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tipologia: Analitici; Id: 1472891


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Titolo La battaglia delle idee. p. t., [recensione a] Arturo Labriola, Dopo il fascismo, che fare?, Napoli, Fiorentino
Riferimento diretto ad opera
p.t. {Togliatti, Palmiro}+++   recensione+++   Arturo Labriola, Dopo il fascismo, che fare?, Napoli, Fiorentino {Dopo il fascismo, che fare? / Arturo Labriola}+++  
Responsabilità
p.t.+++
  • Togliatti, Palmiro ; Ercoli ; Correnti, Mario ; ente ; ente
  autore+++    
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Trascrizione Non markup - automatica:
La battaglia delle idee
ARTURO LABRIOLA, Dopo il fascismo, che fare? Napoli, Fiorentino.
Il libro, veramente, non dice che cosa bisogna fare dopo il fascismo, limitandosi l'autore ad esporre, alla fine delle sue
considerazioni, tre esigenze molto generali il cui riconosci-
mento sarebbe urgente se non si vuole precipitare nella bestialità. La prima sarebbe il ritorno a una sane' concezione
edonistica della vita ; la seconda una totale restaurazione del-
l'individuo ; la terza una- radicale semplificazione dello Stato. Forse si pub attribuire alla enunciazione di queste esigenze
un certo valore psicologico, come aspirazione del povero diavolo che ne ha visto di tutti i colori e vorrebbe ora poter tirare un sospiro di sollievo e che lo lasciassero in pace godersi la vita. Non è escluso che, sotto questo aspetto, le esigenze sopra menzionate corrispondano a uno stato d' animo diffuso. Scientificamente, esse non hanno consistenza alcuna. L' edonismo, come tale, è cosa socialmente assai difficile a definirsi. Vi è l' edonismo dei possidenti, e vi è quello di chi non ha nulla. La concezione della vita dei gerarchi fascisti era correntemente edonistica, e così pure quella dei pezzi grossi dell'industria, della finanza e della proprietà terriera, che insieme ai gerarchi fascisti possedevano il potere, ed era edonistica non ostante che tutti assieme proclamassero la dottrina dello Stato superiore a tutto e a tutti. Di restaurazione dell'individuo non so quale sia il movimento politico e sociale che non abbia parlato, a cominciare da quello fascista dei primi tempi. Quanto poi alla semplificazione dello Stato, è più facile metter per iscritto questa formula, che pensarne un possibile contenuto. Ritorno alla dottrina e alla pratica del liberismo antistatale e anarcoide? Ma su quale base economica e con quale prospettiva di sviluppo? L'evoluzione economica non si può fare a ritroso. Se non erro, in altro punto del suo libretto l' autore stesso riconosce che l' imperialismo (nèl significato economico corretto della parole) è figlio diretto del liberismo, per il motivo semplicissimo che la libera concorrenza non può non generare dal proprio seno il monopolio, fino a che avranno valore (e non possono non averlo) le leggi della economia capitalistica, compresa quella della caduta tendenziale del saggio del profitto, che non so chi pensava d' aver ridotto a un errore di calcolo compiuto dal povero Carlo Marx e nella quale si trova invece la spiegazione più profonda della evoluzione economica e politica della moderna società borghese.
Forse però è esagerato cercare un rigore scientifico in uno scritto di Arturo Labriola, così come,sarebbe esagerato cercare un grado qualunque di coerenza tra il suo pensiero di oggi e quello di ieri o dell'altro ieri. Partito dal marxismo, egli diventò presto e mi sembra voglia rimanere rappresentante tipico di quel dilettantismo sociologico irresponsabile, che per certo superficiale scintillio di erudizione e di avvicinamenti storici e psicologici pub alle volte sorprendere gli ignari, ma ,a cui manca ogni consistenza di argomentazione e ogni capacità di serie conclusioni.
Tutta la sue analisi del regime fascista nelle sue origini e nel suo contenuto palesa questa inconsistenza e incapacità. A voler essere severi, si potrebbe dire che essa non si stacca dagli schermi della cosiddetta ideologia del fascismo e'con-clude, quindi, a una critica che potrebbe benissimo esser quella di un'opposizione fascista-moderata. I c professori s di corporativismo affermavano che lo Stato fascista era superiore alle classi. Ar. L. dice c estraneo alle classi s, e giustifica questa qualifica con una- stravagante descrizione del c rivolgimento s che dette origine al fascismo come di qualcosa di cui nessuna classe e nessun gruppo sociale ebbe l'iniziativa, che non fu nè s rivoluzionario s nè s reazionario s e che finì per sottomettere a se tutte le classi, senza distinzione. Ma quali funzioni ebbero dunque nell'origine dello squadrismo le associazioni padronali agrarie, e chi finanziò e promosse la marcia en Roma e il colpo del 3 gennaio e tutto il resto, se noni gruppi dirigenti più reazionari della società italiana corn'era allora costituita ? E se lo fecero, è perchè questo corrispondeva a un loro c bisogno s concreto e manifesto, — al bisogno di schiacciare il movimento democratico e socialista che minacciava, insieme con i loro profitti, il loro poterc. Non vi è proprio nessun c imbroglio s da spiegare, all'infuori dell' imbroglio che Ar. L. si sforza di creare attorno a cose molte semplici. Forse pub servire a confonder le idee il fatto che noi giudichiamo di quegli avvenimenti oggi, dopo vent'anni, e soprattutto dopo il crollo della guerra. Pub sembrare strano che dei gruppi dirigenti capitalistici abbiano agito in modo che ha portato alla loro bancarotta come classe, alla perdita della loro autorità e del loro prestigio davanti alla
nazione. Questo prova però soltanto che questi gruppi reazionari estremi non sono più in grado di avere una funzione positiva nello sviluppo della vita nazionale, dalla cui direzione devono essere esclusi. Come si vede, da una impostazione scientificamente corretta del problema della natura del fascismo, discende assai logicamente anche il compito che deve essere risolto dopo la caduta del fascismo, e di cui hanno ormai coscienza le grandi masse popolari, gli intellettuali de' avanguardia e i partiti politici che non vogliono chiudere gli occhi alla realtà e non sono animati dal deliberato proposito di difendere gli interessi di caste reazionarie.
Una estrema confusione di idee regna anche, come ben si comprende, in quella parte del libro in cui si tratta dell'ordinamento che l'autore chiama c sovietico-comunista s. Non è nostra intenzione seguirlo nelle sue osservazioni, alcune di semplice buon senso, altre stravaganti. Vorremmo soltanto fare, per chiudere, una semplice proposta. Che si esprimano simpatie per il comunismo è cosa quasi di moda, oggi, e a noi non fa dispiacere che si confutino alcune delle più stupide calunnie che contro il comunismo vennero fatte circolare e circolano tuttora. La lotta contro la stupidità è sempre stata a beneficio del genere umano. A noi interessa però soprattutto che la nostra dottrina, la nostra storia e le realizzazioni socialiste vengano conosciute, e conosciute attraverso le fonti autei:tiche e i fatti come veramente sono accaduti e stanno svolgendosi, piuttosto che attraverso brillanti ma equivoci travisamenti. Vogliamo fare, insomma, un appello alla serietà scientifica e polemica. Come ci sdegna il professore di filosofia il quale crede di poter confutare la nostra dottrina asserendo che comunismo significa c uniformità di sentimenti, di concetti e di bisogni D, così troviamo ridicolo che si affermi, per esempio, che per Marx il comunismo era un c prodotto automatico (sic!) dell'accrescimento naturale (I) della ricchezza s, oppure che si dica avere Marx ed Engels consacrato ai problemi della società comunista i loro scritti giovanili (e ]a Guerra civile, e la Critica del programma ali Gotha ?). I libri di Marx e di Engels, di Lenin e di Stalin, non sono più proibiti. Speriamo di vederli circolare tra poco in traduzioni decenti. Leggete, studiate, imparate, e smettetela con le falsificazioni e con le improvvisazioni dilettantesche. Che se poi non volete farlo, cambiate mestiere. Nessuno vi obbliga a occuparvi di problemi sociali o di marxismo. Tanto più che se non date prova almeno di un minimo di serietà scientifica, è veramente arrivato il momento che nessuno più vi darà retta.
P• t.
 
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in: Catalogo KBD Periodici; Id: 30892+++
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Area unica
Testata/Serie/Edizione Rinascita | mensile ('44/'62) | ed. unica
Riferimento ISBD Rinascita : rassegna di politica e cultura italiana [rivista, 1944-1991]+++
Data pubblicazione Anno: 1944 Mese: 7
Numero 2
Titolo KBD-Periodici: Rinascita - Mensile ('44/'62) 1944 - numero 2 - luglio


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