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ANTEPRIMA MULTIMEDIALI

Il segmento testuale militarismo è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 340Entità Multimediali , di cui in selezione 48 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 721

Brano: Militarismo e antimilitarismo

(che non è certo prerogativa esclusiva dei militari), o infine la predilezione per gli aspetti formali e gerarchici della vita associata. Queste varie definizioni hanno tuttavia in comune un equivoco caratteristico del pensiero liberale che pretende di considerare separatamente i diversi centri di potere attraverso cui si realizza la dittatura di classe. In realtà le forze armate, come magistratura e Parlamento, non sono istituzioni neutre, al di sopra delle parti, bensì strumenti della dittatura borghese; ciò non va dimenticato, anche se è giusto tener conto delle loro particolari caratte[...]

[...]considerare separatamente i diversi centri di potere attraverso cui si realizza la dittatura di classe. In realtà le forze armate, come magistratura e Parlamento, non sono istituzioni neutre, al di sopra delle parti, bensì strumenti della dittatura borghese; ciò non va dimenticato, anche se è giusto tener conto delle loro particolari caratteristiche di struttura e di comportamento, per meglio combatterle e condizionarle.

Intendiamo quindi per militarismo il ruolo politico che le forze armate hanno avuto e hanno nella nostra storia recente, ossia la parte riservata ai militari e alle istituzioni militari nell’organizzazione e conservazione della dittatura di classe. E quindi intendiamo per aritimilitarismo l'insieme dei movimenti politici e delle reazioni di massa contro quel particolare aspetto dello Stato borghese rappresentato dalle forze armate.

Un’analisi storicopolitica sufficientemente completa e corretta sul militarismo non è attualmente possibile, data la carenza di studi sulle forze armate, sul loro ruolo e sulle opposizioni suscitate. In particolare il movimento operaio italiano non ha saputo approfondire con continuità la critica delle istituzioni militari nazionali per dare una base teorica adeguata aH’antimilitarismo di massa sempre vivo nel Paese. Si tratta evidentemente di una scelta di priorità: poiché in Italia le forze armate non hanno mai avuto un ruolo egemone nella vita politica (a differenza di altri paesi: si pensi alla Germania), il movimento operaio italiano nelle sue varie correnti è stato indotto a privilegiare altre lotte a scapito dell’antimilitarismo.

Le forze armate in Italia

Dalla nascita dello Stato unitario alla Seconda guerra mondiale, le forze armate italiane hanno avuto nella vita nazionale un ruolo non sempre appariscente e certamente non prioritario (nel senso che le scelte di fondo venivano effettuate da altri centri di potere, in primo luogo da quelli economici), ma pur sempre di grande importanza. L’esercito è sempre stato infatti il principale baluardo dell'ordine costituito, lo strumento di difesa di un potere di classe, così come la marina e in un

secondo tempo l’aeronautica sono state strumenti delle aspirazioni i[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 722

Brano: Militarismo e antimilitarismo

stigio fu che gli stanziamenti militari, per quanto gravosissimi per l’economia nazionale, si rivelarono insufficienti per assicurare il funzionamento dei troppi reparti esistenti; l’esercito ebbe quindi un armamento qualitativamente inferiore a quello delle altre potenze europee.

La Prima guerra mondiale rivelò sì i limiti di questo esercito, ma ne confermò anche l’attitudine a praticare un dominio di classe: la mobilitazione delle masse richiesta dalla guerra fu condotta con metodi polizieschi che nulla concedevano alle illusioni di democrazia e di compartecipazione (si ebbero circa
[...]

[...] fine di una guerra dominata dalla destra e condotta in modo da favorire lo sviluppo dei monopoli industriali. Vanno quindi rovesciati i giudizi tradizionali sulla Glande guerra: in una situazione in cui il problema di fondo era la compressione delle masse popolari, l’esercito superò brillantemente la prova e ne trasse conseguenze così lucide, da fornire un appoggio determinante all'avvento del fascismo e poi al consolidamento del regime.

Antimilitarismo operaio

L’antimilitarismo del movimento operaio non resse invece alla prova. Che le masse contadine e operaie sentissero il servizio di leva come una pesante oppressione, è certo; uomini politici del livello di Filippo Turati, Leonida Bissolati (prima della sua conversione patriottica) ed Errico Malatesta (v.) condussero contro le istituzioni militari una battaglia coerente, denunciandone la struttura di classe e le funzioni di polizia. Mancò però una saldatura tra l’antimilitarismo istintivo delle masse e le dichiarazioni di pochi dirigenti; e la battaglia condotta da\V Avanti! contro l’esercito, come quella più acce[...]

[...]del movimento operaio non resse invece alla prova. Che le masse contadine e operaie sentissero il servizio di leva come una pesante oppressione, è certo; uomini politici del livello di Filippo Turati, Leonida Bissolati (prima della sua conversione patriottica) ed Errico Malatesta (v.) condussero contro le istituzioni militari una battaglia coerente, denunciandone la struttura di classe e le funzioni di polizia. Mancò però una saldatura tra l’antimilitarismo istintivo delle masse e le dichiarazioni di pochi dirigenti; e la battaglia condotta da\V Avanti! contro l’esercito, come quella più accesa degli anarchici (v.), non riuscì mai ad alimentare un movimento di massa cosciente e organizzato. Fu così che i sindacalisti rivoluzionari e alcuni anarchici, che all’inizio del secolo avevano scatenato una violenta campagna antimilitarista, con la Guerra mondiale si convertirono al patriottismo fascista.

Nel 1914 la crisi della Seconda Internazionale non lasciò indenne il P.S.I. che, dopo aver scisso le proprie responsabilità dalla guerra, non seppe c[...]

[...]ei reduci, finalmente liberi di manifestare la loro opposizione. Dinanzi al « fronte unico » delle forze borghesi, strette nella difesa della guerra e del regime che l’aveva voluta, il movimento proletario non seppe però esprimere una linea politica chiara; del resto l’urgenza delle battaglie nelle fabbriche e nelle piazze poneva in secondo piano la rivendicazione delle sofferenze patite nel conflitto e l’attacco alle istituzioni militari. L’antimilitarismo ridiventò così un tema di secondo piano già alla fine del 1919, lasciando la classe dirigente nella possibilità di riorganizzare l’esercito sulla base delle collaudate strutture tradizionali, senza alcuna concessione agli insegnamenti del conflitto.

Gli anni del fascismo

All’indomani della Prima guerra mondiale, tuttavia, i compiti delle forze armate mutarono. In una società in cui non era più possibile dominare la massa solo con la forza, ma occorrevano sistemi più graduali ed elastici, la responsabilità dell’ordine pubblico passò alle organizzazioni fasciste e le forze armate assunser[...]

[...]nelle mani dei capi delle forze armate) venne del tutto sacrificata alle esigenze di carriera o di prestigio e il distacco tecnologico rispetto agli altri Stati si accentuò. Malgrado il pullulare delle divise, l’Italia fascista non era precisamente un regime militarista, nel

Cartolina di propaganda antimilitarista, riproducente la prima pagina del quotidiano repubblicano L’Italia del Popolo, sequestrato perché contenente un articolo contro il militarismo (Milano, 18.11.1902)

senso che i militari non avevano un peso determinante nelle grandi scelte politiche; era tuttavia un regime gradito ai militari che ne traevano finanziamenti, importanza, attestazioni di stima, vittorie facili e medaglie, senza dover come contropartita lavorare troppo seriamente alla preparazione bellica.

La Seconda guerra mondiale vide così il completo sfacelo delle truppe italiane sui vari campi di battaglia, ma non la crisi delle istituzioni militari. Il 25 luglio 1943 queste poterono infatti svolgere l’azione di ordine pubblico richiesta (l’unico loro successo d[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 720

Brano: [...] e sindacali. Buona parte del giornale era riservata alle corrispondenze dal fronte e dalle fabbriche. Esso ebbe un ruolo molto importante nell’educazione politica e militare delle Milizie e nella formazione dell’Esercito popolare spagnolo.

L'edizione anastatica dell’intera collezione di « Milicia popular », comprendente 168 numeri, con circa 800 pagine complessive, formato cm 22x31,5, è stata pubblicata da La Pietra, Milano 1973.

V.Vi.

Militarismo e antimilitarismo

Il termine militarismo è usato con significati diversi anche se in parte affini. Può infatti indicare la preponderanza o la semplice invadenza dei militari nella vita di uno Stato o addirittura il loro completo controllo della società, vista in funzione delle esigenze delle forze armate. Ma per militarismo si intende pure un atteggiamento aggressivo e bellicoso nei rapporti internazionali



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 723

Brano: Militarismo e antimilitarismo

delle classi popolari, ottenere dagli angloamericani la garanzia della continuità di un dominio di classe. Alcune centinaia di ufficiali di carriera parteciparono alla Resistenza con dedizione e coscienza, ma l'esercito ne! suo complesso rimase assente, incapace di capire le ragioni della guerra partigiana e sospettoso verso i! suo carattere popolare (atteggiamento del resto comprensibile, date le tradizioni di classe delle forze armate). L’alleanza tra militari e fascismo era stata denunciata con chiarezza dai partiti antifascisti durante il ventennio (specie da Luigi Longo su « Stato ope[...]

[...]nza non poteva che essere rafforzata dall’ingresso nella N.A.T.O. (v. Atlantico, Patto) che assegnava alle forze armate italiane il compito di garantire la sicurezza delle retrovie da una rivolta comunista.

Nell'Italia contemporanea, atlantica e democristiana, il ruolo delle forze

armate è venuto mutando in relazione alle trasformazioni di una società di massa avviata al consumismo. Oggi meno che in passato si può parlare di vero e proprio militarismo, dato che ii ruolo politico dei militari è ormai decisamente secondario, il loro prestigio caduto e le loro ambizioni ridimensionate; e tuttavia, con quasi mezzo milione di uomini alle proprie dipendenze (dei quali circa 80.000 civili), cui sono da aggiungere quasi

200.000 tra poliziotti e carabinieri, le forze armate italiane hanno una importanza innegabile nella vita nazionale, pesantemente sottolineata dall’incremento del loro costo (giunco a oltre 2.000 miliardi nel 1973). Per numero di uomini e spesa di bilancio le forze armate italiane vengono subito dietro a quelle inglesi, francesi[...]

[...]vizio informazioni difesa) generale Vito Miceli. Episodi relativamente isolati che trovano in gruppi di ufficiali comprensione e copertura, ma non ancora solidarietà politica attiva delle forze armate nel loro complesso. Né si può dire che le gerarchie militari italiane, al di là delle aspirazioni individuali e dei sogni di grandezza, siano realmente in grado di influenzare profondamente la vita politica nazionale.

Ma se non si può parlare di militarismo in grande stile, si deve però ricordare che la presenza delle forze armate nella vita nazionale, in forme dichiaratamente politiche, si manifesta in molti modi. Si pensi ai rapporti con i gruppi di pressione di destra, anche se non sempre eversivi, come le associazioni d’arma e di ex combattenti, e più in generale con i ceti conservatori che, nelle forze armate, trovano miti e spinte all’evasione: il patriottismo ufficialmente sbandierato diventa così nazionalismo e le forze armate, anziché a! di sopra dei partiti, si pongono come punto di coagulo della destra più retrogada.

Alle circa 250[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 193

Brano: [...]nel 1975, con il grado di colonnello, quale comandante della Scuola allievi ufficiali e allievi sottoufficiali alpini di Aosta, nonché vicecomandante della Scuola militare alpina. A tale data è andato in pensione, con il grado di generale.

P.Bu.M.Ca.

Obiezione di coscienza

Il diritto di rifiutarsi di prestare servizio militare, espresso dalle correnti socialiste e libertarie dell’Italia postunitaria nella rivendicazione globale dell’antimilitarismo (v. Militarismo e a riti militari smo), trovò un rigidissimo diniego nel fascismo, che non poteva certo riconoscere obiezioni o soltanto dubbi contro le imposizioni del potere costituito. Struttura portante del regime, il militarismo assurgeva necessariamente alle sfere della sacralità, come tale inculcato già dall’infanzia in ogni cittadino.

Fino al crollo del fascismo, le uniche rarissime dichiarazioni a favore dell’obiezione, di coscienza si riscontrarono in ambienti religiosi, come la setta dei Testimoni di Geova (v.) e nelle affermazioni di cattolici come don Primo Mazzolari (v.) sulla liceità biella giusta disobbedienza civile. L’avversione al militarismo era anche tra gli ideali di molti democratici laici, « militarmente » impegnati nella guerra partigiana contro i nazifascisti ma al tempo stesso « obiettori » rispetto

Cristo ai preti di guerra.

Cartolina di Scalarmi contro i preti militari (inizio del secolo)

ai principi deH'autoritarismo e del totalitarismo contro i quali si battevano.

Secondo dopoguerra

La Costituzione repubblicana, stabilendo da un lato il diritto dell’individuo alla libertà di coscienza e dall’altro il dovere di tutta la collettività alla difesa della nazione, lasciava spazio a un’interpretazione atta a re[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 344

Brano: [...]rdire. Schietto, buono, modesto e valoroso, era sempre di esempio costante ai compagni di lotta e veniva ricordato, nella zona di Milano, come una delle più belle figure di combattente partigiano. (Alta Lombardia, settembre 1943 aprile 1945).

Pacifismo

Dottrina e movimento miranti alla instaurazione della pace nel mondo, quale prima condizione per lo sviluppo del benessere fra i popoli. Sorto in Occidente dapprima come risposta popolare al militarismo delle potenze industriali, il movimento pacifista ha progressivamen

te assunto una serie di contenuti politici autonomi.

Il rifiuto degli eserciti di leva, già avvertito durante il secolo XIX, divenne fenomeno politico via via che le forze militari acquistavano, per effetto stesso del modo capitalistico di produzione, carattere totalitario nei vari Stati. Agli ideali pacifisti si ispirarono quindi, per naturale vocazione, le organizzazioni proletarie e i partiti socialisti in ogni paese (v. Militarismo e antimilitarismo) .

Nel 191415 l’entrata in guerra dell'Italia pose in crisi i ca[...]

[...] progressivamen

te assunto una serie di contenuti politici autonomi.

Il rifiuto degli eserciti di leva, già avvertito durante il secolo XIX, divenne fenomeno politico via via che le forze militari acquistavano, per effetto stesso del modo capitalistico di produzione, carattere totalitario nei vari Stati. Agli ideali pacifisti si ispirarono quindi, per naturale vocazione, le organizzazioni proletarie e i partiti socialisti in ogni paese (v. Militarismo e antimilitarismo) .

Nel 191415 l’entrata in guerra dell'Italia pose in crisi i cattolici e i socialisti, i primi legati a una concezione religiosa formalmente pacifica, i secondi antimilitaristi per forte tradizione popolare. E mentre da parte ecclesiastica le indicazioni date ai cattolici erano di servire tutti fedelmente la rispettiva « patria » (altrimenti la Chiesa avrebbe dovuto scegliere per questa o quella parte in campo o addirittura incitare alla diserzione i cattolici di tutto il mondo), il Partito socialista, non essendo riuscito ad adottare a livello internazionale una linea omogenea, conobbe i[...]

[...]rittura incitare alla diserzione i cattolici di tutto il mondo), il Partito socialista, non essendo riuscito ad adottare a livello internazionale una linea omogenea, conobbe in quell'occasione una delle sue più grandi crisi politiche.

La « inutile strage » travolse pertanto le diverse resistenze dei cattolici e dei socialisti, dimostrandone l’incapacità di tradurre in prassi conseguente le enunciazioni teoriche sino ad allora sostenute. L’antimilitarismo socialista e il pacifismo cattolico apparvero sostanzialmente incapaci di operare in termini propositivi, oltre che negativi. L’adesione alla guerra 191418 da parte dei socialdemocratici europei, a cominciare da quelli tedeschi fino all'equivoco « non aderire né sabotare » dei socialisti italiani dimostrò il carattere opportunistico di qyei partiti (o più esattamente dei loro gruppi dirigenti) e l’intrinseca mistificazione di un socialismo riformista costruito su basi nazionalistiche, del tutto contrario agli interessi dei lavoratori.

Venne così a delinearsi il volto di un falso pacifismo [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 347

Brano: [...]ato in Italia l’impegno sulle tematiche non violente, culminante nella lotta per il riconoscimento dell’obiezione di coscienza al servizio militare.

La lotta per il riconoscimento giuridico dell’obiezione di coscienza ha significato per i nonviolenti italiani il passaggio da posizioni di individualismo eticoreligioso a scelte sociopolitiche, fondendo l’influenza del pensiero gandhiano e di Martin Luther King con il pacifismo cristiano e l’antimilitarismo di origine socialista. L’appoggio ai movimenti di liberazione nazionale del Terzo Mondo, l’analisi del ruo

lo imperialista delle superpotenze, dello sfruttamento capitalistico e neocoloniale (v. Neocolonialismo) sono ormai diventati dati diffusi in questo ambito.

Il ruolo dei cattolici in questa fase è di particolare interesse: mentre la gerarchia religiosa non osteggia

i nuovi movimenti pacifisti di ispirazione confessionale (Movimento internazionale della riconciliazione, Movimento cristiano per la pace, Pax Christi), i cattolici più progressisti, spesso in stretta collaborazione c[...]

[...]a è la Lega obiettori di coscienza, Z..O.C.) si è trovato per lunghi anni costretto a un lavoro minimo, sotterraneo e addirittura clandestino, salvo emergere con improvvise impennate e mobilitazioni di massa, più legate a fatti contingenti esterni che a una crescita evolutiva interna. Negli anni Settanta sono comunque in parte caduti i limiti astrattamente teorici del movimento pacifista, lasciando spazio a valutazioni politiche che collegano 11 militarismo all’economia, le multinazionali al neocolonialismo: un salto di qualità, per cui il militarismo non viene più visto come semplice divisa da rifiutare ma come forma di sviluppo della società postindustriale contro cui opporsi in molteplici forme.

Pacini, Ettore

N. a Empoli (Firenze) il 15.2.1910; fornaciaio.

Agli inizi del 1935, per tramite di Faustino Mugnaini, aderì al P.C.d’I., entrando a far parte della cellula esistente nella frazione Casenuove (Empoli), dove abitava. Coinvolto negli arresti che nella primavera del 1937 colpirono l’organizzazione comunista empolese, l’11.6.

1938 fu condannato dal Tribunale Speciale a 1 anno di reclusione.

Pacini, Pietro

N. a Empoli[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 96

Brano: [...]!'internamento del personale nazista, al controllo ovvero alla requisizione di proprietà e fondi nazisti, alla repressione dell’ideologia e delle teorie naziste ».

Queste deliberazioni sono state adottate daM'art. 139 del Codice Costituzionale della R.F.T. e sono tutt’ora in vigore come norme giuridiche.

L'art. 139 della Costituzione dice infatti: « Le direttive giuridiche emanate per liberare il popolo tedesco dal nazionalsocialismo e dal militarismo non vengono intralciate dalle disposizioni di questo Codice Costituzionale ».

Tale principio venne poi riconfermato con la sentenza del I Senato della Corte Costituzionale Federale del 27.9.1951 (BVerfGE 1,5 ff.): « Provvedimenti presi in base alle direttive emanate per liberare il popolo tedesco dal nazionalsocialismo e dal militarismo non possono essere impugnati davanti alla Corte Costituzionale », una deliberazione di carattere legislativo.

Al di là di questi, il Codice penale della R.F.T., con una ampia legiferazione, conferisce agli uffici decentrati del governo, in specie all'amministrazione giudiziaria, numerosi strumenti per poter prendere misure efficienti contro il neonazismo. Per esempio, il Codice penale prevede, al paragrafo 130, fino a 3 anni di reclusione per punire la « sobillazione del popolo ». La legge dice: « Chiunque attacca l'onore di altri in una forma atta a rompere lo stato di pace, o attraverso [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 450

Brano: [...]uzione in Russia, volle portarsi a Varsavia. Munita di passaporto falso, alcune settimane dopo cadde nella rete della polizia segreta zarista, ma corrompendo alcuni funzionari i suoi compagni riuscirono a farla rilasciare. Rientrata in Germania, continuò la lotta contro le correnti opportuniste sempre più forti nella socialdemocrazia tedesca.

Sono di questo periodo alcune delle sue opere più importanti: Sciopero generale; Partito e sindacati; Militarismo, guerra e classe operaia; L’accumulazione del capitale. Contributo alla spiegazione economica dell'imperialismo; La crisi della socialdemocrazia; Problemi di organizzazione della socialdemocrazia russa. Con quest’ultimo saggio la Luxemburg entrò in polemica con Lenin, che essa accusava di « ultracentralismo » e di « soggettivismo ». Lenin rispose con asprezza, respingendo le sue tesi, ma nonostante questa e altre polemiche nutrì sempre nei suoi confronti una grande considerazione, tanto che alla morte di lei scrisse: « Essa era ed è rimasta un’aquila, e non soltanto la sua memoria sarà sempre[...]

[...]pre nei suoi confronti una grande considerazione, tanto che alla morte di lei scrisse: « Essa era ed è rimasta un’aquila, e non soltanto la sua memoria sarà sempre cara ai comunisti di tutto il mondo, ma anche la sua biografia e la raccolta completa delle sue opere offriranno un insegnamento utilissimo per l'educazione di molte generazioni di comunisti in tutto il mondo ».

Contro la guerra

Rosa Luxemburg condusse una lotta tenace contro il militarismo e la politica imperialista, difendendo

Rosa Luxemburg

a fianco di Lenin, ai Congressi internazionali socialisti di Stoccarda (1907) e di Basilea (1912), le posizioni rivoluzionarie contro la guerra. Nel 1913 tenne a Francoforte sul Meno una conferenza contro il militarismo che le costò la condanna a 1 anno di carcere. Mentre ancora pendeva il ricorso in appello, in un altro discorso denunciò l’inumano trattamento subito dai soldati nelle caserme tedesche.

Allo scoppio della prima guerra mondiale, schierandosi contro la maggioranza revisionista del Partito socialista che si era allineata sulle posizioni dell'imperialismo, si rivolse con una coraggiosa propaganda ai soldati e ai lavoratori tedeschi perché insorgessero e ponessero fine alla strage. Con Karl Liebknecht (v.) e altri fondò la rivista Die Internationale e lo Spartakusbund, la lega spartachista. Nel[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 366

Brano: [...]5.1.1919. Figlio di Guglielmo Liebknecht (18261900), che fu uno dei capi della socialdemocrazia tedesca e direttore del quotidiano Vorwàrtsl, dopo un breve esordio nella professione di avvocato si dedicò interamente all'attività politica, militando nelle file del Partito socialdemocratico.

Tra i primi a cogliere nella sua essenza il passaggio del capitalismo alla fase imperialista, maturò la consapevolezza che la lotta per la pace e contro il militarismo tedesco costituiva un elemento prioritario nello sviluppo del movimento operaio. Queste posizioni illustrò con grande chiarezza nel rapporto tenuto a Mannheim alla I Conferenza delle organizzazioni giovanili tedesche (28.11.1906), e l’anno successivo a Stoccarda, dove svolse la principale relazione sul tema « Lotta contro il militarismo » alla conferenza deH'Internazionale giovanile socialista.

Per quest'attività, nel 1907 Liebknecht fu arrestato, processato e condannato a 10 mesi di fortezza. Nel 1908 fu eletto deputato alla Dieta prussiana e nel 1912 al Reichstag. Negli anni che precedettero lo scoppio della prima guerra mondiale condusse una tenace lotta all’interno del Partito socialdemocratico tedesco in senso antimperialista, soprattutto tra i militari, ma incontrò nella maggioranza riformista e revisionista un’accanita opposizione. Questa si tradusse perfino

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successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine militarismo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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