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Il segmento testuale C.G.L è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 6Entità Multimediali , di cui in selezione 5 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 65

Brano: [...] questione dell’unificazione con la I.S.R. e l'adesione dei sindacati sovietici alla F.S.I.. Le trattative si conclusero con un accordo sulla procedura da seguire e sembrava che l’unità stesse alfine per realizzarsi: senonché, ritornata la delegazióne da Mosca, il Consiglio generale di Amsterdam non ratificò l’accordo da essa raggiunto e il successivo congresso di Zurigo (1939) lo sconfessò con voto di maggioranza.

Rapporti tra la F.S.I. e la C.G.L

Dopo la prima guerra mondiale la C.G.L. non aderì alla ricostituita Internazionale sindacale di Amsterdam; i suoi dirigenti stabilirono anzi rapporti con Mosca e, il 15.7.

1920, furono d’accordo con le organizzazioni di numerosi altri paesi per costituire un Consiglio sindacale provvisorio, che avrebbe dovuto dar vita alla I.S.R.. Ma nello stesso tempo ì dirigenti della C.G.L., in massima parte riformisti, parteciparono nel novembre 1920 al congresso di Londra della F.S.I.; e quando, nel febbraio 1921, il congresso di Livorno della C.G.L. decise di aderire all’I.S.R. rompendo i rapporti con Amsterdam, ben si guardarono dal rispettare e dall 'applicare tale decisione. In realtà, il

congresso della C.G.L. si era svolto dopo il congresso del P.S.l. (21.1. 1921), dal quale era sorto il Partito comunista italiano; perciò i dirigenti riformisti della C.G.L., nonostante il voto congressuale, decisero di mantenersi collegati con Amsterdam, la cui politica era chiaramente ostile al movimento comunista.

Seguendo questa linea, nell’aprile

1921 la C.G.L. rivolse alla F.S.I. un indirizzo sui crimini consumati in Italia dai fascisti contro i lavoratori, ma non inviò analogo appello alla I.S.R.. Amsterdam rispose sottoscrivendo 50.000 lire in segno di solidarietà e ne ebbé in cambio una lettera attestante come i rapporti tra le due organizzazioni fossero particolarmente cordiali. Nel luglio 1921 la C.G.L. inviò propri rappresentanti (Bianchi e Azimonti) al congresso dell’l.S.R., con il mandato di « ascoltare e riferire al ritorno ». Al congresso, Bianchi sostenne invece la tesi della doppia adesione (tanto ad Amsterdam quanto a Mosca); e Azimonti affermò che l’adesione della C.G.L. all’I.S.R. avrebbe potuto realizzarsi soltanto dopo che il P.S.L avesse aderito alla HI Internazionale.

Il problema dei rapporti della C.G.L. con Amsterdam risorse negli anni 192728. Al momento della promulgazione delle leggi eccezionali fasciste, il segretario della C.G.L., Bruno Buozzi, trovandosi all’estero, non rientrò in Italia e venne sostituito nella sua carica da G. Battista Maglione. Il 4.1.1927, costui e alcuni altri dirigenti sindacali rimasti in Italia, senza neppure consultarsi con le Camere del lavoro e con i sindacati di categoria, decisero di sciogliere pubblicamente la C.G.L., quantunque i fascisti non avessero preso alcun provvedimento che li costringesse a tanto.

Particolarmente significativa è la dichiarazione rilasciata per l’occasione dai dirigenti riformisti, la quale diceva, tra l'altro: « Il regime fascista ha fatto una legge certamente ardita sui rapporti collettivi di lavoro. In quella legge vediamo accolti dei principi che sono pure i nostri: sindacato giuridico, magistratura del lavoro ecc., dunque nessuna opposizione di principio a queste riforme. Parimenti saremmo in contraddizione con noi stessi se ci ponessimo contro lo Stato corporativo e la C[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 66

Brano: [...]ternazionale di

Ma il 20.2.1927 i dirigenti dì tre sindacati nazionali di categoria, con diversi organizzatori dei lavoratori metallurgici, tessili, edili, chimici, alimentaristi, e i dirigenti di alcune Camere del lavoro, si riunirono clandestinamente a Milano (tra loro vi erano comunisti, socialisti e sindacalisti indipendenti), per sconfessare l’arbitraria decisione dei riformisti e per rivolgere un appello ai lavoratori, affermando che la C.G.L continuava, sotto una nuova direzione, a vivere e a combattere contro il fascismo. Il nuovo organismo dirigente si rivolse anche ad Amsterdam per essere riconosciuto come legittimo rappresentante della C.G.L., ma i dirigenti della F.S.I. ne rifiutarono il riconoscimento. Quantunque la C.G.L. pubblicasse clandestinamente il giornale confederale Battaglie Sindacali, sviluppasse in Italia una intensa attività di agitazione, organizzasse scioperi contro il padronato e il fascismo, Amsterdam preferì riconoscere come unici e validi rappresentanti della C.G.L. Bruno Buozzi e alcuni altri sindacalisti riformisti in esilio a Parigi. Nel luglio 1929 i dirigenti della C.G.L. operante in Italia decisero così di organizzare a Marsiglia una conferenza, alla quale parteciparono, in maggioranza, delegati venuti clandestinamente dall’Italia. Preso atto deM’impossibilità di ottenere il riconoscimento da parte di Amsterdam, la conferenza, richiamandosi anche alla lontana mozione di Livorno, decise di preparare l’adesione della C.G.L. alla I.S.R., ciò che avvenne dopo una successiva conferenza tenutasi a Zurigo.

La F.S.I., il fascismo e la guerra

L’atteggiamento della F.S.I. nei confronti del fascismo e della guerra non può certo essere definito di aperta opposizione, e tanto meno di lotta. Infatti Amsterdam si rifiutò sempre di riconoscere e sostenere i sindacati di ispirazione socialista che operavano clandestinamente in Italia e lottavano contro il fascismo. Quando, nel 1933, Hitler conquistò il potere, i dirìgenti dei sindacati tedeschi aderenti alla F.S.i. decisero di abbandonare l'Internazionale, consumando co[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 532

Brano: [...] le modalità di nazionalizzazione delle ferrovie: organizzato secondo i princìpi anarcosindacalisti delibazione diretta”, anche questo sciopero si concluse con una sconfitta per l’impostazione particolaristica che l’aveva caratterizzato, per cui venne a mancare la partecipazione dei lavoratori delle altre categorie. In seguito a questo nuovo clamoroso insuccesso il Segretariato della resistenza non potè far altro che dimettersi.

Nascita della C.G.L

Sulla spinta della F.I.O.M., la forte Federazione di categoria dei metalmeccanici, in un tumultuoso congresso del 1906 nacque a Milano la Confederazione generale del lavoro [C.G.L.), prima centrale sindacale italiana. Lo statuto approvato fu quello proposto dai riformisti, quantunque i sindacalisti rivoluzionari avessero presentato un loro controprogetto, e i fatti presto dimostrarono che la C.G.L., monopolizzata dai socialisti riformisti, era un'organizzazione solida e accentrata, ma anche burocratica, legalitaria, propensa più ai negoziati che alle lotte e sempre timorosa delle agitazioni. Nonostante si trovassero in minoranza, nel biennio 19071908 i sindacalisti rivoluzionari furono alla testa degli scioperi contro il vertiginoso aumento dei prezzi dovuto alla crisi economica, ma queste agitazioni si conclusero sistematicamente con delle sconfitte (v. Anarchici). Da quel momento anche il padronato cominciò peraltro a organizzarsi sindacalmente, dando vita (1910) alla Federazione lom[...]

[...]mento anche il padronato cominciò peraltro a organizzarsi sindacalmente, dando vita (1910) alla Federazione lombarda delle Associazioni imprenditoriali e successivamente, a Torino, alla Confederazione generale dell’industria. Fin dal luglio 1906 la FIAT (v.) aveva del resto promosso a Torino la nascita di una Lega industriale. Nel 1908 i sindacalisti rivoluzionari vennero espulsi dal P.S.I. e, dopo essersi resi conto di non poter condizionare la C.G.L. daH’interno, nel 1912 fondarono una loro organizzazione sindacale: VUnione sindacale italiana (v.). Nello stesso tempo aveva preso consistenza un terzo filone del movimento sindacale, capeggiato dai cattolici e sviluppatosi sotto forma di “leghe bianche” soprattutto nelle campagne. Ispirate a una dottrina corporativa e di collaborazione tra le classi (v. Democrazia cristiana), permanentemente preoccupate di togliere seguaci al movimento sindacale classista, le

leghe bianche divisero di fatto i lavoratori fino a diventare obiettivamente alleate del padronato. Ciò avvenne anche se alcuni de[...]

[...]alimentare di quadri il fascismo.

Primo dopoguerra

All’indomani del sanguinoso conflitto mondiale il movimento operaio e quello contadino ebbero un impetuoso sviluppo e ottennero notevoli successi: aumenti salariali (peraltro rivelatisi nominali, a causa dell'inflazione) e giornata lavorativa di 8 ore; occupazione di terre incolte nel Meridione e lotte per l’imponibile di mano d'opera nelle campagne. Le adesioni dei lavoratori ai sindacati C.G.L., C.I.L. e U.S.I. aumentarono vertiginosamente e, fra le masse proletarie, cominciò a diffondersi la convinzione che « bisogna fare come in Russia », dove i bolscevichi avevano preso il potere.

Nell'estate del 1919, suM’esempio dei soviet russi, nacque a Torino il movimento dei Consigli di fabbrica (v.), organismi eletti da tutti gli operai (e non dai soli sindacalizzati), i quali impressero nuova forza alle Commissioni interne (v.) che gli industriali erano stati costretti a riconoscere in tutte le fabbriche nel febbraio 1919. Le lotte sindacali, rapidamente estesesi a tutto il Nord, sfoc[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 29

Brano: [...]sassino / io vogliamo fucilar ».

Il 24.9.1911 la città affamata e prostrata da lunghi mesi di lotta fu teatro di una grande dimostrazione, contro la quale i carabinieri intervennero con le armi uccidendo un ragazzo di 17 anni e ferendo altre persone. Si accese una battaglia che durò fino a sera. Al termine vi furono 200 arresti. La forza pubbli ca invase la C.d.l. e la mise a soq quadro, ma neppure di fronte a que sti fatti i riformisti della C.G.L e del P.S.I. si mossero. I lavora tori piombinesi si videro così costretti a cedere.

Riuniti in assemblea, essi votarono e resero pubblico un documento che tra l’altro diceva: « I serrati di Piombino, constatando che gli industriali del trust hanno sempre rifiutato di trattare con le organizzazioni operaie, denunciano come lo Stato mai come in questa lotta tra capitale e lavoro pose i suoi organi al servizio dei padroni. Resi impotenti, dopo 5 mesi e 4 giorni, a continuare la battaglia perché privi di mezzi necessari all’esistenza e perché minacciati di tradimento da quegli stessi uomini c[...]

[...]enza e di fede, i serrati promettono di tenere alta nel nome delle vittime della reazione e della fede comune la vermiglia bandiera dell’organizzazione operaia ».

Seguì, nel 1912, un processo a Volterra che si concluse con pesanti condanne inflitte ai sindacalisti rivoluzionari che avevano guidato la lotta (Riccardo Sacconi, Umberto Pasella, Armando Borghi, Alceste De Ambris, Zocchi).

Qualche mese dopo i fatti, il segretario generale della C.G.L. Rinaldo Rigoia (l’uomo che nel 1926 si consegnerà al fascismo) scrisse sprezzantemente: « Gli scioperi di Piombino costituiscono senza dubbio l’episodio più importante delle lotte operale combattute nel 1911. A proposito di questi scioperi noi fummo attaccati da più parti: da coloro che non ci trovarono sufficientemente rigidi osservatori della nostra disciplina e da coloro (e sono i più) che avrebbero voluto che ci mettessimo al servizio completo degli scioperanti. In genere questi ultimi non appartengono al nostro movimento. Essi sbraitano per incoscienza e per bestiale settarismo politico[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 689

Brano: [...]ppò uno sciopero generale nelle campagne, nel quale un ruolo determinante fu assunto dai dirigenti di categoria. Si ebbero scontri con le forze dell’ordine e numerose vittime. Questa lotta suscitò un ampio moto nazionale di solidarietà e assunse un particolare rilievo anche per la polemica, errata da ambo le parti, che andò svolgendosi tra gli anarcosindacalisti che concepivano lo sciopero come « ginnastica rivoluzionaria », e i riformisti della C.G.L (v. Confederazione generale italiana del lavoro) i quali in pratica boicottarono il movimento.

La elaborazione sui problemi della mezzadria non fece tuttavia in quegli anni grandi passi in avanti. Bisognerà attendere il Congresso della Federazione umbra dei contadini, svoltosi nel marzo del 1914 a Terni, per vedere delinearsi una piattaforma di lotta più aderente alla reale situazione delle campagne, nella quale si affermava l’esigenza dell’alleanza fra operai e contadini, si prospettavano soluzioni organizzative e sindacali più avanzate, si avvertiva che la sola arma dello sciopero non er[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine C.G.L, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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