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Il segmento testuale Balzac è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 162Analitici , di cui in selezione 6 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Georg Lukacs, Inchiesta sull'arte e il comunismo. Introduzione agli scritti di estetica di Marx ed Engels in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1953 - 3 - 1 - numero 1

Brano: [...]re della necessità di questa forma, affinché egli passa adottare l'atteggiamento indispensabile a una corretta lettura e comprensione degli studi stessi. Occorre sapere innanzitutto che Marx ed Engels non hanno mai scritto un libro o uno studio organico su questioni letterarie nel vero senso della parola. Marx ha bensì sempre sognato, all'epoca della sua maturità, di poter esporre in un ampio studio le sue idee sullo scrittore da lui prediletto, Balzac. Ma questo progetto restò, al pari di tanti altri, soltanto un sogno. Il grande pensatore fu talmente assorbito, fino al giorno della sua morte, dalla sua opera economica fondamentale, che né questo progetto né quello di un libro su Hegel poterono essere attuati.
Perciò questo libro comprende in parte delle lettere e degli appunti desunti da colloqui e in parte singoli passi, estratti da libri di diverso contenuto, in cui Marx ed Engels hanno toccato le questioni principali della letteratura. Così stando le cose, é ovvio che la scelta e il raggruppamento di tali passi non risalgano agli auto[...]

[...]eguendo, istintivamente o più o meno consapevolmente, la teoria del rispecchiamento, e che i loro sforzi di render chiari a se stessi i principi della creazione artistica sono stati orientati in questo senso. La meta di pressoché tutti i grandi scrittori fu la riproduzione artistica della realtà; la fedeltà alla realtà, l'appassionato sforzo di restituirla nella sua totalità e integrità, denotarono per ogni grande scrittore (Shakespeare, Goethe, Balzac, Tolstoi) il .vero criterio della grandezza letteraria.




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Che l'estetica marxista affronti questa questione fondamentale senza rivendicare un'innovazione radicale risulta sorprendente per coloro i quali, senza alcun motivo serio e senza vera conoscenza di causa, accoppiano l'ideologia del proletariato a qualche cosa di assolutamente nuovo, a un « avanguardismo» artistico, e credono che l'emancipazione del proletariato comporti nel campo della letteratura una completa rinuncia al passato. I classici e 1) fondatori[...]

[...]ano eterno e quello storicamente determinato, l'individualità e l'universalità sociale. Perciò nella creazione
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di tipi, nella presentazione di caratteri e di situazioni tipiche, le più importanti tendenze dell'evoluzione sociale ricevono un'adeguata espressione artistica.
A queste osservazioni d'indole generale dobbiamo farne seguire un'altra. Marx ed Engels scorgevano in Shakespeare e Balzac (di fronte, diciamo, a Schiller da una parte e a Zola dall'altra) quella tendenza realistica che meglio corrispondeva alla loro estetica. La scelta di questi grandi scrittori indica di per sé che la concezione marxista del realismo non ha nulla a divedere con la copia fotografica della vita quotidiana. L'estetica marxista auspica soltanto che l'essenza individuata dallo scrittore non venga rappresentata astrattamente, bensì come essenza insita in modo organico nella fervida vita dei fenomeni, dalla cui esistenza individuale essa scaturisce. Ma non é affatto necessario, a nostro parere, che il[...]

[...]alla cui esistenza individuale essa scaturisce. Ma non é affatto necessario, a nostro parere, che il fe nomeno reso sensibile dall'arte sia attinto dalla vita quotidiana, e nemmeno dalla vita reale in generale. Cioè a dire: anche il più sfrenato gioco della fantasia poetica, la più fantasiosa raffigurazione dei fenomeni, sono pienamente conciliabili con la concezione marxista del realismo. Non é un caso che proprio alcune novelle fantastiche di Balzac e di E. Th. Hoffmann si annoverino tra quelle creazioni' artistiche che Marx apprezzava in modo particolare.
Naturalmente c'é fantasia e fantasia, fantastico e fantastico. Per cercare un criterio di distinzione dobbiamo ritornare alla tesi fondamentale della dialettica materialistica: il rispecchiamento della realtà.
L'estetica materialista, che nega il carattere realistico di un mondo delineato con particolari naturalistici quando non vi appaiano le forze motrici essenziali, ritiene naturalissimo che le novelle fantastiche di Hoffmann e Balzac rappresentino delle vette della letteratura re[...]

[...]particolare.
Naturalmente c'é fantasia e fantasia, fantastico e fantastico. Per cercare un criterio di distinzione dobbiamo ritornare alla tesi fondamentale della dialettica materialistica: il rispecchiamento della realtà.
L'estetica materialista, che nega il carattere realistico di un mondo delineato con particolari naturalistici quando non vi appaiano le forze motrici essenziali, ritiene naturalissimo che le novelle fantastiche di Hoffmann e Balzac rappresentino delle vette della letteratura realistica perché in esse, proprio in grazia del / l'esposizione fantastica, questi elementi essenziali sono messi in J' risalto. La concezione marxista del realismo afferma che l'arte deve rendere sensibile l'essenza. Non a caso é proprio il concetto del tipo a mettere così chiaramente in risalto questa peculiarità dell'estetica marxista. Da una parte il tipo permette una soluzione
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della dialettica tra essenza e fenomeno propria dell'arte e inesir stente in ogni altro campo, e dall'altra esso rimanda al conte[...]

[...]lla loro prassi artistica: essi si davano l'appellativo di storiografi della vita borghese, della vita privata. Ma Marx approfondisce ulteriormente il rapporto della grande arte realista con la realtà storica e apprezza i risultati, ottenuti dai grandi realisti maggiormente di quanta essi stessi non facessero. In un colloquio con suo genero, l'eminente scrittore socialista fran cese Paul Lafargue, Marx così si esprime riguardo a tale funzione di Balzac: «Balzac non fu soltanto lo storiografo della società del suo tempo, ma anche il profetico creatore di figure che sotto Luigi Filippo si trovavano ancora allo stato embrionale ed ebbero a svilupparsi completamente solo dopo la sua morte, sotto Napoleone III».
Tutte queste istanze rivelano la risoluta e radicale oggettività dell'estetica marxista. Secondo tale concezione il tratto dominante dei grandi realisti é dunque il tentativo appassionato e senza riserve di abbracciare e di rendere la realtà così come essa é oggettivamente nella sua essenza. Circolano a questo proposito numerosi equivoci sull'es[...]

[...]a avere una concezione progressista del mon do in filosofia, sociologia e politica; sembra che — per formulare nettamente questa contraddizione apparente — ogni grande scrittore debba essere orientato politicamente e socialmente a sinistra. Eppure non pochi grandi realisti che si incontrano nella storia della letteratura, proprio gli autori prediletti di Marx ed Engels, sono una prova del contrario. Né Shakespeare, né Goethe, né Walter Scott, né Balzac ebbero una posizione politica di sinistra.
Marx ed Engels non solo non evitarono tale questione, ma anzi la sottoposero a una profonda analisi. In una famosa lettera a Margaret Harkness, Engels si diffonde sul problema costituito dal fatto che Balzac, in quanta uomo politico di sentimenti realisti e legittimisti, era un grande ammiratore dell'aristocrazia decadente, mentre nelle sue opere si esprime in ultima istanza proprio la concezione opposta a questa: cc Certo, Balzac era legittimista in politica; l'intera sua opera é un'elegia sull'inevitabile decadenza della buona società; tutte le sue simpatie vanno alla classe condannata alla rovina. Ma nonostante tutto ciò la sua satira non é mai più aspra né la sua ironia più amara di quando egli mette
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in moto proprio quegli uomini e quelle donne con cui profondamente simpatizza: gli aristocratici. Mentre al contrario egli rappresenta i suoi avversari politici, i rivoltosi repubblicani, come gli unici veri eroi del tempo ». Le conseguenze ultime di tale cont[...]

[...]atira non é mai più aspra né la sua ironia più amara di quando egli mette
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in moto proprio quegli uomini e quelle donne con cui profondamente simpatizza: gli aristocratici. Mentre al contrario egli rappresenta i suoi avversari politici, i rivoltosi repubblicani, come gli unici veri eroi del tempo ». Le conseguenze ultime di tale contraddizione sono così riassunte da Engels: «Il fatto che Balzac sia stato costretto ad agire contro le sue proprie simpatie di classe e contro i propri pregiudizi politici; che egli abbia visto l'inevitabilità della fine dei suoi cari aristocratici e abbia rappresentati come uomini che non meritavano un destino migliore; che egli abbia vista i veri uomini dell'avvenire là dove soltanto si potevano trovare in quel tempo, — questo io lo considero come uno dei più grandi trionfi del realismo e come una delle massime qualità del vecchio Balzac ».
E forse accaduto un miracolo: la rivelazione di una miste riosa genialità artistfra ;non_ misurabile con concetti[...]

[...]ire contro le sue proprie simpatie di classe e contro i propri pregiudizi politici; che egli abbia visto l'inevitabilità della fine dei suoi cari aristocratici e abbia rappresentati come uomini che non meritavano un destino migliore; che egli abbia vista i veri uomini dell'avvenire là dove soltanto si potevano trovare in quel tempo, — questo io lo considero come uno dei più grandi trionfi del realismo e come una delle massime qualità del vecchio Balzac ».
E forse accaduto un miracolo: la rivelazione di una miste riosa genialità artistfra ;non_ misurabile con concetti, « irrazionale », che ha infranto la prigione delle concezioni politiche che la coartavano? No. Quel che è qui dimostrato dall'analisi di Engels è sostanzialmente un fatto semplice e chiaro, il cui vero significato è stato per?) per la prima volta scoperto e analizzato da lui e da Marx. Si tratta qui innanzitutto dell'onestà estetica, incorruttibile e spoglia di ogni vanità, degli scrittori e degli artisti vera mente grandi. Per costoro la realtà così come essa è, così come Si[...]

[...]o viene a contraddire le concezioni illusorie per amor delle quali esso si era formato nella fantasia dello scrittore, questi lascia che il personaggio in questione si evolva liberamente fino alle conseguenze estreme, senza minimamente curarsi che i suoi più profondi convincimenti svaniscano così in fumo, perché sono in contraddizione con la vera e profonda dialettica della realtà. Tale è l'onesta che possiamo constatare e studiare in Cervantes, Balzac, Tolstoi.
Tuttavia questa onestà ha anche un suo contenuto concreto. Basta confrontare, per accorgersene, il legittimismo di Balzac con quello di uno scrittore come Bourget, per esempio. Bourget muo
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ve veramente guerra al progresso e vuole sottoporre la Francia repubblicana al giogo della vecchia reazione. Egli utilizza le contraddizioni e il carattere problematico della vita moderna per esaltare come rimedio delle ideologie da tempo invecchiate. Invece il vero contenuto del legittimismo balzacchiano é la difesa dell'integrità dell'uomo in mezzo a quella grande ascesa capitalistica che prese inizio in Francia all'epoca della Restaurazione. Balzac non scorge soltanto la forza irresistibile di questo processo, ma anche che tale irresistibilità deriva proprio dai momenti progressivi in esso contenuti. Egli avverte che questa evoluzione, ad anta dei suoi tratti deformati e deformanti, rappresenta nello sviluppo dell'umanità uno stadio più elevato di quello feudale o semifeudale che essa va decomponendo in forme talvolta orrende. Ma Balzac si accorge al contempo anche del fatto che questo processo porta con sé uno smembramento, una deformazione dell'essere umano che egli detesta in name e a salvaguardia dell'integrità dell'uomo. Da tale contraddizione, insolubile per Balzac in quanta pensatore, proviene la sua concezione sociale e politica del mondo. In quanto tuttavia egli studia e rappresenta il mondo coi mezzi della vera oggettività realistica, non solo perviene a riflettere esattamente nei suoi personaggi la vera essenza del processa, ma scava in profonditi anche in se stesso e attinge le vere radici del suo amore e del suo odio. Il Balzac pensatore é uscito dall'ambiente di Bonald e di De Maistre; il Balzac creatore vede meglio, di più e più profondamente dei pensatori politici di destra. Attraverso i loro rapporti con l'integrità dell'uomo egli penetra le contraddizioni dell'ordinamento economico capitalistico, la problematica della civiltà capitalista; l'immagine del mondo proprio del Balzac creatore si avvicina straordinariamente al quadro satirico della società capitalista in formazione disegnato dal suo grande contemporaneo Fourier.
Il trionfo del realismo significa, in questa versione che ne dà il marxismo, una completa rottura con quella concezione volgare della letteratura e dell'arte che deriva meccanicamente il valore dell'opera letteraria dalle concezioni politiche dello scrittore, dalla cosiddetta psicologia di classe. Il metodo marxista qui indicato é
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adattissimo a spiegare i fenomeni letterari piú comples[...]

[...]alsiasi ten denza progressiva dell'evoluzione umana. Così come dal punto di vista marxista é inammissibile elevare sul piedestallo dei classici degli scrittori cattivi o mediocri in grazia delle loro convinzioni politiche, altrettanto inammissibile sarebbe il voler riabilitare in base a questa formulazione engelsiana degli scrittori piú o meno compiuti artisticamente ma reazionari del tutto o in parte.
Non a caso abbiamo parlato, a proposito di Balzac, della salvaguardia dell'integrità umana. Nella maggior parte dei grandi realisti é questa che dà l'impulso a raffigurare il mondo reale, benché con caratteri ed accenti assai diversi a seconda del periodo e dell'individuo. Grandezza artistica, realismo autentico e umanismo sono indissolubilmenté uniti. E il principio unificatore é proprio quello prima rilevato; la preoccupazione dell'integrità dell'uomo. Questa umanesimo conta tra i principi fondamentali più importanti dell'estetica marxista. Ripetiamo ancora una volta che Marx ed Engels non furono i primi a situare il principio umanistico a[...]



da Pietro Citati, Ideologia e verità in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1960 - 1 - 1 - numero 42

Brano: [...]is, n'y ayant aucun homme, excepté moi, qui n'exerce la marchandise, chacun y est tellement attentif à son profit, que j'y pourrais demeurer toute ma vie sans être jamais vu de personne. Je vais me promener tous les jours parmi la confusion d'un grand peuple, avec autant de liberté et de repos que vous sauriez faire dans vos allées... Le bruit même de leur tracas n'interrompt pas plus mes rêveries que celui de quelque ruisseau... »
Descartes a Balzac, Amsterdam, 5 maggio 1631
O vous tous, oubliez une croyance sombre. Le splendide génie éternel n'a pas d'ombre. Moi, de votre désir soucieux, je veux voir,
Survivre pour l'honneur du tranquille désastre
Une agitation solemnelle par l'air
De paroles, pourpre ivre et grand calice clair...
MALLARMÉ, Toast funèbre
Ci sembra, ogni tanto, che il grande meccanismo della storia proceda a vuoto, con improvvisi e insensati sobbalzi. Invece di svolgersi secondo un ritmo sicuro e spontaneo, fedeli alla lenta progressione dei loro sviluppi, gli avvenimenti si susseguono senza ragione, come fossero i[...]

[...]mancanza di rapporti. Le cose restano cose: pure funzioni, che a poco a poco si sono svuotate di ogni energia e di ogni significato personale. Libero da qualsiasi definizione o vincolo oggettivo, l'uomo moderno é finalmente diventato colui che non possiede.
Quando si trovavano di fronte a sentimenti ed istinti che i tc classici » mantenevano separati — i nervi, il sesso, la bile, la cupidigia, l'amore, l'orgoglio, l'isterica esibizione di sé —, Balzac o Dostojevskij spezzavano qualsiasi barriera divisoria, aggrovigliando ed impastando in un unico ed enorme intrico tutte le emozioni, affondando sino al collo in una materia così stupendamente infetta. Lo scrittore e il lettore di oggi, come l'uomo che ogni giorno incontriamo per la strada, sono stati tutti — anche senza saperlo — educati a questa scuola. Ma siamo così abituati, ormai, a vivere in un mondo mescolato, confuso ed impuro: siamo talmente allenati a considerare insieme fisiologia e psicologia, che codesto mostruoso groviglio di pensieri, sensazioni e sentimenti, dal quale i nostri[...]

[...]cipare le ovvie conclusioni della nostra ipotetica inchiesta. La figura umana ha ristretto e concentrato i propri confini, perdendo molti dei suoi contenuti tradizionali. Ha, soprattutto, perduto in realtà.
Supponiamo per un momento che il nostro fantoccio umano sia davvero il rappresentante simbolico dei tempi moderni. E una ipotesi come un'altra. Immaginiamolo a confronto con i personaggi e le figure storiche che può incontrare nei romanzi di Balzac, di Dostojevskij, di Dickens, di Flaubert, o nelle memorie di Retz e di SaintSimon. Ne avrà senza dubbio un'impressione di vitalità quasi intollerabile, come se quella gente avesse badato in primo luogo ad una autoesibizione istrionica e cafonesca. Quei volti pletorici, sanguigni, quelle ambizioni sfrenate, cupe ed abbiette, quei sentimenti falsamente sublimi lo immergeranno in una atmosfera di incubo. Sarà certo la sua diminuita e impoverita umanità a non tollerare quelle eroiche dismisure. Ma sul nostro immaginario uomo moderno non vorrei incrudelire. Come non accorgersi, alla fine, quanto [...]

[...]do ad una esperienza che si raccoglie, via via, attorno al proprio nucleo. Sembra che la stessa vita si sia assunta il compito a cui un tempo adempivano gli scrittori: lascia cadere tutti i sentimenti secondari, abolisce il corpo, le circostanze, i tempi, esige l'essenziale, illumina soltanto il nascosto centro del cuore. Ma la psicologia non ha bisogno, per svilupparsi e fiorire, di un campo vastissimo e contraddittorio di esperienze. Prima che Balzac affondasse la propria sonda a tutti i livelli della persona, e Dostojevskij raffigurasse gli sconvolgimenti dell'isterismo e della dispersione nervosa, i grandi poeti ed interpreti dell'animo umano sapevano concentrare il fuoco della propria attenzione su di un solo punto, trascurando ogni possibile e curiosa deviazione, ma illuminando di una luce spietata quell'unico centro sentimentale.
L'uomo moderno probabilmente richiede, per essere rappresentato, una attitudine psicologica infinitamente più antica di quella che ci ha suggerito il secolo scorso. Invece di sottolineare gli estremi, invec[...]

[...]assioni di Fedra e di Berenice continuano a vivere, ancora oggi, persino nei cuori che sembrerebbero più grigi ed avviliti fra i detriti della realtà quotidiana. Forse l'abitante delle moderne villette di periferia : il fantoccio simbolico che abbiamo sin troppo evocato e dal quale finalmente ci congediamo, colui che non possiede né cose né corpo, ma soltanto il proprio cuore, sarebbe veramente dispiaciuto assai meno a Virgilio e a Racine, che a Balzac e a Dostojevskij.
Non vorrei indulgere a dei dubbii giochi di prestigio, tirando fuori di nascosto, sotto il logoro e banale mantello dell'« uomo moderno », i nobili fantasmi di Virgilio e di Racine. E tantomeno vorrei ripetere una nuova e noiosa professione di classicismo. Sarebbe del resto una inutile resurrezione, perché il classicismo moderno — se questa parola ha ancora un significato — esiste già ed è ben vivo, sotto le insegne di Flaubert e di Cechov. Non é davvero il caso di riscoprire la « attualità » della Education sentimentale o de Il duello. O di ricordare che non esiste, nella [...]



da Carlo Salinari, Marxismo e critica letteraria in un libro di Lukàcs in KBD-Periodici: Rinascita - Mensile ('44/'62) 1953 - numero 11 - novembre

Brano: [...]pertura sull'estetica marxista riflette le discussioni che seguirono la istaurazione in Ungheria della democrazia popolare. E' forse da questa occasione polemica che i saggi ritraggono la loro vivacità, il loro carattere così piacevolmente antiaccademico e antisistematico (anche se qua e là fa capolino un tono un po' professorale), la ricchezza di motivi, di spunti, di analisi critiche particolari, di esempi tratti da questo o quello scrittore : Balzac e Flaubert, Tolstoi e Gorki, Shakespeare e Ibsen e Dickens e Schiller e Zola fino a Dos Passos. E' forse da quell'occasione polemica che i saggi ritraggono — d'altra parte — tutto ciò che di provvisorio, d'impreciso, di schematico un lettore attento può ritrovarvi.
Il titolo del libro è allettante : Il marxismo e la critica letteraria. Da noi, in Italia, si è discusso spesso di questo problema e non sempre in modo chiaro e con risultati soddisfacenti. Possiamo anzi dire che una critica letteraria marxista in Italia ancora non esista, che abbiamo avuto alcuni tentativi un po' goffi e schemati[...]

[...]gli interessi, l'acutezza dei giudizi che non a torto può essere considerato il libro di critica letteraria più vivo che sia uscito in Italia in questo dopoguerra.
Alla base delle impostazioni e dei giudizi di Lukàcs vi sono due elementi fondamentali. In primo luogo la concezione dell'arte come conoscenza della realtà, propria del marxismo, e in secondo luogo l'esperienza di gusto, del grande realismo europeo dell'800, soprattutto di Goethe, di Balzac e di Tolstoi. Abbiamo detto la concezione dell'arte come conoscenza della realtà, propria del marxismo : e volevamo con questo appunto distinguerla da altre concezioni dell'arte come conoscenza. Anche per l'idealismo .l'arte è una delle forme del conoscere: ma è un conoscere che crea esso stesso l'oggetto della sua conoscenza. L'oggetto della conoscenza è il riflesso della attività conoscitiva del soggetto: Per dirla con Lenin, si va dal pensiero all'esistenza, dalla, sensazione alla materia mentre il marxismo, il materialismo dialettico, .va dall'esistenza al pensiero, dalla materia alla sen[...]

[...]prattutto il pericolo di cadere in una esposizione astratta e dottrinaria. E' questo, mi pare, il difetto principale della parte teorica del volume : è per questo che — in quel campo — malgrado la loro frammentarietà mi sembrano ancora molto più utili e validi per noi gli appunti di Antonio Gramsci.
L'altro elemento fondamentale della critica letteraria di Lukàcs è, come abbiamo detto, l'esperienza di gusto dei grandi realisti europei : Goethe, Balzac e Tolstoi sopra tutti. Dall'alto della sua estetica materialistica e di questa poetica 'realistica egli guarda lo sviluppo della storia letteraria europea nell'ultimo secolo, nel periodo cosiddetto della decadenza. Il quale si configura nella sua mente come l'intrecciarsi di due correnti che divergono entrambe, per ragioni diverse, dalla grande premessa realistica: il naturalismo da uua parte, la riproduzione fotograficamente esatta della realtà (come in Zola e nella sua scuola) ; e lo psicologismo, dall'altra, il dissolvimento dell'uomo in processi puramente psichici. Nella polemica contro i[...]

[...]ealismo. E la classe operaia, la sua funzione, la trasformazione che essa ha provocato con la sua presenza combattiva in ogni nazione e eon la costruzione del primo Stato socialista nel mondo intiero appaiono poco nelle argomentazioni di Lukàcs o appaiono sotto forma di nozioni ancora una volta dottrinarie e libresche. E infine, il richiamo alla grande stagione del realismo per la Germania significa Goethe, per, la Russia Tolstoi, per la Francia Balzac. Cosa può significare per noi? Il richiamo al Manzoni? In Italia non c'è stata la riforma, non c'è stata — o c'è stata in misura straordinariamente limitata — la grande esperienza illuministica, razionalistica e materialistica del secolo XVIII, non c'è stata una impetuosa e radicale rivoluzione democraticoborghese : il nostro realismo ottocentesco è realismo di moderati, di cattolici, di timidi liberali. Persino Leopardi nelle loro mani è diventato il poeta dell'idillio. La nuova letteratura realistica italiana deve cercare altrove
i suo modelli : soprattutto credo nella nuova situazione ita[...]



da Alberto Moravia, Inchiesta sull'arte e il comunismo. Il comunismo al potere e i problemi dell'arte in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1953 - 3 - 1 - numero 1

Brano: [...]L'ARTE 17
Vediamo cosa avvenne con la rivoluzione francese. In un primo momento, prima della rivoluzione, l'arte é imbevuta di principi illuministici : la borghesia non é ancora al potere e attraverso l'arte esercita una critica mordente e corrosiva contro l'Ancien Regime. Dopo la rivoluzione, la borghesia abbandona l'illuminismo ormai inutile e descrive se stessa come umanità e realtà universale. Nel primo momento abbiamo Voltaire, nel secondo Balzac. Ma per far questo la borghesia deve anche abbandonare le posizioni dittatoriali dell'illuminismo e disfarsi del Terrore, di Robespierre e anche di Napoleone. Naturalmente la rivoluzione russa é cosa assai diversa dalla rivoluzione francese; e il decorso da noi descritto, nel caso della rivoluzione russa, viene modificato da un fatto nuovo: il persistente carattere religioso assunto dall'ideologia marxista in Russia e nel mondo intero.
* * *
L'arte, ogni volta che viene a contatto con un'ortodossia, abbandona la critica di fondo della società e si limita alla natura, ossia a quanto nell'uom[...]

[...] di stato; ossia diventi una faccenda di burocrazia, di regolamenti, di infrazioni, di conformità, di controlli
e di autorità. Il che non può non portare ad una grave limitazione appunto, di quell'autonomia, per quanta relativa, che abbiamo già dichiarato indispensabile all'arte.
Non illudetevi che le cose siano cambiate: l'uomo preistorico che fermava sulle pareti della caverna gli atteggiamenti dei bisonti in fuga non era gran che diverso da Balzac che descrive in un suo romanzo il contegno degli agenti di borsa in un giorno di mercato. Ed é pur vero che l'uomo preistorico viveva di caccia e i personaggi di Balzac del gioco al rialzo e al ribasso. Ma quello che in ambedue i casi interessa l'artista non è il perché, bensì il come. Il movimento della vita non le cause di quel movimento.
Quanta filosofia, quanto pensiero per arrivare a dire ciò che nell'antichità si sarebbe data in poche parole: vogliamo un'arte che sia utile allo stato, alla società. Ciò che distingue il mondo moderno da quello antico é la sua incapacità di cinismo. Il mondo antico era vicino alla natura e la natura é cinica, diretta e ingenua. Il mondo mo demo invece é lontano dalla natura, intellettualistico, indiretto, scaltro.
Zdan[...]



da (9 Domande sul romanzo) Sergio Solmi in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1959 - 5 - 1 - numero 38

Brano: [...] irrealismo — anche se per avventura intriso di elementi brutalmente realistici —, e sono perciò
9 DOMANDE SUL ROMANZO 55
destinati ad operare una chiusura, anziché un'apertura, verso la vita, come è invece compito dell'espressione letteraria).
Se si pensa alla totale ostruzione dei canali verso il romanzo popolare tradizionale, propria della narrativa moderna (quei canali che mantenevano invece aperti grandi scrittori del secolo scorso, come Balzac, Hugo, la Sand, Manzoni, Dostoiewskj); se si pensa al completo tramonto dell'epica popolare ottocentesca nei suoi esemplari più riconoscibilmente letterari, da Walter Scott a Dumas Padre a Sue fino a Emile Gaboriau, e della fusione che essa operava di rappresentazione storicosociale, psicologia e mito collettivo; se si pensa alla conseguente clausura e « aristocraticizzazione » del romanzo (parallela, del resto, a quella della poesia, della musica e delle arti figurative), si avrà un aspetto di « crisi » su di un piano generale, del resto in atto da molto tempo.
2) Il romanzo cc saggistico »[...]

[...] romanzo picaresco spagnolo (ad esempio, nel Guzmán de Alfarache, le ampie digressioni sugli statuti dei mendicanti, o sulla vita dei forzati sulle galere), o alla ricchezza dell'osservazione psicologica generale in quello francese del '6 e del '700, o alla divagazione morale e precettistica in quello inglese del '700. Si pensi alla descrizione della peste nei Promessi sposi, o alle grandi parentesi storiche, sociali e filosofiche nei romanzi di Balzac o di Hugo; o, infine, alla sistematica inserzione di « saggi » fantasticoeruditoumoreschi in Moby Dick.
Bisogna giungere alle teorie del naturalismo, con la correlativa imposizione, per il romanziere, di un atteggiamento di spettatore indifferente, e il tentativo di infondere alla narrazione l'oggettività anonima della tranche de vie, per trovare bandito programmaticamente dal romanzo l'elemento morale, riflessivo, documentario, in una parola « saggistico ». Laddove nel romanzo classico il narratore non rinunciava, normalmente, ad assumere un
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SERGIO SOLMI
proprio punto di vista, a fo[...]



da [Gli interventi] Galvano della Volpe in Studi gramsciani

Brano: [...]pura », nella tentazione di un contenutismo sociologico pur raffinato — che si annuncia ila possibilità di una nuova (integrale) critica letteraria e artistica ie della relativa implicita Estetica materialistica. Capacità notevole, che non si riscontra in nessuno quasi dei teorici e critici letterari materialisti posteriori a Marx e a Engels, da Piekhanov a Lukàcs (di questuiamo in quanto critico letterario basti ricordare la sopravalutazione di Balzac a discapito di Stendhal e di Flaubert). Senonché proprio da questa capacità di cogliere e dimostrare la pienezza conoscitiva della poesia (non solo fantasia, ma insieme intelletto! ) dipende, come da premessa necessaria, la possibilità di dimostrare la pienezza umana in genere della stessa, cioè la sua concretezza sociale e storicità: come potrebbe altrimenti riflettersi la storia con le sue distinzioni e con i suoi nessi infiniti nell’opera d’arte ridotta a quella pura « irriflessa » fantasia (Croce) che è indiscriminata e indiscriminante per definizione? Sappiamo già che il sedimento storic[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Balzac, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---Storia <---siano <---socialista <---Cosa <---Estetica <---Filosofia <---Poetica <---ideologia <---ideologico <---ideologie <---marxismo <---marxista <---psicologica <---realismo <---Ciò <---Così <---Dialettica <---Engels <---Logica <---Meccanica <--- <---Psicologia <---capitalismo <---comunismo <---comunista <---crociano <---formalismo <---ideologica <---naturalismo <---psicologia <---psicologico <---realisti <---romanticismo <---socialismo <---Basta <---Davanti <---Dickens <---Diritto <---Francia <---Ibsen <---Marx <---Paul Ernst <---Perché <---Pratica <---Robbe-Grillet <---Sistematica <---Sociologia <---Stilistica <---classicismo <---contenutismo <---cristiana <---decadentismo <---dell'Ottocento <---eclettismo <---flaubertiana <---idealismo <---ideologiche <---ideologici <---illuminismo <---italiani <---italiano <---lasciano <---leninista <---marxisti <---materialismo <---materialista <---oggettivismo <---psicologiche <---psicologici <---realista <---sociologia <---storicismo <---umanesimo <---Acque <---Adont <---Agli <---Alain Robbe <---Alfarache <---Altamira <---Amilcare Pizzi <---Amsterdam <---Anna Karenina di Tolátoi <---Antonio Gramsci <---Applicatele <---Aristotele nella Poetica <---Arrivare <---Azione cattolica <---Belgio <---Belli <---Bigiaretti <---Biologia <---Boileau <---Bonald <---Boris Godunof <---Bruno Henschel <---Buzzati <---C.E. <---Caratteri di La Bruyère <---Cavacante <---Cavalcante <---Cechov <---Certo <---Certo Vladimir Nabokov <---Cesare Brandi <---Cesare Cases <---Charlus <---Chiesa <---Cisoie <---Civiltà Cattolica <---Cominciò <---Compnque <---Comédie Humaine <---Condotta <---Congresso del Partito <---Copperfield <---Cresoini <---De Maistre <---De Sanctis <---Dei <---Der Mann <---Diex <---Dinamica <---Dogmatica <---Doktor Faustus <---Dostoieschi <---Dostoiewskj <---Dostojevskij <---Dublinars <---Eigenschaften <---Elle <---Elémire Zolla <---Emile Gaboriau <---Emile Henriot <---Engels a Paul <---Etudes <---Eugenio Sue <---Facundo <---Fenomenologia <---Fielding <---Filosofia francese <---Fisica <---Fisiologia <---Flaubert <---Fourier <---Francia Balzac <---Fratelli Karamazov <---Freud <---Froissart <---Frédéric Moreau <---Gian Pietro <---Giorgio Lukacs <---Già <---Gnoseologia <---Goethe <---Gonella <---Goriot <---Gramsci <---Guermantes <---Gustave Flaubert <---Guzmán <---Harkness <---Hegel <---Hoffmann <---Hofmannsthal <---Humaine <---Humbert Humbert <---Il Costume <---Il lavoro <---Il mostro <---Immaginiamolo <---Irònia <---Italo Calvino <---Itlna <---Jalousie <---James Joyce <---Kant <---Kruscev <---La Bruyère <---La Chiesa <---La Rochefoucauld <---La casa <---Lafargue <---Lanalisi <---Lasciar <---Lassalle <---Lifschitz <---Luigi Filippo <---Luigi XIV <---Lukàcs <---Lukàes <--- <---Ma Marx <---Maiakovski <---Mairx <---Malenkov <---Malienkov <---Mallarmé <---Marcel Proust <---Mastellone <---Merulana <---Mi pare <---Micawber <---Michel Butor <---Moby Dick <---Modification di Michel Butor <---Molta <---Momigliano <---Mondrian <---Muccl <---Musil <---Nanà <---Nanà di Zola <---Napoleone III <---Nell'Unione <---Nell'Unione Sovietica <---Non voglio <---O.G.C. <--- <---P.P. <---Palazzo Reale <---Pensiero filosofico <---Perchè <---Però <---Piekhanov <---Pietralata <---Pietro Vieusseux <---Pile <---Più <---Pochi <---Procuste <---Profeti <---Proust <---Psicanalisi <---R.A.I. <---Racine <---Retz <---Rinascimento <---Robespierre <---Roland Barthes <---Romantik <---Russia <---Russia Tolstoi <---Sarraute <---Schiller <---Scienze <---Scott a Dumas Padre <---Seghers <---Semantica <---Shakespeare <---Sickingen <---Statistica <---Stato <---Stendhal <---Storia contemporanea <---Storia universale <---Survivre <---T.V. <---Tenuto <---Tesarne <---Theodor W <---Tipografia Vincenzo <---Tolstoi <---Tolátoi <---Trossarelli <---U.R.S.S. <---Ungheria <---Unione Tipografico <---Valery Larbaud <---Van Gogh <---Vautrin <---Verlag Bruno <---Vincenzo Pollo <---Voglio <---Walter Scott <---Weltliteratur <---Wronskij <---Zdanov 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