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tipologia: Analitici; Id: 1472743


Area del titolo e responsabilità
Tipologia Periodico
Titolo Saverio Tutino, Un eccezionale esperimento umano e sociale. Come a Cuba si trapianta la «città» nel villaggio. Festa dinanzi alle telecamere a San Andres de Calguanabo, redenta dallo squallore dell'arretratezza - Fidel Castro pone lo «effetto urbano» al servizio della rivoluzione
Responsabilità
Tutino, Saverio+++
  autore+++    
Area della rappresentazione (voci citate di personaggi,luoghi,fonti,epoche e fatti storici,correnti di pensiero,extra)
Nome da authority file (CPF e personaggi)
Castro Ruz, Fidel Alejandro+++   Titolo:co-oggetto+++   
Alonso, Alicia+++   Corpo del testo:citato+++   
Fernandez, Joselito+++   Corpo del testo:citato+++   
Blanco, Juan <Havana, 29/6/1919-10/06/2008>+++   Corpo del testo:Autore di opera rappresentata+++   
Luoghi
San Andres de Caiguanabo [Cuba]+++
  • San Andres de Caiguanabo [Cuba]
  titolo:luogo dell'evento+++   
Pinar de Rio [Cuba]+++
  • Pinar de Rio [Cuba]
  Corpo del testo:citato+++   
Nomi epoche, fasi o fatti storici purché non esclusivamente narrativi
Rivoluzione cubana (liberazione dell'Avana del 2/1/1959 - ) - {Revolución Triunfante [1959-1963, periodizzazione cubana] ↑ Construcción del Socialismo [1964-1975, periodizzazione cubana]} - Politiche urbanistiche+++   Complemento:capitolo+++   
Area della trascrizione e della traduzione metatestuale
Trascrizioni
Trascrizione Non markup - manuale o riveduta:
Un eccezionale esperimento umano e sociale
Come a Cuba si trapianta la «città» nel villaggio
Festa dinanzi alle telecamere a San Àndres de Caiguanabo, redenta dallo squallore dell'arretratezza — Fidel Castro pone lo ««effetto urbano» al servizio della rivoluzione
Dal nostro corrispondente
L'AVANA, febbraio.
Fu un sabato sera. Fidel diede appuntamento a ministri e membri del Comitato Centrale a San Andres de Caiguanabo, un piccolo centro sulle alture al centro della provincia di Pinar del Rio. Un tempo qui vivevano dimenticati contadini poveri. Fino a un anno fa, neanche la rivoluzione aveva portato cambiamenti notevoli. Vi sono molte zone di Cuba ancora in questo stato: l'abbondanza non sorge da un giorno all'altro dalla scarsità. Ma San Andres aveva raggiunto, in quanto a scarsità, livelli problematici, anche dal punto di vista politico. Quel sabato sera, San Andres apparve completamente trasformato. In sei mesi, era diventato una piccola città e aveva allestito un grande spettacolo, dopo una giornata di competizioni sportive e di vacanza e festa. «Prendi un mogote di circa cinquanta metri di altezza — così un giornalista ha descritto la scena (il «mogote» è un montarazzo tipico della zona pinaregna) — con la vegetazione corrispondente: palme, eccetera: inseriscigli surrettiziamente 72 mila watts in lampadine e quattro nidi di altoparlanti per musica spaziale nascosti abilmente nello spessore del verde: aggiungi tre ripiani di legno dissimulati, invisibili, che emergono di sorpresa quando tutto si illumina: su di uno metti a ballare, lassù in alto, Alicia Alonso, sull'altro a cantare Joselito Fernandez e sul terzo un gruppo di ragazze contadine nella loro "danza del caffè" e puoi cominciare ad avere un'idea di quel che accadde quella sera a San Andres...».
Quello di San Andres non era altro che un primo «effetto urbano» creato artificialmente nella campagna cubana, a fini pedagogico-polilici. L'idea naturalmente è stata di Fidel Castro, che sta facendo ogni giorno le delizie dei moderni urbanisti, come dei più avanzati studiosi di tecnica del suolo e dei fertilizzanti. Il fine che si propone Fidel Castro è di capovolgere rapidamente il rapporto città-campagna. Abbiamo già visto quali contraddizioni e quali problemi possa provocare questo disegno. in una metropoli assurda come l'Avana. Trasferendo la città — o «l'effetto urbano», come dicono gli urbanisti — in campagna ci si propone immediatamente di ottenere il rinnovamento profondo anche della città — nel senso etimologico di civìs — cioè la società civile cubana. Ma descrivere il procedimento è più semplice che realizzarlo.
La cosa più difficile è convincere la gente. Chi non vede il futuro, con occhi di anticipatore. ha anche la mente offuscata dalle abitudini del presente. Fidel sa parlare. I suoi discorsi sono un modello di oratoria popolare efficace. Eppure a un certo punto anche il senso pedagogico della parola non basta più. I contadini sono gente restia alla fiducia. Sono sospettosi e quindi resistenti, per natura sociale, alla spinta psicologica che deve afferrare il rivoluzionario. Nemmeno i massacri, talvolta, li portano a una coscienza ferma. Prendiamo come esempio San Andres.
Le condizioni di vita dei cinquemila contadini del municipio erano molto cattive: essi disponevano di poca terra, la sfruttavano con una tecnica estremamente arretrata e immutabile e quindi la loro produzione restava povera. Piccoli proprietari resi sicuri, sulla loro terra, dalla rivoluzione, dopo che la guerra civile era passata su di loro lasciando trentadue cadaveri di massacrati dai batistiani, i contadini di San Andres erano rimasti tuttavia isolati, privi di vie di comunicazione e di trasporti. A San Andres non esisteva nessun centro di lavoro statale dove potessero trovare lavoro e così, dopo ogni raccolto del tabacco, restavano inoperanti. TI partito era debole, i dirigenti incapaci di trasmettere orientamenti adeguati. Alla fine del 1965, Fidel Castro ebbe l'idea di dare un esempio tangìbile ai contadini e a tutti i cubani di quello che dovrà essere in futuro il nuovo centro abitato tìpico della società cubana orientata verso la costruzione del comunismo. L'idea era di costruire artificialmente, così come gli architetti costruiscono modelli in miniatura di case e di città, un vero e proprio centro modello di «effetto urbano» del futuro, con le sue relazioni di produzione e le sue caratteristiche culturali nuove. Per questo esperimento fu scelto appunto San Andres.
Con un piano di semina di caffè fu creata una base di economia statale e una fonte di impiego permanente per i contadini della zona, specialmente per le donne. Con un'ampia operazione di aiuto ai piccoli agricoltori, sul piano economico e su quello tecnico, si è poi affrontato il compito complesso di moltiplicare la produttività in questo settore, sviluppando al tempo stesso un principio di coscienza rivoluzionaria all'altezza della comprensione di questi strati popolari: la chiave consiste nello sviluppo di un'educazione sui principi della responsabilità collettiva (quindi cooperativismo e collaborazione tecnica). Così l'incremento stesso del benessere materiale che si è sviluppato a San Andres è venuto attraverso i servizi collettivi e non per la via individuale del piccolo commercio o della piccola impresa privata.
Sono stati inaugurati circoli infantili e collegi per i ragazzi più grandi, sono state costruite una cucina e una lavanderia collettive, una strada e sei piccole dighe per l'acqua e l'irrigazione, è stata portata la linea telefonica ed è stato migliorato l'apporto di energia elettrica: sono stati garantiti i trasporti. Le organizzazioni di massa hanno tracciato un piano di trasformazione sociale di San Andres e hanno costruito una piazza con giardini pubblici, un panifìcio, un magazzino di vendite, un altro giardino d'infanzia, dieci edifìci di abitazione ristorante e bar. Sono in costruzione altre quattro scuole interne, un cinematografo, altri edifici pubblici. In sostanza, entro il 1967 le condizioni di vita di San Andres saranno pressappoco, dal punto di vista sociale e soprattutto per quanto riguarda l'educazione, quelle che la rivoluzione si propone di dare a gran parte dell'isola entro il 1975. Tutti i bambini della zona, da un mese dopo la nascita fino all'ultimo anno delle scuole medie, disporranno delle istituzioni scolastiche gratuite. Gratis riceveranno anche il cibo, i vestiti, le scarpe, l'assistenza medica. Nella trasformazione del rapporto città campagna. Castro vede dunque la possibilità di innestare direttamente la trasformazione dell'uomo, nella sua vita sociale. Per quanto diversa e più proletaria di quella di molti paesi europei, la società contadina cubana recava in sé accentuati motivi di individualismo piccolo borghese. Trasferiti ai margini delle grandi città coloniali e neocoloniali, questi contadini, si proletarizzavano, ma senza acquisire lo stimolo-forza delle grandi concentrazioni operaie: restavano isolati nella lotta di ogni gruppo famigliare per il proprio sostentamento, quindi individualisti e fermni a una concezione statica e subalterna del proprio ruolo nella società.
Il rovesciamento di questa tendenza non può avvenire che contemporaneamente al rovesciamento della sistemazione del territorio. Separare i due momenti equivale a non realizzare né l'uno né l'altro compiutamente. Di qui l'idea, ora, di una «scuola integrale» — come viene chiamata la nuova scuola cubana: coscienza e tecnica: i due fondamenti del rinnovamento di una società nazionale incompiuta, nell'epoca del socialismo. L'importanza formativa della partecipazione al lavoro produttivo agricolo, del legame fra l'educazione e questo operare direttamente nel tessuto basico della società, è il modo come qui si vede l'unione sempre più stretta fra la teoria e la pratica. L'ottimismo sull'uomo è un'altra idea che viene inculcata nelle menti dei cubani con un quotidiano sforzo di propaganda: «I reazionari — dice Castro — sono quelli che non hanno fiducia nell'uomo e pen sano che l'essere umano sia ancora qualcosa di simile a una bestia, che si muove sola sotto la frusta, che sia capace di fare cose nobili, solo se è mosso da un interesse esclusivamente egoista. Il rivoluzionario ha un concetto molto più elevato dell'uomo, lo considera capace di forme superiori di vita...».
Quella notte, a San Andres, si vide uno spettacolo pieno d'immaginazione e fuori dell'ordinario, di sapore cubano e adeguato allo spirito della festa che si celebrava: la musica di Juan Bianco — da monte a monte — «tamburi, trombe e elementi elettronici, che venivano dal fondo delle rocce riuscì a creare in quattro minuti quel sentimento tra lo stupore e l'ammirazione che impone la montagna». Grazie alla televisione tutta l'isola stava a guardare, e più forte che mai si aveva la sensazione che gli uomini, facendo la rivoluzione «danno la scalata al cielo».
Saverio Tutino
 
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in: Catalogo KBD Periodici; Id: 8043+++
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Area unica
Testata/Serie/Edizione l'Unità | Nuova Serie(PCI) | Nazionale
Riferimento ISBD l'Unità : quotidiano degli operai e dei contadini. - A. 1, n. 1 (12 feb. 1924)-28 lug. 2000n. s.!, a. 78, n. 1 (28 mar 2001)-. - Milano : s. n., 1924!-. - Ill. ; 59 cm (( Il complemento del titolo varia in: organo del Partito Comunista d'Italia dal 12 agosto 1924. Nel periodo clandestino con periodicità settimanale ed irregolare al precedente complemento si aggiungono altri alternati tra cui: Giornale dei lavoratori italiani, nel 1942 Organo centrale del Partito Comunista d'Italia, dal luglio 1943 Organ... {L'Unità [quotidiano, 1924-]}+++
Data pubblicazione Anno: 1967 Mese: 3 Giorno: 1
Numero 0
Titolo KBD-Periodici: l'Unità - Nuova serie - Edizione nazionale 1967 - - marzo - 1


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