione del socialismo (La quistione Trotzki, «l'Unità», Milano, u, n. 153, 4 luglio 1925, p. 3; l'articolo era stato scritto il 18 febbraio 1925).
Egli al y Congresso mondiale (giugno 1924) respinge, per il PCD'I e per se stesso, la funzione di « grammofono » o di «[...]

[...]lo spirito del marxismo ».".
Bordiga riprende, intanto, le sue argomentazioni nello scontro con Stalin avvenuto al vi Plenum dell'Esecutivo allargato (Mosca, febbraio 1926), in cui senza rispettare la richiesta ufficiale del Comitato centrale del partito russo alle varie sezioni dell'Internazionale (richiesta avanzata in seguito al xiv Congresso del PCR) di non occuparsi della questione russa egli entra in medias res, interrogando: « Dove va la Russia? Quali sono i caratteri e gli sviluppi della sua economia? » l'. Il 22 febbraio 1926 Bordiga ha modo di domandare al « compagno Stalin » se ritenga che nel determinare la politica del partito russo sia necessaria la collaborazione degli altri partiti comunisti; e che « se si voleva non discutere delle questioni russe a questo Allargato, doveva essere l'Allargato stesso a decidere in questo senso ». Stalin invita, nella risposta, a badare alla sostanza delle cose e alla posizione privilegiata che il partito russo ha nell'Internazionale, posizione tale che « non si può pensare sia possibile ris[...]


precedenti successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Russia, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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