Brano: [...]alcune disposizioni date prima del 25 luglio allo scopo di evitare scontri tra reparti italiani e tedeschi. Essi erano quindi di carattere tutt'altro che “antitedesco”, tanto è vero che le autorità italiane si erano premurate di informarne gli stessi Comandi germanici.
Ma l'ordine più importante, cui si richiamano molti autori per dare una tinta “patriottica” all’operato dei responsabili italiani nel disastro dell'8 settembre, è la famigerata Memoria O.P. 44 (v.), preparata dallo Stato Maggiore dell'esercito tra il 22 agosto e il 2.9.1943.
Il testo di questo documento non esiste, perché tutte le copie inviate al Comando Supremo e ai Comandi periferici furono distrutte subito dopo la ricezione e perfino l’originale, che era stato conservato presso l’Ufficio Operazioni dello Stato Maggiore dell’esercito, venne dato alle fiamme alle 6,30 del 9 settembre perché « in quel momento
premeva di non lasciar traccia di alcun pezzo di carta contenente notizie compromettenti ». (Gli ufficiali incaricati della consegna avevano il compito di ritirar[...]
[...]Ufficio Operazioni dello Stato Maggiore dell’esercito, venne dato alle fiamme alle 6,30 del 9 settembre perché « in quel momento
premeva di non lasciar traccia di alcun pezzo di carta contenente notizie compromettenti ». (Gli ufficiali incaricati della consegna avevano il compito di ritirare come ricevuta l’ultima pagina della “Memoria”, ma anche queste parti del documento vennero distrutte il 9 settembre).
Sembra comunque accertato che la Memoria O.P. 44 desse disposizioni per prevenire le eventuali reazioni tedesche. Secondo il colonnello Torsiello, il documento non conteneva alcun accenno alle trattative in corso per l’armistizio e alla data in cui questo sarebbe entrato in vigore, ma faceva ritenere molto prossima e probabile l’aggressione germanica. A questo proposito, venivano dati a tutti i Comandi destinatari alcuni ordini generali (evitare sorprese, vigilare e tenere le truppe alla mano; rinforzare la protezione delle comunicazioni e degli impianti; sorvegliare i movimenti dei reparti; predisporre colpi di mano per impossessarsi[...]
[...]dinati solamente il 6 settembre), e neppure ai presìdi territoriali (ad esclusione di Milano e Bologna), direttamente dipendenti dal Ministero della Guerra. Infine l’ordine di applicazione, che avrebbe dovuto mettere in moto la reazione generale delle truppe italiane contro gli attacchi dei tedeschi, per decisione di Badoglio e del generale Ambrosio non venne mai trasmesso.
Dopo la firma dell’armistizio “corto” e a parziale integrazione della Memoria O.P. 44, il 6 settembre furono preparati due altri documenti: Promemoria n. 1 e n. 2.
Il Promemoria n. 1, diretto ai tre capi di Stato Maggiore, non parlava ancora delTarmistizio ma prevedeva esplicitamente il pericolo di atti di ostilità da parte dei tedeschi contro il governo e le forze arma
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