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Il segmento testuale sindacaliste è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 50Entità Multimediali , di cui in selezione 10 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 530

Brano: Sindacalismo rivoluzionario

Questa intenzione si rivelò ben presto presuntuosa, in quanto sottovalutava l’influenza del riformismo tra i lavoratori. Dopo qualche mese, nel novembre 1907, all’incontro delle organizzazioni sindacaliste, sotto la spinta di uno dei nuovi e più prestigiosi leader del sindacalismo rivoluzionario, Alceste De Ambris (v.), segretario della C.d.L. di Parma, fu deciso a stragrande maggioranza e con il solo voto contrario di Edmondo Rossoni (v.) di uscire dalla C.G.L. per costituire un Comitato nazionale della resistenza, onde poter aggregare su scala nazionale tutte le vere forze rivoluzionarie. In questa stessa occasione venne deciso di fondare \’“Internazionale”, il più qualificato organo di stampa del sindacalismo rivoluzionario. Un’altra tappa storica dell’azione sindacalista fu rappresentata da[...]

[...]nte il sindacalismo rivoluzionario, dichiararlo incompatibile con il socialismo ed espellere gli anarcosindacalisti dalla C.G.L. (Congresso di Firenze, settembre 1908). Il fallimento dello sciopero di Parma fece riflettere gli stessi sindacalisti: la forza del sindacalismo rivoluzionario era potenzialmente enorme, ma non doveva essere considerata scontata e tanto meno automatica.

AH’interno del dibattito su tali temi, ripresero quota le forze sindacaliste più unitarie e, al Convegno nazionale di Bologna del maggio 1909 il movimento decise, nonostante la disapprovazione della corrente anarcosindacalista, di rientrare nella C.G.L. (a eccezione dell’orga

nizzazione di Parma che si rifiutò). Questo atteggiamento unitario fu riconfermato in un secondo convegno nazionale dei sindacalisti, svoltosi a Bologna nel dicembre 1910, nel corso del quale fu decisa la costituzione di un Comitato nazionale detrazione diretta, quale strumento di coordinamento dell’attività sindacalista.

Nel 1911 la guerra di Libia mise alla prova le masse popolari italian[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 241

Brano: [...]io Ciardi.

La discussione si incentrò essenzialmente sulle relazioni di Bitelli e De Ambris e fu appunto in seguito al dibattito su queste

che venne infine decisa la costituzione del

l’u.s.i..

Mentre la Bitelli considerava l'unità sindacale di tutto il proletariato condizione inscindibile per le oggettive possibilità di vittoria, De Ambris sottolineò l'insensibilità della C.G.L. alle sollecitazioni rivoluzionarie delle organizzazioni sindacaliste che, peraltro, in molte province si rifiutavano di entrare a far parte della Confederazione.

Il dibattito si concluse con la votazione sulle due relazioni: quella unitaria della Bitelli ottenne 28.856 voti; quella scissionista del De Ambris ne ottenne 42.114; 2.500 furono i voti di astensione.

Nata l’U.S.l., il giornale L'Internazionale venne riconosciuto come organo ufficiale della nuova organizzazione e Parma (v.) fu scelta come sede centrale. Il Consiglio generale risultò composto da Amilcare De Ambris (Mirandola), Tullio Masotti (Parma), Giovanni Bitelli (Ferrara), Pulvio Zocchi (Bo[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 563

Brano: [...], governando dal 1945 al 1950, anni nei quali realizzò numerose nazionalizzazioni e rinnovò il sistema di sicurezza sociale. Dopo un periodo di

tregua sindacale, le Trade Unions decisero di riprendere la loro libertà d'azione nei confronti del governo e, fra il 1951 e il 1959, il Partito laburista subì una serie di sconfitte elettorali. Al suo interno, la contrapposizione fra correnti revisioniste e moderate da una parte, e quelle classiste e sindacaliste dall’altra, conobbe una dialettica spesso vivace.

In seguito al nuovo successo elettorale del 1964 il Partito laburista, sotto la direzione di H. Wilson, affrontò una nuova fase di governo in un periodo di difficoltà economiche (svalutazione della sterlina), culminata in una nuova sconfitta. Tornati al potere nel 1974, i laburisti hanno conosciuto ulteriori battute d’arresto e sconfitte elettorali alla fine degli anni Settanta, fino alla recente scissione che ha portato alla nascita di un nuovo Partito socialdemocratico.

Caratteristica principale e specifica di tutta la storia del Parti[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 529

Brano: [...]voluzionari che facevano riferimento a Costantino Lazzari (v.). Nella sua azione di stimolo del dibattito teorico del sindacalismo, “Avanguardia socialista” importò dalla Francia (pur senza farle proprie) le idee di Sorel e di Lagardelle, riconoscendosi comunque in proposte e obiettivi più avanzati, anche in forme di lotta più coraggiose e coerenti. Arturo Labriola e il suo giornale divennero così un polo di aggregazione non soltanto delle forze sindacaliste rivoluzionarie, ma anche dei riformisti antituratiani, insoddisfatti della logica “evoluzionistica” del loro leader. Tra il 1903 e il 1904 i sindacalisti guidati da Labriola riuscirono a conquistare la maggioranza nella prestigiosa Camera del lavoro di Milano.

Altri frutti di questa azione furono, al Congresso regionale lombardo del P.S.I., svoltosi a Brescia nel febbraio 1904, la vittoria della mozione sindacalista LabriolaMocchi su quella riformista. Al Congresso nazionale del partito, svoltosi a Bologna nell’aprile successivo, la mag

gioranza sindacalista venne riconfermata, sia pure[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 525

Brano: [...], pur senza ripudiare le tesi massimaliste, il 7 novembre pubblicò un articolo, dal titolo “Unità, Unità!” che denunciava come esiziale ai fini di una prospettiva rivoluzionaria l’eventuale espulsione delia destra dal partito. Poco dopo si schierò con i riformisti capeggiati da Filippo Turati.

Eletto segretario della Camera del lavoro riformista di Parma il 25.5.

1921 e direttore del giornale “/c/ea”, sì scontrò con le organizzazioni anarcosindacaliste e, di fronte all’irrompere dello squadrismo, accettò

il cosiddetto “patto di pacificazione” con i fascisti, opponendosi per contro all’organizzazione degli “Arditi del Popolo” guidata da Guido Picel

li. Tuttavia nell’agosto 1922, di fronte all’attacco fascista, rappresentò nel Comitato dazione la Camera del lavoro e il Comitato centrale dell’Alleanza del lavoro, sottoscrivendo l’appello alla resistenza a oltranza.

Sciolta il 14.3.1923 la Camera del lavoro con decreto prefettizio, motivato con ragioni di ordine pubblico, Simoncini tentò di tenere in piedi una segreteria parmense della[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 211

Brano: [...]ito di straccioni al servizio della libertà, Art Pro Arte, Canelli, 1984.

M. Gi.

Rocca, Massimo

N. a Torino il 26.2.1884, m. a Salò (Brescia) il 22.5.1973; tipografo. Aderì giovanissimo al movimento anarchico, con un bagaglio culturale attinto soprattutto alle fonti di un ribellismo sottoproletario, intin

to di motivi nietzschiani, nel quale la violenza “liberatrice” e l'apologia dei gesti sublimatori si fondevano a ispirazione anarcosindacaliste. Espatriato in Francia nel 1902, in seguito a lievi condanne inflittegli per la partecipazione ad agitazioni sindacali, visse a Lione e a Parigi esercitando il mestiere di tipografo.

Nel 1904 rientrò in Italia per saldare il suo conto con la Giustizia. Subito dopo, nel 1905, sotto lo pseudonimo di Libero Tancredi si impegnò nell'attività pubblicistica e di conferenziere anarchico, acquistando notorietà nazionale. Dotato di vivace spirito polemico (fin dagli inizi del secolo scriveva sul periodico anarchico torinese “L’Ordine”), divenne redattore di punta del foglio anarcoindividualista mil[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 246

Brano: [...]oma, convocato da Badoglio, ma al suo arrivo non trovò più il governo e dovette rimanere nella Capitale in semiclandestinità, collaborando al « Messaggero » di Mario Missiroli. Sfuggito per puro caso alle rappre

saglie tedesche seguite all’attentato di via Rasella, dopo la liberazione di Roma ritornò a Napoli.

Secondo dopoguerra

L’anziano uomo politico si presentò nuovamente alla ribalta, con Dopo il fascismo, che fare?, su posizioni neosindacaliste:

« Ridurre lo Stato alle sue funzioni essenziali, lasciando il resto alle spontanee associazioni umane », tra le quali comprendeva anche le « Società culturali o sportive »; e con le collaborazioni al « Tempo » di Angiolillo, polemizzando col « Vento del Nord » su posizioni di sconcertante qualunquismo: « Il governo dei sei partiti — scriveva — come non gli bastasse la insanguinata epurazione, ha creduto di aggiungere una più complessa appendice all’enorme catalogo dei mali d’Italia con una spinosa variante della questione meridionale ».

La sua pretesa di combattere « il fascismo degli [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 623

Brano: Gran Bretagna

dovette limitare alla Camera dei Pari la facoltà di opporsi alla volontà della Camera dei Comuni.

Gli aderenti ai sindacati aumentarono da 2.500.000 nel 1907 a 4.000.000 nel 1913. Tra il 1911 e il 1914 si ebbe anche una certa ripresa della lotta di classe, grazie all’influenza delle idee anarcosindacaliste predominanti in Francia e negli U.S.A.. Nel 1911, l’anno che vide la nascita del primo quotidiano laburista, il Daily Herald, si ebbe nelle miniere uno sciopero a oltranza che costrinse il Parlamento a varare una nuova legge per garantire il salario minimo ai minatori. Nel 1912 scioperarono i ferrovieri.

Prima guerra mondiale

Nel 1914, con lo scoppio della prima guerra mondiale (vista dagli imperialisti inglesi come una buona occasione per schiacciare l’aggressiva concorrenza germanica), fu eccezionalmente costituito in Gran Bretagna un governo di coalizione, del quale entrò a far parte[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 588

Brano: [...]clinazione di Rosselli verso posizioni libertarie, di un socialismo non ben definito sotto l’aspetto ideologico e programmatico. ma intinto della robusta vocazione idealistica del capo del movimento, tutta pervasa di prepotenti stimoli a esaltare una visione della libertà come fulcro di ogni possibile spinta all’emancipazione sociale. Tradotta in termini politici, la scelta di Rosselli in Spagna si indirizzava verso le correnti libertarie, anarcosindacaliste e autonomiste regionali colà emerse durante la lotta. All'impostazione da Fronte popolare, Rosselli cercava di contrapporre (spesso individuando con avvertita intelligenza le carenze dell'esperienza francese) una piattaforma rivoluzionària che spingesse oltre, sulla strada dei contenuti sociali da realizzare e delle forme di democrazia dal basso da istituire, il programma di « gestione de



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 468

Brano: [...] proclamata T8.9.1920 da Gabriele D'Annunzio (v.) che fece di Fiume e dei territori circostanti uno Stato indipendente retto a repubblica. La Reggenza durò fino ai primi del gennaio 1921.

La Carta, elaborata dal poetasoldato con la collaborazione del sindacalista Alceste De Ambris e letta al Teatro Fenice di Fiume la sera del 30.8.1920, fonde nella tipica retorica dannunziana un miscuglio di reminiscenze storiche e di rivendicazioni vagamente sindacaliste e socialistoidi, offrendo nel contempo alcune anticipazioni su quella che sarà la legislazione corporativa fascista (v. Carta del lavoro).

I principali articoli della Carta del Carnaro dicevano: « ...Art. 3. La Reggenza italiana del Carnaro è un governo schietto di popolo, res populi, che ha per fondamento la potenza del lavoro produttivo e per ordinamento le più larghe e le più varie forme deH’autonomia, quale fu intesa ed esercitata nei quattro secoli gloriosi del nostro periodo comunale. Art. 4. La Reggenza riconosce e conferma la sovranità di tutti i cittadini senza divario di sesso, d[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine sindacaliste, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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