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Il segmento testuale rexista è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 149

Brano: [...]ficiali e arroccati nella casa editrice Rex (per Christus Rex), fondata da monsignor Picard a Lovanio nel 1931. Questa impresa editoriale, cui facevano capo gruppi cattolici di orientamento progressista e particolarmente sensibili ai problemi sociali, rappresentò in Belgio il punto di riferimento più importante per l’ala rinnovatrice del partito cattolico e per l'Azione cattolica.

Lo stesso Leon Degrelle (v.), fondatore e leader del movimento rexista, fece le sue prime esperienze pubblicistiche e giornalistiche in questa casa editrice e qui strinse i primi legami politici, spostandosi però poi sempre più verso concezioni politiche autoritarie e di destra, fino a giungere, con il suo gruppo, alla rottura con la chiesa cattolica.

Nato intorno al 1935, in un primo tempo notevolmente influenzato dalVAction frangaise (v.) e dal suo maggiore ideologo Charles Maurras, il rexismo si accostò in un primo tempo al fascismo italiano e più tardi fu completamente influenzato dal nazismo.

Il linguaggio della propaganda rexista denuncia chiaramente[...]

[...]ci, spostandosi però poi sempre più verso concezioni politiche autoritarie e di destra, fino a giungere, con il suo gruppo, alla rottura con la chiesa cattolica.

Nato intorno al 1935, in un primo tempo notevolmente influenzato dalVAction frangaise (v.) e dal suo maggiore ideologo Charles Maurras, il rexismo si accostò in un primo tempo al fascismo italiano e più tardi fu completamente influenzato dal nazismo.

Il linguaggio della propaganda rexista denuncia chiaramente quali fossero le fonti di ispirazione, i metodi e la pratica, gli orientamenti del movimento: « Rovesciare

il regime tarato, vuoto di ideali, e [...] imporre al più presto al paese la sua (della nuova generazione, naturalmente rexista, n.d.r.) onestà e intransigenza ». « Forgiare uno Stato nuovo indispensabile alla rivoluzione delle anime ». « Assicurare la pace sociale attraverso la solidarietà di tutte le classi, la pace linguistica, attraverso lo sboccio delle sue culture (fiamminga e vallone), e la pace religiosa».

Anche gli slogans denotano chiaramente i modelli ispiratori: « Rex vaincra! » e « Rex ou Moscou! ».

La novità politica rappresentatà dal movimento, i suoi riferimenti al modello fascista vincente in Europa, l’anticomunismo viscerale e il disegno autoritario che veniva delineato come soluzione della cri[...]

[...]o del 1936: già nelle elezioni di Bruxelles, l'11.4.1937, alle quali Degrelle si presentò candidato, raccolse soltanto 70.000 voti contro i 275.000 confluiti su Paul Van Zeeland. Una sconfitta peraltro relativa, data la giovane esperienza del movimento, e principalmente dovuta al fatto che il cardinale Van Roy, primate cattolico del Belgio, aveva nel frattempo sconfessato il Degrelle.

Il 1936 fu comunque l’anno di maggior successo del partito rexista che, dopo la sconfitta del ’37, non riuscì più a influenzare nella stessa misura le masse.

Ideologia fascista

Neppure i larghi aiuti finanziari concessi da Benito Mussolini (19 milioni di franchi belgi fra il 1936 e il ’37) più l’utilizzazione di Radio Torino per la propaganda bastarono a fermare il declino rexista.

La base sociale del movimento era costituita dalle classi medie: professori, avvocati, negozianti, impiegati, piccoli imprenditori, intellettuali e un certo numero di piccoli proprietari agricoli, ma pochissimi operai. Una base quindi non dissimile da quella paradigmatica dei movimenti fascisti, senza particolari caratteristiche o tratti di originalità, nemmeno in fatto di orientamenti ideologici o di elaborazione ideale. Nazionalista, ma senza troppe accentuazioni patriottiche, dato il carattere composito della nazione belga, il rexismo non cercò neppure di avviare un discorso per supera[...]

[...]mpotente. Affermava la necessità di portare alla massima fioritura la vita dei lavoratori, ma parlava anche del loro rendimento; teorizzava la necessità di elevazione della dignità delle classi più umili, ma indicava anche come esempio e obiettivo l’imitazione delle virtù borghesi e chiedeva d’altra parte alla classe borghese di comprendere la vita rude dei lavoratori, invitandola a umanizzare « il suo cuore ».

Non mancarono, nella propaganda rexista, accenti antisemitici. Già nel 1933, del resto, Degrelle aveva scritto: « Dopo cinquantanni tutto quello che di male si è generato in politica ci è venuto dagli ebrei. La Germania, come la Polonia, è infestata da una popolazione di semiti estremamente numerosa che ebbe un'influenza preponderante nella vita intellettuale e politica. Era tempo di mettervi freno ». Ma anche nel 1936 (10 gennaio) nel giornale “Rex” si leggeva: « La razza ebrea resta nonostante tutto una razza maledetta ».

Come tutti i movimenti fascisti, Rex ebbe la propria organizzazione paramilitare, chiamata Service d’ordre[...]

[...]stono ""verbali e denunce della polizia contro appartenenti a Rex sorpresi con armi improprie e oggetti contundenti, evidentemente usati con intenti intimidatori, ma non risulta che i rexisti siano mai giunti a usare la forza come arma terroristica contro gli avversari (forse è in questo dato la più marcata differenza del movimento belga con gli altri partiti fascisti europei). L’organizzazione rigorosamente gerarchica, a piramide, del movimento rexista prefigurava d’altra parte la forma statuale che era nelle aspirazioni dittatoriali del vertice: i dirigenti a ogni livello venivano nominati dal capo, cioè da Degrelle, la cui autorità non poteva in alcun caso essere discussa. Nella rivista rexista Soirées (1935), in un articolo intitolato appunto “Il capo”, si legge: « Il capo è quello che ha la passione del comando e un insaziabile appetito di riuscita personale [...] Il capo è colui che non ammette mai che gli si dica che ha sbagliato ». Era, a livello belga, l’affermazione del Fuhrerprinzip hitleriano.

Se, per alcuni aspetti della sua storia, può sussistere qualche dubbio riguardo alla qualificazione tout court fascista del movimento, il procedere degli eventi di cui esso fu protagonista fino al dramma finale, compiuto sotto le insegne delle SS tedesche, giustifica pienamente tal[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 268

Brano: Belgio

tati del movimento rexista, così chiamato dal motto latino Christus Rex (Cristo re) cui si Ispirava, e di tipo spiccatamente fascista, fondato dall'ex attivista dell’Azione Cattolica Leon Degrelle. Lo spirito del nazionalismo fiammingo, le cui ali estreme sostenevano la trasformazione del Belgio in uno stato federativo e la istituzione di un governo autoritario a carattere fascista, inasprì la lotta tra i partiti: nell’ottobre 1936, finanziati dai nazisti tedeschi, i rexisti tentarono un colpo di mano, ma la pronta reazione delle masse popolari lo fece fallire.

Il 14.10.1936 re Leopoldo III proclamò il ritiro del Be[...]

[...]o volta in tali difficoltà da non poter mantenere Timpegno. Anzi, fu precisamente la resistenza belga sul fiume Lys che permise agli Alleati quel miracoloso salvataggio a Dunkerque (v.), grazie al quale 350.000 militari britannici e francesi poterono sottrarsi alla cattura.

Subito dopo l’armistizio venne costituito in Belgio un governo collaborazionista, sotto il controllo del governatore tedesco von Falkenhausen, con l’appoggio del movimento rexista capeggiato da Degrelle e dal partito « popolare » di Gustave Le Clercq. Ma la capitolazione sottoscritta da Leopoldo III non venne accettata dal governo belga in esilio, che era riuscito a riparare a

Parigi e poi a Londra. Il primo ministro Hubert Pierlot e il ministro degli Esteri Paul Henri Spaak dichiararono che la guerra contro la Germania nazista sarebbe continuata « finché un solo belga avrà fiato e sangue ». Quello in esilio non era del resto un « governo ombra »; esso poteva contare, oltre che su ingenti mezzi finanziari, sull’appoggio delle truppe coloniali del Congo, il cui gover[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 47

Brano: [...]e della Resistenza ».

Degrelle, Léon

N. a Bouillon (Ardenne) il 15.6. 1906; capo dei nazisti belgi. Educato a Namur in un collegio di gesuiti, in seguito iscritto alla Facoltà di legge deN'Università di Lovanio, nel 1930 fu allievo di Charles Maurras e attivista dell'Azione cattolica. Espulso dalle file di quest’ultima nel 1934, si dette a girare per

il paese tenendo comizi di chiara ispirazione nazista e fondò infine il movimento detto rexista Tv. Belgio), di impronta hitleriana.

Il nuovo movimento ebbe all'inizio anni difficili, combattuto com’era dal governo e dalla Chiesa cattolica, ma prese quota nel 1940 con l’invasione germanica e la capitolazione del Belgio. Prezioso collaboratore dei tedeschi, D, pubblicò il giornale Le Pays réel. organizzò la polizia per la caccia ai partigiani e una brigata di volontari che fu inviata a combattere sul fronte russo accanto alle S.S..

Condannato a morte in contumacia dal Tribunale di Bruxelles il 27.12.

1944, D. riparò in Spagna, dove il



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 29

Brano: [...] elezioni del 1937 la N.S.B. ottenne quattro deputati che la posero al primo posto fra le formazioni minori rappresentate in Parlamento. I partiti della destra tradizionale reagirono varando leggi per la proibizione delle formazioni paramilitari e proibendo ai dipen

denti pubblici di iscriversi alla N.S.B..

La Chiesa cattolica, senza arrivare a sconfessioni ufficiali come era avvenuto nei confronti de\YAction Francaise (v.) e del movimento rexista belga, prese esplicitamente le distanze dai fascisti di Mussert.

Seconda guerra mondiale

Dopo l’occupazione tedesca dell’Olanda, la N.S.B. fu l’unica formazione politica ammessa dai nazisti e con questi collaborò attivamente. Il 31.12.1942 Mussert venne nominato « Fiihrer del popolo olandese » e, pur non ottenendo la presidenza di un governo collaborazionista, i suoi uomini parteciparono all’amministrazione tedesca del paese. In realtà il partito diventò un ufficio di reclutamento al servizio dell’occupante e fornì alla Germania il maggior numero di volontari, rispetto all’entità della [...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine rexista, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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