Brano: Appendice
Bibliografia: Arlacchi, P., Mafia contadini e latifondo nella Calabria tradizionale, Bologna, 1980; Aspetti e problemi di storia della società calabrese nell'età contemporanea. Atti del I Convegno di studio a cura della Deputazione di storia patria per la Calabria, Reggio Calabria, 1977; Atti del 2° Congresso storico calabrese, a cura della Deputazione di storia patria per la Calabria, Napoli, 1961; Bevilacqua, P., Le campagne del Mezzogiorno tra fascismo e dopoguerra. Il caso della Calabria, Torino, 1980; Borzomati, P., Aspetti religiosi e storia del movimento cattolico in Calabria (18601919), Roma, 1967); Idem, La Calabria dal 1882 al 1892 nei rapporti dei prefetti, Reggio Calabria, 1974; Id., La Calabria nell'età contemporanea, Reggio Calabria, 1977; La Calabria, a cura di P. Bevilacqua e A. Placanica, Torino, 1985; Guglielmo Calarco per il socialismo, a cura di G. Cingari, Reggio Calabria, 1975; Cappelli, V., Il movimento operaio e contadino in Calabria attraverso il giornale socialista “Vita nuova” (19131915), in Storia e cultura del mezzogiorno. Studi in memoria di Umberto Caldora, Cosenza, 1979, pp. 519552; Id., Conflitti sociali e organizzazione operaia in Calabria nel 1911, in Miscellanea di studi storici, Cosenza, 1981, pp. 173184; Carbone, S., Il popolo al confino. La persecuzione fascista in Calabria, Cosenza, 1977; Chiodo, .M.G., Intellettuali in provincia. Cultura calabrese tra risorgimento e bella epoque, Napoli, 1985; Ciconte, E., All'assalto delle terre del latifondo. Comunisti e movimento contadino in Calabria (19431949), Milano, 1981; Cinanni, P., Lotte per la terra e comunisti in Calabria 19431953, Milano, 1977; Cingari, G., La strage di Casignana (21 settembre 1922), Reggio Calabria, 1972; Id., Storia della Calabria dall'Unità ad oggi, Bari, 1982; Id., Reggio Calabria, Bari, 1988; Cordova,
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[...]rotagonisti (19071945), in “Rivista Storica Calabrese”, 1986, nn. 14, pp. 249291; De Giorgio, D., Figure e momenti del risorgimento in Calabria, Messina, 1971; Di Bella, S. Strutture agrarie e lotte per la terra nel Mezzogiorno contemporaneo: la Calabria, Soveria Mannelli, 1979; Dito, A., Fascisti e antifascisti a Reggio Calabria, Reggio Calabria, 1967; L'emigrazione calabrese dall'unità ad oggi, a cura di P. Borzomati, Roma, 1982; Esposito, E., Il movimento operaio in Calabria. L'egemonia borghese (18701892), Cosenza, 1977; Gambi, L., Calabria, Torino, 1965; Gaudosio, Calabria ribelle. Brigantaggio e sistemi repressivi nel Cosentino (18601870), Milano, 1986; Izzo, L., La popolazione calabrese nel secolo XIX. Demografia ed economia, Napoli, 1965; Id., Agricoltura e classi rurali in Calabria dall'unità al fascismo, Geneve, 1974; Masi, G., Per una storia della stampa socialista in Calabria. I primi giornali, Il Socialista di Cosenza e L'Operaio di Reggio Calabria, in “Historica”, 1972, n. 3, pp. 117133; Id., Il movimento cooperativo in Calabria dalla prima guerra mondiale al fascismo (19151922), in II movimento cooperativo nella storia d’Italia 18541975, a cura di F. Fabbri, Milano, 1979, pp. 543554; Id., Socialismo e socialisti di Calabria (18611914), SalernoCatanzaro, 1981; Id., Socialismo e amministrazione nella Calabria contempora
nea, Napoli, 1987; Masi, G. Volpe, F., Calabria contemporanea. Pagine di critica storica, Cosenza, 1983; Meyriat, J., La Calabria, Milano, 1961; Misefari, E., Le lotte contadine in Calabria nel periodo 19141922, Milano, 1972; Id., Il socialismo in Calabria nel periodo giolittiano, Soveria Mannelli, 1985; Misefari, E. Marzotti, A., L’avvento del fascismo in Calabria, Cosenza, 1980; Musolino, E., Quarantanni di lotte in Calabria, Milano, 1977; Paparazzo, A., I subalterni calabresi tra rimpianto e trasgressione. La Calabria dal brigantaggio postunitario all'età giolittiana, Milano, 1984; La Parola socialista. Speciale 19051975 Settantanni, Cosenza, 1976; Pavone, C., Le bande insurrezionali della primavera del 1870, in “Movimento Operaio”, 1956, nn. 13, pp. 42107; Spezzano, F., La lotta politica in Calabria (18611925), Manduria, 1968; Id., Fascismo e antifascismo in Calabria, Manduria, 1975; Trevisani, G., Il processo di Frani contro gli internazionalisti, in “Movimento Operaio”, 1956, n. 5, pp. 639662.
Rimola, Giuseppe
Micca. N. a Novara il 4.9.1905, m. a Mosca nel 1938; meccanico. Membro dell’organizzazione comunista clandestina di Novara (v.), il 5.5.1928 venne arrestato con altri cinque componenti del Comitato federale della provincia. Condannato dal Tribunale speciale a 3 anni di reclusione, riacquistò la libertà nel 1931 ed espatriò clandestinamente in Francia per sottrarsi a ulteriori persecuzioni.
Lavorò per il Centro estero del P.C. d’I. a Parigi e successivamente fu inviato a Mosca come rappresentante della F.G.C.I. presso il K.I.M.. Nell’agosto 1936 il suo nome figurava, unitamente a quello dei maggiori dirigenti del Centro estero del partito, nell 'Appello alla conciliazione (v.) rivolto dal P.C.d'I. ai « figli della nazione italiana, fascisti e comunisti, cattolici e socialisti ». Brillante funzionario del Comintern, a Mosca Rimola sposò Ornella Labriola, figlia del noto dirigente socialista e di una russa, ma all’inizio del 1938, per ragioni rimaste ignote, egli venne arrestato dalla polizia politica nella sua stanza presso l’Hotel Lux.
Già gravemente malato, sopravvisse breve tempo a tale arresto, ma la notizia della sua morte in carcere fu tenuta segreta e per decine d’anni la moglie non seppe che fine egli aveva fatto.
Secondo il comunista Tommaso Sgovio, arrestato a Mosca nello stesso periodo di Rimola, miracolosamente sopravvissuto a lunghi anni di deportazione,[...]
[...]onario del Comintern, a Mosca Rimola sposò Ornella Labriola, figlia del noto dirigente socialista e di una russa, ma all’inizio del 1938, per ragioni rimaste ignote, egli venne arrestato dalla polizia politica nella sua stanza presso l’Hotel Lux.
Già gravemente malato, sopravvisse breve tempo a tale arresto, ma la notizia della sua morte in carcere fu tenuta segreta e per decine d’anni la moglie non seppe che fine egli aveva fatto.
Secondo il comunista Tommaso Sgovio, arrestato a Mosca nello stesso periodo di Rimola, miracolosamente sopravvissuto a lunghi anni di deportazione, infine liberato nel 1954 e riabilitato (post mortem) nel 1957, il giovane dirigente comunista novarese sarebbe stato rinchiuso nelle celle della Butyrka e sottoposto a durissimi in
terrogatori affinché denunciasse altri comunisti italiani sospettati di “tradimento” dalla polizia staliniana. Ma egli non si piegò alla violenza e, nel timore di non potervi ulteriormente resistere, preferì togliersi la vita gettandosi dalla tromba delle scale del carcere. (Cfr. Dante Corneli, Elenco delle vittime italiane dello stalinismo Sesto libro, Tivoli, 1982, pagg. 4647).
Russo, Enrico
N. a Napoli il 22.9.1895, ivi m. II 30.10.1973; operaio.
Metallurgico e gi[...]
[...]ka e sottoposto a durissimi in
terrogatori affinché denunciasse altri comunisti italiani sospettati di “tradimento” dalla polizia staliniana. Ma egli non si piegò alla violenza e, nel timore di non potervi ulteriormente resistere, preferì togliersi la vita gettandosi dalla tromba delle scale del carcere. (Cfr. Dante Corneli, Elenco delle vittime italiane dello stalinismo Sesto libro, Tivoli, 1982, pagg. 4647).
Russo, Enrico
N. a Napoli il 22.9.1895, ivi m. II 30.10.1973; operaio.
Metallurgico e giovane socialista dal 1910, nel 1917 fu eletto segretario del sindacato della F.I.O.M. a Napoli. Membro della frazione massimalista del P.S.I., nel 1924 confluì, con i terzinternazionalisti, nel Partito comunista.
Subito dopo la proclamazione delle Leggi eccezionali fasciste del novembre 1926 espatriò per sfuggire all’arresto (latitante, verrà assegnato il 20.11.1926 a 3 anni di confino) e si portò in Francia, poi in Belgio.
A Bruxelles aderì alla “sinistra comunista” e fu tra i collaboratori della rivista “Prometeo” (v.)f poi del mensile “Bilan”. Nel 1936 accorse in Spagna, organizzò a Barcellona la Brigata “Lenin” aderente al P.O.U.M. (v.) e fu tra i propagandisti di questo partito comunista dissidente. Dopo la liquidazione del P.O.U.M. dovette tornare in Francia. All’inizio dlela Seconda guerra mondiale fu internato nel campo di SaintCyprien e poi consegnato dalle autorità francesi al governo fascista italiano che, il 30. 9.1940, lo confinò nelle isole Tremiti, dove rimase fino alla caduta del fascismo.
Secondo dopoguerra
Rientrato a Napoli nel settembre 1943, riprese i contatti con il P.C.I. e nei mesi successivi avviò la costruzione (con socialisti e azionisti) della Confederazione Generale del Lavoro Meridionale. Ben presto venne però a trovarsi in contrasto, sia con l’analoga organizzazione sorta a Bari sia con i sindacalisti cattolici. Sempre a Napoli fu tra i promotori della Federazione comunista dissidente di Montesanto (contrapposta al P.C.I.), dalla quale attinse i quadri per la nuova organizzazione sindacale, escludendone quelli che facevano riferimento al P.C.I. ufficiale.
Dopo la nascita, a Roma, della C.G.
I.L., (giugno 1944), Russo e i suoi seguaci si vi[...]
[...]Generale del Lavoro Meridionale. Ben presto venne però a trovarsi in contrasto, sia con l’analoga organizzazione sorta a Bari sia con i sindacalisti cattolici. Sempre a Napoli fu tra i promotori della Federazione comunista dissidente di Montesanto (contrapposta al P.C.I.), dalla quale attinse i quadri per la nuova organizzazione sindacale, escludendone quelli che facevano riferimento al P.C.I. ufficiale.
Dopo la nascita, a Roma, della C.G.
I.L., (giugno 1944), Russo e i suoi seguaci si videro costretti a far confluire la C.G.L. Meridionale nel
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