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Il segmento testuale Settimana rossa è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 31Entità Multimediali , di cui in selezione 17 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 510

Brano: Settimana rossa

sarebbe stato pochi anni dopo lo squadrismo fascista, quale organizzazione “privata” di rincalzo o sostitutiva di quella istituzionale, ritenuta inadeguata a fronteggiare la minaccia deH’ordine sociale.

Emblematico, sotto questo aspetto, l'episodio di cui fu protagonista a Roma il noto deputato socialista Enrico Dugoni (v.). Qualificatosi come parlamentare a un poliziotto, venne schiaffeggiato e si sentì così apostrofare: « Ah! Lei è deputato? Si prenda questi e li porti alla Camera ».

Il contrasto sorto tra la Direzione riformista della C.G.L. e quella rivoluzionaria del Partito soc[...]

[...]della decisione di sospendere lo sciopero generale, anticipò quanto sarebbe avvenuto, con più gravi conseguenze, durante l'occupazione delle fabbriche (v.) del

1920. Si rivelò infatti l'ambiguità di un rapporto basato sulla divisione delle sfere di competenza (l’economia al sindacato, la politica al partito) e sulla rinuncia del partito di orientare e dirigere permanentemente il sindacato, quindi la massa dei lavoratori.

D’altra parte, la “Settimana rossa” mostrò l’anacronismo dell’idea romantica della rivoluzione, coltivata dai partiti popolari che, dopo aver a lungo propagandato l’insurrezione e l’azione diretta sovversiva, scoprirono che non si poteva fare seriamente nessuna rivoluzione soltanto con i sassi e le barricate. Si manifestò tutta l’impreparazione teorica delle forze popolari di fronte alla novità rappresentata dalla trasformazione imperialista dell’economia e dello Stato, ai processi in corso di ristrutturazione e ricomposizione delle alleanze sociali in vista della guerra. Il passato dominava ancora sul presente, nell’analisi, [...]

[...]e anarchici individualisti, socialisti riformisti e l’ex direttore dell’“Avanti!” Benito Mussolini, scom

paginando così il blocco popolare all’appuntamento con la guerra (v.

Interventismo).

Il Partito socialista, quantunque più aderente alle aspirazioni operaie e contadine, non andrà oltre una posizione di intransigenza morale nel rifiuto della carneficina di massa, evitando un serio e coerente impegno per impedirla o porvi fine. Dalla “Settimana rossa” verranno tut^ tavia enucleandosi elementi di riflessione che, nel seno dello stesso P.S.I. e attraverso le successive esperienze, porteranno alla nascita della nuova avanguardia comunista.

Bibliografia: L. Lotti, La Settimana Rossa, Firenze, 1965; E. Santarelli, La Settimana Rossa, in il socialismo anarchico in Italia, Milano, 1959; G. Cerrito, Dall'insurrezionalismo alla settimana rossa, Firenze, 1977.

R.Gi.

Sfiligoj, Augusto

N. a Castel Dobra (Gorizia) il 21.10. 1902; avvocato.

Antifascista, nel giugno 1930 fu arrestato nel corso di una vasta retata persecutoria contro irredentisti sloveni, con l'accusa di aver preso parte all’organizzazione di atti terroristici contro sedi di giornali e organizzazioni fasciste della Venezia Giulia (v. Gorizia). Deferito al Tribunale speciale, il 5.12.1931 fu processato e condannato a 10 anni di reclusione.

Nuovamente arrestato nel 1941, nel quadro della repressione condotta contro il nascente movimento partigiano della Venez[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 509

Brano: Settimana rossa

Settimana rossa

Seconda settimana del giugno 1914, durante la quale si ebbe in Italia un tentativo di insurrezione popolare contro lo Stato autoritario, il militarismo e il carovita.

La lotta antimilitarista

Dal 7 al 13.6.1914, al culmine di una vasta campagna antimilitarista seguita alla guerra di Libia, e alla vigilia dello scoppio della Prima guerra mondiale, l’Italia fu percorsa dalla « più imponente e grandiosa agitazione » mai avutasi prima, che prese appunto il nome di “Settimana rossa”. Fu, quello, un momento cruciale nella storia delle forze sociali e politiche dell’intero paese, in una sit[...]

[...]giugno 1914, durante la quale si ebbe in Italia un tentativo di insurrezione popolare contro lo Stato autoritario, il militarismo e il carovita.

La lotta antimilitarista

Dal 7 al 13.6.1914, al culmine di una vasta campagna antimilitarista seguita alla guerra di Libia, e alla vigilia dello scoppio della Prima guerra mondiale, l’Italia fu percorsa dalla « più imponente e grandiosa agitazione » mai avutasi prima, che prese appunto il nome di “Settimana rossa”. Fu, quello, un momento cruciale nella storia delle forze sociali e politiche dell’intero paese, in una situazione caratterizzata dallo sviluppo imperialistico dell'economia, dalla crisi del sistema giolittiano e dalla radicalizzazione dello scontro di classe, con un blocco borghese liberalclericale in cui tendevano a prevalere le spinte nazionaliste e aggressive, e un “blocco rosso”, nel quale confluirono repubblicani intransigenti, socialisti antiriformisti, anarchici e sindacalisti rivoluzionari, uniti dal tradizionale anticlericalismo, dall'antimilitarismo e dalla propaganda del metodo s[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 39

Brano: [...]. Unico punto di differenziazione era la cura posta dai repubblicani nel settore mezzadrile, sempre trascurato dai socialisti i quali sostenevano la necessità di una « socializzazione della terra » (in pratica una “bracciantilizzazione” generalizzata) e non quella di una « collaborazione fra capitale e lavoro » che presupponeva una teorica coproprietà e una futura acquisizione del podere da parte del lavoratore, auspicata dai repubblicani.

La Settimana rossa

L’incapacità di risolvere la questione sociale nel Ravennate e le rivalità politiche fra i due partiti agivano su una massa proletaria e semiproletaria che aveva profonde aspirazioni comuni: una volontà variamente espressa di giustizia sociale e un desiderio di modificare sostanzialmente la direzione politica dello Stato. Per i socialisti, per i repubblicani e per la combattiva minoranza anarchica, che aveva i suoi centri propulsori nelle frazioni del comune di Ravenna e a Castel Bolognese, dove era nato Armando Borghi (v.), l'eliminazione della monarchia e la proclamazione della repubblic[...]

[...]almente la direzione politica dello Stato. Per i socialisti, per i repubblicani e per la combattiva minoranza anarchica, che aveva i suoi centri propulsori nelle frazioni del comune di Ravenna e a Castel Bolognese, dove era nato Armando Borghi (v.), l'eliminazione della monarchia e la proclamazione della repubblica (“repubblica sociale”) costituivano il primo gradino per con

“Albero della Libertà” eretto dai lavoratori di Fusignano durante la Settimana rossa del giugno 1914

seguire la giustizia sociale nel Paese, unitamente alla eliminazione dell’“oscurantismo clericale”.

II ricordo della secolare dominazione cui lo Stato pontificio aveva sottoposto anche la Romagna e della dura repressione politica e culturale legata a quella dominazione costituiva la radice diffusa che collegava l’idea di libertà a quella di eliminare la stessa presenza della Chiesa, identificata nelle vicende sanguinose dello Stato coercitivo e illiberale. Matrimoni e funerali civili caratterizzavano il costume di vita repubblicano e socialista, ma molto diffuso nelle ca[...]

[...] di libertà a quella di eliminare la stessa presenza della Chiesa, identificata nelle vicende sanguinose dello Stato coercitivo e illiberale. Matrimoni e funerali civili caratterizzavano il costume di vita repubblicano e socialista, ma molto diffuso nelle campagne fu anche

il “battesimo civile”, fatto nelle osterie o nelle Case del popolo con un bicchiere di vino rosso versato sul capo del neonato. In quella atmosfera esplose nel Ravennate la Settimana rossa, a seguito del conflitto di Ancona del 7.6.1914.

Le prime agitazioni furono segnalate alle 22 del 9 giugno: furono tagliati i fili telegrafici nel Cervese e fu invasa una chiesa alle Alfonsine (allo scopo di convocare un comizio al suono delle campane). A mezzanotte fu occupata la stazione di Castel Bolognese (lungo la linea ferroviaria RiminiBologna) e a malapena le forze dell’ordine respinsero una identica azione tentata a Faenza. Non erano che i primi sintomi della rivolta popolare che prese maggiore forza dalle notizie (completamente inesatte) che vennero diffondendosi con incredibile [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 427

Brano: [...]nelle file della Resistenza spezzina, capo di stato maggiore di una brigata della Divisione Garibaldi « Muccini ».

Lucifero

Periodico repubblicano fondato ad Ancona (v.) il 16.1.1870 da Carlo Morellet e Virgilio Feliciotti. Diretto da Domenico Barilari per 30 anni, fino alla morte (1905), ebbe tra

i suoi più illustri collaboratori del primo periodo Aurelio Saffi e Giuseppe Garibaldi.

Durante i moti popolari di Ancona del giugno 1914 (Settimana rossa)

il « Lucifero » si schierò con gli

Cartolina di propaganda del « Lucifero » con il ritratto di Pietro Nenni, allora dirigente repubblicano arrestato per i fatti della Settimana rossa

insorti. Nello stesso anno, fautore dell’intervento italiano nella Prima guerra mondiale, fu tra gli animatori del volontarismo repubblicano che, nelle Marche, ebbe largo seguito. Quando i giovani repubblicani, animati da uno spirito di garibaldinismo romantico, partivano volontari in Serbia, poi nelle Argonne, in Francia, sul Trentino e sul Carso, il periodico pubblicava

i loro saluti e incitamenti dal fronte. Nel dopoguerra, al sorgere del fascismo, il « Lucifero » ne avversò decisamente le violenze. Più volte sequestrato dopo la marcia su Roma, alla fine del 1922 fu costretto a sospe[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 16Appendice con numerazione propria (Monografia/libro

Brano: Appendice

charov; Marshall, Piano; Marty, André; Mikojan, Anastas Ivanovic; Minsk; Mosca, Conferenza di; Nagasaki; Nannetti, Nino; Novotny, Antonin; Referendum.

Giacomini Ruggero R.Gi.

Partigiani della pace; Sentinelli, Alfredo; Settimana rossa; Sorgoni, Angelo; Spadellini, Alfredo; Tiraboschi, Amato Vittorio; Tom masi, Gino; Urbino; Zingaretti, Mario Alberto.

Gianquinto Giov. Battista G.B.G.

Ammonizione.

GibeSIi Antonio A.Gib.

Rivista storica del socialismo.

Giolitti Antonio A.Gi.

Barge.

Giovana Mario M.Gi.

Agitazioni sindacali; Aosta; L’“Avanti!" nella Guerra di liberazione; Basso, Lelio; Belliardi, Chiaffredo; Bianco, Dante Livio; Bocca, Giorgio; Bonfantini, Corrado; Bonomi, Jvanoe; Brandimarte, Piero; Brigate “Giustizia e Libertà”; Busca; Cadorna, Raffaele; Cartignano; Casotto, Valle; Cavali era, Giuseppe[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 135

Brano: [...]e » e di respingere con la massima decisione il divorzio. L’ingresso dei cattolici nella vita politica italiana avvenne così per ragioni conservatrici e con caratteri moderati. Alle elezioni del 1913

Giolitti riportò la maggioranza assoluta: i socialisti ebbero 52 seggi, ma il gruppo di Bissolati conservò una certa consistenza, con 22 deputati. Il sistema giolittiano era in apparenza ancora assai solido; ma in realtà la crisi era vicina.

« Settimana rossa »

Il 7 giugno 1914 si tenne ad Ancona un comizio antimilitarista organizzato, tra gli altri, dall'anarchico Errico Malatesta (v.). Alla fine del comizio si formò un corteo, contro il quale intervenne la polizia, aprendo il fuoco: 2 dimostranti furono uccisi e molti vennero feriti.

La notizia deH’eccidio spinse la Direzione socialista a proclamare

10 sciopero generale, vincendo le esitazioni della Confederazione generale del lavoro. Allo sciopero partecipò Ì'U.S.I. (Unione sindacale italiana), mentre il Sindacato dei ferrovieri, che pure nei mesi precedenti si era distinto per le sue [...]

[...]acale italiana), mentre il Sindacato dei ferrovieri, che pure nei mesi precedenti si era distinto per le sue posizioni intransigenti, aderì con un certo ritardo.

La frantumazione delle forze proletarie, le incertezze e le debolezze dei gruppi dirigenti (in un primo momento non si era deciso neppure se lo sciopero sarebbe stato o meno ad oltranza) costituirono certamente un grosso limite del movimento che è passato alla storia con il nome di « settimana rossa ». La partecipazione proletaria fu comunque imponente e decisa; 16 scioperanti rimasero uccisi negli scontri con la polizia e quasi 600 furono i feriti; a Torino, a Milano, nell’Emilia e Romagna lo sciopero fu massiccio; nel Mezzogiorno l'agitazione fu meno intensa, ma intervennero nella lotta le masse operaie delle maggiori città. Si trattò, in complesso, di un movimento fortemente politicizzato, ma che non ebbe una direzione che lo volgesse verso precisi obiettivi politici. Quando, l'anno successivo, furono le forze di destra a scendere nelle piazze per le « radiose giornate » interveniste [...]

[...]so, di un movimento fortemente politicizzato, ma che non ebbe una direzione che lo volgesse verso precisi obiettivi politici. Quando, l'anno successivo, furono le forze di destra a scendere nelle piazze per le « radiose giornate » interveniste del maggio 1915, il proletariato non reagì. Tra le ragioni della mancata reazione proletaria, oltre alle incertezze dei dirigenti socialisti, ci fu certamente anche lo scoraggiamento che era seguito alla « settimana rossa ».

Guerra mondiale 191418

Di fronte alla guerra, ed al crollo della Seconda Internazionale (v.),

11 P.S.I. assunse una posizione di neutralità che trovò espressione nella formula « né aderire né sabotare ». Neppure la defezione di Mussolini fece allontanare il parti

135



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 13

Brano: [...]ntro il licenziamento di un operaio.

Nel 1914, in seguito al successo separatamente conseguito dalle liste di opposizione nelle prime elezioni a suffragio allargato del 1913, si costituì a Napoli un « Blocco popolare » comprendente, oltre a democratici e a massoni, i socialisti usciti dal loro partito dopo il congresso nazionale di Ancona.

Nel 1914 ebbe luogo anche a Napoli lo sciopero generale per i fatti di Ancona (v.). Nel corso della « Settimana rossa » seguitane, venne ucciso dalla forza pubblica il facchino Sbatelli (7.6.1914).

In opposizione al movimento operaio napoletano e al Blocco popolare si formò il Fascio degli uomini d'ordine che, di fatto, esprimeva gli interessi della parte più reazionaria della borghesia. Dopo una dura compagna elettorale amministrativa il Municipio di Napoli fu conquistato dalle forze del Blocco popolare, alle quali toccò così di reggere la città durante gli anni del conflitto. L'esperienza ebbe esito positivo, conquistandosi il favore di larghe masse di cittadini.

Subito dopo la fine della guerra mond[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 69

Brano: [...]in un tardo clima postrisorgimentale e compia il suo tirocino inelle fide del Partito Repubblicanò Italiano. Nel declino e nella crisi dell’età gioìittiana, lo troviamo giornalista, agitatore, organizzatore nella sua terra, poi in Lunigiana e nelle Marche. Nel 1911, a Forlì, è partecipe dello sciopero generale contro la guerra di Libia e subisce la prima seria condanna; nel giugno del 1914 è tra gli organizzatori del grande moto popolare della « Settimana rossa ». In questi anni Nenni appartiene alle correnti più vivaci, « giovani » e rinnovatrici del repubblicanesimo e, in questa scia, sarà interventista tv.) f animato da ideali essenzialmente patriottici. La sua propensione è marcatamente democratica e laica e, per quanto possa accendersi di toni intransigenti o « rivoluzionari » e venire allo scontro con i socialisti in una « città rossa » come Bologna (dove dirige, fra un episodio di guerra e l’altro, Il Giornale del mattino), la sua etica e la sua stessa embrionale elaborazione politica lo porteranno abbastanza presto (ma non senza qualche zigz[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 38

Brano: [...]cani provocarono le elezioni anticipate del 9 novembre e l’esclusione dei socialisti dal Consiglio. La Camera del lavoro, nata il 31.12.1900 («all’alba del XX secolo, per certi segni storicamente auspicatori di una nuova e migliore civiltà»), fu contestata da parte repubblicana fin dal marzo 1901, in quanto ne era stato eletto segretario il socialista Gaetano Zirardini, e ben presto si giunse alla scissione. Fiammate unitarie di rivolta, come la Settimana rossa (v.), indicheranno però la persistenza di linee di tendenza unitarie nella base popolare e classista, nonostante i contrasti spesso sollecitati dai gruppi dirigenti, soprattutto da quel

li repubblicani che vedevano nell’organizzazione socialista un profondo pericolo per la conservazione di un assetto sociale ed economico, di cui la “collaborazione” fra capitale e lavoro offerta dalla mezzadria costituiva la garanzia principale. L’indagine ministeriale del 1904 constatò l’insufficienza delle opere pubbliche per assicurare ai braccianti un minimo lavorativo di 180 giornate annue. D'altra par[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 99

Brano: [...], che si espresse nella segreteria di Oliviero Zuccarini (19121916), la più duratura da quando il P.R.I. era stato fondato. Lo sforzo dei giovani (Zuccarini, Giovanni Conti, Pietro Nenni alla testa della Federazione giovanile) consistette in una complessiva delucidazione del programma repubblicano su una base più aperta e più “moderna”, più razionalmente motivata che non nel recente passato. Toccò comunque alla segreteria Zuccarini (poco dopo la Settimana rossa del 1914) guidare i repubblicani nella situazione determinata dal conflitto europeo, e guidarli all'intervento (v. Interventisti). Nel corso della Prima guerra mondiale, mentre nel paese tendeva a prevalere un patriottismo dall’impronta nazionalista e il rapporto fra democrazia e potere si andava deteriorando, l’autonomo Barzilai, più tardi e a titolo personale Ubaldo Comandini ed Eugenio Chiesa (v.) divenivano ministri. A Zuccarini suc

#r MAZZINI E IL PARTITO REPUBBLICANO « W M

Pensiero e ....

azione

Una vignetta di Scalarini stigmatizza il comportamento del Gruppo repubblicano a[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Settimana rossa, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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