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Il segmento testuale Monte Giovi è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 6Entità Multimediali , di cui in selezione 3 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Contro ogni ritorno : dal fascismo alla Costituzione repubblicana : Provincia di Firenze, 2 giugno 1972 / \a cura di Claudio Galanti, Paolo Tinti, Giovanni Verni!, p. 101

Brano: di blocco, durò cinque giorni. A Firenze ci avevano detto che lassù c’erano duecento soldati sbandati, ma armati; il nostro compito era di riorganizzare questi sbandati, svolgere opera di chiarimento e orientamento politico e di costituire una formazione parti giana. Arrivati in Monte Giovi ci si fermò sull’aia di una casa di contadini e si chiese di un certo Aurelio Piani e di un certo “ Ballotta ”, uno che accompagnava i cacciatori di città e che il Gandi, uno dei miei compagni, conosceva per essere stato due o tre volte a caccia con lui. Questi contadini a veder arrivare un gruppo di persone di città, un paio delle quali, fra cui io, avevano un maglione nero, che chiedevano del Piani, ci presero per fascisti e ci si misero tutti intorno fino a circondarci completamente. Dopo un po’ arrivò uno che poi si rivelò per il Piani, un muratore della zona che aveva un grande ascenden[...]

[...]rci chi eravamo, di dove venivamo, chi ci aveva mandati, come la pensavamo ecc. Fu un vero e proprio interrogatorio al termine del quale, chiariti tutti i dubbi e visto che eravamo affamati, il Piani disse a quella gente di portarci da mangiare. Mentre ci sfamavano il Piani ci spiegò che tutta quella diffidenza era dovuta al fatto che nella zona erano nascosti circa duecento prigionieri alleati scappati da un campo di concentramento che c’era in Monte Giovi, ospitati dai contadini. Cominciò così la nostra attività partigiana che fin dall’inizio mirò a stabilire le migliori relazioni possibili con la popolazione di Monte Giovi tanto è vero che ben presto riuscimmo a stringere attivi rapporti anche col parroco di Acone, che era una degnissima persona.

Questa nostra attività che creò le condizioni essenziali per il successivo sviluppo della Brigata “ Lanciotto ” dette presto i primi risultati: già nel novembre del ’43 i contadini, senza che nessuno gli dicesse niente, quando facevano l’olio ne davano una parte al padrone, una parte la tenevano per sé ed una parte la davano ai partigiani. Altrettanto avvenne al momento della raccolta di tutti gli altri prodotti. Per il Natale del ’43 eravamo in 17 o 18 attendati a [...]

[...]ale chi in una casa e chi in un’altra, ma tutti quanti

— e questo posso dirlo non solo sulla base della mia esperienza personale, ma anche di quanto mi raccontarono allora gli altri miei compagni — fummo trattati come se fossimo stati dei figli

tornati dopo dieci anni di guerra. E una cosa questa che a raccontarla mi commuove ancora. Ma questi sono solo alcuni episodi ed io credo di poter dire senza paura di essere smentito che in tutto il Monte Giovi non c’era contadino, anzi è più esatto dire che non c’era un abitante che non fosse con noi: a qualsiasi ora del giorno o della notte un partigiano bussava alla porta di un contadino era certo che gli aprivano; bastava che un fascista passasse la Sieve in un qualsiasi punto che si veniva subito a saperlo. Gli unici ad essere detestati erano quelli che facevano il mercato nero; i contadini di Monte Giovi erano capacissimi di darci tutto quanto avevano, ma se qualcuno avesse fatto tanto di dire “ ce l’hai dieci chili di grano? Lo porto a casa ” poteva essere certo che in quella casa non sarebbe entrato più e che sarebbe stato evitato il più possibile.

Purtroppo la Resistenza ha restituito poco a tutta questa gente, ma d’altro canto come si possono restituire questi tesori di solidarietà, che nessun partigiano potrà dimenticare?

[dalla testimonianza di Ugo Corsi, presso Vlstituto Storico della Resistenza in Toscana]

Premi amari del “ camerata ” tedesco e ri sposta più amara dei contadi[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 143

Brano: Arpesani, Giustino

Due partigiani della Divisione « Arno » in convalescenza

dal 3 agosto all’1 settembre 1944. Alla data del 31 luglio, le forze delia divisione si trovavano così dislocate: la Brigata « Fanciullacci » sul Monte Morello; la « Caiani » sul Monte Giovi; la « Sinigaglia » e due compagnie della « Lanciotto » a Fonte Santa, ove risiedeva anche il Comando divisione. Nei giorni 34 agosto la « Fanciullacci » si portò a Fiesole Montalgiro; la « Caiani » raggiunse Settignano e le due compagnie della « Lanciotto », sotto la guida di Francesco Leone (v.)T entrarono in Firenze, occupandovi la scuola Verrazzano. Sui colli di Settignano, in località Tre Pini, la « Caiani » dovette battersi contro una compagnia tedesca della Divisione

S.S. « Hermann Goering », riportando nel cruento scontro 31 morti. Le compagnie della « Lanciotto » e della « Sinigagl[...]



da Contro ogni ritorno : dal fascismo alla Costituzione repubblicana : Provincia di Firenze, 2 giugno 1972 / \a cura di Claudio Galanti, Paolo Tinti, Giovanni Verni!, p. 117

Brano: [...]he diecine di metri da Bastiano uche spara come un disperato.

L’ordine è di ripiegare verso gli inglesi, ma Gigi non se la sente. Ordina a noi di ripiegare e si scusa:

— Voi siete stanchi, i miei sono ancora freschi.

Siamo quasi al tramonto.

La lunga, scarna, quella sera quasi spettrale figura di Gigi, si leva da terra. Brandisce con la destra il piccolo micidiale “ Sten Gli è particolarmente caro, è uno dei primi che furon buttati a Monte Giovi molti mesi prima. Lo “ Sten ” è in alto, come una bandiera. Comanda:

117


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Monte Giovi, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---S.S. <---fascisti <---Alfredo Mordini <---Arturo Capettini <---Bibliografia <---Comandante di Brigata <---Comando Supremo Germanico <---Comando di Brigata <---Fiesole Montalgiro <---Franco Giunti <---Giuseppe Nobile <---Hermann Goering <---La sera <---Luigi Biselli <---Monte Morello <---Pizio Greta <---Poggio Gaipoli <---Resistenza a Firenze <---Resistenza in Toscana <---Santo Spirito <---Vlstituto Storico <---antifascisti <---fascismo <---fascista <---giana <---nazifasciste <---nazifascisti <---naziste <---nazisti <---sbadigliano <---sull'Arno



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