Brano: [...]ggio dei latifondisti, instaurò una pesante dittatura personale che si protrasse per oltre un trentennio. Il regime reazionario aprì le porte del Messico al capitale straniero, soprattutto statunitense, sicché le importanti risorse minerarie del paese vennero sperperate mediante rovinose concessioni allo sfruttamento colonialistico, mentre le condizioni di vita nel paese scesero a livelli infimi.
Contro la sanguinosa quanto corrotta dittatura porfirista che aveva praticamente riportato il Messico ai livelli della colonizzazione spagnola, insorsero le masse popolari.
La rivoluzione messicana del 1910
Nel 1910 esplose una grande rivoluzione popolare che avrebbe segnato per lungo tempo il corso politico del paese. Il tirannico regime porfirista, dopo aver represso ogni opposizione, si fondava sul sistema politico clientelare dei cacicchi, individui strettamente legati al gruppo di potere del presidente. Verso la fine del secolo la dittatura era poi andata evolvendosi in relazione alla penetrazione imperialista nel paese (la scoperta del petrolio e la possibilità di ampi guadagni con l’industrializzazione avevano attirato i capitali americani e inglesi), senza tuttavia rinunciare minimamente alluso di un feroce apparato repressivo; anzi, alla difesa delle vecchie strutture agrarie si aggiungeva ora quella degli interessi delle compag[...]
[...]loro lavoro come braccianti (peones) e vivevano in condizioni subumane ».
Quantunque il più drammatico nodo di contraddizioni sociali, politiche e umane nel Messico fosse nelle campagne, i primi segni della rivoluzione vennero dai forti nuclei operai che avevano cominciato a costituirsi agli inizi del secolo. Infatti fu il Partito liberale (il nome non inganni) a iniziare la lotta contro la dittatura, partendo da un’analisi sociale del regime porfirista e organizzando i primi movimenti di lotta operaia che culminarono nei grandi scioperi di Cananea (1906) e Rio Bianco (1907).
A stroncare l’agitazione di Cananea intervennero 250 rangers americani chiamati dall’Arizona, ma il secondo sciopero riuscì a estendersi ad altre città, provocando l’occupazione delle fabbriche. Naturalmente in entrambi i casi la repressione fu feroce. Fu tuttavia questo il segnale dei mutamenti che si preparavano e la lotta operaia stimolò altre forze decise ormai a contrastare la dittatura.
Nel 1910 si dovevano tenere le elezioni presidenziali e l’opposizione de[...]
[...]ni interne del Messico e a premere su porfiristi e maderisti affinché arrivassero rapidamente a un accordo. Ma ormai la situazione era talmente radicalizzata che Madero e Diaz non potevano più trovare un terreno d’intesa: fallito il tentativo di negoziati e ripresa la lotta armata, questa si concluse in una prima fase con la conquista di Ciudad Juàrez da parte delle truppe popolari di Orozco e di Villa.
La caduta della città indusse il regime porfirista a un compromesso:
il dittatore propose di lasciare il potere a un suo uomo di tendenze più moderate (il ministro Leon De la Barra), il quale avrebbe dovuto indire al più presto elezioni democratiche e, nel frattempo, costituire un governo che di fatto era ancora fortemente controllato da esponenti del passato regime. Quantunque i massimi dirigenti della rivoluzione (tra cui Orozco e Venusiano Carranza) fossero esplicitamente contrari a tale compromesso, Madero riuscì a vincere la loro opposizione e lo accettò. Così il 26.5.1911 Diaz lasciò il paese, mentre Madero potè entrare trionfalmente[...]
[...]nti della rivoluzione (tra cui Orozco e Venusiano Carranza) fossero esplicitamente contrari a tale compromesso, Madero riuscì a vincere la loro opposizione e lo accettò. Così il 26.5.1911 Diaz lasciò il paese, mentre Madero potè entrare trionfalmente a Città del Messico.
« Tutto sembrava concluso scrive Silva Herzog, importante storico della rivoluzione messicana, mentre in realtà tutto stava per cominciare. Le strutture decisive del regime porfirista, infatti, rimanevano intatte, mentre Madero inseguendo il sogno della riconciliazione nazionale chiedeva lo scioglimento delle bande rivoluzionarie e del suo stesso partito, per costituirne uno nuovo da chiamarsi 'costituzionale’ ».
La presidenza di Madero
Nel novembre 1911 Madero vinse le elezioni presidenziali con una maggioranza schiacciante e, formato un governo in cui le forze rivoluzio
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