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Il segmento testuale Martiri della Benedicta è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 3Entità Multimediali , di cui in selezione 3 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 731

Brano: [...] della Divisione risultò rafforzato. Alla « Buranello » furono affiancate due nuove Brigate: la « Pio », raggruppante gli effettivi di un battaglione già dislocato nel settore orientale dello schieramento; e la « Olivieri », che stava riorganizzando gruppi di patrioti nella zona collinare a ovest del torrente Orba. Entrarono inoltre a far parte della « Mingo » la Brigata « E. Vecchia » operante fra il colle del Giovo e Cassinelle, e la Brigata « Martiri della Benedicta » risultante dalla fusione del gruppo giellista comandato da Giuseppe Merlo col gruppo di Piero Pesce già legato alle « Matteotti » e con una squadra garibaldina dislocata fra Lerma e Mornese.

In una relazione del 18.2.1945 la Divisione « Mingo » inviò al Comando della VI Zona operativa questo quadro degli effettivi: Brigata « Buranello » n. 150

Brigata « Pio » » 80

Brigata « Olivieri » » 95

Brigata « Vecchia » >55

Brigata « Martiri della Benedicta » » 200

L’aggregazione della « Martiri della Benedicta » alla « Mingo » riaccese tra il Comando ligure e quello della VII Zona piemontese un contrasto sulla suddivisione delle rispettive zone d’influenza, che si era

già manifestato nell’autunno 1944.

Tale contrasto non era mosso da ragioni di gretto campanilismo: ai motivi di ordine militare, basati sulla necessità di definire in forma regolare le zone operative delle formazioni dipendenti, la « Mingo » aggiungeva quelli logistici derivanti dalla scarsezza di risorse della zona appenninica da essa occupata e quindi dall’esigenza di andare a rifornirsi di scorte in territorio alessandrino. P[...]

[...] delle formazioni dipendenti, la « Mingo » aggiungeva quelli logistici derivanti dalla scarsezza di risorse della zona appenninica da essa occupata e quindi dall’esigenza di andare a rifornirsi di scorte in territorio alessandrino. Però, opponevano i piemontesi, la « Mingo » dimostrava la tendenza ad assorbire le unità operanti sui territori confinanti, ciò che escludeva ogni possibilità di collaborazione con essa. L'aggregazione della Brigata « Martiri della Benedicta » ripropose la questione e il Comando della VII Zona piemontese comunicò a Merlo che riteneva « nulli » gli accordi presi con la Divisione « Mingo », « arbitrario il raggruppamento dei distaccamenti in tale Brigata e pure il cambio di dipendenza organica ». Nello stesso tempo i piemontesi chiesero al Comando militare ligure di « dare immediatamente disposizioni alla Divisione "Mingo” al fine di restituire le forze componenti la Brigata "Martiri della Benedicta" alla loro primitiva naturale dipendenza » (come si legge nella lettera del 6.2.1945).

Il contrasto durò l’intero mese di marzo, senza che si pervenisse a una soluzione. Merlo e Pesce si distaccarono con le rispettive formazioni dalla « Mingo », ma questa riuscì a mantenere il controllo della zona compresa fra Ovada e Novi Ligure, affidando il settore a una nuova Brigata (la «Macchi»), formata da gruppi S.A.P. della pianura e da garibaldini già facenti parte della « Martiri della Benedicta ».

Le Brigate della « Mingo » vennero così a occupare una zona di notevole estensione e, con un nu[...]

[...]urale dipendenza » (come si legge nella lettera del 6.2.1945).

Il contrasto durò l’intero mese di marzo, senza che si pervenisse a una soluzione. Merlo e Pesce si distaccarono con le rispettive formazioni dalla « Mingo », ma questa riuscì a mantenere il controllo della zona compresa fra Ovada e Novi Ligure, affidando il settore a una nuova Brigata (la «Macchi»), formata da gruppi S.A.P. della pianura e da garibaldini già facenti parte della « Martiri della Benedicta ».

Le Brigate della « Mingo » vennero così a occupare una zona di notevole estensione e, con un numero di uomini in continuo aumento, ai primi di aprile si prepararono all’offensiva finale. È tuttavia da osservare che il Comando di divisione faticò a ottenere un buon coordinamento fra le Brigate, vuoi per la difficoltà di mantenere rapporti costanti con forze sparse su un territorio molto vasto, vuoi per la tendenza di queste forze a funzionare in modo autonomo.

Differente fu anche il grado di efficienza e di combattività raggiunto dalle singole Brigate: mentre si manteneva sempre assai[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 674

Brano: [...]l’armistizio delI’8.9.1943 prese parte alla Guerra di liberazione, nelle file della Resistenza ligure. Inquadrato nella Brigata Autonoma « Alessandria », operante sull’Appennino ligurepiemontese, al comando di un gruppo di retroguardia il 6.4.1944 riuscì a sfuggire al grande rastrellamento tedesco conclusosi con il massacro della Benedicta (v.).

Rimasto nella zona, Merlo divenne successivamente comandante della I Brigata Giustizia e Libertà « Martiri della Benedicta », operante tra Bosio e il monte Tobbio. Nell’agosto 1944, alla testa di un piccolo gruppo, condusse a termine nel Forte di Gavi un’azione audacissima: dopo essere penetrato con pochi uomini, attraverso la fognatura, all’interno della fortezza, assalì e disarmò la guarnigione nemica. Quindi liberò un gruppo di partigiani e di alti ufficiali italiani ivi detenuti, tra cui il generale Efisio Marras, il colonnello Giuseppe Teucci e l’ammiraglio Carlo De Angelis.

Merzagora, Cesare

N. a Milano il 9.11.1898; dirigente bancario. Dopo aver partecipato alla Prima guerra mondiale, nel 1920 fu des[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 442

Brano: [...]ultima comprendeva 3 Brigate di montagna (“Oreste”; “Arzani”, costituita il 26. 10.1944; “PoArgo”, sorta nel marzo 1945) e 2 Brigate di pianura (la 108a “C. Rossi” nella zona di Castelnuovo Scrivia e la Brigata Comando e Servizi). La Brigata Matteotti “Val Lemme”, dislocata tra Novi Ligure, San Cristoforo e Gavi Ligure, venne inquadrata nella “PinanCichero” che stabilì inoltre un rapporto di coordinamento operativo anche con la Brigata Autonoma “Martiri della Benedicta”, insediata nel settore BosioParodi.

I vittoriosi combattimenti di Garbagna (1015 marzo) e di Sant'Alosio di Avolasca (11 aprile) furono gli ultimi più importanti scontri sostenuti dalle Brigate di montagna della “PinanCichero” prima dell’insurrezione. A Garbagna il nemico subì la perdita di 44 tedeschi e 83 fascisti della Brigata nera, accerchiati e catturati insieme a un ricco bottino di armi, tanto che dopo questa sconfitta scomparvero i presìdi di Arquata e Brignano Frascata, lasciando in mano ai partigiani l'intera valle Curane.

Nell’aprile 1945 la “PinanCichero” aveva raggiunto un[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Martiri della Benedicta, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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