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ANTEPRIMA MULTIMEDIALI

Il segmento testuale Kafka è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 207Analitici , di cui in selezione 7 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Romano Bilenchi, Ancora sul romanzo in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1960 - 1 - 1 - numero 42

Brano: [...]'errore piú notevole, ha un concetto rigido ed esteriore del romanzo in quanto genere letterario: pensa che il romanzo sia nato e si sia concluso nell'Ottocento e che non possa svincolarsi dalle caratteristiche che gli scrittori di quel secolo gli impressero. Ma il romanzo preesisteva all'Ottocento (i Greci, Petronio, Apuleio, i picareschi, Cervantes). Preesisteva ed esiste oggi. Io sono personalmente convinto che scrittori come Joyce, Lawrence, Kafka, Thomas Mann, Musil, Broch, Fitzgerald, Thomas Wolfe, Mauriac, Pasternak, Tomasi di
* V. le nostre «9 domande sul romanzo » in Nuovi Argomenti, n. 3839, maggioagosto 1959.
ANCORA SUL ROMANZO 37
Lampedusa sono scrittori della stessa importanza di un Flaubert o di un Turgenev. Se possiamo ancora accettare per buona l'idea che Henry James aveva del romanzo, cioè una rappresentazione della vita, una concorrenza con la vita, mi pare che gli scrittori che ho citato abbiano tutte le carte in regola.
È ovvio però che la vita cambia continuamente, che cambiano continuamente i rapporti fra l'indivi[...]

[...]urgenev. Se possiamo ancora accettare per buona l'idea che Henry James aveva del romanzo, cioè una rappresentazione della vita, una concorrenza con la vita, mi pare che gli scrittori che ho citato abbiano tutte le carte in regola.
È ovvio però che la vita cambia continuamente, che cambiano continuamente i rapporti fra l'individuo e il mondo oggettivo, tra la vita interiore e la vita pragmatica. Ma chi vorrebbe negare che un Joyce, un Proust, un Kafka abbiano camminato di pari passo con i cambiamenti che hanno saputo cogliere nella realtà storica del mondo? La nostra non è certamente una società felice, ma una società critica. Finite le società volte a risolvere collettivamente determinati problemi come lo furono il Medio Evo, il Rinascimento e anche, sia pure in modo piú contrastato e dibattuto, l'Ottocento borghese, l'artista si é oggi trovato a dovere affrontare individualmente, da sé solo, come se precedentemente nulla fosse stato fatto, come se tutto nascesse ora, la nozione stessa di vita in sé e nelle sue relazioni. Far ricadere que[...]

[...]pporti del principe Andrej con la moglie, il babbo, la sorella, Natascia, Pierre, ecc. ecc.? Che nei Promessi sposi contino più le descrizioni dei tumulti di Milano, della peste che i rapporti fra Renzo e Lucia? Sarebbe come dar ragione a un RobbeGrillet.
9. — Sono molti. Ve ne indicherò soltanto qualcuno: Petronio, Cervantes, Goethe, Hawthorne, Dostoevskij, Melville, SainteBeuve, James, Puskin, Tolstoj, Gogol, Fromentin, Manzoni, Nievo, Verga, Kafka, Thomas Mann, AlainFournier, Musil, Brach, Mauriac, Tomasi di Lampedusa. Essi, sia pure in maniera diversa e con risultati diversi, hanno scritto romanzi che corrispondono a quello che pensa debba essere un romanzo. E lasciatemi citare Cechov, sebbene sia stato tanto avveduto da non scrivere veri e propri romanzi.
P.S. — Scusate la fretta e questo mio ragionare sotto forma di appunti. Noi italiani, nella maggior parte, siamo oggi cattivi teorici, e io sono forse peggiore di tutti.
ROMANO BILENCHI



da (9 Domande sul romanzo) Elsa Morante in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1959 - 5 - 1 - numero 38

Brano: [...]manzo, è sempre soggettiva, perché significa sempre, nella sua verità, il dramma umano del romanziere stesso (cioè il suo particolare rapporto col mondo). Se si volesse isolare il sentimento predominante che stimola, in ogni romanziere, la sua diversa scoperta del mondo, si potrebbe riconoscere che in Verga, per esempio, questo sentimento è la pieta, in Flaubert (come già in Cervantes) è l'ideale romantico, in Melville è la religione materna, in Kafka è la paura dell'esistenza e delle « relazioni » nel mondo, in Poe è l'orrore della morte, ecc. Sono sempre sentimenti soggettivi, ma il dramma, che ne nasce, ha sempre, come ogni dramma, un termine di rapporto oggettivo: che è sempre, in ogni romanzo, il mondo
24 ELSA MORANTE
reale. Così, anche la distinzione fra romanzi soggettivi e romanzi oggettivi, a me sembra soltanto esterna. E riguardo all'ipotesi che il romanzo volti definitivamente le spalle alla psicologia, essa mi sembra assurda nella sua stessa enunciazione, perché il romanzo è, in se stesso, la proiezione di una psicologia nel [...]

[...] sul « tempo storico » nel quale ha vissuto la propria esperienza umana. Petrarca descrive, in un poema psicologicointimista (fuori d'ogni « Storia » e d'ogni « Nazione ») il proprio segreto amore per una donna sposata: eppure il Canzoniere rimane una delle immagini perfette dell'Italia del Quattordicesimo Secolo. « I Promessi Sposi » racconta una storia del tempo dei Lanzichenecchi: eppure presenta una perfetta immagine dell'Ottocento italiano. Kafka scrive delle favole surreali: eppure nessun resoconto fotografico e documentato esprime certe atroci verità del presente secolo, come le sue favole surreali, ecc.
Per concludere, insomma: se oggi, 1959, un vero poeta sceglierà di scrivere un romanzo, poniamo, sulle guerre di Algeria, o su Pia dei Tolomei, o magari sulla giornata del proprio gatto, il suo romanzo sarà, in ogni caso, assolutamente moderno, e impegnato, e umano, e reale; e offrirà alle generazioni presenti e future — oltre ai suoi significati incommensurabili — anche una misura perfetta, e un ritratto intero del 1959. Mentre ch[...]



da Norberto Bobbio, Umberto Calosso e Piero Gobetti in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - maggio - 31 - numero 3

Brano: VARIETÀ E DOCUMENTI 329
(`L'altro processo'), una ricostruzione del fallito fidanzamento di Franz Kafka con Felice Bauer. Qui il tema dell'individuo alienato, impossibilitato a costituire anche la piú immediata forma di associazione, ossia la famiglia, non è piú esemplificato su un personaggio stravagante e per certi aspetti scurrile ed improbabile come è il Dr. Kien di Auto da f é. Nell'Altro processo è la vita stessa, fissata in un epistolario pieno di grida e sospiri, a esemplificare quel tema tanto bruciante. E. sulla stessa linea andrebbe posta l'appassionata ricostruzione, che Canetti ci ha dato, di un altro rapporto personale complicato come l'epoca e l'ambiente che rispecchia: quello di[...]

[...]babile come è il Dr. Kien di Auto da f é. Nell'Altro processo è la vita stessa, fissata in un epistolario pieno di grida e sospiri, a esemplificare quel tema tanto bruciante. E. sulla stessa linea andrebbe posta l'appassionata ricostruzione, che Canetti ci ha dato, di un altro rapporto personale complicato come l'epoca e l'ambiente che rispecchia: quello di Karl Kraus e Sidonie Nádhermy von Borutin.
Farsi poetico cronista degli amori segreti di Kafka e Kraus; scrutare nei piú complicati ghirigori interiori il segno che svela autenticamente un'epoca, è questa forse la passione piú azzardata e fruttuosa di Elias Canetti.
La provincia dell'uomo dà un'idea di quanto lo scrittore stesso sia consapevole del difficile equilibrio in cui ambisce tenere il proprio lavoro, sempre in bilico tra evocazione e giudizio. Il libro è infatti composto da spunti di pensiero appena abbozzati, da tesi esposte per il solo fatto che si sono presentate alla mente, da verità contraddittorie lasciate liberamente cozzare tra loro; e tutto ciò inframmezzato da amari[...]



da Giuseppe Bevilacqua, Varietà e documenti. Dalla valle di Giosafat: Elias Canetti in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - maggio - 31 - numero 3

Brano: [...] Broch — con questa narrativa che è troppo saggistica e questa saggistica che è troppo narrativa ha impostato una scommessa che solo per il genio di Musil poteva concludersi del tutto felicemente.
Non meraviglia perciò se il risultato di Canetti forse piú duraturo appare quel breve, meraviglioso libro, scritto en passant, che è Der andere Prozess
VARIETÀ E DOCUMENTI 329
(`L'altro processo'), una ricostruzione del fallito fidanzamento di Franz Kafka con Felice Bauer. Qui il tema dell'individuo alienato, impossibilitato a costituire anche la piú immediata forma di associazione, ossia la famiglia, non è piú esemplificato su un personaggio stravagante e per certi aspetti scurrile ed improbabile come è il Dr. Kien di Auto da f é. Nell'Altro processo è la vita stessa, fissata in un epistolario pieno di grida e sospiri, a esemplificare quel tema tanto bruciante. E. sulla stessa linea andrebbe posta l'appassionata ricostruzione, che Canetti ci ha dato, di un altro rapporto personale complicato come l'epoca e l'ambiente che rispecchia: quello di[...]

[...]babile come è il Dr. Kien di Auto da f é. Nell'Altro processo è la vita stessa, fissata in un epistolario pieno di grida e sospiri, a esemplificare quel tema tanto bruciante. E. sulla stessa linea andrebbe posta l'appassionata ricostruzione, che Canetti ci ha dato, di un altro rapporto personale complicato come l'epoca e l'ambiente che rispecchia: quello di Karl Kraus e Sidonie Nádhermy von Borutin.
Farsi poetico cronista degli amori segreti di Kafka e Kraus; scrutare nei piú complicati ghirigori interiori il segno che svela autenticamente un'epoca, è questa forse la passione piú azzardata e fruttuosa di Elias Canetti.
La provincia dell'uomo dà un'idea di quanto lo scrittore stesso sia consapevole del difficile equilibrio in cui ambisce tenere il proprio lavoro, sempre in bilico tra evocazione e giudizio. Il libro è infatti composto da spunti di pensiero appena abbozzati, da tesi esposte per il solo fatto che si sono presentate alla mente, da verità contraddittorie lasciate liberamente cozzare tra loro; e tutto ciò inframmezzato da amari[...]



da Nicola Chiaromonte, Inchiesta sull'arte e il comunismo. Arte e comunismo in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1953 - 3 - 1 - numero 1

Brano: [...]niamo, l'arte estetizzante, sensuale, o formalistica. Naturalmente, è vero il contrario. Negare, in senso autentico, non significa inveire; negare significa vivere la negazione e patirla; soffrire la nausea e l'orrore del reale; cercare, nel mondo così com'è, un senso e non trovarlo; sentirsi prigioniero ¿lell'incubo e del grottesco, vittima. di una libertà intollerabile, ossesso: solo. Insomma, i mostri di Goya sono veri mostri, e l'universo di Kafka una spaventosa assenza; ma l'inferno dei Padri Gesuiti, per paura che faccia ai ragazzi, rimane profondamente scemo.
Se poi si parla di «realismo» nel senso in cui è lecito dire che Omero, Velazquez e Tolstoi sono dei grandi realisti, allora siamo lontanissimi da ogni passione negatrice o polemica, in una: zona che è forse la zona suprema dell'arte: quella dell'armonia spontanea fra gli oggetti del mondo e la pienezza del significato.
INCHIESTA SULE ARTE E IL COMUNISMO
Comunque la si giri e rigiri, la questione dell'arte e del comunismo appare senza oggetto. Ciò, tuttavia, non vuol dire ch[...]



da Claudio Magris, Saggi e studi. Quando è il presente? Rilke di fronte alle parole in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - novembre - 30 - numero 6

Brano: [...]ono » ossia la vita. La sua febbrile ed assillante attività epistolare gli serve non già a congiungersi con gli altri, ma a tenerli lontani; è anch'essa una muraglia cinese ossessiva e fatale, le cui pietre murarie sono le parole, anonime e interscambiabili come le impersonali intestazioni: « Liebe, gnädigste Frau, lieber, guter Freund;
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CLAUDIO MAGRIS

Verehrte Freundin; Meine teuere Fürstin; Liebe Baronesse ». Dietro le lettere di Kafka a Milena c'è, inconfondibile, il volto di Milena; dietro le lettere di Rilke non c'è nessuno, c'è il volto, sostituibile a piacere, di tutti e di nessuno — di quell'opaco nessuno cui si riduce, nel nostro mondo, la falsa universalità dei « tutti ». Soltanto Lou AndreasSalomé, nota Alberto Destro, ha la forza di irrompere in questa trincea, di lasciar intravvedere un viso, di essere una persona.
Le parole stanno fra Rilke e la vita, come le casse di libri lungo la Senna, posate — egli scrive a Hermann Pongs — « sull'orlo della vita ». Rilke è un mistico, ma nel senso inteso da Wittgenstein, p[...]



da Franco Fortini, Che cosa è stato il Politecnico in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1953 - 3 - 1 - numero 1

Brano: [...]tutti e di salvezza individuale, di storia e antistoria; un conflitto che ai giorni nostri continua ad essere volgarizzato a favore di scelte sentimentali e, in verità, ipocritamente interessate 1:
Tu parli di due vie, Carlo Bo, una che è dentro a noi e una che è fuori di noi. Io non voglio neanche dire che la via è una sola. Ma tu dici che
1 Nei numeri della rivista [e precisamente negli scritti « Leggere i classici? a (n. 3132), Capoversi su Kafka (n. 37), Azione e espressione (n. 35), Diario di un giovane borghese (n. 39), Rivoluzione e conversione (n. 39)1 ci fu, da parte mia, un tentativo di riprendere, con accento diversa, quei motivi.
186 FRANCO FORTINI
la più lunga è la via fuori di noi e la più breve quella dentro di noi. Io invece dico che é il contrario: che più breve é la via di fuori. È la via più umile, Carlo Bo, la più umana e terrena: per questo più breve. E quando tu indichi l'altra, da seguire, sei anche tu uno orgoglioso com'è Mila ed ogni idealista: mostri lo stesso orgoglio loro. Che cosa credi? Di potere mai compi[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Kafka, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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