Brano: [...]. Giuliani, Interviste, Milano, 1934;
F. Crispolti, Corone e porpore, Milano, 1936;
G.A. Borgese, Golia, Milano, 1946; Margherita di SavoiaM. Minghetti, Lettere, a cura di L. Lipparini, Milano, 1947; A. Biancotti, La regina fulgida e bella, Torino, 1951; C. Casalegno, La regina Margherita, Torino, 1956; D. Farini, Diario di fine secolo, a cura di E. Morelli, Roma, 1962; R. Bracalini, La regina Margherita, Milano, 1983.
E.Tor.
Savoia, Maria José di
N. a Ostenda (Belgio) ii 4.8.1906; ultima regina d'Italia.
Figlia di Alberto I del Belgio e di Elisabetta Wittelsbach, discendente dalla nobiltà bavarese, dalla educazione democratica ricevuta dalla madre ereditò quella curiosità intellettuale che l'avrebbe messa in contrasto col conformismo familiare dei Savoia. Il matrimonio col principe ereditario Umberto di Savoia (v.), suggerito più che altro da convenienze e interessi dinastici, fu celebrato l'8.1.1929 nella Cappella Paolina del Quirinale e accompagnato da un programma di festeggiamenti in cui si sfogò il peggiore gusto littori[...]
[...]mo familiare dei Savoia. Il matrimonio col principe ereditario Umberto di Savoia (v.), suggerito più che altro da convenienze e interessi dinastici, fu celebrato l'8.1.1929 nella Cappella Paolina del Quirinale e accompagnato da un programma di festeggiamenti in cui si sfogò il peggiore gusto littorio del regime,
il decennio 19301940, trascorso in gran parte a Napoli dopo un sog* giorno di due anni a Torino, fu decisivo per gli orientamenti di Maria José e per la crisi di un rapporto tra lei e il marito, due persone troppo diverse per temperamento, educazione e carattere. Lo stesso atqiamento nei confronti del fascismo fu in lei ben più lucido e coerente di quello di Umberto, opportunistico e ispirato soprattutto alla salvaguardia degli interessi della monarchia. Tra le amicizie che esercitarono un’influenza sui suoi sentimenti, anzitutto antimussoliniani e di insofferenza nei confronti dei ras e dei parvenus del regime, va ricordata quella con Umberto Zanotti Bianco, l’archeologo e umanista piemontese che aveva fondato l'Associazione per gli[...]
[...] e coerente di quello di Umberto, opportunistico e ispirato soprattutto alla salvaguardia degli interessi della monarchia. Tra le amicizie che esercitarono un’influenza sui suoi sentimenti, anzitutto antimussoliniani e di insofferenza nei confronti dei ras e dei parvenus del regime, va ricordata quella con Umberto Zanotti Bianco, l’archeologo e umanista piemontese che aveva fondato l'Associazione per gli interessi del Mezzogiorno e, della quale, Maria José assunse la presidenza onoraria, trasformandola in Opera Principessa di Piemonte quando Mussolini decise di sopprimerla. Fin dal 1931 aveva inoltre voluto conoscere Benedetto Croce.
Sembra comunque azzardato datare e qualificare con precisione I'“antifascismo” di Maria José facendolo risalire all’incontro col filosofo napoletano, al quale fu spinta da un im
pulso intellettuale più che da una preoccupazione o da disegno politico.
Non nascose la sua adesione alla guerra d'Etiopia e fu in Eritrea e Somalia, quasi alla fine del conflitto, in visita a ospedali; da segnalare il messaggio inviato il 6.5.1936 a Mussolini, in cui esulta « per la completa vittoria delle nostre valorose truppe ».
L'antifascismo di Maria José
In realtà, l'antipatia e il disprezzo per il regime e il suo capo, a parte la parentesi etiopica, si trasformarono in consapevolezza politica e in tentativi di mutare il corso degli eventi probabilmente a partire dal
1938 quando, dopo la crisi cecoslovacca, diventarono più chiari i pericoli derivanti daH’allineamento con la Germania hitleriana. Giusto in corrispondenza di questo periodo sarà attribuito a Maria José (ma la cosa è molto dubbia e probabilmente inverosimile) il tentativo di organizzare un colpo di stato contro
il regime, d’accordo con Pietro Badoglio e alcuni antifascisti milanesi. Tuttavia, nei mesi immediatamente precedenti la decisione di Mussolini di partecipare al conflitto a fianco di Hitler, Maria José aveva compiuto numerosi sondaggi sia nell’ambiente di corte che presso il ministro degli Esteri Galeazzo Ciano perché il capo del fascismo venisse convinto a non combattere a fianco dei tedeschi. Questa richiesta fu resa poi più drammatica dall’invasione del Belgio e dalla sorte del fratello re Leopoldo che si era arreso agli invasori ed era tenuto prigioniero nel castello di Laeken. In un drammatico incontro avvenuto a Berchtesgaden il 17.10.1940 Maria José espose personalmente a Hitler le sue proposte sul futuro del Belgio e sulla sorte del fratello, senza ricevere soddisfazione alcuna. Nel[...]
[...]eva compiuto numerosi sondaggi sia nell’ambiente di corte che presso il ministro degli Esteri Galeazzo Ciano perché il capo del fascismo venisse convinto a non combattere a fianco dei tedeschi. Questa richiesta fu resa poi più drammatica dall’invasione del Belgio e dalla sorte del fratello re Leopoldo che si era arreso agli invasori ed era tenuto prigioniero nel castello di Laeken. In un drammatico incontro avvenuto a Berchtesgaden il 17.10.1940 Maria José espose personalmente a Hitler le sue proposte sul futuro del Belgio e sulla sorte del fratello, senza ricevere soddisfazione alcuna. Nel corso della Seconda guerra mondiale, il suo incarico di ispettrice nazionale della Croce Rossa la mise in condizione di valutare a fondo la situazione del paese e ne accentuò l’impegno più consapevolmente contrario al conflitto. Si infittirono allora i suoi contatti con Benedetto Croce, Zanotti Bianco, Guido Gonella, Carlo Antoni, Ivanoe Bonomi, Raffaele Mattioli e ai primi del 1943 (attraverso Ludovico Geymonat e Concetto Marchesi) anche con il Partito comu[...]