Brano: [...]lio il terreno, per estendersi subito alle campagne, dove le forze rivoluzionarie dovevano concentrarsi per « fare massa » e non disperdersi in bande. Individuando il nemico principale neH'Austria e in considerazione della forma geografica dell'Italia, il patriota napoletano sosteneva che il moto dovesse iniziare dal Mezzogiorno, in modo da impegnare le truppe nemiche su un fronte quanto più esteso possibile.

Contrario a ogni forma di autori* tarismo e di culto dell'individuo (colpe di cui egli accusava ancora Mazzini e Garibaldi), Pisacane ri* servava peraltro compiti eccezionali di direzione al « genio * e all’ « eroe » che emergesse dalle masse, se ne conquistasse il favore e le portasse alla vittoria: riaffiorava quindi nel rivoluzionario napoletano una contraddittoria visione romantica dalla vita e della storia.

La spedizione di Sapri

Nonostante le profonde divergenze ideologiche (non ultima quella circa la visione teologica del Risorgimento italiano da parte di Mazzini), Pisacane continuò a considerare i democratici mazziniani[...]

Brano: [...]rina giapponese stava già preparandosi ad attaccare Pearl Harbour) fallì. In ottobre l’aggressivo generale Tojo, subentrato a Konoye, avviò una serie di contatti diplomatici per mascherare l’operazione che sarebbe scattata ove, come già largamente previsto, le trattative fossero risultate infruttuose.

Per converso, malgrado fosse avvertito circa la necessità di prepararsi a un attacco di sorpresa, il governo americano volle attenersi al Iegalitarismo, rifiutandosi di prendere l’iniziativa del primo colpo. All’inizio di dicembre il servizio di informazioni americano rilevò che gli uffici diplomatici e consolari nipponici negli U.S.A. avevano ricevuto ordine di distruggere codici e cifrari, chiaro segno premonitore di un’apertura delle ostilità, ma ciò che ingannò gli americani fu l’avvistamento, in data 6 dicembre, di convogli giapponesi carichi di truppe in navigazione nel Golfo del Siam. Ciò li indusse a credere che i giapponesi stessero conducendo un'operazione anfibia in quella zona, impiegando la quasi totalità delle loro portaerei. I[...]

Brano: [...]ti che non dileggiare altrui, ossia dileggiare noi stessi nel simile nostro! Avere fiducia in se stessi e nelle cose; avere fiducia negli stessi avversari. Di queste dottrine non ho mai dubitato e non dubito ancora (...) la violenza è un metodo di lotta inferiore, brutale, Illusorio soprattutto, figlio di debolezza, fonte di debolezza (...). Chi saprà patirla e non renderla, domani sarà il più forte ».

Del resto, al di sotto di questo rinunciatarismo c’è una estrema incertezza sul contenuto reale di classe del fascismo, che sulle colonne della stessa rivista e nei discorsi dei dirigenti riformisti è talvolta confusamente intuito e tal'altra negato e svuotato. Come quando il Turati (discorso parlamentare del 22.3.1921) afferma che il fascismo « non è, come si vuol sostenere, un

fenomeno di borghesia, ma (...) di disoccupazione della guerra, di anticiviltà e quindi di antiborghesia per eccellenza». Un vivente anacronismo, quindi, necessariamente di breve durata.

Sarebbe vano, in questo fondo comune, cercare nella rivista la personalit[...]