Brano: [...]a, mostrò sempre grande intransigenza: l'1.7.1949 comminò, tramite il Santo Uffizio, la scomunica a quei cattolici che si fossero iscritti al Partito comunista.
In campo dogmatico, intervenne per definire la natura dell'ordine sacerdotale e l’assunzione corporea della Madonna.
In campo sociale ribadì le posizioni dei suoi predecessori (specie di Leone XIII autore della Rerum novarum e di Pio XI autore della Quadragesimo anno).
P.Caf.
Pio Borri, Brigata
Formazione partigiana operante durante la Guerra di liberazione in provincia di Arezzo (v,).
Dopo la morte del giovane studente universitario Pio Borri (v.h primo caduto della Resistenza nelI’Aretino, il Comitato provinciale di concentrazione antifascista decise di dare il suo nome alla costituenda 23a Brigata Garibaldi. Alla nascita di questa formazione contribuirono fin dalla metà di settembre del
1943 gruppi di ex ufficiali e soldati del disciolto esercito regio, lavoratori antifascisti, giovani renitenti alla leva ed ex prigionieri di guerra alleati fuggiti dai campi di concentramento di Anghiari e Laterina. Un primo coordinamento dei’ vari gruppi sorti spontaneamente in provincia fu attuato dal maggiore Cesare Caponi che decise di co[...]
[...]ari gruppi sorti spontaneamente in provincia fu attuato dal maggiore Cesare Caponi che decise di concentrare a Vallucciole, nell'alto Casentino, varie bande ivi operanti in modo disorganico. Ma mentre stava per realizzarsi il processo di aggregazione di questi gruppi, un rastrellamento attuato nella zona dalla Guardia nazionale repubblicana l'1iM2.11.1943 portò a una dispersione temporanea dei gruppi. Appunto durante questo rastrellamento cadeva Pio Borri.
Ripresi i tentativi di riorganizzazione, in una riunione svoltasi il 23.11.1943 a Subbiano i comandanti partigiani decisero di coordinare le rispettive bande in un Raggruppamento patriottico « Pio Borri » (nucleo della futura 23a Brigata Garibaldi), al cui comando fu posto il tenente.Siro Rosseti.
Attività della Brigata
Poco dopo la costituzione del Raggruppamento una retata fascista determinò l’arresto di una sessantina di elementi, fra cui il Rosseti e altri comandanti. Il lavoro di organizzazione subì quindi un certo rallentamento, ma i nuclei del Casentino, comprendenti circa 150 uomini, continuarono a operare sotto la guida del sottotenente Raffaello Sacconi.
Un impulso decisivo alla costituzione di un Comando unitario di brigata venne dalla riunione svoltasi il 12.4.1944 a Qua[...]
[...] di un Comando militare unitario fra le varie formazioni della provincia. L’incarico di portare a termine l'operazione fu affidato a Siro Rosseti, Aldo Donnini e Raffaello Sacconi; e, in effetti, nella seconda metà di maggio i gruppi partigiani del Pratomagno, del Casentino, deH’Appennino Toscoromagnolo, delI’Alpe di Catenaia, dell’AIpe di Poti e del monte Favalto si strutturarono in distaccamenti, tutti facenti capo alla 23a Brigata Garibaldi « Pio Borri », della Divisione partigiani «Arezzo». La Brigata risultò composta di 3 battaglioni: il primo, operante soprattutto suII’Alpe di Catenaia; il secondo, nella zona compresa fra ì’AIpe di Roti e il monte Favalto; il terzo, dislocato sul Pratomagno. Inoltre fu inquadrata la « Compagnia volante » che, al comando di Lido Nencetti (v.), venne collegata al ILI Battaglione, ma rimase autonoma nei suoi movimenti e operò spostandosi dal Casentino alla Valdichiana, fino al Senese.
Di fatto, l’unificazione dei vari gruppi avvenne come aggregazione di realtà preesistenti, per cui (nonostante tutti i te[...]
[...]ammonimento contro il nemico.
Accanto alla 23a Brigata si collocarono varie bande operanti nella stessa provincia, ma in modo scarsamente coordinato, che alla fine vennero inquadrate nella cosiddetta 24a Brigata « Bande esterne » della Divisione « Arezzo ». Nel complesso si trattava di oltre 1.300 partigiani, oltre ai numerosi collaboratori attivi nella provincia.
All'approssimarsi delle truppe alleate, una quarantina di partigiani della « Pio Borri » scesero in Arezzo e contribuirono alla liberazione della città (16.6.1944). Intanto il grosso delle forze aveva il compito di impegnare il nemico in azioni di disturbo in vari punti della provincia e di tenersi pronto a intervenire a sua volta in città, nel caso in cui ciò si fosse reso necessario. Questa azione venne concertata con il Comando militare alleato, anche allo scopo di risparmiare altre distruzioni agli abitati. In seguito, durante la liberazione delle zone settentrionali della provincia, numerosi partigiani della Brigata « Pio Borri » collaborarono con le truppe alleate nelle o[...]
[...]o delle forze aveva il compito di impegnare il nemico in azioni di disturbo in vari punti della provincia e di tenersi pronto a intervenire a sua volta in città, nel caso in cui ciò si fosse reso necessario. Questa azione venne concertata con il Comando militare alleato, anche allo scopo di risparmiare altre distruzioni agli abitati. In seguito, durante la liberazione delle zone settentrionali della provincia, numerosi partigiani della Brigata « Pio Borri » collaborarono con le truppe alleate nelle operazioni di ricognizione e di guida, oltre che in azioni militari vere e proprie.
Circa 500 di essi si arruolarono infine come volontari nei Gruppi di combattimento a fianco degli Alleati, per la liberazione del Nord.
I.Bi.
Volantino diffuso dai fascisti con il bando del 25.5.1944