Brano: [...]triali Bruno Coceani e dell'avvocato Cesare Pagnini, altro ammiratore dei tedeschi). Federalista convinto, propugnò larghe autonomie politiche, economiche e culturali per la Venezia Giulia nel quadro di un'Italia repubblicana e socialista.
Arrestato dalla polizia nazista assieme agli altri membri del C.L.N.
(Zeffirino Pisoni del P.C.I., Giovanni Tanasco della D.C., Fernando Gandusio del P.L.I., Edmondo Puecher del P.S.I.U.P.), fu deportato nel campo di concentramento di Dachau, dove lasciò la vita.
Foschiatti fu uno dei maggiori rappresentanti del mazzinianesimo irredentista giuliano (movimento che si distingueva dai liberalnazionali maggioritari per i suoi principi di emancipazione sociale, di liberazione e indipendenza di tutte le nazionalità dell’impero austriaco, compresa quella slava), poi dell'interventismo democratico giuliano che ebbe nei fratelli Carlo e Gianni Stuparich, nello stesso Scipio Slataper, in Pio Riego Gambini, Giuseppe Vidali, Ercole e Michele Miani, Nazario Sauro, Diomede Benco e altri ancora le figure di ma[...]
[...]luì, anche per merito di lui, nel P. d’A., partecipando infine alla Resistenza. Fra il 25 luglio e il novembre 1943, Foschiatti denunciò l’equivoco patriottico dei conservatori che manovravano per un nuovo « blocco sacro » sfruttando il ricatto dei vecchi ideali irredentisti, e attaccò aspramente i ceti altoborghesi e gli stessi ex commilitoni del 1915 che, in nome dell’antislavismo, si erano asserviti alla classe dirigente alleatasi ai nazisti. Nel C.L.N. triestino l’azione del P. d'A., per merito del Foschiatti e del Miani, fece prevalere una politica unitaria é democratica bloccando le manovre insidiose della destra.
Sue opere principali: Lettere fra il 1915 e il 1943 La borghesia triestina (su Rivoluzione liberale); Conversioni (ibidem); Appunti repubblicani ad un manifesto; Trieste e il suo problema politico; Il problema nazionale della Venezia Giulia; Fede Unitaria; Folklore triestino (tutti scritti clandestini del 1943).
G.Fo.
Fossano, Carcere di
A Fossano (Cuneo), centro di 12 mila abitanti, durante il regime fascista [...]
[...]di grazia proposta dalle autorità [...].
Nel 3° camerone eravamo in 45, provenienti da ogni parte d’Italia e rappresentanti ogni ceto sociale; accanto al mezzadro emiliano c’era l’operaio torinese; l’intellettuale di Firenze e il professionista romano che avevano osato levare la propria voce in difesa della libertà di pensiero, vivevano fraternamente col bracciante pugliese che si era ribellato aH'imposizione di morire di fame. [...] Entrando nel collettivo si accettava volontariamente di mettere a disposizione della comunità il denaro e i pacchi che sarebbero arrivati; la vita trascorreva tranquilla, in piena armonia, l’autodisciplina garantiva l’ordine, la pulizia e il reciproco rispetto fra i compagni. Avevamo stabilito un piano regolare di attività che comprendeva lo studio individuale e collettivo dei classici del marxismo, dell'economia politica e della filosofia, discussioni sui vari problemi politici e la lettura ».
Il 25 luglio
Ecco, nel racconto di Comandini, come giunse nel carcere la notizia della caduta di Mussolini: [...]
[...] che sarebbero arrivati; la vita trascorreva tranquilla, in piena armonia, l’autodisciplina garantiva l’ordine, la pulizia e il reciproco rispetto fra i compagni. Avevamo stabilito un piano regolare di attività che comprendeva lo studio individuale e collettivo dei classici del marxismo, dell'economia politica e della filosofia, discussioni sui vari problemi politici e la lettura ».
Il 25 luglio
Ecco, nel racconto di Comandini, come giunse nel carcere la notizia della caduta di Mussolini: « Ad un tratto udimmo una voce proveniente da lontano che gridava ai nostro indirizzo: ” Mussolini è caduto, il fascismo è crollato! ". In pochi istanti il camerone fu sveglio, pur senza avere piena coscienza di quanto stava accadendo; incredulità, speranza, gioia si alternavano in ognuno di noi. I compagni dirigenti ci invitarono alla calma e restammo ognuno nella piccola branda; poteva benissimo trattarsi di una provocazione o di qualche gesto inconsulto. Rimanemmo in ascolto, ma la voce ignota non ripetè l’annuncio; comunque nessuno riuscì a addo[...]