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ANTEPRIMA MULTIMEDIALI

Il segmento testuale Andiamo è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 117Analitici , di cui in selezione 8 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Franco Cagnetta, Inchiesta su Orgosolo. Parte prima: Vita sfortunata di Ziu Marrosu Gangas vecchio orgolese in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1954 - 9 - 1 - numero 10

Brano: [...]azzato nessuno, ma sono stato con Corbeddu 17 o 18 anni. Non ho imparato mica il ginnasio, e quello che l’uomo vede, fa. «Narami in chi abitas a ti naro chi ses» dice il proverbio. Non mi davano da mangiare se non me lo sapevo procurare da me. Ma è meglio che comincio a raccontare subito come ho dovuto arrangiarmi.

Una volta, insieme ad un altro ragazzo, di stato mio, abbiamo fame (non mangiavamo da qualche giorno); ci pensiamo un poco; e poi andiamo a trovarci qualche bestia. C’era chiusi in un muro vicino qualche agnello. Io da fuori metto le mani: e così ho preso le pelli.

Sento gridare: — O quello! Porca madonna!

E poi: — Ti possano ammazzare!

— Che c’è? Che c’è? — mi metto a dire spaventato.

Altro che agnello: era il padrone!

— Ti possano ammazzare!

— Pè, pè, pè, pè.

Sortono due uomini dall’ovile vicino, due compagni del padrone. E ci danno un sacco di botte. Che non si dice.

Un'altra volta (questa volta era di notte) vado a cercare qualche pecora : e me l’ero messa sulle spalle. In quel momento arriva il padr[...]

[...]ercare qualche pecora : e me l’ero messa sulle spalle. In quel momento arriva il padro96

FRANCO CAGNETTA

ne, e salgo su un albero. «Mi pare che ci deve stare qualcheduno». Ed io zitto.

AH’improwiso il pastore si mette a staccare dei rami per fare il fuoco. Ed io casco. «E tu chi sei? ». Ha capito che stavo lì per qualche bestia. Allora prende quei rami, e mi ha fatto il fuoco in culo.

Un'altra volta con Pietro, un pastore mio amico, andiamo ancora a cercare un gregge. Ed io metto presto sopra le mani. Sentiamo gridare: «Ohi, mamma mia, mamma mia! Qui ci ammazzano». Uno prende il fucile che aveva appresso e se ne scappa. Anche due o tre che stavano lì, a dormire con lui, prendono il fucile che avevano e si mettono a scappare: erano carabinieri!

Con Corbeddu stavamo meglio. Ero più grande e mi aveva messo allora al Sopramonte. C’erano latitanti di Orgosolo, di Oliena, di Nuoro, di Orune. Ci avevo 25 latitanti. Tutto un gruppo.

Andiamo a fare le capanne. Un giorno sento gridi di maiale: era una volpe che si è presa un porcett[...]

[...]ra le mani. Sentiamo gridare: «Ohi, mamma mia, mamma mia! Qui ci ammazzano». Uno prende il fucile che aveva appresso e se ne scappa. Anche due o tre che stavano lì, a dormire con lui, prendono il fucile che avevano e si mettono a scappare: erano carabinieri!

Con Corbeddu stavamo meglio. Ero più grande e mi aveva messo allora al Sopramonte. C’erano latitanti di Orgosolo, di Oliena, di Nuoro, di Orune. Ci avevo 25 latitanti. Tutto un gruppo.

Andiamo a fare le capanne. Un giorno sento gridi di maiale: era una volpe che si è presa un porcetto. Gli sparo: e così cade. A colpa di quell’accidente ecco un falco. Subito si mette a cadere per prendere

il porcetto. Tiro: e l’ho colpito. Vado per prenderlo dove era caduto, e il fucile l’ho messo da parte, vicino a un «presetu», ossia un buco nella pietra dove ci sta, per la pioggia, l’acqua. Tornavo e portavo quel falcone e quella volpe.

Porca puttana! Spunta un carabiniere.

Meno male che avevo nascosto il fucile. Stava con me il latitante Valuzza Giovanni, condannato a perpetua galera.
[...]

[...]ragazzo.

— Porca puttana!

Torno a parlare e mi sento tirare due o tre volte.

— Tu sei matto!

Allora ho visto un signore discosto che sorrideva.

Porca madonna! ho avuto paura. «Chi sarà questo?».

Era il giudice istruttore: — Oh, stai qui? Come stai?

. — Bene.

« Che diavolo vorrà questo » mi ho pensato.

— Senti, tu devi avere pochi anni. Ma non ho mai trovato una pelle così dura.

Non mi fa niente. Mi convita a bere. E andiamo dentro. Allora ho bevuto, e ha pagato tutto lui.

— Senti, so che sei buon cacciatore. Se ci hai un cinghiale di 67 chili te lo compro.

— Bene, bene.

Mi imputano la prima volta per una rapina a Benetutti, il 1890, e vado da lui. Era il giudice CoiPodda.

— Sentite, mi è successo questo.

— Non ti preoccupare. Ti tiro io in due o tre giorni. (E così è stato). Piuttosto, combina qualche bella caccia di cinghiale. Al Sopramonte.

— Sapete — gli dico io — Ci sono latitanti.

— Non importa — dice lui.

La massima contentezza.

— State sicuro — dice — So che sta Corbeddu e sono [...]

[...]i. Ci mettevamo insieme, non c’era nessun capo, ognuno portava Tarma, la polvere, l’acqua e un po’ di pane. E, a cosa fatta, tornavamo tutti alle nostre case, diviso il bottino uguale, e come fulmini. Non ne hanno preso mai nessuno. Nelle case, allora, c’era poco da arronzare: anni di miseria. Pecore, solo pecore. E questo è il mio mestiere.

Ormai ero esperto e sapevo fare bene. Non credete che era per male. Eravamo galantuomini.

Una volta andiamo a un paese vicino alla marina. Il nome non si dice. Eravamo sei o sette con un fazzoletto bianco in faccia e le pelli di pecora, all’uso antico. Troviamo un ovile con pecore grasse, e lì c’erano tre persone a dormire: due uomini ed una donna. Andiamo in silenzio, tutti scalzi, e a me mi mandano avanti, che mi butto addosso alPuomo più robusto.

— Porca madonna!

— Zitto, zitto, che ti uccido.

Metto la mano, e ho visto che quello era una donna: ci aveva una mammella.

— Ma tu sei una donna!

— State fermo. State fermo.

Ci stava uno che gli era venuta una brutta voglia.

— E i maiali? — dico io.

— I maiali li abbiamo mandati via ieri.

Quello intanto si era avvicinato a quella donna.INCHIESTA SU ORGOSOLO

101

— È mia figlia. Lasciate stare!

Ho capito, e ho detto alPamico: — Siamo venuti per pecore, non per donn[...]

[...]rmo.

Ci stava uno che gli era venuta una brutta voglia.

— E i maiali? — dico io.

— I maiali li abbiamo mandati via ieri.

Quello intanto si era avvicinato a quella donna.INCHIESTA SU ORGOSOLO

101

— È mia figlia. Lasciate stare!

Ho capito, e ho detto alPamico: — Siamo venuti per pecore, non per donne.

— Se ti muovi ti tiro col fucile. — È stato fermo.

Ci prendiamo il formaggio, un po’ di argento, che ci avevano, e ce ne andiamo.

Un tempo dopo mi trovo a Lula, alla festa di S. Francesco.

Ed ecco che ero a un vendugliolo di vino, ma ero poco brillo.

Ecco una giovanetta di 1617 anni con una bottiglia di vino in mano e un fazzoletto sul labbro. Mi guarda e si mette a ridere.

— Che ci avete?

Viene un uomo anche e la ragazza gli dice qualche cosa all’orecchio.

Viene quest’uomo e mi dice: — Salute, salute!

— Salute — faccio io. E mi ero insospettito.

— Dobbiamo bere insieme — dice l’uomo. — E pago io.

— Di dove siete? — dice.

— Della parte di Oliena.

— Ah, questo non è vero. (Mi conosceva d[...]

[...]e grazie, grazie davvero.

Allora gli ho manifestato e siamo stati amici. Tanto tempo.

Una volta, invece, vado a rubare maiali senza prenderne uno solo per me. La sola volta che è successo. Questa volta mi viene un uomo102

FRANCO CAGNETTA

in casa. E siamo soli. Mi dice che c’è un suo cognato che ci ha perduto tutto il gregge.

— È possibile? — dico io.

— Sì. È stata la mancanza di erba, di acqua. E poi la volpe, il sequestro.

Andiamo a un compagno e ne prendiamo 7 od 8. Così ci andiamo in un posto e abbiamo preso una vaccina. Poi 10 o 15 pecore, che l’erano proprio belle. Le diamo a questo cognato. E quello tutto contento.

Il giorno dopo viene un ragazzo in casa mia e mi porta una crobbuia di grano. Dico:

— Chi sei?

Scoppia a ridere e scappa via.

Il giorno dopo viene una bambina con un bel pezzo di lardo:

— E tu chi sei?

Scappa via e io vado, dietro, sino a casa della madre.

Qui la donna mi vede e sorride: — Ci avete salvato. Quella è roba vostra.

— Come l’è? — dico.

— Questa è roba vostra. Non la mia. Grazie a voi. Benedette le tue mani!

Io mi[...]

[...]appa via e non ho avuto il tempo di sparare.

Il giorno dopo tutti sapevano che c’era il diavolo in paese. È sortita una voce, in paese, che dura sino ad ora. Ed invece il diavolo, povero diavolo, non ero che io.

Ma anche questo non lo ho tralasciato e mi è servito per il mio mestiere.

Una volta stavamo in tre o quattro giovanotti: — Visto che c’è104

FRANCO CAGNETTA

paura nel paese — dico io — non ce ne stiamo con le mani in mano. Andiamo nelle case facendo spavento a dire che siamo i morti. E poi mangiamo come vivi.

Dicono: — Bene. — E tutti d’accordo siamo andati prima a casa di un mio zio. Ci avevamo la faccia con un po’ di nerofumo e un fazzoletto scuro. Andiamo a mezzanotte e bussiamo.

— Come vi chiamate?

— Mi chiamo Gangas Luigi. Faccio il pastore.

— Adesso vi prendiamo e vi portiamo al cimitero. Siamo anime dannate.

Incomincia a gridare, a chiamare la moglie.

— Beh, che ci avete di bevere?

Tirano un po’ di vino.

— Perché adesso ci avete calmato il fuoco d’inferno che ci brucia partiamo. Torneremo domani.

Si son chiusi in casa e li abbiamo sentiti pregare.

Andiamo allora in casa di un altro vicino e gli chiediamo:

— Diteci il vostro nome. E dite, poi, chi siete.

— Puddighino Antonio Michele. Son porcaio.

— Voi siete avvisato a morire. Siamo le anime d’inferno.

— O Dio mio, Dio mio. Pietà, pietà!

— O morite di volontà vostra o vi facciamo ammazzare.

— Dite un poco. C*è anche un mio parente, tale, là dove siete?

— Altro che! Ma si vede poco.

Allora, per la contentezza, si è dimenticato di paura e ci ha dato due o tre pezze di formaggio, che avevamo chieste.

Poi si è chiuso. E si è messo anche a pregare.

Andiamo a un terzo e [...]

[...]ichele. Son porcaio.

— Voi siete avvisato a morire. Siamo le anime d’inferno.

— O Dio mio, Dio mio. Pietà, pietà!

— O morite di volontà vostra o vi facciamo ammazzare.

— Dite un poco. C*è anche un mio parente, tale, là dove siete?

— Altro che! Ma si vede poco.

Allora, per la contentezza, si è dimenticato di paura e ci ha dato due o tre pezze di formaggio, che avevamo chieste.

Poi si è chiuso. E si è messo anche a pregare.

Andiamo a un terzo e gli diciamo:

— Siamo i morti.

— Beh — dice un altro — lo sapete allora il Pater noster? Dite quattro Ave e preparatevi a morire.

— Per la mia anima?

— Sì. Pure per la vostra.

— Io sono analfabeta. Non le so dire. Non le so dire.

— Allora, per penitenza, dateci due salami e una pelle pecorina.

Ce le ha date e tremando tutto tutto.INCHIESTA SU ORGOSOLO 105

Andiamo in casa di una donna:

— Dov’è vostro marito?

— È sortito con le pecore.

— Noi siamo morti e lo veniamo a prendere.

— Bene, bene — dice la donna. — Ora vi faccio il caffè.

Ci dà due sigari ma poi, pensando, si mette tutta a tremare.

Faceva l’alba e allora ce ne abbiamo fuggiti. In tutta Orgosolo il giorno dopo si è parlato di questi morti. Che mangiano pure i morti. E si parla ora.

Questa paura dei pastori ci serviva proprio assai.

Andiamo un giorno in quel di Fonni ed io ho detto a certi amici:

— Andiamo, andiamo! Ora i pastori li impauriamo e vedrete quante pecore.[...]

[...]i una donna:

— Dov’è vostro marito?

— È sortito con le pecore.

— Noi siamo morti e lo veniamo a prendere.

— Bene, bene — dice la donna. — Ora vi faccio il caffè.

Ci dà due sigari ma poi, pensando, si mette tutta a tremare.

Faceva l’alba e allora ce ne abbiamo fuggiti. In tutta Orgosolo il giorno dopo si è parlato di questi morti. Che mangiano pure i morti. E si parla ora.

Questa paura dei pastori ci serviva proprio assai.

Andiamo un giorno in quel di Fonni ed io ho detto a certi amici:

Andiamo, andiamo! Ora i pastori li impauriamo e vedrete quante pecore.

Troviamo una testa di cavallo morto e ci metto dentro agli occhi due lumini. Li accendo e metto la testa su una pertica.

Allora siamo andati e cantavamo tutti insieme:

In cantu erabamus vivos andammos rio rios Como che semos mortos andamos per sos ortos (*).

I pastori se ne sono scappati a gambe all’aria e noi ci abbiamo preso 5 o 6 pecore, ma di quelle buone!

Una volta invece ho trovato io di questi spiriti, ma erano spiriti di orgolesi. E vi dico che succede.

Questa volta io tornavo in paese dal Cimitero. Le 11 di sera.[...]

[...]iriti, ma erano spiriti di orgolesi. E vi dico che succede.

Questa volta io tornavo in paese dal Cimitero. Le 11 di sera. Quando sono arrivato qui vedo due uomini che portavano una capra in spalla.

Rubata? Eh, sicuro!

Vedono che passa un uomo e si mettono a far vedere che dicevano preghiere:

Patre mea, pea, pea.

Parlavano e non si capiva il resto di niente:

(*) Quando eravamo vivi / andavamo lungo i rivi / Ora che siamo morti / andiamo per gli orti.106

FRANCO CAGNETTA

Patre mea, Ave Maria.

10 subito ho capito. «Certamente ci hanno abile studio. Ma li aggiusto io ».

— Cantate in latino? — gli dico.

E quelli niente:

Patre mea, pea, pea.

— E adesso vi faccio cantare in orgolese — dico.

Ero in ginocchio, vicino al muro, con il fucile puntato. Mi hanno conosciuto e veduto così.

— Non sparate! Non sparate!

— Chi siete?

— Compagni tuoi.

Insomma, vado là e li trovo più morti che vivi. Poveracci!

— Andate, andate. E arrangiatevi.

11 giorno dopo vengo a sapere che la crapa risultava rubata a[...]

[...]abituato, sin da piccolo, a guardarli con sospetto. Quando gli potevo dare una via falsa per cercarvi latitanti, o anche per gusto, lo ho sempre fatto. Non mi sbaglio contro di loro, perché lo ho provato su me stesso.

Una volta tornavo a casa, un poco ubriaco. Trovo due carabinieri. Uno era un certo Crapoledda di Putomajore. Mi sono messo a parte.

— Fermati!

L’altro carabiniere se ne è andato.

— Oh, sei tu, Ganga — dice Crapoledda. — Andiamo. Qui ci vogliono due maiali. Andiamo a rubarli insieme.

— Guarda, Crapoledda, che non mi inganni. Pure io ci ho la mia parte.

Quanto era buono, porca madonna!

Subito l’ho preso. Siamo andati e, con queste braccia, gli colgo due maiali. Li portiamo a casa: li abbiamo ammazzati e li puliamo bene bene.

La mattina viene Crapoledda e mi chiede: — Dammi il maiale.

— E la mia parte?

— No — dice Crapoledda. — Se no ti arresto. Tieniti le zampe!

11 maialese lo ha fatto imbarcare a casa sua.

Quel brigadiere, così e così, mi dice un giorno: —1 Vedete. Se mi portate ancora in casa un maiale ve lo pago.

— Sentite —[...]

[...]cupato. Non sapevo che fare: nessun lavoro si trovava.

In paese ci stava un certo ziu Mattiu Catgiu, majariu, ossia stregone. Un giorno mi dice: Marrosu, io ci ho un libro che fa venire subito i diavoli e tutto spiega. Vuoi entrare con me, come aiutante?

Io gli dico: — Sentite. Questi non son conti miei.

— Ma è cosa da niente. Ti dò a mangiare ogni giorno.

— Piuttosto — dico io — se c’è qualche maiale grasso, non se ne vede da tanto, andiamo a prenderlo.

No. Parlava per quelle cose: — Ci avrai paura?

Si era messo in mezzo a convincermi un mio parente, Piredda Antonio, suo socio.

— Sentite. Arrangiatevi voi, tra diavoli.

— Vieni. Facciamo le cose in famiglia.

— Allora fatemi dormire con vostra figlia.

Gli ha preso davvero un diavolo per capello.

Si trattava di questo: mentre loro due leggevano il libro io dovevo fare il diavolo in persona. Dovevo tingermi di rosso tutta la faccia, gridare come un cane, e stare lì a far capriole in mezzo alla stanza, mentre i pastori chiedevano di furti, di malattie, di amore. [...]

[...]

— Qui e là.

— Porca madonna — dico. — Ci paga subito!

Incomincio a gridare e viene il capotassa, il maggiordomo. — Manda subito a chiamare quella strega di padrona.

— Magnana, magnana, dice.

Dico: — Bene. Qui si mangia.

Voleva invece dire domani.

— O ci paghi o ti spacco la testa — dico io. — Presto presto.

Ci ha dato 80, 90 pesi, qualche cosa di più. Da mangiare. Ma è scappata via.

Il giorno dopo si perde il posto.

Andiamo a un’altra casa. Ci manda ancora il Patronato, lo scrivanello di Benetutti. E qui restiamo molto.

Arrivo e: Meglio!

C’erano 4 o 5 maiali.

Anche qui la padrona era donna. «Non sarà mai come quella». E aveva due figlie belle. Ci porta in giro a vedere e appena io vedo i maiali mi metto a fare: — Ohi, ohi! — Per paura.

— Non fanno niente. Non fanno niente — dice la padrona. Ed io niente: facevo finta di aver paura, sempre paura.

In una stanza dormiva una serva e le due figlie. Un giorno vedo una nella stanza, nuda, e con un fischio speciale chiamo i maiali. Ecco i maiali ed io mi [...]

[...]rgo che sto solo, mi sincero bene bene, e: pam! pam!112

FRANCO CAGNETTA

Due maialetti sono morti. Li metto nelle ballette per il grano e li passo ad un mio compagno. La notte li mangiamo.

Quando si sono accorti del furto non potevano pensare a me, credendo la mia paura.

— È stato uno puzone. Lo ho visto che scendeva dall’alto.

Si hanno bevuto. E basta.

Un giorno con tre compagni (quello di Orune era morto: incidente di fabbro) andiamo in un grand hotel. Eravamo tutti sardi. E all’entrata del grand hotel c’erano tante forme di formaggio sardo. Ho detto al cantiniere: — Dammi un litro di sarvenas — così si chiama la birra. Mentre bevevamo, davanti al cantiniere, spostiamo con i piedi i pezzi di formaggio. Così facevo io ed un mio compagno. Abbiamo preso 14 o 15 pezze. E come rotolavano nel grand hotel l’altro compagno le raccoglieva.

Non si hanno accorto del furto. E così hanno accusati certi americani. Un altro giorno, invece di formaggio, mi ho fatto rotolare in tasca i soldi di una majarda. Anche qui, come in Sardegna,[...]

[...]i stare. Che ho perso la libertà. Ora sono latitante.

Quel prete si è spaventato.

Un uomo che stava vicino gli ha detto : — Quello è come un pazzo.

Basta. Il prete se ne è andato. Ed io mi ho preso una lira, più settanta lire, ed altre trenta che ho venduto il libro, poi, ad un prete di Illorai.

Sono passati un due mesi appena da questo fatto e stando in festa, con un padrino ritrovo questo prete.

Fa finta di niente e pure dite: — Andiamo a bere.

Ci porta a casa sua. E tira il vino.

— Senti — dice. — Tu le sai tutte, più del diavolo. Ti lascio il libro e i soldi. Ma tu raccontami qualche cosa della tua vita, che lo possa poi dire in predica, per dire contro il peccato.

Questo mio padrino dice pure: — Digli qualche cosa.

E noi a bevere. Sarà stato scolato un bottiglione di vino.

— Beh; adesso vi racconto un fatticello.

— L’altro giorno — ho detto — vado in un covile. Verso di me venivano tanti cani e un capo in testa che mi veniva a bocca aperta, contro me. Così gli metto una mano in bocca e sono arrivato dent[...]

[...]. Francesco di Lula che protegge i ladri del bestiame. Tu salti.

Io dico ai pastori (ma non di Orgosolo, di Fonni, di Urzulei) che tu sei S. Francesco di Lula. Che puoi insegnare a loro, con l’aiuto di Dio, la salute, e come si salta davanti ai carabinieri.

— Buono, buono — dico io.

E lui : — Ganga, fai così. Dì che sei morto ad Orgosolo. Io ti porto dalla parte di Urzulei e facciamo un bando intanto.

— Ma...

— Ganga, fai così.

Andiamo ed io giravo con lui. Ci avevo tutta la faccia dipinta di oro, con la porporina, e un mantello azzurro. E dopo questo ce n’erano dietro di noi pastori di Urzulei, di Siniscola, di Arzana, di ogni dove.

Appuntamento in «Gorropu», al Supramonte. Vado lì e salto due

o tre volte. C’erano tanti pastori.

Io dico : — In nome di Dio. Sono S. Francesco di Lula. Fate come me. Raccomandatevi l’anima e saltate. Se ci avrete fede sarete salvi e forti. Che se no qui vi rompete tutti l’osso del collo.

Faccio due o tre salti ancora. E il prete tutto contento. I pastori stavano a guardare.

Quel[...]



da Quinto Martini, Memorie in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1953 - 3 - 1 - numero 1

Brano: [...] mio figlio non ha fatto del male a nessuno, di questo ne sono certa. Una madre certe cose le sente, specialmente una madre che ama i propri figli ». Le ultime parole le disse con più lentezza come per sottolineare la frase. Un uomo scese le scale accompagnato dai suoi fidi, carabinieri e borghesi. Il Marchese, facendoglisi incontro, disse:

MEMORIE 125

«Ebbene, nulla? ».
« Nulla. Abbiamo frugato in tutti i buchi ».
«Andiamo, non c'é tempo da perdere ». E rivolto alla mamma: « Ci rivedremo presto ».
Mi feci sulla porta; la mamma mi venne vicino e passandomi la mano sul viso, mi disse:
« Stai calmo, se ne andranno ».
Si riunirono tutti nell'aia, e agli ordini del marchese partirono. Dopo un po' corsi a rimettere la scala al fienile, come un gatto salii
a togliere il fieno che avevo messo sopra al babbo quando s'era disteso
vicino ad un finestrone con la testa accanto ad un foro dei mattoni. «Cosa hanno fatto?» mi disse appena l'ebbi scoperto.
« Nulla, babbo, se ne sono andati ».
[...]

[...]on feci parola, mi chinai tenendo le mani sopra i ginocchi, lui mi monto sulla schiena, poi a cavalluccio sulle spalle, io mi alzai tenendo la testa bassa.
Sentivo la carta strofinare sul muro e della polvere cader giù.
« Ecco, questa é fatta; portami ora dall'altra parete, voglio cancellare anche quella morte là ».
Fece lo stesso lavoro con più sveltezza, poi lo sentii scivolare giù per la schiena, e appena messi i piedi a terra mi disse:
« Andiamo a scuola ».
Gli altri compagni erano già scesi nella strada. Noi guardammo le due morti cancellate ma ancora visibili, in quelle macchie grigio sporco. C'era sopra come un velo che a me dava la sensazione più angosciosa, Scendemmo le scale. Il mio amico mi disse:
« Non lo dire a nessuno, se vengono a saperlo i fascisti, arrestano il mio babbo ».
«Stai tranquillo, nessuno saprà nulla ». Ci unimmo agli altri ragazzi e corremmo a scuola.
In classe tutti raccontavano qualcosa di quello che avevan visto. Io ascoltavo sempre in silenzio e durante tutta la mattina non feci nessun accenno a quant[...]

[...]are:
« Or se mi mostra la mia carta il vero, Non é lontano a discoprirsi il porto Odo di squille...»
Seguitando a cantare, con una mano mi prese per i capelli e mi portò sotto un albero dove ci mettemmo a sedere. Io guardavo la pianura mentre lo ascoltavo. Il sole stava per tramontare, quando alzandosi e con un largo gesto verso il sole, cantò gli ultimi versi:
«Bestemmiando fuggi l'alma sdegnosa Che fu si altera al mondo e si orgogliosa».
« Andiamo Libero, questa sera c'è da fare il pane. Strada facendo facciamo dell'erba, così é una scusa... Se no tu senti tua zia... ».
Nessun ricordo della mia vita é cos? bello. Devo a lui la conoscenza della poesia e dei maggiori poeti. E fu anche in quella permanenza che mi appassionai ancora più al disegno e alla pittura. Feci molti acquarelli di paesaggi e boscaioli. Mio zio mi diceva spesso con molta serietà:
148 QUINTO MARTINI
«Tu diverrai un pittore, come il nostro Leonardo da Vinci ». E indicandomi delle case sotto il bosco, mi diceva:
« Vedi, Leonardo da Vinci é nato laggiù, ad Anchiano, [...]

[...]che ci fosse qualcuno di voi ». Porgendomi al mio cenno il fagotto, mi disse:
«Non mi é stato possibile farlo tornare indietro; quando lo sgridavo si buttava ai miei piedi come per implorare che lo lasciassi venire. E cosi mi ha fatto compagnia».
« Hai fatto bene a portarlo ».
« Ho pensato anch'io lungo il cammino che ti avrebbe fatto piacere rivederlo ».
« Sono contento che ci sia anche Drago ». Mi chinai e lo strinsi fra le mie braccia.
« Andiamo, Libero, fa molto caldo e io sono stanca ».
Drago si mise in mezzo a .noi camminando lento lento per seguire il nostro passo.
« La zia e lo zio come stanno? » mi chiese.
Si asciugò il sudore dalla fronte, mi guardò e disse ancora:
« Tu mi sembri un po' ingrassato. Ti ha fatto bene cambiare aria ».
1
154 QUINTO MARTINI
«Aldo come sta? ».
«Sta bene. Anche lui é ingrassato ».
« Quando ritornerà? ».
«Speriamo presto ».
« Mi ha scritto che tornerà a Natale ».
«Speriamo ».
«Lunedì, quando sono stata a trovarlo, mi ha detto che vuoi ve
derti,».
Passando di fronte alla chiesa la mamma [...]



da Saverio Montalto, Memoriale dal carcere in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1953 - 7 - 1 - numero 3

Brano: [...] certo punto mia sorella aveva perduto tutte le nocciole e disse di non volere giocare più. Mia suocera allora adirata se ne uscì con queste parole : « Giuoca, pezzentona scostumata! ». Io a queste parole rimasi interdetto anche perché c’era la famiglia del Lombardia ed alzandomi dissi di non volere giocare più neanche io. I Lombardia anche loro sconcertati si alzarono e se ne andarono. Come loro se ne furono allontanati, io dissi a mia moglie: «Andiamo! E questa è la prima e l’ultima volta che entro in questa casa! ». Successe un trambusto che non si capiva più niente. Mia suocera dato che non poteva sfogare con mia sorella perché c’ero presente io incominciò a strillare ed a urlare ed a battere le figlie femmine da sembrare impazzita. In questo mentre arrivò l’insegnante Lorenzo ed anche lui si mise a battere le sorelle senza ragione. Io rimanevo paralizzato ed intontito e non sapevo più dove mi trovassi. Ad un certo momento mia suocera mandò un ultimo strillo sibilante e penetrante da spezzare le cervella e cadde svenuta per terra. L’inse[...]

[...] di venire più qua e di dare retta a tua sorella, capisci? ».

Io e tutti i presenti si rimaneva paralizzati, tanto vero che il mio cognato Giacomo si sentì in dovere di dire: « Ci siamo ridotti come i... » e nominò una famiglia di facchini del paese famosa per le continue risse fra di loro. Io, incoraggiato da queste parole, ebbi la forza di dire a mia moglie:

«Però neanche voi dovete avvicinare più i vostri?».

« Sì, neanche io! ».

« Andiamo allora! » ed andammo muti e senza più dire una parola.

Rimasi tutta la notte e buona parte del giorno appresso sdraiato nello studio con la testa fra le mani. Non saprei descrivere ciò che mi passava per la mente. La mattina il padre ed i fratelli, tranne di mio cognato Giacomo, entravano di colpo nella mia casa, parlavano sottovoce con mia moglie e poi se ne andavano. Quando non volevano entrare fischiavano, perché un’altra caratteristica degli Armoni era quella di chiamarsi col fischio, mia moglie apriva il balcone e così si allontanavano. Quel fischio mi attraversava le cervella da part[...]

[...] ormai non potevo farne a meno, ma la durai un poco e sottovoce in modo che non mi sentisse mia moglie e poi la smisi completamente. Sera di venerdì, dappoiché mia moglie aveva dato l’allarme, venne mia sorella da me, mi portò nello studio e mi disse: « Son venuta per stare con te stasera, perché Giacomo non c’è — era da molto che non veniva più da me —. Ma insomma che hai? Ti sembra giusto che la devi ingiuriare puttana? ».

« A chi ? ».

« Andiamo! Dimmi che cosa è successo! ».

«Nulla! Ma giacché lo vuoi sapere, a te, lo dico! Mia moglie mi fa le corna col medico Castagna. Hai capito ora? ».

« Vedi, mi si accappona la pelle! » e mi mostrò il braccio. « Però io non ci credo! E come l’hai saputo? ».

« Ho ricevuto una lettera anonima; però io lo sapevo da tempo e perciò me ne volevo andare ».

« Senti, io ti dico di calmarti perché non è vero. Ma se dovesse essere vero certo che il dott. Castagna è stato un vero mascalzone, perché con te non si doveva permettere un fatto simile! Però io, ti ripeto, non ci credo e ti dico di cal[...]

[...]e piuttosto cordiali dato che lo sapevo assente rispose con semplici monosillabi. Mi disse invece andando difilato verso lo studio : «Sentite cognato, debbo dirvi una parola! ». Io lo seguii e giunti nello studio ci sedemmo l’uno di fronte all’altro. Senza tanti preamboli mi chiese gesticolando colla mano:

« Fuori la lettera! ».

Io intesi che la parola mi veniva meno come un tempo, ma mi dominai subito e risposi:

« Quale lettera? ».

«Andiamo! Voi mi conoscete chi sono io! Se non me la date colle buone me la darete colle cattive! ».

«Ma vi dico che non vi capisco? ».190

SAVERIO MONTALTO

« Voi mi capite anche bene! E vi dico che me la dovete dare, perché io per questa sorella ci tengo al suo onore».

A questa sua affermazione volevo sorridere, ma non fui capace. Poi risposi:

« Io non so di lettera, ma ammesso che sapessi, son cose che riguardano esclusivamente la mia onorabilità e non voi! ».

«No, son cose che riguardano me! E vi dico, ancora una volta che me la dovete dare immediatamente! » e fece Tatto di alzars[...]



da Franco Cagnetta, Inchiesta su Orgosolo. Parte prima: I ricordi di Ziu Anzelu Zudeu (Angelo il Giudeo[Angelo Floris]), pastore, cacciatore di tesori in Orgosolo in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1954 - 9 - 1 - numero 10

Brano: [...]a a Orgoi.
Dunque, come sapeva tutto e con tutti era amico, ritornando in cammino in paese, dice che aveva un suo compare che possedeva un grande Libro del Comando, per comandare a tutti gli Spiriti e cercare su ussorgiu ossia tesoro.
Dice: — Vado a questo compare e lo convinco a dare il libro, senza dir niente. Ci metteremo a cercare. Che il tesoro c'é. Appuntamento il venerdì.
Quattro o cinque giorni dopo, quando aveva già il libro in mano, andiamo a cercare il tesoro e con mio fratello Antonio, che é venuto, tutta' la notte prima non abbiamo dormito.
Il giorno fissato andiamo io e lui, il padrone Manca, e quel Battista Grehu, che si era portato con sé pure un ragazzo, dicendo che era orfano, poveretto, e che si poteva tirare su con una piccola parte
di tesoro. "`T'
La sera restiamo a Orgoi. E come é nera notte, il ragazzo nuovo tiene il libro ed io un ramo acceso per fare luce a ziu Battista Grehu, che leggeva, e tutti gli altri cominciano a zappare.
Quando leggeva il libro io sentivo: « Io ti comando in nome di Dio, 'ustu est su veru, di stare lontano di me dal Diposito di Artiglieria e da tutta la Compagnia, lampu de unu boja, Tu sei angelo perduto, et cussu [...]

[...]l Sopramonte. Chi diceva che era mille anni fa, chi diceva che era di Orgurui, un Latitante del 1825. La grotta era, si pensava, sotto a « sa pruna ».
Parliamo un poco la notte, attorno al fuoco, e decidiamo di andare in quattro o cinque. C'era unu ziu, un certo Antonio Flore, e dice di
INCHIESTA SU ORGOSOLO 133
andare soltanto a sera tarda: a quell'ora l'anima di .Orgurui dormiva
e non bisognava svegliarlo.
Appena fa scuro, il giorno dopo, andiamo in silenzio, e scalzi.
La grotta c'era, nel punto saputo, e l'ingresso era nascosto da frasche. Entriamo e incominciamo a camminare.
Si andava avanti sotto la luce di un ramo di ginepro acceso. E ci venivano incontro, col farci paura, le nostre ombre. Si sentiva lontano un rumore di acqua: ma poteva essere pure quel brigante che era troppo vecchio e gli colava il naso. Andavamo muti, a cuore in bocca.
Dopo dieci, quindici minuti doveva cominciare id posto del tesoro. C'era un fiume sotterraneo, ma piccolo piccolo, e bisognava traversarlo. Poi c'era una grotta che bisognava infilarsi ad uno[...]

[...]a molto piccola una pietra quadrata: proprio al centro. La solleviamo, e c'era una buca che poteva entrare un uomo: era il tesoro!
_ C'e ?
Non c'é!
Macché! Proprio niente!
Cerchiamo un'ora:
Niente!
Allora abbiamo pensato che, se ricchezza c'era, se l'era già presa qualcuno. E portata chi sa dove. Oppure che il sole non era quello che ci voleva bene, un Padre, e bisognava venire in altro tempo.
INCSUESTA STS ORGOSOLO
Come ho fatto.
Ce ne andiamo e tante volte, ogni tanto, tornavo da solo per anni ed anni. Dopo un giorno di cammino arrivavo a quel Nuraghe. Oggi non esiste quasi più perché io solo l'ho demolito.
E questa storia si conclude così.
Nel paese é cominciato a sapersi che io cercavo i tesori, e trovavo solo pietre. E quasi mi ridevano. Ma io pensavo che non avevano ragione, e che, prima o poi, un tesoro lo avrei trovato. Ci dovevano essere monete di oro e di argento, perle, rubini e diamanti.
Dopo qualche anno (ne avevo ora 30 o 40, non ricordo) viene un prete ad Orgosolo che ci aveva una carta del tesoro. La aveva avuta d[...]

[...]l tesoro.
Un giorno che eravamo soli mi dice: — Beh, ti dó una decima. Se ti accontenti vieni. La Chiesa che é la forza piú luccicante, ed il Santissimo Padre, che é grasso e grande, pigliano su tutto la decima. Perché tu vuoi prendere di piú?
— Va bene — dico subito — partiamo, partiamo!
— Silenzio, mi raccomando il silenzio. Chi é il tuo compagno? Gli dico: — È lo scemo del paese.
— Bene!
Di notte tarda, quando tutti dormivano, come ladri andiamo al
prete, scalzi. Ci stava ad aspettare con quella carta, un libro in mano,
135
136 FRANCO CAGNETTA
una pelle di bue grossa e vuota per bisaccia del tesoro, tre o quattro lumini per far luce.
Ci mettiamo in cammino e facciamo salita per tutta la notte, tra i sassi. Ogni tanto il prete si voleva riposare.
Andiamo, andiamo! — dicevo.
— C'è ancora strada?
Lo scemo rideva, gridava.
Siamo sul posto verso l'una, le due. Il prete esce la carta e si mette
a leggere in latino. Ci aveva una fune e da una quercia a un sasso
prendeva le misure. Faceva salti e gridava ogni tanto certe parole
come: — Gú gú, bú bù.
Lo scemo batteva le mani, saltava. E faceva pure lui così.
Il prete, alla fine, trova il punto, e si mette in ginocchio.
— In ginocchio! — dice — Tre Pater, tre Ave, tre Gloria!
E io e lo scemo, insieme, giuriamo di saperle.
— Adesso — dice il prete — dovete levare gli occhi al cielo e, quando sta per [...]

[...]».
Dico: — Di questa pietra ne ho vista a Osporrai, a Fundales, a
Iserrai.
Dice: — Puoi venire a mostrarmela? Ti pago una giornata.
— Buono, buono!
Siamo rimasti d'accordo e dopodomani mattina viene a Orgosolo
a cavallo. Lo ho portato subito a quei luoghi, a vedere quelle pietre.
— Questo é un filone — dice.
No — dico io. — Non vi inganno (avevo capito che diceva che
io sono furbo, e cioè filone). Pietre così ce ne é in tanti posti.
Andiamo a vedere.
Andiamo e si é visto tutto.
E ad Iserrai dice: — Qui c'é un tesoro!
« Ci siamo, penso io. Questa é la volta buona! ».
Si vedevano pietre stellate a terra.
— Bisogna fare un saggio. Qui c'é una galleria. Deve essere stata fatta dagli antichi romani.
— E scaviamo pure noi — dico io. — Presto! presto! Cerchiamo iI tesoro.
— No — dice Sanguinetti. — Qui bisogna fare uno sfruttamento regolare. Dobbiamo continuare la galleria e pigliare la calamina.
— Beh — ho pensato. Questo vuole pigliare tempo!
— Intanto ti dó lavoro, a te e ad un altro.
— Bene, bene.
Ho preso con me ziu Pichireddu Tommaso, c[...]

[...]ta e, solo, le capanne se ne erano andate tutte in aria. Stiamo per pigliare il bestiame, quando a un tratto viene un certo ziu Pasquale, un uomo grosso, parente dei pastori. Vede quel caòsso e ha principiato a sparare. Spara e spara. E noi rispondiamo. E i pastori, non si sa come, si sciolgono e sparano. Sembrava un cielo di stelle: ed erano pallini.
INCHIESTA SU ORGOSOLO 141
Quando ci abbiamo visti presi in mezzo, aspettiamo un poco. E ce ne andiamo.
Strada facendo troviamo 4 o 5 miaiali magri, non so di chi. Ce li prendiamo, principiando a mangiarli.
Passa ziu Pasquale, quell'uomo dell'attacco, e ci saluta. Lo invita e accetta. Dice che ci ha riconosciuti al rubatorio, due ore prima. E noi gli diciamo che si, che lo abbiamo conosciuto. C'era stata sorpresa di uno e l'altro, lotta, ma a viso franca.
Così, contento, ha mandato a chiamare quei pastori di prima, suoi parenti, e abbiamo combinato, insieme le parti, con altro rubatorio.
Un'altra sera eravamo andati a fare altro affare, ossia bardana, in località Marghine, sopra S. Ananio.[...]

[...]andavano a lei per interpellarla: aveva gli spiriti in corpo.
Vendo l'alcol, faccio soldi, e l'amico chiede" se volevo fare cono
INCHIESTA SU ORGOSOLO 143
scenza di questa spiritata: per ogni cosettina lui ci andava, che lei sapeva tutto, ed era sempre contento.
Io mi penso: « Che gli chiedo? Niente ». Ma poi mi viene: « Ho aspettato anni e anni, sempre invano. Andre. da lei per sapere dove posso trovare un tesoro, anche piccolo ».
E dunque andiamo dalla spiritata. E non appena entra il mio compagno le chiede: — Ci sono gli Amici?
E Maria: — In questo momento ci sono.
Come ha detto questo — porco nomini, e porco vieni — c,omincia, a un tratto, a cadere a terra quella spiritata, tutta rotta.
Le prende un nodo alla gola e inghiottiva, inghiottiva. Non riusciva ad inghiottire quel nodo di spiriti che si era fatto alla gola, perché volevano uscire tutti insieme, uno prima dell'altro, e non ad uno ad uno.
La spiritata poi si mette a rizzarsi, a rizzarsi.
Ed ecco la prima presentazione.
C'erano con noi due pastori, un marito ed una mogl[...]



da Franco Lucentini, La porta in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1953 - 3 - 1 - numero 1

Brano: [...]o un soldo.
«Insomma si può sapere dove sei stata tutto questo mese? » urlò attraverso il tramezzo a mia sorella, che s'era alzata e si sentiva muovere dall'altra parte.
Secondo i calcoli di mia madre, contando tre o quattro mila lire a notte, l'ultimo viaggetto di Adriana doveva avere fruttato sopra centomila lire. Invece non aveva fruttato niente, perché questa volta lei era finita subito a San Gallicano. Ma mia madre non lo sapeva.
«Allora andiamo? » disse mia sorella entrando in cucina con le valigie.
Mia madre, quando vide le valigie, quasi soffocava.
« Ah! Ahé! » disse.
« Troia! Mignottona! » urlò. « Ma che? Hai sentito quello che gli ho detto adesso a tuo fratello? E rivai via, adesso, che nemmeno sei tornata? E ti credi di ritornare un'altra volta, che io ti faccio tornare? Uh, sporcacciona, vattene, vattene, vattene che t'ammazzo ».
LA PORTA 81
« Io l'ammazzo, a questa. L'ammazzo! » urlava.
«Ma non gliel'hai detto che andavo via? », disse mia sorella.
« Non m'ha fatto parlare » dissi. «Non m'ha dato il tempo ».
« Vado via[...]

[...]ci hai ».
LA PORTA 95
«Non sei stupida » dissi. « Sei un amore. A tutti gli può succedere
di credersi chi sa che, di volere fare chi sa che, e poi dopo si vede
che non si può fare, che non gli si fa, che é meglio fare come tutti.
Anche a te ti può succedere, hai visto? Queste non sono cose per te...
Tu sei piccola... carina... ».
Si mise a ridere.
« Non sono mica piccola. Sono alta » disse.
« Va bene » dissi, « sei alta. Ma adesso ce ne andiamo via, torniamo
a casa. Tutta questa roba la vendiamo e ti prendi una casetta in cam
pagna. Ti piacerebbe, no? E il sogno di tutte le... di tutte le ragazze
di farsi la casetta in campagna, e tu invece viene qui a farti questi
sognacci ».
Rise e mi carezzò la faccia.
« Che amore che sei! » disse.
« Ma che t'eri sognata? » dissi.
Ricominciò a tremare, ma si calmò subito.
« Ho sognato uno » disse. « Che entrava uno ».
« Ma chi? » dissi.
« Uno...» disse. « Quello che... T'ho detto, prima, che aspettavo
qualcuno... Qualcuno che deve entrare...».
« Qualcuno che deve entrare da quella po[...]

[...]
«Mi vuoi bene?» disse.
Il tempo non passava mai.
« Accendi il lume » disse. « Mi devo vestire ».
Stette a vestirsi tremando, perché faceva freddo e umido. Si rimise
98 FRANCO LUCENTINI
l'abito grigio, le scarpe. Andò dietro la tenda a truccarsi. Riuscì fuori e accese il fornello.
Vuoi che ti preparo qualche cosa, un po' di caffè? » disse.
« No » dissi, « non importa lo prendo fuori ».
Scaldò una tazza di latte per sé, ne bevve meta.
« Andiamo » disse. « Ti accompagno ».
In mezzo alla cantina si fermò, prese di tasca qualche cosa.
« Le chiavi » disse. « Non me le vuoi tenere? ».
Non le risposi. Guardavo il muro, di sbieco. Dovevo averci una faccia astiosa, invelenita per la noia e il sonno.
Senza più guardarmi si avvicinò alla porta del sotterraneo, fece per buttare le chiavi la in fondo.
« Aspetta! » strillai. « E io come esco? ».
Rimase ferma, col braccio piegato. Lentamente, con una smorfia avvilita, arrossi. Fino al collo e ai capelli.
« Che stupida! » disse. « Dio, che stupida. Come non ci pensavo! ». « Ce le puoi butta[...]

[...]ndevano.
Tornai al Caffè Notturno. Ma anche gli altri caffè, ormai, stavano aprendo.
« Mi fa un caffè doppio » dissi.
a Corretto? »..
LA PORTA
99

« Si » dissi. « Mistrá ».
C'era un tizio, all'altro capo del banco, che mi guardava. Mi venne
vicino, mettendosi tra me e la porta.
«A te non ti avevamo detto di sgombrare?» disse.
Ci avevo talmente sonno che non capii subito.
« A me? » dissi. « Ma tu chi sei, che vai cercando? ».
« Andiamo » disse, prendendomi per un braccio.
Al barista disse: «A questo, il caffè glie lo diamo noi! ».
In Questura mi fecero aspettare tutta la mattina, poi mi fecero
passare da un vicecommissario.
«Quanto tempo è che sei tornato?» disse.
«Perché? » dissi.
« Non mi fare perdere tempo » disse. « Ti abbiamo rimpatriato
due mesi fa, ti abbiamo diffidato a tornare. Allora? ».
« Ma io la famiglia ce l'ho qui » dissi.
«E la residenza pure ce l'hai qui? ».
« Ho fatto domanda » dissi.
« Beh » disse, « se non ci hai altro da dire, adesso ti prendi un
mese e poi ti rimpatriamo un'altra volta. Dop[...]

[...] finito.
Guardava sempre il muro, aggiustando la carta bagnata del pacchetto, che si rompeva.
« Si » disse. « È finito ».
« Ho freddo » disse. « Ero uscita un momento, così in grembiule... ». « Così» dissi, « adesso esci? Non stai più sempre lá sotto? ».
« Ero andata a comprare qualche ovo » disse. « Quelle fresche sono meglio di quelle in polvere che ci ho giù ».
« Io ero venuto l'altro ieri » dissi. « Ho bussato ma non hai sentito ». « Ma andiamo giù » dissi. « Non prendere freddo ».
« È che giù... » disse.
LA PORTA 107
Girava nelle mani il pacchetto delle uova, pareva imbarazzata.
« È che giù ci ho gente » disse. « Non so... Se vuoi venire... ».
Mi appoggiai al muro.
« Chi ci hai? Uno? » dissi.
« No » disse. « Sai, qualcuno, delle conoscenze. È venuto un ame
ricano... No, non per quello che pensi tu... Non lo faccio più, adesso.
Ma poi ci ho una donna che fa la pulizia, mi lava un po' di roba, e c'è
qualche altra persona, si sta un po' a parlare... ».
« Per me » dissi, « anche se ci hai un americano... posso venire giù
un[...]

[...]sono venuto. Non l'hanno mica richiusa? ».
« Non vengo » disse. « Sai, qui o là é uguale... qui mi dànno da mangiare, da dormire... Non vengo ».
« Ah, ti dànno da mangiare!» dissi.
« Si » disse. « Certo che... Beh, loro lo sai come sono... Prima mangiavo a tavola, fino a poco tempo fa. Adesso mi devo mettere in fila pure io, per il latte. Ma tanto che gli fa, no? ».
« Si» dissi. « Adesso però senti, amore, vieni un momento su. Vieni, tesoro, andiamo un momento da... Stai così magra, sbattuta... Ti
LA PORTA 113
vorrei portare da un medico, uno che conosco... Ti vorrei fare vedere... ». « No » disse. « Non importa... Non m'importa... Non m'importa più di niente... Ci avevo sperato, sai?... Adesso é finito, tutto... Ci avevo sperato sul serio, tanto tempo, che di .là sotto... ».
Restò con la galletta inzuppata che le sgocciolava sul grembiule, già pieno di macchie, a guardare fisso un punto dietro a me. Mi voltai e vidi che guardava la porta del pozzo, in mezzo alla parete di fronte.
« Adriana » dissi, « amore mio, vieni via. Adesso non[...]



da Giovanni Pirelli, Questione di Prati in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1959 - 5 - 1 - numero 38

Brano: [...]se cupo, « andatevene fuori dai piedi ».
Il ragazzo Attilio ebbe paura. Salomone era straordinariamente divertito. Bevve il fondo di grappa che ancora gli restava, allontanò da sé il bicchiere spingendolo con il dorso della mano lungo il piano del tavolo, sospirò. « César ha ragione », disse. « Adesso é un signore. Io e te, Attilio, siamo nati e resteremo contadini. Non siamo la compagnia che fa per lui. Su, Attilio, di buona notte al signore e andiamo. Andiamo », ripeté e non si mosse. Nemmeno Attilio si mosse. Avrebbe pagato un capitale per esser già fuori, lontano da César infuriato, ma aveva paura di muoversi per primo. « Io l'ho sempre detto », seguitò Salomone, « che César Borgne era un ragazzo in gamba, che avrebbe fatto molta strada. Eccolo diventato un signore. Uno con la gia %a gonfia di danaro ».
César si alzò di scatto. La testa gli girava. Andò alla credenza, vi si appoggiò, schiena agli altri due. Premeva il petto contro la credenza, sentiva il gonfio delle banconote sotto la giacca. Rimase silenzioso alcuni minuti. Quindi, senza volt[...]

[...]atena della mucca. Il cappella rovesciato all'indietro, il ciuffo ribelle basso sugli occhi, la rotondità dei baffi già imbiancata di brina, cantava con voce baritonale la canzone di quando si sentiva in gran forma. Cantava: «Le duc de Bordeaux ressemble à sa mère sa mère à son pere et son père à mon cu de là fen conclu que le duc de Bordeaux ressemble à mon cu comme deux gouttes d'eaux ». Terminata la canzone gridava, ma senza voltarsi : « Andiamo bene? Bella nottata, eh? ». E ricominciava da capo. «Le duc de Bordeaux... ».
Dietro la mucca, Salomone. Aveva perduto il cappello, quel cappello che toglieva solo al momento in cui si coricava, e metteva in testa, al risveglio, prima ancora di infilare i pantaloni. Questa perdita non lo poteva disturbare per il motivo che non se n'era accorto. Era meravigliosa
QUESTIONE DI PRATI 95
mente ubriaco, avanzava sgambettando con le ginocchia piegate come un virtuoso di balletto russo. Non era virtuosismo. Era questione di necessità. Solo mantenendo il baricentro vicinissimo a terra ce la faceva [...]

[...]a. Ti faranno accademico del CAI ». Per Attilio nemmeno una parola. Lasciò che la mucca bevesse un paio di minuti, quindi ordinò: « Basta. Se ti gonfi come un'otre, chi ti porta piú su? ».
« Non lo fare, César, non lo fare », supplicò il ragazzo Attilio, sollevandosi fino a mettersi in ginocchio. Non aveva la più pallida idea sulle intenzioni di César. César aveva intenzioni e tanto bastava per terrorizzare Attilio. « Torniamo a casa, ti prego, andiamo a letto a.
« Vacci tu », disse Cesar. « Va a farti una s... ».
IX
Il campanile ha una porta che dà sulla piazzetta, dalla parte del lavatoio, ed é sempre aperta. La chiamano `porta del fuoco'. Se brucia una casa, una stalla, un fienile, la prima cosa da fare è precipitarsi alla `porta del fuoco', attaccarsi alla corda oppure salire i quarantasette gradini e suonare a martello. César spalancò il battente con una pedata e introdusse la lanterna nel vano illuminando l'imbocco della scala. Con l'altra mano si tirava dietro la mucca.
« Con Claretta ? », disse, disperato, il ragazzo Attilio.
«[...]



da Natalia Ginzburg, Le piccole virtù in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1960 - 9 - 1 - numero 46

Brano: [...] pareva di vivere in uno stabilimento industriale, per l'andirivieni continuo, il personale numeroso davanti al quale dovevo passare, il rumore delle macchine che la mattina pulivano i pavimenti. In più, dovevo scegliere fra lo stare nella sala in mezzo agli altri, e il ridurmi nella mia camera, dove non potevo fare nient'altro che non fosse il dormire. Sicché una sera, lungo l'Appia Antica, ho detto a Wanda: « Adesso cerchiamo un appartamento e andiamo a vivere insieme, se ti va ». Wanda
120 RAFFAELE CRIVARO
mi ha guardato incredula, ma vedendo che non scherzavo, si é prodotta in una pantomima gioiosa: ha battuto le mani, ha saltellato coi fianchi sul sedile, mi ha baciato con foga. Poi mi ha voluto aggiustare il nodo della cravatta.
Abbiamo visto insieme diversi appartamenti ammobiliati, ma presto ho capito che era impossibile fare quelle ricerche con Wanda. Per la verità alcuni di questi appartamenti ci erano mostrati da vecchie oscene, altri da gente svergognata; ma i modi di Wanda m'irritavano. Faceva gesti da strada contro i portier[...]

[...]he le percorrevano la faccia, ho alzato di più la voce e l'ho ingiuriata ancora. Poi un pensiero preciso mi ha attraversato il cervello: « Col maresciallo... » ho detto, e le ho tirato un altro schiaffo. Lei ha minacciato di lasciarmi; ma poi s'è messa
124 RAFVAELE CRNARO
a piangere più forte, e mi ha chiesto perdono. Io ho taciuto. Lei mi è venuta vicino e mi ha voluto in fretta, sul divano.
Dopo l'amore mi ha supplicato di portarla fuori. « Andiamo al luna park, fammi questo favore... Ci sono tutti quei biglietti » ha piagnucolato. (Aveva visto il giorno prima dei buoni che mi avevano mandato in omaggio, per giostre ed autopiste).
Al luna park, ha voluto innanzi tutto sparare al tiro a segno. Poi sia mo andati sulle montagne russe. Quando il vagoncino pareva che preci pitasse, rideva in una maniera brutale. Ha anche strillato, e le é uscita un po' di bava.
Qualche giorno dopo, entrando una sera nella stanza di Porzio, l'ho trovato che parlava al telefono a bassa voce, confidenziale e compreso. Appena ha visto che ero io ad essere entr[...]



da Raffaele Crivaro, Avventura di un commissario in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1960 - 9 - 1 - numero 46

Brano: [...] pareva di vivere in uno stabilimento industriale, per l'andirivieni continuo, il personale numeroso davanti al quale dovevo passare, il rumore delle macchine che la mattina pulivano i pavimenti. In più, dovevo scegliere fra lo stare nella sala in mezzo agli altri, e il ridurmi nella mia camera, dove non potevo fare nient'altro che non fosse il dormire. Sicché una sera, lungo l'Appia Antica, ho detto a Wanda: « Adesso cerchiamo un appartamento e andiamo a vivere insieme, se ti va ». Wanda
120 RAFFAELE CRIVARO
mi ha guardato incredula, ma vedendo che non scherzavo, si é prodotta in una pantomima gioiosa: ha battuto le mani, ha saltellato coi fianchi sul sedile, mi ha baciato con foga. Poi mi ha voluto aggiustare il nodo della cravatta.
Abbiamo visto insieme diversi appartamenti ammobiliati, ma presto ho capito che era impossibile fare quelle ricerche con Wanda. Per la verità alcuni di questi appartamenti ci erano mostrati da vecchie oscene, altri da gente svergognata; ma i modi di Wanda m'irritavano. Faceva gesti da strada contro i portier[...]

[...]he le percorrevano la faccia, ho alzato di più la voce e l'ho ingiuriata ancora. Poi un pensiero preciso mi ha attraversato il cervello: « Col maresciallo... » ho detto, e le ho tirato un altro schiaffo. Lei ha minacciato di lasciarmi; ma poi s'è messa
124 RAFVAELE CRNARO
a piangere più forte, e mi ha chiesto perdono. Io ho taciuto. Lei mi è venuta vicino e mi ha voluto in fretta, sul divano.
Dopo l'amore mi ha supplicato di portarla fuori. « Andiamo al luna park, fammi questo favore... Ci sono tutti quei biglietti » ha piagnucolato. (Aveva visto il giorno prima dei buoni che mi avevano mandato in omaggio, per giostre ed autopiste).
Al luna park, ha voluto innanzi tutto sparare al tiro a segno. Poi sia mo andati sulle montagne russe. Quando il vagoncino pareva che preci pitasse, rideva in una maniera brutale. Ha anche strillato, e le é uscita un po' di bava.
Qualche giorno dopo, entrando una sera nella stanza di Porzio, l'ho trovato che parlava al telefono a bassa voce, confidenziale e compreso. Appena ha visto che ero io ad essere entr[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Andiamo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---Così <---Perché <---siano <---La sera <---Però <---Più <---Come <---Diritto <---Già <---Sei <---Storia <---Certo <---Del resto <---Dico <---La notte <---Macché <---Va bene <---Vado <---Adesso <---Basta <---Cominciò <---Ecco <---Gli <---Hai <---Ma mi <---Mi pare <---Non parlare <---Resta <---Sarai <---Viene <---Ahi <---Ancora <---Andate <---Artiglieria <---Bitti <---Col <---Cosa <---Cosi <---Davanti <---Dio <---Ditemi <---Entrò <---Fai <---Famagosta <---Farmaceutica <---Fonetica <---Fundales <---Fuori <---Garbatella <---Giù <---La casa <---Lanciani <---Mamoiada <---Meglio <---Nicò <---Niente <---Non lo so <---Non voglio <--- <---Oliena <---Orgosolo <---Osporrai <---Ponte Milvio <---Povera <---Presto <---Pure <---Quale <---RAFFAELE CRIVARO <---Salutandola <---Santissimo Padre <---Sardegna <---Siniscola <---Sopramonte <---Statti <---Stia <---Sulla <---Supramonte <---Tor <---Torno <---Troia <---Trovo <---Tua <---Uno di noi <---Voglio <---Zio Alfonso <---abbiano <---anziane <---autista <---autopiste <---centesimi <---cinismo <---cominciano <---italiano <---mangiano <---pigliano <---sappiano <---valeriana <---È Lucio <---A San Silvestro <---Abbandonò <---Abbatterla <---Accendi <---Accettò <---Agustinu <---Ah <---Ahé <---Aiutai <---Alberto Carocci Iscrizione <---Allentò <---Allineàti <---Allontanatosi <---Allontanò <---Allò <---Almeno <---Altro <---Amore mio <---Anche <---Anchiano <---Andiamo Libero <---Angela Chiaravalle <---Angelo Chiarenza <---Angelo Saba <---Angelo Spurio <---Anguria <---Anime <---Antonio Maria <---Antonio Marrosu <---Antonio Spataro <---Aosta <---Appòggiati <---Arciprete <---Armando Romeo <---Armoni <---Army Ration <---Army Ration C <---Arnpos <---Arrivò <---Arturo Calabrese <---Arzana <---Asciugati <---Aspettiamo <---Aspetto <---Astronomia <---Attaccati <---Attenzione Marco <---Attilio Glarey <---Audino <---Audino Pasquale <---Auguri vivissimi <---Avaro <---Avete <---Babbo <---Babbu <---Bambin Gesù <---Bambino Gesù <---Baranti <---Baronia <---Battista Dejana <---Battonia <---Batté <---Bel <---Belfront <---Belfront Augusto <---Benedette <---Benetutti <---Bertozzi <---Biella <---Bisogna <---Bocada <---Boja <---Bologna <---Bordeaux <---Borgne <---Borino <---Bradamante <---Bravo Libero <---Brulli <---Bruno Zito <---Brunod <---Brutta <---Buffoni <---Buona <---Caffè Notturno <---Cagliari <---Calmati <---Cambia <---Cambio <---Campidano <---Capirai <---Capito <---Capodanno <---Cara Adriana <---Casentino <---Caso <---Castagna <---Catuzzella <---Cecchino <---Cercò <---Certe <---Certissimamente <---Che César Borgne <---Chenoz <---Chiacchiera <---Chiamatela <---Chiamò <---Chiesi <---Chissa <---Chissà <---Chénor <---Chénoz <---Ciao <---Cinque <---Cioé <---Circolo Socialista <---Ciò <---Cocoa <---Cogne <---Comando di Zona Territoriale <---Compi <---Compito <---Comprane <---Comune <---Con Claretta <---Con César <---Conte Ugolino <---Contò <---Cordova <---Corrias <---Corsi da Adriana <---Crapoledda <---Credi <---Croux <---Cyprien Berthod <---César <---César Borgne <---César a Salomone <---Da S <---De Vincenzo <---Dei <---Di Claretta <---Di César <---Di Luigino Brunod <---Dietro <---Dietro Salomone <---Dinamica <---Diposito <---Diteglielo <---Divina Commedia <---Divina Sapienza <---Domani ci sari una brutta notizia <---Domus <---Don Aldo <---Don Cesare <---Don Cesare Armoni <---Don Masino <---Donna Maria <---Dormirò <---Dottor Micheli <---Dài <---E César Borgne <---Eliseo Chénoz <---Evaporated Milk <---Evaristo Grange <---Facciamo un bel corteo <---Faltognano <---Fammi <---Farmacia <---Farris <---Fedone <---Ferdinando Berthod <---Fermala <---Feudo <---Filippo Giusti <---Finita <---Finitela <---Floris Angelo <---Fonni <---Fosse <---Francesco Polichemi <---Francia <---Frangieri <---Fumò <---Fuor <---Furioso <---Gacidella <---Gangas <---Gavoi <---Gennaro Grandi <---Geppo <---Gerusalemme Liberata <---Giacomello <---Giacomo Armoni <---Giacomo Tavella <---Gigantes <---Giorgio Cordopatre <---Giovanni Antonio <---Giovanni Corbeddu di Oliena <---Giovanni Maria <---Giovanni Mollica <---Giubale <---Giudice Istruttore <---Giulio Armoni <---Giulio Castagna <---Giulio Sacerdote <---Giunti <---Giuoca <---Giuseppe Larussa <---Giuseppe Levantino <---Giuseppe Panetta <---Giustizia <---Giò <---Gli Armoni <---Grappa <---Grazia Marina <---Grazie <---Grazietta Mo <---Guardandola <---Guardò <---Ho rubato <---Hotel Royal <---Iginio Milano <---Ijanno <---Il pomeriggio <---Illorai <---Impiccala <---In ogni modo <---Innamoratosi <---Insomma stai sistemata benino <---Irgoli <---Iserrai <---Isporrai <---La Chiesa <---La Giustizia <---La Iva <---La Marta <---La banda <---La lotta <---Lanusei <---Lasciatelo <---Lascio <---Lasciò <---Laurent Pascal <---Leggilo <---Lei <---Lenin <---Leonardo da Vinci <---Libro del Comando <---Lino Guichardaz <---Lino Guicherdaz <---Lo vendevi si <---Locoe <---Logica <---Lollove <---Lollové <---Lucchesia <---Lula <---Luppu Raimondo <--- <---Ma Attilio <---Ma in Orgosolo <---Macomer <---Maltoni <---Malune <---Mamoj <---Mamojada <---Mandò <---Marano <---Marano Luigi <---Marconi <---Marghine <---Maria Ruju <---Maria Santissima <---Marrosu Giuseppa <---Mattiu <---Mattoni <---Me Phan <---Medicina <---Mese <---Mettetela <---Mezzo <---Mi pare che ci deve stare qualcheduno <---Miche Pannunzio <---Michele Pannunzio <---Mico Spezzano <---Mignottona <---Ministero <---Mistrá <---Modda <---Mon djeu me <---Monte Albano <---Montemurlo <---Morirà <---Mufias <---Muoio <---Muovetevi <---Muratore <---Muzzi Gravas <---Naniu Mina <---Narami in chi abitas a ti naro chi ses <---Nares <---Noi <---Non avere paura <---Non invitare la lepre a correre <---Non mi fare male <---Non sei stupida <---Non so che dire <---Non sono scocciato <---Nono <---Nuoro <---Nuraghi <---Oddìo <---Ogliastra <---Ogni <---Oh Dio <---Ohi <---Ollolai <---Oltre <---Orani <---Orgoi <---Orgolese <---Orgurui <---Orulu <---Orune <---Pacqtia <---Panetta <---Panr <---Pantaleone Nicodemo <---Paolo Canale <---Papalia <---Papalia Francesco <---Parco <---Parola di César Borgne <---Passò <---Pater <---Patrizio Antonio <---Paura <---Pecos Bill <---Peggio <---Pelemosina <---Perchè <---Pertunta <---Però Giacomo <---Pession Eliseo <---Pichireddu Tommaso <---Pierino Lombardia <---Pietre <---Pietro Sorrentino <---Piraele <---Piredda <---Più Attilio <---Pochi <---Podestà <---Porgendomi <---Porterra <---Portogallo <---Portò <---Potete <---Povera Claretta <---Povero Eliseo <---Pozzomaggiore <---Pregar <---Prendendole <---Prendimi <---Privandolo <---Prova <---Puligheddu <---Pum <---Puntò <---Putomajore <---Puù <---Quando sei sbronzo sei intelligente <---Quelli di Oliena <---Queste dice che non contano <---Qui <---Raba <---Ragazzo <---Ration C <---Reagì <---Resterà <---Restò <---Ricominciò <---Ricontali <---Ritornato <---Riuscì <---Rivoluzione fascista <---Rundinina <---Sacremon <---Sacrenom <---Safety Matches <---Salomone Croux <---Saltò <---Sambusceta <---San Gallicano <---San Wuilliermo <---Sanguinetti <---Sanguinetti Giovanni Battista <---Sarvenas <---Sarà <---Sarò <---Saverio Attila <---Saverio Montalto <---Scaldò <---Scese <---Scolò <---Seguitò <---Senti <---Sepolturas <---Serafino Manca <---Sessanta <---Sessantacinque <---Settantacinque <---Signor Giudice <---Signora Maestra <---Signore <---Sindia <---Sistemò <---Smettetela <---Smettila <---Soldi <---Sollevò <---Sono S <---Sospirò <---Spagna <---Spataro <---Spediscile <---Speriamo presto <---Spezzano <---Sposatela <---Stai attento al gatto che non mangi la carne <---Statica <---Stochino <---Tanno <---Tentò <---Thanno <---Tho <---Tiberio Spada <---Tiraci <---Tirami <---Tizio <---Toccumannu <---Togliendosi <---Tornano <---Tornerò <---Torniamo pure al bicchiere <---Tornò <---Tortoli <---Tosau <---Tre Pater <---Trovandosi <---Tu Attilio <---Tu sei sempre acuto <---Uhà <---Urzulei <---Vacci <---Vado in America <---Vai <---Valtournanche <---Valuzza Giovanni <---Vecchio <---Villanova <---Vincenzino Sofia <---Vinci <---Volto <---Voltò <---Vorresti <---Vuota <---Zessù <---Ziu Battista Gre <---Zizzedda <---Zona Territoriale di Palermo <---Zoppo <---abbaiano <---affarista <---antagonista <---barista <---cacciano <---commercialista <---comunista <---comunisti <---cristiana <---d'Amon <---d'Amore <---d'Attilio <---d'Ivrea <---dell'Adriana <---dell'Eucaristia <---dell'Orlando <---diano <---eroismo <---facciano <---fagiani <---fascismo <---fascista <---fascisti <---grossista <---incominciano <---lasciano <---lista <---mutismo <---oculista <---odiano <---professionista <---riconquista <---socialista <---tagliano <---viaggiano <---virtuosismo <---vogliano <---È Tunica



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