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Il segmento testuale Maria José è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 8Entità Multimediali , di cui in selezione 7 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 396

Brano: [...]. Giuliani, Interviste, Milano, 1934;

F. Crispolti, Corone e porpore, Milano, 1936;

G.A. Borgese, Golia, Milano, 1946; Margherita di SavoiaM. Minghetti, Lettere, a cura di L. Lipparini, Milano, 1947; A. Biancotti, La regina fulgida e bella, Torino, 1951; C. Casalegno, La regina Margherita, Torino, 1956; D. Farini, Diario di fine secolo, a cura di E. Morelli, Roma, 1962; R. Bracalini, La regina Margherita, Milano, 1983.

E.Tor.

Savoia, Maria José di

N. a Ostenda (Belgio) ii 4.8.1906; ultima regina d'Italia.

Figlia di Alberto I del Belgio e di Elisabetta Wittelsbach, discendente dalla nobiltà bavarese, dalla educazione democratica ricevuta dalla madre ereditò quella curiosità intellettuale che l'avrebbe messa in contrasto col conformismo familiare dei Savoia. Il matrimonio col principe ereditario Umberto di Savoia (v.), suggerito più che altro da convenienze e interessi dinastici, fu celebrato l'8.1.1929 nella Cappella Paolina del Quirinale e accompagnato da un programma di festeggiamenti in cui si sfogò il peggiore gusto littori[...]

[...]mo familiare dei Savoia. Il matrimonio col principe ereditario Umberto di Savoia (v.), suggerito più che altro da convenienze e interessi dinastici, fu celebrato l'8.1.1929 nella Cappella Paolina del Quirinale e accompagnato da un programma di festeggiamenti in cui si sfogò il peggiore gusto littorio del regime,

il decennio 19301940, trascorso in gran parte a Napoli dopo un sog* giorno di due anni a Torino, fu decisivo per gli orientamenti di Maria José e per la crisi di un rapporto tra lei e il marito, due persone troppo diverse per temperamento, educazione e carattere. Lo stesso atqiamento nei confronti del fascismo fu in lei ben più lucido e coerente di quello di Umberto, opportunistico e ispirato soprattutto alla salvaguardia degli interessi della monarchia. Tra le amicizie che esercitarono un’influenza sui suoi sentimenti, anzitutto antimussoliniani e di insofferenza nei confronti dei ras e dei parvenus del regime, va ricordata quella con Umberto Zanotti Bianco, l’archeologo e umanista piemontese che aveva fondato l'Associazione per gli[...]

[...] e coerente di quello di Umberto, opportunistico e ispirato soprattutto alla salvaguardia degli interessi della monarchia. Tra le amicizie che esercitarono un’influenza sui suoi sentimenti, anzitutto antimussoliniani e di insofferenza nei confronti dei ras e dei parvenus del regime, va ricordata quella con Umberto Zanotti Bianco, l’archeologo e umanista piemontese che aveva fondato l'Associazione per gli interessi del Mezzogiorno e, della quale, Maria José assunse la presidenza onoraria, trasformandola in Opera Principessa di Piemonte quando Mussolini decise di sopprimerla. Fin dal 1931 aveva inoltre voluto conoscere Benedetto Croce.

Sembra comunque azzardato datare e qualificare con precisione I'“antifascismo” di Maria José facendolo risalire all’incontro col filosofo napoletano, al quale fu spinta da un im

pulso intellettuale più che da una preoccupazione o da disegno politico.

Non nascose la sua adesione alla guerra d'Etiopia e fu in Eritrea e Somalia, quasi alla fine del conflitto, in visita a ospedali; da segnalare il messaggio inviato il 6.5.1936 a Mussolini, in cui esulta « per la completa vittoria delle nostre valorose truppe ».

L'antifascismo di Maria José

In realtà, l'antipatia e il disprezzo per il regime e il suo capo, a parte la parentesi etiopica, si trasformarono in consapevolezza politica e in tentativi di mutare il corso degli eventi probabilmente a partire dal

1938 quando, dopo la crisi cecoslovacca, diventarono più chiari i pericoli derivanti daH’allineamento con la Germania hitleriana. Giusto in corrispondenza di questo periodo sarà attribuito a Maria José (ma la cosa è molto dubbia e probabilmente inverosimile) il tentativo di organizzare un colpo di stato contro

il regime, d’accordo con Pietro Badoglio e alcuni antifascisti milanesi. Tuttavia, nei mesi immediatamente precedenti la decisione di Mussolini di partecipare al conflitto a fianco di Hitler, Maria José aveva compiuto numerosi sondaggi sia nell’ambiente di corte che presso il ministro degli Esteri Galeazzo Ciano perché il capo del fascismo venisse convinto a non combattere a fianco dei tedeschi. Questa richiesta fu resa poi più drammatica dall’invasione del Belgio e dalla sorte del fratello re Leopoldo che si era arreso agli invasori ed era tenuto prigioniero nel castello di Laeken. In un drammatico incontro avvenuto a Berchtesgaden il 17.10.1940 Maria José espose personalmente a Hitler le sue proposte sul futuro del Belgio e sulla sorte del fratello, senza ricevere soddisfazione alcuna. Nel[...]

[...]eva compiuto numerosi sondaggi sia nell’ambiente di corte che presso il ministro degli Esteri Galeazzo Ciano perché il capo del fascismo venisse convinto a non combattere a fianco dei tedeschi. Questa richiesta fu resa poi più drammatica dall’invasione del Belgio e dalla sorte del fratello re Leopoldo che si era arreso agli invasori ed era tenuto prigioniero nel castello di Laeken. In un drammatico incontro avvenuto a Berchtesgaden il 17.10.1940 Maria José espose personalmente a Hitler le sue proposte sul futuro del Belgio e sulla sorte del fratello, senza ricevere soddisfazione alcuna. Nel corso della Seconda guerra mondiale, il suo incarico di ispettrice nazionale della Croce Rossa la mise in condizione di valutare a fondo la situazione del paese e ne accentuò l’impegno più consapevolmente contrario al conflitto. Si infittirono allora i suoi contatti con Benedetto Croce, Zanotti Bianco, Guido Gonella, Carlo Antoni, Ivanoe Bonomi, Raffaele Mattioli e ai primi del 1943 (attraverso Ludovico Geymonat e Concetto Marchesi) anche con il Partito comu[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 397

Brano: [...] e di sinistra. Tentativi il più delle volte ingenui, al limite del dilettantismo politicodiplomatico, ma comunque importanti, come quello effettuato nell'ottobre 1942 con lallora sostituto alla Segreteria di Stato monsignor Giovan Battista Montini per usare il Vaticano da tramite con i governi di Londra e di Washington e far uscire l'Italia dalla guerra.

Per Mario Toscano è agli inizi del 1943 che si può far risalire l'« azione autonoma » di Maria José per rovesciare Mussolini, dopo una prima fase che potrebbe essere definita di « incoraggiamento e di informazione ». In effetti, la sua iniziativa si inseriva nel mutare degli eventi che prepararono il 25 luglio passando, secondo Frederick W. Deakin, dagli incontri di un ristretto numero di persone, in un'atmosfera « di liberalismo prefascista e di politica da salotto », alla struttura « di un’opposizione antifascista storica, con un proprio piano d'azione politica ».

Alla vigilia del 25.7.1943 tentò per mezzo dell'ambasciatore portoghese un ultimo contatto con gli Alleati, ma ormai i “man[...]

[...]a monarchia.

Secondo dopoguerra

Tornata a Roma poco dopo II 25.4.

1945, prese parte senza entusiasmo agli sviluppi della nuova situazione politica e sembrò acconciarsi passivamente al breve ruolo di regina. Fu contraria a dilazionare la data del referendum istituzionale e non partecipò al giro elettorale di Umberto II, quasi a voler sottolineare

il proprio distacco dal destino dei Savoia.

Adele Cambria riferisce di un colloquio di Maria José a Berna, nel 1945, con Aldobrando Medici Tornaquinci, sottosegretario delle Terre occupate nel governo Bonomi, a conclusione del quale ebbe ad affermare che non sarebbe mai tornata in Italia « a fare la questua dei voti monarchici ».

Secondo precise testimonianze, si astenne dal votare per il referendum e, per ['Assemblea Costituente, votò Saragat. A tale linea di condotta, rispettosa dell’esito della consultazione, si è sempre attenuta nel successivo esilio, lontana dagli appelli legittimistici e patetici che frequentemente Umberto indirizzava agli italiani dal Portogallo.

Nel rifugio [...]

[...]gli Aosta e fra i gruppi monarchici. In un incontro col presidente della repubblica Sandro Pertini ha invece cautamente, e a suo modo, fatto sapere di essere interessata alla possibilità di un rientro in Italia.

Bibliografia: Marie de Piemont, Infirmière en Afrique Orientale. Pages de journal. Librairie de la Grande Place, Bruxelles, 1938; L. Piccardi, A dieci anni dal 25 luglio, in "Il Ponte', a. IX, n. 7, luglio 1953, pp. 90910; M. Contini, Maria José la regina sconosciuta, Milano, 1955; M. Toscano, Dal 25 luglio all'8 settembre. (Nuove rivelazioni sugli armistizi fra l'Italia e le Nazioni Unite), Firenze, 1966; A. Cambria, Maria José, Milano, 1966; D. Bolech Cecchi, Un colpo di stato antifascista di Maria José nel settembre 19387, in “il Politico”, a. XLIV, n. 4, dicembre 1979, pp. 67784; G. Ciano, Diario 19371943, a cura di R. De Felice, Milano 1980; D. Grandi, 25 luglio. Quarant'anni dopo, a cura di R. De Felice, Bologna, 1983; E. Signori, La Svizzera e i fuoriusciti italiani. Aspetti e problemi dell'emigrazione politica 194345, Milano, 1983; C. Musso, Diplomazia partigiana. Gli alleati, i rifugiati e la Delegazione del Clnai in Svizzera (19431945), Milano, 1983.

E.Tor.

Savoia, Umberto I

N. a Torino il 14.3.1844, m. a Monza

il 29.7.1900; secondo re d’Italia. Primogenito di Vittorio Em[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 399

Brano: [...]la irresponsabilHà politica (poco o nulla aveva potuto afferrare delle lotte del dopoguerra) di cui darà prova nei momenti in cui avrebbe dovuto scegliere e non lo fece, in parte per incomprensioni ma soprattutto per irriso' lutezza e incapacità d'azione. Su di lui era caduta una pioggia di gradi e di corrispondenti “comandi”, fino a che nel dicembre del 1931 non fu nominato generale.

Il 25.10.1929, essendo a Bruxelles per il fidanzamento con Maria José (v.) del Belgio, evitò per un soffio

il colpo di pistola di Ferdinando de Rosa (v.) che intendeva in tal modo attirare l’attenzione degli ambienti democratici europei sulle condizioni politiche dell’Italia. Il matrimonio con Maria José segnò nella vita di Umberto un relativo punto di svolta: la sua esistenza venne a inquadrarsi sempre più nello spazio che le istituzioni e la nascita gli concedevano. Inoltre egli fu messo a dura prova dalla personalità e dall’educazione della consorte, che proprio nel difficile ambiente trovato in Italia e in casa Savoia avrebbe mostrato quelle doti di iniziativa e di rigore che Umberto non possedeva.

Da allora, le sue avventure (del 1932 fu l'incontro con l'attrice Jeanette Mac Donald, molto pubblicizzato dalla stampa francese e americana) non furono che compromettenti “intermezzi galant[...]

[...]e compromettenti “intermezzi galanti”.

Quanto al suo atteggiamento politico, Silvio Bertoldi ha accennato (1966) a un « antifascismo rosa ». Ma al più si era trattato di un po' di fronda, molto privata, circondata dal rispettoso riserbo del suo ambiente, motivata da un'ottica angustamente familiare, distante da vere e proprie prese di posizioni e suggerita semmai da questioni di gusto, equilibrio e buon senso. Con motivazioni non solo diverse Maria José mostrò di sapere andare oltre, ma entrambi furono invischiati nell'adesione all'impresa etiopica. In seguito anche Umberto divenne via via più scettico sulla saldatura fascismomonarchia, e tuttavia non seppe guadagnare in capacità e forza critica nemmeno davanti ai rischi evidenti a cui la nazione stava andando incontro. Prevalsero le frustrazioni. Avrebbe voluto dar prova di sé in Etiopia e in Albania, ma per prudenza ne fu tenuto fuori.

Seconda guerra mondiale

Nell’estate del 1940, quasi a sottolineare che il paese e la dinastia

erano di nuovo impegnati in una guerra “patriottica”,[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 400

Brano: [...]Umberto divenne cavillosa, oscillante e provocatoria. Soltanto quando Alcide De Gasperi, spalleggiato da Togliatti e Pietro Nenni, si fece avanti, l’ex monarca si decise a lasciare il paese.

Dall’esilio

Umberto aveva già preso in considerazione la prospettiva dell’esilio

Umberto 11 lascia IJ Quirinale (13.6.1946)

e la scelta era caduta sul Portogallo, che richiamava il precedente di Carlo Alberto. Alcuni giorni prima di lui partirono Maria José e i quattro figli: Maria Pia, Vittorio Emanuele, Maria Gabriella e Maria Beatrice. Egli stesso lasciò Roma il 13 giugno, sostenendo che contro di lui si era « compiuto un gesto rivoluzionario » di sopraffazione. Su queste basi, unitamente al barone Lucifero, sarà poi tessuta la tela di un ininterrotto legittimismo, per sua natura falsamente “democratico”. Nel 1956 Umberto volle rievocare

il presunto “colpo di stato” antisabaudo di dieci anni prima e nel 1958 rilasciò pubbliche dichiarazioni in cui rivangava i rapporti fra Vittorio Emanuele e Mussolini, in modo assolutorio e mistificante, f[...]

[...]l’Ospedale cantonale di Ginevra e fu sepolto nell’abbazia di Altacomba, in Savoia.

Bibliografia: F. Garofalo, Un anno al Quirinale, Roma 1947; Italicus (E. Saini), Storia segreta di un mese di regno, Roma 1947 (pref. di E. Selvaggi); G. Salvemini, Il “Re di maggio", in “Belfagor”, A.V., n. 1, gennaio 1950;

F. Lucifero (a cura di), Il pensiero e l’azione del re U. Il dall’esilio, Milano 1966; ld., Il Re dall’esilio, Milano 1978; A. Cambria, Maria José, Milano 1966; S. Bertoldi, Umberto, Milano 1966; Idem, Umberto. Da Mussolini alla Repubblica: storia dell’ultimo re d’Italia, Milano 1983; G. Artieri, U.ll e la crisi della monarchia, Milano 1983.

E.Sa.

Savoia, Vittorio Emanuele III

N. a Napoli l’11.11.1869, m. ad Alessandria d’Egitto il 28.12.1947; terzo re d’Italia.

Figlio di Umberto I (v.) e di Mar

400



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 99

Brano: [...]ssione le voci redatte per l'Enciclopedia Italiana (come la voce Nazionalsocialismo, nell’edizione del 1934), furono il tramite ideale che lo condusse a maturare una profonda convinzione antifascista.

A partire dagli anni 193940, C.A. iniziò un’attività contro il fascismo, sia pure nei limiti e con le caratteristiche del settore al quale apparteneva. Sono infatti di quegli anni

i suoi primi riservati contatti clandestini con la principessa Maria José, che però non andarono al di là di alcune conversazioni di carattere storicoculturale, rifiutando il filosofo di mettersi a disposizione della principessa in funzione antifascista, considerando ormai perduta la causa della monarchia; e con l’ambasciatore tedesco a Roma von Hassel (che sarà una delle vittime della repressione hitleriana dopo l’attentato del 20.7.1944). Negli anni successivi venne più volte avvicinandosi alle posizioni del gruppo liberalsocialista capeggiato dal Calogero (v.), che sarebbe più tardi confluito nel Partito d’Azione; ma poco prima dello sbarco alleato in Sicilia si[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 268

Brano: [...]settimanale (// Riscatto), inizialmente diretto da Melchiorre Vanni (v.) e poi da altri emigrati.

Il 20.10.1929 Fernando De Rosa (v.) per richiamare l’attenzione del mondo sulle condizioni dell’Italia schiacciata dal fascismo e per protesta contro il regime, si portò a

Bruxelles per sparare un colpo di rivoltella contro Umberto di Savoia, principe di Piemonte, giunto in visita ufficiale nella capitale belga come fidanzato della principessa Maria José. Nel processo svoltosi a Bruxelles dopo l’attentato (2527.9. 1930) deposero a favore di De Rosa le più note personalità dell antifascismo italiano (Nitti, Sforza, Salvemini, Labriola, Turati, Nenni ecc.) e del socialismo belga, tra cui Spaak e De Brouckere. La sentenza fu mite (5 anni, poi ridotti a meno di 2) e suscitò lamentele nei fascisti.

Nell'ottobre 1935, pochi giorni dopo l’aggressione fascista all’Etiopia, Bruxelles ospitò una grande assemblea dei movimenti antifascisti, particolarmente importante in quanto fu la prima manifestazione antifascista unitaria di tutto il fuortiscitism[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 30Appendice con numerazione propria (Monografia/libro

Brano: [...]ossetti, Adriano; Rossetti, Giorgina; Sala, Remo; Salsa, Mario; Salza, Bruno; Santus, Benvenuto; Saracco, Secondo; Scarpone, Paolo; Schiapparelli, Stefano; Sola, Titetto Guido; Spina, Alba; Succio, Carmelina; Tutino, Saverio; Vi etti, Leoni Ido Mario; Vigna, Pietro; Zani netti, Giovanni.

Torriani Ernesto E.To.

Campo Giuriati; Meina, Strage di.

Torrico Ermanno E.Tor.

Savoia, Luigi di; Savoia, Mafalda di; Savoia, Margherita di; Savoia, Maria José di; Savoia, Umberto I; Tolloy, Giusto.

Tozzi Maria Dina M.D.T.

Pontassieve.

Tranquilli Vittorio V.Tr.

Rodano, Franco.

Troilo Domenico D.Tr.

Pizzoferrato; Troilo, Ettore.

Troilo Ettore E.Tr.

Brisighella, Battaglia di; Casoli.

Trombadori Antonello A.Tr.

Labò, Giorgio.

Trombetti Gustavo G.Tr.

Turi, Carcere di.

Vaccari Giovanni G.Vac.

Oltrepò Pavese; Pavia.

Vaccari Uva l.Va.

Opera Nazionale Maternità e Infanzia; Politica estera fascista; Resistenza diplomatica.

Vaia Alessandro A.Va.

Brigata Garibaldi in Spagna.

Valabrega Guido G.Va.

Liba[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Maria José, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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