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ANTEPRIMA MULTIMEDIALI

Il segmento testuale populista è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 233Entità Multimediali , di cui in selezione 20 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 514

Brano: [...]ande crisi sociale, riuscendo a imporsi ai partiti di destra, come a quelli di centro e di sinistra. Favorito da una congiuntura economica eccezionalmente favorevole per il grano argentino nel mercato mondiale, potè costruire un fronte sociale che privilegiava essenzialmente la borghesia industriale interessata allo sviluppo di un mercato interno, ma anche le organizzazioni operaie poste sotto tutela statale. Attraverso una mobilitazione di tipo populista per l’« integrazione sociale > e F< interesse nazionale », il peronismo represse duramente qualsiasi tentativo di organizzazione indipendente della classe lavoratrice, e ogni opposizione politica.
Al di là delle sue peculiari caratteristiche ideologiche e delle forme specifiche di dominazione di cui si servì, il peronismo non differì sostanzialmente dal varguismo in Brasile (v.), dal nazionalismo in Bolivia (v.) e dal frontismo populista in Cile (v.), nella misura in cui questi regimi esprimevano la ricerca di una collocazione alternativa delle nascenti borghesie industriali latinoamericane di fronte alla crisi del sistema di scambi mondiali, e la necessità di accumulazione e ricollocazione politica dei settori sociali interessati a questo processo di rottura con l’ordine oligarchico. Nella sua lotta contro gli interessi del capitale straniero e delle oligarchie agrarie,
Perón trovò l’appoggio delle emergenti classi popolari sbandierando un vasto programma di industrializzazione e modernizzazione della società argentina, pol[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 681

Brano: [...]nto militare e giudiziario per stroncare ogni tipo di resistenza operaia. Il conservatorismo delle diverse organizzazioni operaie risultò anche nell'incapacità di realizzare una alleanza strategica con altri movimenti come quelli dei neri, delle donne e dei contadini, mentre lotte intestine annullavano la possibilità di creare un partito operaio basato sui sindacati. Il mondo agrario visse un periodo di coinvolgimento politico con la ri

volta populista degli anni Novanta. La crescita economica del Paese aveva favorito principalmente il mondo industriale, con cui, nonostante l’introduzione di importanti innovazioni tecnologiche e miglioramenti nella produzione, l’agricoltura non poteva competere. L’aumento del tasso di produttività e delle aree a coltura non si era tradotto in un miglioramento del tenore di vita nelle campagne e in un aumento dei prezzi agricoli. Già dagli anni Settanta si erano formate alleanze di contadini (Farmer’s Alliances) nel Sud e nell'Òvest, ostili alle tariffe protezionistiche, alle banche nazionali, e favorevoli a[...]

[...]lle tariffe protezionistiche, alle banche nazionali, e favorevoli alla nazionalizzazione delle ferrovie e delle linee telegrafiche, a una tassa progressiva sui redditi e alla teoria monetaria per la libera coniazione dell’argento (free silver). Nel 1892 venne fondato il People’s Party e questo partito coagulò le richieste delle organizzazioni agrarie in un programma elettorale che riscosse un certo successo. Nel 1896, la presentazione del leader populista W.J. Bryan in una lista comune con i democratici segnò il declino dei populisti: essi non riuscirono a imporsi come terzo partito nella realtà politica americana, ma molte delle loro richieste saranno riprese nei decenni successivi da altre forze.

L'età progressista

Si suole designare il periodo tra il

1901 e il 1917 come Progressive Era, durante le amministrazioni repubblicane di Theodore Roosevelt (19011909) e W. Taft (19091913) e quella del democratico W. Wilson (19131917). Tra i propulsori del movimento progressista si contavano, spesso con opinioni divergenti, settori del ceto m[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 215

Brano: [...]anziano » (come è chiamato dai suoi connazionali) è finora riuscito a mantenere un precario equilibrio politico nel paese.

Kerenskij, Aleksandr Fiodorovic

N. nel 1881 a Simbirsk (oggi Uljanovsk, patria di Vladimir Uljanov Lenin) in Russia, m. il 10.6.1970 a New York.

Di origine piccolo borghese, avvocato, difese davanti ai tribunali zaristi i perseguitati politici. Militò nel partito socialista rivoluzionario, sorto nel 1902 dal partito populista Narodnaia Volja (Volontà del popolo). Dal 1912 al 1917 fu deputato alla IV Duma. Poiché in quel periodo i partiti in Russia erano proibiti, aderì con altri 10 deputati al gruppo dei cosiddetti Trudoviki (deputati contadini e intellettuali di orientamento democratico e populista).

Nella rivoluzione sovietica

Abile oratore, definito da Lenin I’« eroe della frase », si era guadagnato una certa popolarità con la sua forbita eloquenza e grazie alia fama di uomo « di sinistra », ma moderato.

Dopo il rovesciamento dell’autocrazia zarista, nel febbraio 1917 venne chiamato a far parte del governo



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 648

Brano: [...]tuzione.

Si ebbe un susseguirsi di violente lotte di potere e di rivolte militari fino alle elezioni del 19.8.1928, quando Venizelos, da poco ritornato in patria, conquistò nuovamente una forte maggioranza: eletto presidente del Consiglio, sciolse la Camera, riformò la legge elettorale e governò sino alle elezioni del marzo 1933. Queste riportarono al potere i monarchici e, alla presidenza del governo, Konstantinos Tsaldaris, capo del partito populista.

Sotto il regime di Tsaldaris ebbero

inizio radicali epurazioni nell’esercito, che divenne ancora di più strumento della conservazione, e nelle branche della amministrazione statale. Nel 1935 ci fu un tentativo d'insurrezione repubblicana venizelista, ma il generale Geòrgios Kondylis fece fallire il colpo di stato. Divenuto a sua volta primo ministro e reggente, Kondylis organizzò un plebiscitotruffa che, in un paese dai sentimenti repubblicani profondi e radicati, fece risultare un 97% di voti a favore della monarchia.

Grazie al plebiscito, il 10.10.1935 Giorgio II ritornò in Grecia[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 585

Brano: [...]esta stessa si sciolse il 5 di quel mese, ratificando con le proprie mani il dissolversi dell’ipotesi su cui di fatto era sorta, e cioè che il fascismo fosse fenomeno di breve durata. Al tempo stesso i giellisti rinunziarono a un’alleanza alla quale mancavano presupposti sicuri, giacché il socialismo tradizionale rappresentava pur sempre un vincolo preciso a ideali e a prospettive di una lotta di classe che l’impostazione di Rosselli e la natura populista e illuministica del movimento viceversa negavano.

Programma

G.L. si trasformò così in movimento politico autonomo, adottando il programma formulato all’epoca dell’adesione alla Concentrazione antifascista che, di fatto, suonava come implicita contrapposizione o, quanto meno, affermazione di una propria fisionomia politica nei confronti delle altre forze.

Tale programma era imperniato sull’auspicio di una « rivoluzione democratica » che desse vita in Italia a uno Stato repubblicano con un’economia a due settori (pubblico e privato), controllo statale sulle banche, partecipazione dei l[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 239

Brano: [...]mpi, alle nuove forze politiche e sociali che avanzano, mira a mantenere o addirittura a ripristinare con la coercizione e la violenza rapporti sociali obiettivamente superati dallo sviluppo stesso della società.

E può aversi un estremismo di sinistra che si prefigge di combattere ingiusti rapporti sociali e costituisce una forma di ribellione violenta contro situazioni di sfruttamento economico, di oppressione politica e sociale. La versione populista russa e quella occidentale dell’anarchismo (v. Anarchici), neganti ogni autorità e forma organizzativa sociali e statali, con le illusorie azioni ribellistiche e terroristiche individuali, sono manifestazioni tipiche di un estremismo di sinistra. Esse esprimevano nel secolo scorso la rivolta del piccolo produttore indipendente che si rifiutava di trasformarsi in proletario dipendente; e, sotto un altro aspetto, hanno costituito all’inizio del nostro secolo la reazione delle masse proletarie nei confronti del riformismo mirante a inserirle nel sistema capitalistico.

Di origine più recente è[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 654

Brano: [...]campo ideologico e programmatico. L’organizzazione si articolò su una federazione nazionale, su federazioni regionali e unioni locali. Ogni ditta associata si impegnò a versare un contributo proporzionale al numero dei lavoratori occupati.

Confindustria e fascismo

L’orientamento della nuova organizzazione si precisò ben presto con le indicazioni date all’« uomo nuovo » prescelto (cioè a Mussolini) di abbandonare ogni equivoco atteggiamento populista e soprattutto di far naufragare i propositi dell'ultimo ministero Giolitti (20.6.1920) « di far pagare il conto della guerra ai ricchi ». Di fatto Mussolini assunse un atteggiamento a determinare il quale, si scrisse eufemisticamente, « non erano rimaste estranee le suggestioni dell’ambiente industriale e agrario lombardo ».

Il 28.10.1922 i principali industriali furono, a Milano, a fianco di Mussolini: diverse conversazioni ebbero luogo, nei giorni della marcia su Roma, tra lui e gli onorevoli Stefano Benni e Gino Olivetti, esponenti della Confindustria. « I dirigenti dell’Associazione Ba[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 232

Brano: [...]azione internazionale dei lavoratori (v. Internazionale, Prima]I, l’anno seguente Kropotkin si recò in Svizzera. Qui prese contatto con la Federazione del Giura capeggiata da M. Bakunin (allora assente dalla Svizzera) e aderì all’ideale del comuniSmo anarchico, associandosi alla corrente bakuniniana che, nel 1873, sarebbe stata espulsa dall’Internazionale. Ritornato in patria, si dedicò a una intensa attività anarchica, partecipando al movimento populista russo.

Nel 1874 fu arrestato dalla polizia zarista a Pietroburgo per attività sovversiva e rinchiuso nel terribile carcere della fortezza detta di Pietro e Paolo, in un’isola del fiume Neva. Due anni dopo, con l’aiuto dei compagni di lotta, riuscì a evadere e a rifugiarsi in Inghilterra e quindi In Svizzera, dove raccolse l’eredità di Bakunin, morto da pochi mesi. Svolse quindi un’intensa attività teorica collaborando a varie pubblicazioni dell’Europa occidentale. Nel 1881, dopo il Congresso deH’Internazionale svoltosi a Londra, cercò di riorganizzare una Sezione internazionalista tra gli [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 248

Brano: [...]rtante la data del 23.5.1915, ossia del giorno che precedette l’intervento italiano nella prima guerra mondiale. Per il suo carattere vivacemente aggressivo, scandalistico e di battaglia, il periodico ebbe notorietà e larga diffusione, specialmente a Milano. Era diretto da Paolo Valera, un libertario indipendente anche se iscritto al Partito socialista, che divenne noto come polemista implacabile, fiero esponente di un socialismo individualista, populista e generosamente idealista. Il periodico bollava certo malcostume parlamentare, la tendenza all’intrigo e

al compromesso di molti uomini politici, e puntava i propri strali soprattutto contro taluni esponenti del riformismo italiano, da Turati a Treves a D’Aragona; per contro, appoggiava tutti gli scioperi e i movimenti di carattere rivoluzionario, sostenendoli con incitamenti e plausi.

Nelle pagine del settimanale venivano denunciati gli scandali, messi a nudo i profittatori, attaccati i metodi violenti della polizia e l’uso delle armi contro i lavoratori. Vi si trovano riflessi tutti i[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 428

Brano: [...]uella “era progressista” iniziata negli U.S.A. all'inizio del secolo (in una fase di accelerata concentrazione capitalistica, che vedeva nel

lo stesso tempo l’ascesa della classe operaia) al fine di prevenire attacchi “rivoluzionari” al sistema attraverso una ben dosata combinazione di riforme, repressione interna e allargamento del mercato.

La New Freedom (“nuova libertà”) wilsoniana propugnava un liberalismo venato da un forte componente populista che, sulla scia della tradizione di democrazia agraria del partito di Jefferson, metteva in primo piano il controllo delle élites da parte del “popolo”. Da qui una serie di leggi: contro i monopoli (C/ayton Act); per il credito agrario; per la protezione dei lavoratori; per la difesa del nuovo soggetto elettorale, il consumatore. Nella visione del nuovo presidente, queste iniziative non miravano certo a sovvertire i rapporti economicosociali costituiti, ma a proteggere l’industria privata dalle “distorsioni” derivanti dalla concorrenza sleale, così come dal socialismo. In quest’ultima direzio[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine populista, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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