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tipologia: Analitici; Id: 1465033


Area del titolo e responsabilità
Tipologia Periodico
Titolo I /"Cattolica/" 1951. Poesie di altri poeti segnalati
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Trascrizioni
Trascrizione Non markup - automatica:
CULTURA
I "CATTOLICtI„ 1951
POESIE DI ALTRI POETI SEGNALATI
1 074
Cumpagnu au Regimentu
di Cesare Vivaldi
Già due volte premiato per poesie in lingua, Cesare Vivaldi è un giovane giornalista che vive a Roma. I suoi primi approcci al dialetto sono dello scorso anno : nella collana Quaderni di poesia popolare ha pubblicato Otto poesie nel dialetto ligure di Imperia, una delle quali -che qui pubblichiamo — premiata a Cattolica.
U gh'ea in me cumpagnu au regimentu
che u piangeva de longu a a sò ca:
l'eleva fame e u nu u l'ea cuntentu,
nu u l'ajeva de roba da scangià.
Va di, ch'aù ho savüo che u l'è in prejun
che u l'ha . piccau ad in carabinè
che u ghe dava in t'ina dimostrasiun;
e a l'ho lezio sc'in toccu de pappi
che u l'ha mandau a cà: « Mi stagu ben. Viva la Pace. Finirà dappöi ».
Ven u giurnu che tutta u ne va ben,, ven u giurnu che tutti a semu eroi.
COMPAGNO AL REGGIMENTO
TRADUZIONE: C'era un mio compagno al reggimento, che piagnucolava sempre a casa sua: aveva fame e non era contento, non aveva roba da cambiarsi. Vuol dire, che ora ho saputo che è in prigione, che ha picchiato un carabiniere, che gli menava in una dimostrazione; ed ho letto su un pezzo di carta, che ha mandato a casa: « Io sto bene. Viva la Pace. Finirà poi ». Viene il giorno che tutto ci va bene, viene il giorno che tutti siamo eroi.
Cumpari Peiru
di Ersilia Cuffaro
Autrice di varie opere teatrale (tra le quali sono da ricordare San Vittore, che narra gli orrori del periodo na-zifascista e 18 Marzo) Ersilia Cuffaro — che tra le sue molteplici attività dirige oggi in Milano un «Teatro dei giovani — fu spinta a scrivere versi nel suo - dialetto siciliano per partecipare al Premio Cattolica La sua poesia «Cumpari Petru è stata segnalata dalla giuria.
Cumpari Petru, di quonnu ha nasciutu, ha siminatu, zappatu, mitutu stu campiceddu cu sangu e suduri, l'ha travagliatu cu fatica e amuri
e nni lu cori so l'ha ringraziato pi stu pezzu di pani ca ci' ha dato pi compari li figli e la muglieri. (Sunnu tant'anni e pari solo aieri!) Ma ora chi c'è ch'iù? tuttu è passato cornu si ma' a lu munnu avissi statu! U figli ci, parteru pi la guerra! Quannu i cumpagni turnaru a la terra, nuddu ci sappi divi unn'arristaru... Sa si su morti e si l'addivucaru! Cu stu duluri ca ci' ardi lu pettu lu vicchiareddu nun trova rizzettu. Figli di l'orma cornu lu lassaru! Picchi lu so distinu è tantú amaru?
Certo, cumpari Petru è vecchiu assai,
lu « patruni » ci dissi c'oramai
ni piglia unu picciottu a travagliari
e la casuzza ci l'ari a lassari: «Chi ci vo' fari? tu l'annuzzi l'hai, lu sacciu c'ha possatu tanti guai... ma lu picciottu s'ori a sistimari! s. Sissi, l'annuzzi favi lu cumpari, è vecchio arripuddutu e curve assai, ma di lu campu nun i arrossò mai
e di lu campu nun si pò arrassari!
Chianti lu vecchiu cu lacrimi amari
unu avi un granu e nuddu ca lu cura,
ma prima di_ partivi a la vintura,
cu amurusanza, chiancennu 'nguttatú,
s'accola e vaso ddu pezzu di pratu!
--- Cumpari Petru, turnati 'nnarreri,
nun vi nni iti, dici me muglieri,
co un poco di minestra, è prestu fattu...
vi lu scuttati sempri un belle piatta
ce lu travaglia ca putiti fari. —
Sapi lu vecchiu ca un pò travagliari,
lu sapi li picciottu, ca lu rasa,
ci' apri la porta di la vecchia casa,
senza paroli lu fa arriturnari.
COMPARE PIETRO
TRADUZIONE: Compare Pietro, da quando è nato, ha seminato, zappato, mietuto quel piccolo campo con sangue e sudore, l'ha lavorato eo namore e fatica e nel suo cuore l'ha sempre ringraziato per quel pezzo di pane che gli ha dato per sfamare la moglie ed i figliuoli. (Sono passati tant'anni e pare solo ieri!) Ma ora chi «'8 pin? E' passato tutto come se nulla al mondo fosse stato! I figli partirono per la guerra!
Ma quando i compagni tornarono alla terra, nessuno gli seppe dire dove .sono rimasti... Chi sa se sono morti e seppelliti! Con questo dolore che gli brucia in petto, il vecchio non trova pace. O figli dell'anima sua come lo lasciarono! perchè è tanto amaro il suo destino? Certo, compare Pietro è vecchio assai, il « padrone u gli disse che ormai prenderà un giovane a lavorare e la casetta gliela deve pur lasciare: « Che ci vuoi fare, tu li hai i tuoi annetti... Lo so che hai passati tanti guai... ma il giovane deve avere il suo alloggio per sistemarsi u. « Signorsi s, il compare li ha i suoi anni, è vecchio, raggrinzito e curvo assai, ma da quel campo non s'è mai allontanato, come potrà adesso allontanarsene? Il vecchio piange le sue lacrime amare, non ha un centesimo e nessuno che ha cura di lui, ma prima di partire alla ventura, con grande amore e piangendo accorato, si china e bacia quel pezzo di terra. — Compare Pietro, ritornate, non ve ne andate, dice mia moglie che un poco di minestra ci vuol poco a prepararla e il vostro piatto ve lo potete sempre guadagnare con il lavoro che potete farci. — Il vecchio sa che non può lavorare, lo sa il giovane che lo bacia, gli apre la porta della vecchia casa, lo fa ritornare senza parole.
Camina
di Eugenio Cirese
Il nome di Eugenio Cirese non è nuovo nel" mondo della nostra poesia dialettale. Egli ha al suo attivo numerosi volumi di poesie (da La guerra, discurze de cafune - 1912 - a Canzoni molisane - 1925 - a Tempo d'allora - 1939). Recentissima, e accolta con molto favore, è la raccolta dal titolo Lucecabelle. Ispettore scolastico, il Cirese conosce a fondo il popolo molisano: e i suoi versi hanno il ritmo delle cantate popolari.
Da 'n coppa all'uorte
sembravo na formica
pe ru tratture.
Annanze e arrète
matina e sera:
a scegne la matina,
a renchianà la sera
sudate e stanche,
la zappa 'n coolie
e pide nnanze pède, tranche tranche.
— Zì Minche, è calde.
— Frische è ru sciame.
— Zì Minche, è (ridde.
— Zappe e me stalle.
D'estate e dentr'a vierne,
sempre la stessa via,
isse, la zappa e la fatia.
Na vota l'anne
'n coppa a le spalle
nu sacchitte de grane:
lu tuozze de pane.
La zappa pe magni,
la pane pe zappò.
Può na bella matina zì Minche sbagliatte la via, pigliatte chella de Santa Lucia purtate a quattre.
'(da Lucecabelle, Bardi ed. Roma 1951)
CAMMINA
TRADUZIONE: Da sopra all'orto, sembrava una formica, per il tratturo. Avanti e indietro, .mattina e sera: scendere la mattina, risalire la sera, sudato e stanco, la zappa sulle spalle, e piede innanzi piede, lemme lemme.
Zi Minche. è caldo. Fresco è il fiume. Zi Min-che, è freddo. Zappo e mi scaldo. D'estate e d'inverno, sempre la stessa vita, lui, la zappa e la fatica.
Una volta all'anno, sulle spalle, un sacchetto di graffio: il tozzo di pane. La zuppa per mangiare, il pane per zappare.
Poi una bella mattina, zì Minche sbagliò strada. prese quella del cimitero, portato a quattro.
U Vrazzale
di Rocco Scotellaro
Studente universitario, Rocco Scotellaro è nato a Tri-carico (Matera) nel 1923. Ha pubblicato poesie su varie riviste letterarie ed è stato tra i vincitori del Premio Unità 1947 e del Premio Roma 1949. Eletto due volte sindaco del suo paese, è oggi consigliere comunale e presidente del Consiglio di amministrazione dell'Ospedale civile locale. Ha collaborato col prof. Ernesto De Martino alle ricerche sul folclore lucano.
Chesta ià a fatia ri Nicola Pallotta:
u matine ri notte,
u lurne a trotto,
a sera a notte,
u paamente a cazzotte.
IL BRACCIANTE
TRADUZIONE: Questa è la fatica di Nicola Pallotta: il mattina (ancora) a notte, il giorno a trotto, la sera a notte già fatta, quando è il pagamento, a cazzotti.
 
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in: Catalogo KBD Periodici; Id: 31096+++
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Area unica
Testata/Serie/Edizione Calendario del Popolo | Serie unica | ed unica
Riferimento ISBD Il calendario del popolo. - A. 1, n. 1 (27 mar. 1945)-. - Roma : Partito Comunista Italiano, 1945-. - v. : ill. ; 27 cm (( Quindicinale, mensile dal 1946. Il complemento del titolo varia: rivista di cultura, dal 1958. Dal 1973: Milano : Teti. )) {Il calendario del popolo [almanacco, 1945-]}+++
Data pubblicazione Anno: 1952 Mese: 2
Numero 89
Titolo KBD-Periodici: Calendario del Popolo 1952 - numero 89 - febbraio


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