Brano: [...] le modalità di nazionalizzazione delle ferrovie: organizzato secondo i princìpi anarcosindacalisti delibazione diretta”, anche questo sciopero si concluse con una sconfitta per l’impostazione particolaristica che l’aveva caratterizzato, per cui venne a mancare la partecipazione dei lavoratori delle altre categorie. In seguito a questo nuovo clamoroso insuccesso il Segretariato della resistenza non potè far altro che dimettersi.
Nascita della C.G.L
Sulla spinta della F.I.O.M., la forte Federazione di categoria dei metalmeccanici, in un tumultuoso congresso del 1906 nacque a Milano la Confederazione generale del lavoro [C.G.L.), prima centrale sindacale italiana. Lo statuto approvato fu quello proposto dai riformisti, quantunque i sindacalisti rivoluzionari avessero presentato un loro controprogetto, e i fatti presto dimostrarono che la C.G.L., monopolizzata dai socialisti riformisti, era un'organizzazione solida e accentrata, ma anche burocratica, legalitaria, propensa più ai negoziati che alle lotte e sempre timorosa delle agitazioni. Nonostante si trovassero in minoranza, nel biennio 19071908 i sindacalisti rivoluzionari furono alla testa degli scioperi contro il vertiginoso aumento dei prezzi dovuto alla crisi economica, ma queste agitazioni si conclusero sistematicamente con delle sconfitte (v. Anarchici). Da quel momento anche il padronato cominciò peraltro a organizzarsi sindacalmente, dando vita (1910) alla Federazione lom[...]
[...]mento anche il padronato cominciò peraltro a organizzarsi sindacalmente, dando vita (1910) alla Federazione lombarda delle Associazioni imprenditoriali e successivamente, a Torino, alla Confederazione generale dell’industria. Fin dal luglio 1906 la FIAT (v.) aveva del resto promosso a Torino la nascita di una Lega industriale. Nel 1908 i sindacalisti rivoluzionari vennero espulsi dal P.S.I. e, dopo essersi resi conto di non poter condizionare la C.G.L. daH’interno, nel 1912 fondarono una loro organizzazione sindacale: VUnione sindacale italiana (v.). Nello stesso tempo aveva preso consistenza un terzo filone del movimento sindacale, capeggiato dai cattolici e sviluppatosi sotto forma di “leghe bianche” soprattutto nelle campagne. Ispirate a una dottrina corporativa e di collaborazione tra le classi (v. Democrazia cristiana), permanentemente preoccupate di togliere seguaci al movimento sindacale classista, le
leghe bianche divisero di fatto i lavoratori fino a diventare obiettivamente alleate del padronato. Ciò avvenne anche se alcuni de[...]
[...]alimentare di quadri il fascismo.
Primo dopoguerra
All’indomani del sanguinoso conflitto mondiale il movimento operaio e quello contadino ebbero un impetuoso sviluppo e ottennero notevoli successi: aumenti salariali (peraltro rivelatisi nominali, a causa dell'inflazione) e giornata lavorativa di 8 ore; occupazione di terre incolte nel Meridione e lotte per l’imponibile di mano d'opera nelle campagne. Le adesioni dei lavoratori ai sindacati C.G.L., C.I.L. e U.S.I. aumentarono vertiginosamente e, fra le masse proletarie, cominciò a diffondersi la convinzione che « bisogna fare come in Russia », dove i bolscevichi avevano preso il potere.
Nell'estate del 1919, suM’esempio dei soviet russi, nacque a Torino il movimento dei Consigli di fabbrica (v.), organismi eletti da tutti gli operai (e non dai soli sindacalizzati), i quali impressero nuova forza alle Commissioni interne (v.) che gli industriali erano stati costretti a riconoscere in tutte le fabbriche nel febbraio 1919. Le lotte sindacali, rapidamente estesesi a tutto il Nord, sfoc[...]