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Il segmento testuale Nel C è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 6Entità Multimediali , di cui in selezione 6 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 497

Brano: [...].

Pecorari, Fausto

N. a Trieste il 18.12.1902, m. il 27. 10.1966; medico.

Radiologo, primario dell’Ospedale Maggiore di Trieste, nel 1935 fu nominato dal vescovo Santin presidente degli uomini di Azione Cattolica di quella diocesi.

Dopo il 25.7.1943 si adoperò (con Giovanni T a nasco, Raimondo Vi sintin, don Giovanni Grego, Gino Palutan, Gianni Bartoli, don Edoardo Marzari e altri) per costituire la Democrazia Cristiana a Trieste.

Nel C.L.N. triestino

Dopo l’8.9.1943 fu tra i dirigenti clandestini della D.C. e rappresentò poi questo partito nel secondo C.L.N. di Trieste, presieduto da don Marzari (il primo Comitato era stato arrestato al completo nel dicembre 1943 e deportato a Dachau, dove moriranno Gabriele Foschiatti del P.d’A. e Zeffirino Risoni del P.C.I.). Del secondo C.L.N. facevano parte per la D.C. anche Paolo Reti (sarà fucilato nel 1945) e Luigi Cividin. Pecorari vi svolgeva funzioni di tesoriere. Nel C.L.N. il P.C.I. era rappresentato da Luigi Frausin (v.) e Giorgio Frausin (entrambi poi arrestati e uccisi), i[...]

[...]fu tra i dirigenti clandestini della D.C. e rappresentò poi questo partito nel secondo C.L.N. di Trieste, presieduto da don Marzari (il primo Comitato era stato arrestato al completo nel dicembre 1943 e deportato a Dachau, dove moriranno Gabriele Foschiatti del P.d’A. e Zeffirino Risoni del P.C.I.). Del secondo C.L.N. facevano parte per la D.C. anche Paolo Reti (sarà fucilato nel 1945) e Luigi Cividin. Pecorari vi svolgeva funzioni di tesoriere. Nel C.L.N. il P.C.I. era rappresentato da Luigi Frausin (v.) e Giorgio Frausin (entrambi poi arrestati e uccisi), il P.d’A. da Umberto Felluga (caduto a Dachau) e Giovanni Pai ad in, il P.S.I.U.P. da Paolo Robba, il P.L.I. da Angelo Selem. Nell’agosto del 1944 Pecorari venne arrestato dai nazisti e deportato a Buchenwald, dove entrò a far parte di un Comitato di solidarietà diretto dal comunista triestino Ferdi Zidar. In precedenza era stato avvicinato da elementi infidi, di cui nulla sospettava, che si rivelarono più tardi come spie della polizia fascista. Di questi, il Giorgio Bacolis causerà più[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 359

Brano: [...] antisocialista e anticomunista pareva avere ceduto il posto, in parte, al desiderio di sapere e intendere quel che eravamo, ed impararono a conoscerci in quei mesi di battaglia. Noi avevamo allora in città due G.A.P., otto uomini in tutto. In città cominciarono a scoppiar bombe nelle caserme della milizia, nei Comandi tedeschi, nei pressi degli improvvisati ministeri della repubblica di Salò. Da otto, i gappisti salirono a venti e poi a trenta. Nel C.L.N., dopo le prime azioni vi fu qualche opposizione, si temevano le rappresaglie, poi le perplessità vennero appianate. A Natale la polizia era sulle nostre tracce, Abbiati fu arrestato, io — avvertito in tempo — riuscii a mettermi in salvo e fui trasferito a Parma ».

Tra i più attivi organizzatori delle prime formazioni partigiane furono: Astolfo Lunardi, presidente dell’Unione Uomini dell’Azione cattolica,

fucilato dai tedeschi il 6.2.1944 insieme a Ermanno Margheriti; Teresio Olivelli (v.), deportato e morto in campo di concentramento in Germania nel gennaio 1945; i comunisti Casimi[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 702

Brano: [...]tano di complemento R. Ferretti per il P.C.I., dal tenente Corbari per il P.S.I.U.P., dal geometra L. Miglioli per gli azionisti. La Giunta stentò a mettersi in azione per la pretesa del colonnello Maso

ne di autoproclamarsi comandante e per il suo rifiuto di lavorare in forma collegiale, finché non decise di ritirarsi.

Il movimento partigiano della provincia risultò quasi interamente costituito da formazioni « Garibaldi » e « Matteotti ». Nel C.L.N. cremonese furono sempre presenti le tendenze all’attesismo (v.), ossia a limitare al minimo l’azione armata in « attesa » del momento decisivo e per evitare rappresaglie, e quella opposta di non dare invece tregua al nemico onde affrettare con l’azio^ ne la venuta del moménto decisivo. Con \a sconfitta delle tesi attesiste anche il capitano Positano; succe* duto nel comando al Masone, sì dimise: il comando effettivo passò così nelle mani del commissario politico Ferretti e vi rimase fino alla fine del 1944, quando il Ferretti stesso venne arrestato.

Sotto l’egida del G.L:N. vennero costituiti comitati sindacali aziendali e un Comitato sindacale provinciale, alla cui direzione vennero designati R, Bernardi e L. Scala (P.C.I.), O. Frassi ed E, Zanoni (P.SA.), Duranti (D.C.); i liberali e gli azionisti non vollero aderire a tale iniziativa. Furono organizzate agitazioni > nelle aziende in concomitanza con la lotta armata: in particolare, molto fu fatto per[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 410

Brano: [...]triali Bruno Coceani e dell'avvocato Cesare Pagnini, altro ammiratore dei tedeschi). Federalista convinto, propugnò larghe autonomie politiche, economiche e culturali per la Venezia Giulia nel quadro di un'Italia repubblicana e socialista.

Arrestato dalla polizia nazista assieme agli altri membri del C.L.N.

(Zeffirino Pisoni del P.C.I., Giovanni Tanasco della D.C., Fernando Gandusio del P.L.I., Edmondo Puecher del P.S.I.U.P.), fu deportato nel campo di concentramento di Dachau, dove lasciò la vita.

Foschiatti fu uno dei maggiori rappresentanti del mazzinianesimo irredentista giuliano (movimento che si distingueva dai liberalnazionali maggioritari per i suoi principi di emancipazione sociale, di liberazione e indipendenza di tutte le nazionalità dell’impero austriaco, compresa quella slava), poi dell'interventismo democratico giuliano che ebbe nei fratelli Carlo e Gianni Stuparich, nello stesso Scipio Slataper, in Pio Riego Gambini, Giuseppe Vidali, Ercole e Michele Miani, Nazario Sauro, Diomede Benco e altri ancora le figure di ma[...]

[...]luì, anche per merito di lui, nel P. d’A., partecipando infine alla Resistenza. Fra il 25 luglio e il novembre 1943, Foschiatti denunciò l’equivoco patriottico dei conservatori che manovravano per un nuovo « blocco sacro » sfruttando il ricatto dei vecchi ideali irredentisti, e attaccò aspramente i ceti altoborghesi e gli stessi ex commilitoni del 1915 che, in nome dell’antislavismo, si erano asserviti alla classe dirigente alleatasi ai nazisti. Nel C.L.N. triestino l’azione del P. d'A., per merito del Foschiatti e del Miani, fece prevalere una politica unitaria é democratica bloccando le manovre insidiose della destra.

Sue opere principali: Lettere fra il 1915 e il 1943 La borghesia triestina (su Rivoluzione liberale); Conversioni (ibidem); Appunti repubblicani ad un manifesto; Trieste e il suo problema politico; Il problema nazionale della Venezia Giulia; Fede Unitaria; Folklore triestino (tutti scritti clandestini del 1943).

G.Fo.

Fossano, Carcere di

A Fossano (Cuneo), centro di 12 mila abitanti, durante il regime fascista [...]

[...]di grazia proposta dalle autorità [...].

Nel 3° camerone eravamo in 45, provenienti da ogni parte d’Italia e rappresentanti ogni ceto sociale; accanto al mezzadro emiliano c’era l’operaio torinese; l’intellettuale di Firenze e il professionista romano che avevano osato levare la propria voce in difesa della libertà di pensiero, vivevano fraternamente col bracciante pugliese che si era ribellato aH'imposizione di morire di fame. [...] Entrando nel collettivo si accettava volontariamente di mettere a disposizione della comunità il denaro e i pacchi che sarebbero arrivati; la vita trascorreva tranquilla, in piena armonia, l’autodisciplina garantiva l’ordine, la pulizia e il reciproco rispetto fra i compagni. Avevamo stabilito un piano regolare di attività che comprendeva lo studio individuale e collettivo dei classici del marxismo, dell'economia politica e della filosofia, discussioni sui vari problemi politici e la lettura ».

Il 25 luglio

Ecco, nel racconto di Comandini, come giunse nel carcere la notizia della caduta di Mussolini: [...]

[...] che sarebbero arrivati; la vita trascorreva tranquilla, in piena armonia, l’autodisciplina garantiva l’ordine, la pulizia e il reciproco rispetto fra i compagni. Avevamo stabilito un piano regolare di attività che comprendeva lo studio individuale e collettivo dei classici del marxismo, dell'economia politica e della filosofia, discussioni sui vari problemi politici e la lettura ».

Il 25 luglio

Ecco, nel racconto di Comandini, come giunse nel carcere la notizia della caduta di Mussolini: « Ad un tratto udimmo una voce proveniente da lontano che gridava ai nostro indirizzo: ” Mussolini è caduto, il fascismo è crollato! ". In pochi istanti il camerone fu sveglio, pur senza avere piena coscienza di quanto stava accadendo; incredulità, speranza, gioia si alternavano in ognuno di noi. I compagni dirigenti ci invitarono alla calma e restammo ognuno nella piccola branda; poteva benissimo trattarsi di una provocazione o di qualche gesto inconsulto. Rimanemmo in ascolto, ma la voce ignota non ripetè l’annuncio; comunque nessuno riuscì a addo[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 17

Brano: Taranto

tiche democratiche. Nel C.N.L. che, dopo l’8.9.1943, si costituì in città e in quelli della provincia, il ruolo di questi uomini fu indiscusso: Voccoli fu nominato responsabile per le epurazioni e vicepresidente dell’Amministrazione provinciale; Latorre commissario dei disciolti sindacati fascisti.

Subito dopo l'armistizio dell'8 settembre gli Alleati sbarcarono a Taranto, ma la guerra continuò a fare vittime: a Castellaneta, dopo esser fuggiti dal paese, i tedeschi lanciarono alcune bombe di mortaio sulla popolazione che si era riversata nelle strade per salutare le truppe alleate. Vi furono parecchi morti e molti[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 664

Brano: [...]iù coerenti il tentativo di addivenire a una « pacificazione » che, in sostanza, avrebbe avuto solo il risultato di assicurare mano libera agli occupanti tedeschi e ai loro collaborazionisti italiani, il Comitato antifascista si trasformò in Comitato di liberazione nazionale, composto da Rindo Rindi (v.), Galileo Corsi e Giulio Bruschi per il P.C.I., Fosco Fantechi e Alberto Giachetti per la D.C., Ernesto Banchelli e Umberto Conti per il P.S.I.. Nel C.L.N. i comunisti si assunsero il compito di organizzare il reclutamento per la lotta armata, e di dirigerla, i democristiani quello di assicurare la raccolta di indumenti e altri materiali necessari ai partigiani, i socialisti il vettovagliamento alimentare. Al tempo stesso, i partiti si affrettarono a potenziare le rispettive organizzazioni costiuite dopo il 25 luglio.

La fraterna intesa tra forze politiche antifasciste e la dedizione disinteressata dei tanti che ne divennero da quel momento parte attiva permisero di ottenere eccellenti risultati non solo sul terreno della lotta armata ma[...]

[...]elli].

Alla fine del 1943, mentre Querceto continuava a svolgere un importantissimo compito di « distretto militare » e di raccordo fra città e montagna, largamente usato anche dal Comando regionale toscano, la « Checcucci » si spostò nel Mugello (v.), dove il 6 marzo partecipò all’occupazione di Vicchio. Dopo questa brillante operazione i partigiani sestesi si diressero verso il Falterona ma, incappati in un rastrellamento tedesco e decimati nel corso di vari scontri, dovettero ripiegare sul monte Giovi. Qui, riordinate le fila e rinsanguata da nuovi arrivi, nel maggio la « Checcucci » divenne 22a Brigata Garibaldi « Lanciotto Ballerini» (v.), prendendo il nome del valoroso capo partigiano di Campi Bisenzio, caduto in gennaio sui monti della Calvana.

Con le Brigate « Pucci », « Sinigaglia » e « Caiani » nel luglio 1944 la « Lanciotto sarà chiamata a costituire la Divisione Garibaldi « Arno » poi intitolata a « Potente » (v.) e, in questa che sarà una delle più prestigiose unità partigiane dell’ltalia centrale, nell’agosto i sestesi [...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Nel C, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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