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Il segmento testuale Ministero degli Interni è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 338

Brano: [...]l'ordine giudiziario. A.Bev.

Ovra

Organizzazione poliziesca del Partito fascista, di fatto alle dirette dipendenze del capo del governo Benito Mussolini. Ampiamente articolata in Italia e all’estero, con strutture segrete e comunque non ufficiali, negli anni del regime l’Ovra costituì una rete « riservata » di servizi di informazione, provocazione e persecuzione contro gli avversari veri o presunti del fascismo, finanziata segretamente dal Ministero degli Interni.

Mai apparsa negli atti ufficiali del regime, l’Ovra sarà così definita, in un opuscolo pubblicato subito dopo la Liberazione: « Una piccola parola che dominava tutta la vita italiana, che avvelenava ogni attimo della giornata [...]. Incombente come una perpetua minaccia, ossessionante come un incubo ignoto e, appunto per questo, più pauroso, bastava da sola a evocare tutta una lugubre mostruosa visione: tradimenti e delitti, spionaggi e delazioni, processi e soprusi, persecuzioni, confino, carcere ».

Origini e organizzazione

Nel 1926, alle dipendenze di un ufficio speciale del Minis[...]

[...]parola che dominava tutta la vita italiana, che avvelenava ogni attimo della giornata [...]. Incombente come una perpetua minaccia, ossessionante come un incubo ignoto e, appunto per questo, più pauroso, bastava da sola a evocare tutta una lugubre mostruosa visione: tradimenti e delitti, spionaggi e delazioni, processi e soprusi, persecuzioni, confino, carcere ».

Origini e organizzazione

Nel 1926, alle dipendenze di un ufficio speciale del Ministero degli Interni, diretto da un funzionario della Squadra politica della Questura di Milano (certo BeIJoni), venne creato un « servizio informazioni ». L’anno successivo Mussolini rafforzò tale servizio affidandolo a due funzionari più qualificati: Ernesto Gulì, segretario generale della Direzione di Pubblica Sicurezza, e Michelangelo Di Stefano, capodivisione della medesima. Arturo Bocchini (v.), nominato nel 1926 capo della polizia, affidò al Gulì la direzione della Polizia politica e Io sostituì poi con il Di Stefano che creò subito le basi di un servizio segreto, destinato appunto a diventare l’Ovra. Dell[...]

[...]po del nuovo organismo fu posto l’ispettore Francesco Nudi, coadiuvato da tre funzionari e da una ventina di agenti.

Un secondo Ispettorato speciale fu successivamente costituito a Bologna, diretto dall’ispettore generale di Pubblica Sicurezza Giuseppe DfAndrea e competente per l’Emilia Romagna, la Toscana e le Marche. Sottratti all’autorità dei prefetti, Nudi e D’Andrea corrispondevano direttamente con la Direzione generale di P.S. presso il Ministero degli Interni, quindi con Mussolini.

I soddisfacenti risultati subito ottenuti con tale organizzazione, nettamente separata da ogni altra struttura dello Stato, indussero Mussolini a estendere in altre regioni gli Ispettorati speciali e ad adottare, per l’intera rete, la sigla « Ovra ».

Scriverà Luigi Salvatorelli: « Vi dovette essere un pizzico di vendetta sadica nell’invenzione di questo nome, di cui non fu mai determinato il significato preciso.

II Leto enumera come interpretazioni più correnti "Organizzazione di vigilanza e repressione dell'antifascismo” e "Organo di vigilanza dei reati antist[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 513

Brano: [...]ma di dissidio politico o anche culturale all'interno della Germania, distinguendosi nella lotta contro le chiese, che erano piuttosto restie (almeno alla base) a scendere a compromessi con un regime che dietro il sottile velo legalitario mostrava il suo volto totalitario. Tutte le forme, anche sparute e incerte di dissenso erano oggetto degli interventi repressivi e punitivi deì S.D., il quale, di fronte alle proteste, per la verità deboli, del Ministero degli Interni e dell’apparato giudiziario tradizionale, poteva richiamarsi alle ordinanze per i poteri straordinari strappate da Hitler a un Parlamento remissivo il mattino successivo all’incendio del Reichstag.

Heydrich, del quale si vociferava di lontane ascendenze ebraiche, fu inoltre il tenace e lucido organizzatore della « soluzione finale » (v.) della questione ebraica. Alla fine del 1936 presso il Comando della S.D. venne istituito a tale scopo un ufficio affidato al grigio burocrate del genocidio Adolf Eichmann (v.).

Fu soprattutto da questo ufficio e dal S.D. in generale che vennero le press[...]

[...]e ebraica. Alla fine del 1936 presso il Comando della S.D. venne istituito a tale scopo un ufficio affidato al grigio burocrate del genocidio Adolf Eichmann (v.).

Fu soprattutto da questo ufficio e dal S.D. in generale che vennero le pressioni più forti per l’eliminazione fisica di tutti gli ebrei.

Heydrich, che nell’aprile 1934 aveva cumulato anche il comando della polizia segreta politica, la Gestapo (v.), solo formalmente dipendente dal Ministero degli Interni, divenne in breve tempo uno degli uomini più temuti e potenti del Terzo Reich.

È nota la rivalità fra il S.D. e il controspionaggio militare, VAbwehr (v.), comandato dall’ammiraglio Canaris (v.), nel quale soprattutto per opera del capo di stato maggiore Hans Oster, si era formato un centro (peraltro non privo di ambiguità) di resistenza contro Hitler, ritenuto colpevole di provocare conseguenze dannose per la collocazione internazionale della Germania. Il conflitto fra S.D. e Abwehr, che si inseriva all'interno di quello più ampio fra esercito e regime, verrà concluso sanguinosamente con [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 114

Brano: [...]politica di San Domino, pur nelle dure condizioni dell’isola, fu tra le più combattive nell’oppor* si ai soprusi che, calpestando gli stessi regolamenti di polizia, venivano imposti ai confinati. Nel 1937 si ebbe una vera e propria agitazione per protestare contro la pretesa di imporre agli antifascisti l’uso del “saluto romano”. La lotta si concluse con l’arresto di 95 confinati.

Il 22.7.1937 la Direzione confinaria di Tremiti telegrafava al Ministero degli Interni: « Questa direzione avendo rilevato che confinati sovversivi qui assegnati non salutano personale Direzione e persone investite autorità verso i quali usano contegno sprezzante disponeva con ordinanza ieri, conformemente altre colonie confino, obbligo saluto romano

al predetto personale per istrada, durante appelli ed in occasione loro venuta in ufficio. Stamane eseguendosi appello ore 12, chiamati non rispondevano né salutavano romanamente e agente di PS incaricato segnava nomi per informare direzione. Allorché venne fatto appello, confinato Andrei ni Giuseppe fu Giovanni, costui, in pres[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 270

Brano: [...] il comandante del Battaglione “Leon” Luigi Malga e il commissario politico Alfredo Rigodanzo (Catone)

zona di crescente importanza strategica per i tedeschi che vi concentrarono numerosi organismi: nel giro di pochi mesi si insediarono a Valdagno il Gruppo “Gamma” della Decima Mas (comandato dal tenente di vascello Eugenio Walk), la 4a Compagnia “A. Turcato” della 22a Brigata nera “A. Faggion” di Vicenza, la Direzione generale di polizia del Ministero degli Interni della R.S.I. e la Direzione dell'Ovra, la centrale telefonica delle comunicazioni militari tra Italia e Germania e impianti per intercettazione delle trasmissioni radio. A Spagnago (presso Comedo Vicentino) fu allestito un aeroporto per apparecchi da ricognizione (detti “cicogne”); a Trissino si insediò il Comando della Polizia dell’Africa Italiana (P. A.I.); a Montecchio Maggiore, il sottosegretariato della Marina militare (Decima Mas); infine a Reccaro prenderà sede il Comando generale delle truppe tedesche in Italia, comandate dal Feldmaresciallo KesserUng (v.).

L'1.3.1944 il C.L.N. del[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 561

Brano: [...]5 e il 1936 vennero aiutati economicamente anche gli antibellicisti arrestati per il loro rifiuto di partire per la guerra d’Africa e i figli dei caduti in guerra.

In quegli anni, il S.R.I. svolse quindi un ruolo non marginale nella azione di allargamento e di radicamento della politica del Partito comunista nei più diversi strati sociali del paese.

Contromisure fasciste

Ciò viene documentato anche da una circolare che, il 19.1.1937, il Ministero degli Interni ritenne necessario inviare a tutti I prefetti del Regno per contenere e reprimere l'allargamento del fenomeno. La lettera è interessante anche per i particolari che svela riguardo ai metodi seguiti dalla polizia fascista.

MINISTERO DEGLI INTERNI Div. Gen. P.S. A.G. e R.

Roma, 19 gennaio 1937 Alle LL.EE. i prefetti del Regno Al Signor questore di Roma

Prot. n. 441/01035

Oggetto: Sussidi inviati dal Soccorso Rosso Richiamando le precorse circolari In merito, comunicandosi che le rimesse di denaro da parte del « Soccorso Rosso » ai familiari di sovversivi fuorusciti arruolatisi nelle truppe rosse spagnole risultano intensificate.

Per evitare che le Autorità del Regno possano comprendere la provenienza delle somme spedite ai familiari suddetti, si è ricorsi al noto sistema, quando le rimesse

NOS GRANDS VICTIMES

ROVEDA [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 331

Brano: [...]ercito per entrare nella Pubblica Sicurezza, dove iniziò una rapida carriera: nel 1922 assunse la direzione della Divisione Affari generali e riservati di P.S. (carica che manterrà fino al 1938) e a 40 anni fu nominato questore di I classe a Roma.

Alla testa dell’Ovra

Fin dalla istituzione delle Leggi eccezionali fasciste (1926) il Leto aveva collaborato con Arturo Bocchini (v.) alla costituzione di quella Divisione di polizia politica del Ministero degli Interni che assunse il nome di Ovra (v.). Nell’ottobre 1938, alla morte di Michelange

lo Di Stefano, ne divenne capo.

Nel 1943, dopo il crollo del fascismo, il Leto aderì alla repubblica di Salò, mantenne la carica di capo dell’Ovra e per due anni, lavorando alle strette dipendenze della Gestapo (v.), guidò la repressione fascista e antipartigiana. Nell’ottobre

1944 divenne vicecapo della polizia della repubblica di Salò in sostituzione di Gherardi.

Secondo dopoguerra

Nell’immediato dopoguerra, per iniziativa dell’Alto Commissariato per l’epurazione (v.) il Leto venne temporaneamente s[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 339

Brano: [...]osta di collaborare dietro adeguato compenso. Se tale proposta veniva accettata e il nuovo assunto dimostrava coi fatti di trarre profitto dal tirocinio iniziale,

il compenso a lui destinato cresceva di mese in mese, più che proporzionalmente al rendimento. Gli informatori non avevano un formale rapporto di impiego con la pubblica amministrazione e venivano retribuiti con fondi segreti a disposizione del capo della polizia. Un funzionario del Ministero degli Interni teneva tuttavia una conta

A

iter

Arturo Bocchini e il suo braccio destro Guido Leto

339



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 341

Brano: [...]nelle zone liberate e della difesa ovunque della rete resistenziale. Dal maggio 1944 entrambi questi servizi vennero fatti confluire nella O.Z.N.A.

L’O.Z.N.A. operò nell’intera Jugoslavia, nelle zone liberate e soprattutto in quelle ancora occupate dal nemico. Mantenne le proprie strutture e la stessa denominazione fino al gennaio 1946, quando, con il riassetto degli organi statali in applicazione della Costituzione, passò alle dipendenze del Ministero degli Interni, assumendo il nome di U.D.B.A. (Direzione per la sicurezza statale).

M.Pah.



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 369

Brano: [...] volta avvisavano i capi di rione e di strada, sicché in un batter d’occhio, sia di giorno che di notte, tutti i soci venivano avvisati. Questa straordinaria organizzazione che, a Palermo e provincia, raccoglieva oltre 20.000 lavoratori (artigiani in città e contadini nei comuni rurali) vessati dai sistemi di tassazione dei municipi e dalla grave crisi agraria, oltre che da padroni e gabellotti spregiudicati, mise in allarme tutto l’apparato del Ministero degli Interni, dalle questure alle prefetture e àll’Ufficio centrale di Pubblica Sicurezza. Il presidente del Consiglio Giovanni Giolitti decise di spedire nell’isola un Ispettore di polizia perché riferisse sullo stato delle cose, e a partire dal maggio 1893 si ebbero arresti e processi.

I più temuti dalla polizia erano i Fasci di campagna che, guidati da Bernardino Verro e Nicolò Barbato, operavano nei latifondi del Corleonese e di Piana dei Greci. Dopo le provocazioni dei partiti filomunicipali e crispini, si arrivò all’instaurazione dello stato d’assedio del gennaio 1894 che, in pochi mesi, disgregò[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 448

Brano: [...]esto significato della campagna antimassonica del fascismo, che si era ormai trasformata in un progetto di legge contro le associazioni segrete, nel quadro più generale delle leggi repressive promulgate dopo il 3.1.1925.

Terzo Congresso (1925)

Nel quadro della svolta nettamente autoritaria compiuta da Mussolini al culmine della crisi Matteotti e del braccio di ferro con le opposizioni, il fascismo assunse un duplice indirizzo, affidando il Ministero degli Interni e il compito di repressione « legale » degli oppositori al nazionalista Luigi Federzoni (v.) e affidando il partito all’ala intransigente che, dalle province, aveva suscitato la « seconda ondata » squadristica e aveva spinto potentemente alla risoluzione della crisi nella direzione dittatoriale sancita poi con il discorso del 3.1.1925. L’esponente più in vista dell’ala intransigente dei « ras » di provincia era il cremonese Roberto Farinacci (v.) che, il 12.2.1925, fu nominato aH’unanimità dal Gran Consiglio del fascismo segretario del P.N.F.. Tra i compiti affidati a Farinacci vi era quello [...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Ministero degli Interni, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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