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Il segmento testuale Pio Borri è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 9Entità Multimediali , di cui in selezione 9 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 610

Brano: [...]a, mostrò sempre grande intransigenza: l'1.7.1949 comminò, tramite il Santo Uffizio, la scomunica a quei cattolici che si fossero iscritti al Partito comunista.

In campo dogmatico, intervenne per definire la natura dell'ordine sacerdotale e l’assunzione corporea della Madonna.

In campo sociale ribadì le posizioni dei suoi predecessori (specie di Leone XIII autore della Rerum novarum e di Pio XI autore della Quadragesimo anno).

P.Caf.

Pio Borri, Brigata

Formazione partigiana operante durante la Guerra di liberazione in provincia di Arezzo (v,).

Dopo la morte del giovane studente universitario Pio Borri (v.h primo caduto della Resistenza nelI’Aretino, il Comitato provinciale di concentrazione antifascista decise di dare il suo nome alla costituenda 23a Brigata Garibaldi. Alla nascita di questa formazione contribuirono fin dalla metà di settembre del

1943 gruppi di ex ufficiali e soldati del disciolto esercito regio, lavoratori antifascisti, giovani renitenti alla leva ed ex prigionieri di guerra alleati fuggiti dai campi di concentramento di Anghiari e Laterina. Un primo coordinamento dei’ vari gruppi sorti spontaneamente in provincia fu attuato dal maggiore Cesare Caponi che decise di co[...]

[...]ari gruppi sorti spontaneamente in provincia fu attuato dal maggiore Cesare Caponi che decise di concentrare a Vallucciole, nell'alto Casentino, varie bande ivi operanti in modo disorganico. Ma mentre stava per realizzarsi il processo di aggregazione di questi gruppi, un rastrellamento attuato nella zona dalla Guardia nazionale repubblicana l'1iM2.11.1943 portò a una dispersione temporanea dei gruppi. Appunto durante questo rastrellamento cadeva Pio Borri.

Ripresi i tentativi di riorganizzazione, in una riunione svoltasi il 23.11.1943 a Subbiano i comandanti partigiani decisero di coordinare le rispettive bande in un Raggruppamento patriottico « Pio Borri » (nucleo della futura 23a Brigata Garibaldi), al cui comando fu posto il tenente.Siro Rosseti.

Attività della Brigata

Poco dopo la costituzione del Raggruppamento una retata fascista determinò l’arresto di una sessantina di elementi, fra cui il Rosseti e altri comandanti. Il lavoro di organizzazione subì quindi un certo rallentamento, ma i nuclei del Casentino, comprendenti circa 150 uomini, continuarono a operare sotto la guida del sottotenente Raffaello Sacconi.

Un impulso decisivo alla costituzione di un Comando unitario di brigata venne dalla riunione svoltasi il 12.4.1944 a Qua[...]

[...] di un Comando militare unitario fra le varie formazioni della provincia. L’incarico di portare a termine l'operazione fu affidato a Siro Rosseti, Aldo Donnini e Raffaello Sacconi; e, in effetti, nella seconda metà di maggio i gruppi partigiani del Pratomagno, del Casentino, deH’Appennino Toscoromagnolo, delI’Alpe di Catenaia, dell’AIpe di Poti e del monte Favalto si strutturarono in distaccamenti, tutti facenti capo alla 23a Brigata Garibaldi « Pio Borri », della Divisione partigiani «Arezzo». La Brigata risultò composta di 3 battaglioni: il primo, operante soprattutto suII’Alpe di Catenaia; il secondo, nella zona compresa fra ì’AIpe di Roti e il monte Favalto; il terzo, dislocato sul Pratomagno. Inoltre fu inquadrata la « Compagnia volante » che, al comando di Lido Nencetti (v.), venne collegata al ILI Battaglione, ma rimase autonoma nei suoi movimenti e operò spostandosi dal Casentino alla Valdichiana, fino al Senese.

Di fatto, l’unificazione dei vari gruppi avvenne come aggregazione di realtà preesistenti, per cui (nonostante tutti i te[...]

[...]ammonimento contro il nemico.

Accanto alla 23a Brigata si collocarono varie bande operanti nella stessa provincia, ma in modo scarsamente coordinato, che alla fine vennero inquadrate nella cosiddetta 24a Brigata « Bande esterne » della Divisione « Arezzo ». Nel complesso si trattava di oltre 1.300 partigiani, oltre ai numerosi collaboratori attivi nella provincia.

All'approssimarsi delle truppe alleate, una quarantina di partigiani della « Pio Borri » scesero in Arezzo e contribuirono alla liberazione della città (16.6.1944). Intanto il grosso delle forze aveva il compito di impegnare il nemico in azioni di disturbo in vari punti della provincia e di tenersi pronto a intervenire a sua volta in città, nel caso in cui ciò si fosse reso necessario. Questa azione venne concertata con il Comando militare alleato, anche allo scopo di risparmiare altre distruzioni agli abitati. In seguito, durante la liberazione delle zone settentrionali della provincia, numerosi partigiani della Brigata « Pio Borri » collaborarono con le truppe alleate nelle o[...]

[...]o delle forze aveva il compito di impegnare il nemico in azioni di disturbo in vari punti della provincia e di tenersi pronto a intervenire a sua volta in città, nel caso in cui ciò si fosse reso necessario. Questa azione venne concertata con il Comando militare alleato, anche allo scopo di risparmiare altre distruzioni agli abitati. In seguito, durante la liberazione delle zone settentrionali della provincia, numerosi partigiani della Brigata « Pio Borri » collaborarono con le truppe alleate nelle operazioni di ricognizione e di guida, oltre che in azioni militari vere e proprie.

Circa 500 di essi si arruolarono infine come volontari nei Gruppi di combattimento a fianco degli Alleati, per la liberazione del Nord.

I.Bi.

Volantino diffuso dai fascisti con il bando del 25.5.1944



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 67

Brano: [...]i ad accorrere sulle montagne aretine per dare inizio alla lotta partigiana. Dal 13 settembre comandò il gruppo PeninaZenna, da lui stesso organizzato nel Casentino.

La « Compagnia volante »

Dalla metà di novembre del 1943 alla fine del febbraio 1944 il gruppo, che aveva assunto la denominazione di Compagnia volante per la sua grande mobilità, operò soprattutto nell'Alto Casentino, come uno dei nuclei più attivi del futuro raggruppamento « Pio Borri », compiendo numerose e temerarie azioni. Il 19.10.1943 alcuni elementi del gruppo, penetrati nella Casa del fascio di Bibbiena, ne asportarono armi e munizioni. Dal 7 novembre, con una trentina di compagni, Licio si attestò in località Zenna, creandovi una salda base di guerriglia con l'appoggio dei contadini della zona.

Il segretario dell'A.N.P.I. di Foiano della Chiana, partigiano combattente nella stessa formazione, scriverà a trent'anni di distanza: « Eravamo in 40, tutti non soggetti a chiamata repubblichina, dimostrando così che pur non essendo obbligati a rispondere alla chiamata d[...]

[...]tagna, c? avrebbe assicurato una copertura formidabile ed il presupposto essenziale per combattere: cibo. rifugio, Informazioni. Licio Nencetti, il nostro comandante diciassettenne, un giovane comunista che aveva profonda coscienza delle aspirazioni popolari perché si era forgiato nella Foiano antifascista e contadina, sentiva profondamente il rancore e il desiderio di libertà e giustizia di quanti vivono e lavorano la terra altrui ».

Netto « Pio Borri »

A partirp dal marzo 1944 il gruppo di Nencetti costituì la 4a Banda della Zona A del raggruppamento « Pio Borri ». Gli attacchi contro il nemico si susseguirono assumendo dimensioni sempre più vaste. Il 4 marzo i partigiani occuparono il paese di Salutìo, tenendolo sotto controllo l'intera notte e suscitando il panico, l'indomani, nel fascismo aretino.

Il 18 marzo, con sette compagni, Nencetti diede l'assalto aH’Albergo Bei di Bibbiena, dove alcuni noti repubblichini, tra cui il famigerato capomanipolo Umberto Abbatecola, si erano riuniti a cena. Nella sparatoria, un fascista fu ucciso e un altro rimase ferito. I partigiani ebbero a loro volta due feriti.

Dai primi di aprile Nencetti si trasferì [...]

[...] loro volta due feriti.

Dai primi di aprile Nencetti si trasferì con la formazione in Valdichiana (da dove provenivano molti dei suoi compagni), spingendosi fino a Sinalunga. Alla fine di aprile tornò ad operare in Casentino, intervenendo tra l'altro, per sciogliere un gruppo di profittatori, sedicenti partigiani, e giustiziarne il capo. Ai primi di maggio la 4a Banda di

venne 4a Compagnia del IN Battaglione della XXIII Brigata Garibaldi « Pio Borri » della Divisione « Arezzo » e il 24 dello stesso mese Licio si recò in Pratomagno, in una località detta Uomo di Sasso, per incontrare Aligi Barducci comandante della Divisione Garibaldi « Arno », e concordare un’azione comune. Mentre stava tornando in Casentino dopo la riunione, venne catturato dai repubblichini.

L’arresto

Sull'episodio dell'arresto si è molto discusso. Inizialmente i partigiani di Licio attribuirono la cattura del loro comandante al tradimento di due compagni, Giuseppe e Virgilio Versari, padre e figlio. Sulla base di tale presunzione il padre fu passato per le armi,[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 758

Brano: [...]no dei principali teatri di guerriglia dell'Italia centrale, zona operativa di formazioni partigiane aretine e anche fiorentine (v. Potente, Divisione). Sia i paesi a fondovalle che quelli sulle pendici dettero un notevole contributo di combattenti e di risorse logistiche alle formazioni, pagando un prezzo di sanguinose rappresaglie nemiche.

Dal 4.3.1944, a monte del borgo di Ortignano si insediò il Comando del III Battaglione della Brigata « Pio Borri » (v.), con la 1a e la 3a Compagnia, mentre a monte di Talla aveva una base la « Compagnia volante » comandata da Lido Nencetti. L’8 marzo, nelle vicinanze di Ortignano, il partigiano Giuseppe Versati, sceso alla sua abitazione per rifornire di pane i compagni, incontrò alcuni elementi della G.N.R., tra cui Egidio Mistretta, segretario del fascio di Ortignano, che restò ucciso nello scontro. I fascisti, tornati nel corso della notte con rinforzi giunti da Bibbiena e spalleggiati dai tedeschi, incendiarono l’abitazione del Versari, ne uccisero la moglie e presero infine 11 ostaggi fra la popol[...]

[...]ioni caddero nel rastrellamento: il 16 aprile, in località Secchieta di Montemignaio, 6 partigiani furono sorpresi da militi della G.N.R. e fucilati; il 17 aprile, a Stia, fu la volta di 17 partigiani romagnoli. Al termine del rastrellamento, gli aretini riuscirono comunque a tornare in Pratomagno e si accamparono nei seccatoi sparsi fra i boschi.

Il 26 maggio cadde Licio Nencetti, il cui nome fu poi assunto dal 3° Battaglione della Brigata « Pio Borri ». Continuando la lotta, i partigiani passarono spesso dal Pratomagno all’AIpe di Catenaia e compirono puntate offensive sulle rotabili del fondovalle.

L’8 giugno un reparto di militari accasermato a Poppi disertò per arruolarsi nelle formazioni partigiane; la notte del 10 giugno fu la volta di alcuni giovani appartenenti alla cosiddetta « guardia di Zuccaro », il commissario prefettizio di Bibbiena, e il 17 giugno il loro esempio fu seguito da un intero plotone della G.N.R. di Bibbiena.

Nello stesso tempo si susseguivano stragi e massacri a opera dei nazifascisti: 3 fucilati il 21 magg[...]

[...]magno gli uomini guidati da AJigi Barducci [Potente), Raffaello Sacconi, Raul Ballocci e Rodolfo Chiosi (« Brigata Mameli ») dovettero continuamente spostarsi da un luogo all’altro per sfuggire ai sanguinosi rastrellamenti. Dal 12 al 14 luglio, mentre « Potente » si preparava a calare con i suoi su Firenze, i nazifascisti intrapresero un ultimo, massiccio rastrellamento sul Pratomagno (sopra Carda e Calletta) investendo il 3° Battaglione della « Pio Borri », ma i partigiani riuscirono a sfuggire alla rete, pur restando nella zona. Dal giorno della liberazione di Arezzo (16 luglio) il 3° Battaglione inviò quasi quotidianamente staffette al Comando Alleato per informarlo sui movimenti e sulla consistenza delle forze nemiche, sui campi minati, etc.. Infine, il 29 luglio, il Battaglione stesso attraversò le linee all’Anciolina e prese contatto con gli Alleati a Campogialli.

Nei giorni successivi, pattuglie di partigiani tornarono in missione ricognitiva sul Pratomagno, partecipando ad azioni militari, liberando paesi del Casentino e del Pratoma[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 128

Brano: [...]Elio Bottarelli (Partito socialista). Varie formazioni partigiane furono attive nel Casentino, nel Cortonese, in Valdichiana, nella valle Tiberina, nella Valdarno, alle pendici del Falterona, ai Mandrioli, a Chiusi della Verna, ad Anghiari, a Città di Castello. Nella primavera del 1944 alcune di esse ricevettero lanci di armi e rifornimenti da parte degli Alleati. Nel maggio 1944 sorsero due brigate, ognuna su tre battaglioni: la XXIII Brigata « Pio Borri » e la XXIV Brigata « Bande Esterne »; unendosi, costituiranno la Divisione « Arezzo », al comando di Siro Rossetti, commissario politico Eugenio Calò. Comandanti delle due brigate furono rispettivamente Ferdinando Caprini e Bruno Villa; commissari politici, Aldo Cardelli e Raffaele Sacconi.

Dal settembre 1943 all’estate 1944 (quando la provincia fu liberata), Arezzo ha dato alla Guerra di liberazione nazionale un alto contributo. Con i suoi 1.380 caduti in combattimento o uccisi per rappresaglia dai nazifascisti (si vedano le voci Bucine, Cavriglia, Civitella della Chiana, Stia) essa è st[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 51

Brano: [...]luce sul S.I.F.A.R., sulle sue reali funzioni e sulle sue sospette collusioni con forze straniere, il 4.3. 1969 è stata nominata dalla Camera una Commissione parlamentare di inchiesta su di esso, con compiti e poteri peraltro assai limitati.

Del Pace, Franco

N. a Bibbiena (Arezzo) il 24.9.1922; operaio. Dopo I'8.9.1943 prese parte alla Guerra di liberazione, nelle file della.Resistenza, come partigiano combattente nella Brigata Garibaldi « Pio Borri » operante nel Casentino.

Iscritto al P.C.I. dal 1944, dopo la Liberazione ha ricoperto vari incarichi politici e sindacali. Assessore del comune di Arezzo (19511960) e della Provincia (19601968), è stato eletto senatore il 19.5.1968.

Del Re, Carlo

N. a Codroipo (Udine) il 18.10.1901; avvocato. Entrato a far parte alla fine del 1929 del movimento « Giustizia e Libertà », si mise al servizio dell'Ovra (v.) e divenne spia fascista. Viene considerato direttamente responsabile dell'arresto di circa 60

.

51



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 807

Brano: Montenegro

chieta, durante la Guerra di liberazione Montemignaio ospitò la Brigata Garibaldi « Lanciotto » della Resistenza fiorentina, nonché formazioni della 23a Brigata Garibaldi « Pio Borri », di Arezzo. La popolazione fu generosa di aiuti verso i partigiani e, per questo, dovette subire sanguinose rappresaglie tedesche.

Il 20.6.1944, militari tedeschi e fascisti italiani irruppero nel villaggio e, sfondando le porte delle abitazioni, catturarono 14 uomini per fucilarli. Di questi 11 furono uccisi, 2 riuscirono a fuggire e uno rimase solo ferito.

Pochi giorni dopo, il 29 giugno, altri 5 paesani furono fucilati dai tedeschi.

Il 25 agosto un'altra rappresaglia investì le piccole frazioni di Moscia e Lagacciolo, dove i nazisti trucidarono due coppie di montanari. Il

4 s[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 319

Brano: [...]giani della vai di Luna impegnati in duri combattimenti. In località Laminari di Capannori funzionò un centro di assistenza al servizio di partigiani delle zone di Lucca, Pisa e Livorno.

Nel monastero di Camaldoli (Arezzo) si rifugiarono e furono curati prima prigionieri alleati fuggiti dai campi di Laterina e Renicci, poi i partigiani dell’alto Casentino. In questa stessa zona, un ospedale da campo fu allestito per iniziativa della Brigata « Pio Borri »; il servizio medico fu assolto dallo studente di medicina fiorentino Mario Sbrilli che verrà ucciso dai fascisti a San Polo (Arezzo) nel luglio 1944 (alla sua memoria verrà conferita la Medaglia d’oro al v.m.). Altri ospedaletti sorsero: nell’Alta Garfagnana, per i partigiani della Lucchesia e delle Alpi Apuane, diretto dal dott. Coli del Comando della I Brigata della Divisione « Lunense »; a Soliera, in Lunigiana, nel convento dei francescani; nel massiccio detto delle Tre Potenze, organizzato dal Comando della 11a Zona Patrioti.

Un medico partigiano

Per dare un’idea delle situazioni[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 708

Brano: Poppi

il 7 agosto fu decretata la deportazione in massa di tutti gli uomini validi di Poppi, dai diciotto ai quarantacinque anni di età: 150 cittadini finirono così nei lager tedeschi.

Il 2.9.1944 Poppi fu liberata dalla 5a Compagnia del 111 Battaglione della XXIII Brigata « Pio Borri ». Gli Alleati entrarono in paese solo dieci giorni dopo (13 settembre) e utilizzarono i gruppi partigiani per compiere ricognizioni nelle colline circostanti, piene di campi minati e di postazioni nemiche. Il 21 settembre, nel corso di queste operazioni, i partigiani libereranno gli ultimi due paesi tenuti dai tedeschi in Casentino: Pratovecchio e Stia, spingendosi con puntate ricognitive fino alle propaggini della Romagna.

L’11 settembre i tedeschi fecero evacuare la frazione di Moggiona, spingendone a nord l’intera popolazione, salvo gli anziani, i malati e i bambini. Non si trattava pe[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 5Appendice con numerazione propria (Monografia/libro

Brano: [...]Antonio A.Bern.

Massa Carrara.

Berti Giuseppe G.Be.

in Bordiga Amadeo: Il “bordighismo".

Bertini Antonio A.Ber.

Cinema e Resistenza.

Bertolo Gian Franco G.F.Be.

Macerata; Pesaro; Riccardi, Raffaello; Visso.

Bevere Antonio A.Be.

Ordine pubblico; Oviglio, Aldo; Rocco, Alfredo.

Biagianti Ivo I.Bi.

Nencetti, Lido; Partina, Eccidio di; Passalacqua, Luigi; Perillo, Gaetano; Perrone Compagni, Dino; Pieraccini, Famiglia; Pio Borri, Brigata; Poggioni, Banda; Poppi; Pratomagno; Protocolli di Sion; Quattordici luglio (1948); Ricapito, Angelo; Rosseti, Siro.

Bianchini Stefano S.Bi.

Guerra mondiale, Prima; Patto a quattro; Patto di non aggressione russotedesco; Patto di Varsavia; Patto tripartito; Piccola Intesa; P.O.J.; Processo di Lipsia; Rapallo, Trattato di; San Francisco, Conferenza di; Società delle Nazioni; Stalin; Stalinismo, Interpretazioni storiografiche dello; Teheran, Conferenza di; Triplice Alleanza; Triplice Intesa; Ungheria; Varga, Eugenij; Versailles, Trattato di; Yalta.

Biga Francesco F.Bi.

Baia[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Pio Borri, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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