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Il segmento testuale Memoria O è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 5Entità Multimediali , di cui in selezione 5 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 506

Brano: [...]alcune disposizioni date prima del 25 luglio allo scopo di evitare scontri tra reparti italiani e tedeschi. Essi erano quindi di carattere tutt'altro che “antitedesco”, tanto è vero che le autorità italiane si erano premurate di informarne gli stessi Comandi germanici.

Ma l'ordine più importante, cui si richiamano molti autori per dare una tinta “patriottica” all’operato dei responsabili italiani nel disastro dell'8 settembre, è la famigerata Memoria O.P. 44 (v.), preparata dallo Stato Maggiore dell'esercito tra il 22 agosto e il 2.9.1943.

Il testo di questo documento non esiste, perché tutte le copie inviate al Comando Supremo e ai Comandi periferici furono distrutte subito dopo la ricezione e perfino l’originale, che era stato conservato presso l’Ufficio Operazioni dello Stato Maggiore dell’esercito, venne dato alle fiamme alle 6,30 del 9 settembre perché « in quel momento

premeva di non lasciar traccia di alcun pezzo di carta contenente notizie compromettenti ». (Gli ufficiali incaricati della consegna avevano il compito di ritirar[...]

[...]Ufficio Operazioni dello Stato Maggiore dell’esercito, venne dato alle fiamme alle 6,30 del 9 settembre perché « in quel momento

premeva di non lasciar traccia di alcun pezzo di carta contenente notizie compromettenti ». (Gli ufficiali incaricati della consegna avevano il compito di ritirare come ricevuta l’ultima pagina della “Memoria”, ma anche queste parti del documento vennero distrutte il 9 settembre).

Sembra comunque accertato che la Memoria O.P. 44 desse disposizioni per prevenire le eventuali reazioni tedesche. Secondo il colonnello Torsiello, il documento non conteneva alcun accenno alle trattative in corso per l’armistizio e alla data in cui questo sarebbe entrato in vigore, ma faceva ritenere molto prossima e probabile l’aggressione germanica. A questo proposito, venivano dati a tutti i Comandi destinatari alcuni ordini generali (evitare sorprese, vigilare e tenere le truppe alla mano; rinforzare la protezione delle comunicazioni e degli impianti; sorvegliare i movimenti dei reparti; predisporre colpi di mano per impossessarsi[...]

[...]dinati solamente il 6 settembre), e neppure ai presìdi territoriali (ad esclusione di Milano e Bologna), direttamente dipendenti dal Ministero della Guerra. Infine l’ordine di applicazione, che avrebbe dovuto mettere in moto la reazione generale delle truppe italiane contro gli attacchi dei tedeschi, per decisione di Badoglio e del generale Ambrosio non venne mai trasmesso.

Dopo la firma dell’armistizio “corto” e a parziale integrazione della Memoria O.P. 44, il 6 settembre furono preparati due altri documenti: Promemoria n. 1 e n. 2.

Il Promemoria n. 1, diretto ai tre capi di Stato Maggiore, non parlava ancora delTarmistizio ma prevedeva esplicitamente il pericolo di atti di ostilità da parte dei tedeschi contro il governo e le forze arma

506



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 231

Brano: Esercito e Resistenza

(« Attuare disposizione ordine pubblico Memoria 44 ») oppure anche per diretta iniziativa dei comandanti di grandi unità, qualora ciò fosse richiesto da situazioni d'emergenza. Nel pomeriggio del 6 settembre Roatta emanò il promemoria n. 1 diretto ai capi di stato maggiore delle tre Armi e confermante la Memoria O.P. 44. E in un promemoria n. 2, diramato subito dopo, fu fatto

il primo accenno esplicito aH’armistizio per indicare, sempre in modo generico, i compiti spettanti nel caso ai Comandi stessi, In sostanza, venne lasciata a ciascun comandante la responsabilità di assumere verso le forze germaniche l'atteggiamento più adatto alla situazione. L’unica direttiva concretamente formulata era quella di « dire francamente ai tedeschi che, se non faranno atti di violenza armata, le truppe italiane non prenderanno le armi contro di loro, non faranno causa comune con i ribelli, né con le truppe angloame[...]

[...] ciascun comandante la responsabilità di assumere verso le forze germaniche l'atteggiamento più adatto alla situazione. L’unica direttiva concretamente formulata era quella di « dire francamente ai tedeschi che, se non faranno atti di violenza armata, le truppe italiane non prenderanno le armi contro di loro, non faranno causa comune con i ribelli, né con le truppe angloamericane che eventualmente sbarcassero ».

L'ordine di applicazione della Memoria O.P. 44 non venne quindi mai impartito. Subito dopo la proclamazione dell'armistizio lo Stato Maggiore si preoccupò solo di seguire

il re nella fuga, abbandonando alle loro sorti i Comandi periferici, la maggior parte dei quali, di fronte all’esempio che veniva da Roma, non trovarono di meglio cheabdicare alle loro funzioni.

Secondo la testimonianza del generale Giacomo Zanussi, alla sollecitazione di diramare l’ordine di conferma della Memoria, Roatta avrebbe obiettato che i comandanti periferici potevano regolarsi sulla basé della disposizione finale che lasciava la facoltà di adottare [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 637

Brano: [...]sta da Sandro Pertini, Riccardo Bauer e Luigi Longo. Quest’ultimo, che si occupava specificatamente dell’organizzazione armata, si mise in contatto con il generale Carboni (v.) e con altri ufficiali dello stato maggiore per assicurare l’armamento popolare. Badoglio, che non aveva formalmente respinto il promemoria elaborato da Luigi Longo, sembrava voler concedere qualcosa, ma in realtà il contrasto tra quel piano di lotta popolare e il famoso « Memoria O.P. 44 » emesso in extremis dal governo prima della fuga, apparve stridente.

Nella Guerra di liberazione

Con il sopraggiungere dell’8.9.1943 i diversi comitati d’azione o di fronte nazionale si trasformarono in Comitati di liberazione nazionale (v.). I comunisti furono i primi promotori di molti di essi è, attivamente presenti in tutti, ne costituirono la forza principale. In realtà, dopo decenni di studio, di lavoro politico, di lotte e di sacrifici in Italia e in Europa, il Partito comunista si presentava all'impegno della Guerra di liberazione nazionale come una formazione politica di[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 230

Brano: [...]ospettiva di utilizzare il potenziale combattivo delle masse, armandole e impiegandole a fianco delle truppe regolari, non venne neppure presa in considerazione. Qualche contatto avutosi tra antifascismo e Comando Supremo fu lasciato cadere nel vuoto.

Il tradimento degli Alti Comandi

Soltanto il 2 settembre, alla vigilia della proclamazione dell’armistizio, ai Comandi periferici fu trasmessa a mano, con ordine di bruciarla appena letta, la Memoria O.P. 44 (v.). firmata dal Capo di stato maggiore generale Mario Roatta (v.) e contenente le direttive sulle misure più generali da mettere in atto contro il previsto tentativo dei tedeschi di occupare militarmente il Paese.

Il documento prescriveva esplicitamente che l’applicazione effettiva delle direttive in questione dovesse aver luogo dopo un preciso ordine del Comando Supremo dell’Esercito, ordine che avrebbe dovuto essere diramato telegraficamente con formula convenzionale

500 allievi della Guardia di finanza sfilano armati, sotto la sorveglianza di alcuni paracadutisti tedeschi (Ro[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 507

Brano: [...]r la loro attuazione, era previsto lo stesso meccanismo del Promemoria n.

1. Il documento venne però consegnato soltanto al Comando dell’XI Armata, con sede ad Atene, mentre le altre copie, dirette al Comando del Gruppo Armate Est e al Comando Superiore Forze Armate dell'Egeo, non giunsero mai a destinazione.

Sempre il 6 settembre e con uguale procedura dell’O.P. 44 venne diramata dallo Stato Maggiore dell'esercito, agli stessi Comandi, la Memoria O.P. 45 che, secondo il colonnello Torsiello, dava le disposizioni necessarie affinché fosse organizzato il concorso dell’Esercito alle azioni della Marina e dell'Aeronautica contro i tedeschi.

Infine, oltre al Proclama di Badoglio trasmesso alla radio alle 19,45 del

18 settembre, si ricordano due documenti: il Telescritto n. 24202/0. P., diramato alle 0,20 del 9 settembre dal capo di Stato Maggiore generale e diretto ai tre capi di Stato Maggiore e alle forze dipendenti dal Comando Supremo, con il quale venne tra l’altro ordinato di « dare preavviso dei movimenti ai Comandanti germanici [...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Memoria O, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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