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Il segmento testuale Max Bondi è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 6Entità Multimediali , di cui in selezione 4 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 29

Brano: rio fino a 13.127.000 lire. Nonostante le commesse ottenute dalle Ferrovie dello Stato e più ancora dalla Marina e la dinamica direzione del qiovane Max Bondi (figlio del presidente Angelo Bondi e consigliere delegato dal 1908L la « Piombino » venne a trovarsi in crescenti difficoltà, comuni a tutto il settore siderurgico italiano appesantito dall’arretratezza tecnica degli impianti, per cui lo Stato fu chiamato a intervenire in una azione di « salvataggio »: nel 1911 la « Piombino », unitamente a un gruppo di imprese dello stesso settore che si dibattevano in difficoltà finanziarie insuperabili (l'Elba, la Siderurgica di Savona, la Ferriere Italiane e la Ligure Metallurgica di Sestri), diede in concessione per 12 anni i propri impianti alla Societ[...]

[...]ale, episodi cruenti e infine la vittoria dell’organizzazione operaia che aveva raggiunto i 3.800 iscritti.

Ridotti alla fame ma sostenuti da una vasta azione di solidarietà popolare promossa dai sindacalisti rivoluzionari, gli scioperanti poterono far ospitare i loro figli dalle organizzazioni di Genova, Bologna, Terni.

Sui treni, i bambini cantavano un ritornel

lo rimasto famoso: « Siamo i figli dei serrati / dei serrati di Piombino / Max Bondi è un assassino / io vogliamo fucilar ».

Il 24.9.1911 la città affamata e prostrata da lunghi mesi di lotta fu teatro di una grande dimostrazione, contro la quale i carabinieri intervennero con le armi uccidendo un ragazzo di 17 anni e ferendo altre persone. Si accese una battaglia che durò fino a sera. Al termine vi furono 200 arresti. La forza pubbli ca invase la C.d.l. e la mise a soq quadro, ma neppure di fronte a que sti fatti i riformisti della C.G.L e del P.S.I. si mossero. I lavora tori piombinesi si videro così costretti a cedere.

Riuniti in assemblea, essi votarono e resero pub[...]

[...]iale di 52 milioni di lire, e di trasferire la sede legale da Firenze a Roma. Qui, l'11.7.1918 la nuova società assorbiva per fusione la Siderurgica di Savona, la Ligure Metallurgica e la Ferriere Italiane, che già aveva in concessione, dando vita a un complesso chiamato llva Altiforni e Acciaierie d’Italia.

I vecchi proprietari della « Piombino » si assicurarono nella nuova società le posizioni di maggior rilievo: Angelo Bondi la presidenza, Max Bondi la vicepresidenza, Ippolito Bondi la carica di amministratore delegato. Il capitale sociale fu portato a 300 milioni di lire.

Alla conclusione della Prima guerra mondiale, cioè alla fine del 1918, l’Ilva disponeva di 8 grandi stabilimenti siderurgici a Piombino, a Portoferraio (Isola d’Elba), a Torre Annunziata e a Bagnoli (Napoli), a San Giovanni Valdarno (Arezzo), a Bolzaneto e a Sestri Ponente (Genova), a Savona. A questi si aggiunse più tardi lo stabilimento di Prà (Genova). L’insieme degli impianti era costituito da: 9 altiforni per una potenzialità complessiva di 1.500 tonnellate gio[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 30

Brano: [...]alvabile i principali creditori, praticamente rappresentati dalla Comit e dal Credito Italiano, diedero vita alla Società esercizi siderurgici e metallurgici la quale assunse in affitto i maggiori complessi dell’llva, « a condizione che il governo assicurasse un aiuto adeguato in materia di trattamento doganale per la siderurgia in Italia e redigesse un pro

gramma di lavori di cui si sarebbe fatto carico lo Stato ».

Il capitano d’industria Max Bondi

Principale artefice dell’ascesa come del successivo crollo della Società poteva essere considerato Max Bondi, figlio del fondatore della « Piombino » Angelo Bondi. Padrone assoluto del patrimonio paterno dal 1917, egli cercò di approfittare della confusa situazione determinata dalla guerra in corso per operare nel modo più spregiudicato e in proprio sul terreno della speculazione borsistica. Quasi tutte le operazioni speculative e i conseguenti sconvolgimenti del mercato azionario industriale di quel periodo portarono la sua firma. Si imbarcò anche in grossi trasferimenti internazionali di valori mobiliari, tanto che il Governo francese da una parte e il Comando supremo italiano dall’altra furono co[...]

[...] contratti di pubblicità giornalistici che più tardi la Commissione parlamentare d’inchiesta sulle spese di guerra definirà vere e pro

prie forme di condizionamento diretto della stampa. Di fatto nei conti riservati dell’IIva per il biennio 19181919 figura una somma complessiva di 1 milione e 139.000 lire elargite a giornali e agenzie di stampa sotto diversi titoli, mentre tra il 1917 e il 1919 più di 5 milioni vennero messi a disposizione di Max Bondi ».

La crisi del 1921 rese sempre più insostenibile la posizione di questo capitano d’industria. Dopo aver esperito tutti i tentativi di salvataggio nel novembre 1925, non potendo far fronte alla liquidazione di fine mese, Bondi fuggì dall’Italia, cercando rifugio a Parigi, poi a Londra e a Berlino. Inseguito da mandato di cattura, fuggì ancora in Germania e infine arrivò in Norvegia, paese che rifiutava l’estradizione. La liquidazione del suo fallimento accertò un passivo di 70 milioni di lire, cifra astronomica per quei tempi.

Occupazione delle fabbriche (1920)

Il 7.6.1920 l’Ilva di[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 31

Brano: produzione chiedendo la collaborazione dei tecnici e degli impiegati. Questi furono in gran parte solidali nonostante che Max Bondi e altri industriali offrissero loro condizioni vantaggiose perché lasciassero gli stabilimenti. I prefetti delle varie province, non riuscendo più a controllare la situazione e vedendo che la lotta rivoluzionaria cominciava a estendersi alle campagne, chiesero l’intervento dell’esercito’ Tra la fine di settembre e i primi di ottobre l’occupazione delle fabbriche si concluse con un compromesso: gli imprenditori concessero qualche aumento salariale e delegarono il governo, diretto databilissimo Giolitti, a risolvere la vertenza. Agli operai parve di aver vinto almeno in parte la dura battaglia,[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 53

Brano: [...]à del giornale.

Primo dopoguerra

Tramite l’amministrazione di Egidio Favi, il quotidiano passò sotto il controllo óeWllva (v.) che era proprietaria della casa editrice napoletana « Il Mattino ».

Le modificazioni intervenute nel giornale durante la guerra avevano portato a un'oggettiva convergenza di interessi politici ed economici tra gli amministratori de « La Nazione » e i massimi esponenti del grande trust siderurgico, in particolare Max Bondi e Luzzatto. Questi, essendosi candidati nelle elezioni politiche del 1919 (l’uno a Livorno, l’altro a Montevarchi), avevano bisogno di un sostegno attivo della stampa moderata toscana. L’Uva, per esercitare un controllo politico sul quotidiano fiorentino, vi profuse ingenti capitali sotto forma di pubblicità. La Commissione parlamentare d’inchiesta sulle spese di guerra, che indagò sulle spregiudicate attività del Bondi, rilevò nei registri deH’Ilva, sotto la voce « conti riservati », elargizioni a giornali e agenzie di stampa per

139.000 lire, un importo a quei tempi ingentissimo, in part[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Max Bondi, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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