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Il segmento testuale liani è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 75Entità Multimediali , di cui in selezione 12 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 68

Brano: Internazionale, Prima

la sezione francese dell’Internazionale, Marx prese posizione in favore dei proudhoniani, pur sollecitandoli ad avere un più stretto contatto con le masse.

In Germania i riformisti lassalliani furono inizialmente favorevoli all’intemazionale, ma presto il loro organo, il SozialDemokrat, diretto da Johann Baptist von Schweitzer, assunse posizioni talmente opposte accondiscendendo alla politica di Bismarck e portando avanti una linea collaborazionista con la borghesia, che Marx ed Engels furono costretti, nella primavera del 1865, a interrompere la collaborazione e a criticarne aspramente la tattica opportunistica (appoggiati in tale scontro politico da Wilhelm Liebknecht e Friedrich August Bebel).

« La storia dell'Internazionale — scriverà Marx a Botte in una lettera del 29.11.18[...]

[...]giornata lavorativa alle 8 ore e una sostanziale riduzione del lavoro delle donne e dei fanciulli; affrontò inoltre le questioni delle associazioni cooperative e soprattutto dei sindacati, considerati come la prima e più ampia forma di organizzazione della classe operaia. Su questi temi Marx e i suoi sostenitori combattevano le posizioni utopistiche dei proudhoniani, che negavano ai sindacati ogni funzione politica, e quelle riforniste dei lassalliani, che ne tra

scuravano ugualmente l’importanza ai fini della lotta rivoluzionaria.

Il II Congresso dell’Internazionale si tenne a Losanna, tra il 2 e il 3.9.1867, presenti 60 delegati di 6 paesi. I temi principali del dibattito furono l'inseparabilità della emancipazione sociale da quella politica e l’educazione popolare come obbligo dello Stato. Questo congresso non fu all'altezza di quello precedente. Anche il bilancio della forza del movimento operaio nei vari paesi risultò scarsamente confortante: soltanto nella Svizzera e nel Belgio, dove un eccidio di scioperanti aveva fatto scoppi[...]

[...]Consiglio generale.

IV, V, VI Congresso

Il IV Congresso dell’Internazionale si tenne a Basilea, dal 5 al 6. 9.1869, presenti 78 delegati provenienti dalla Francia, dalla Germania, dal Belgio, dalla Svizzera, dall’Italia e dalla Spagna. Tra i partecipanti si ricordano Eccarius, Jung, Applegarth e Lucraft del Consiglio generale; Wilhelm Liebknecht, che rappresentava la nuova frazione del partito di Eisenach (sorto dalla scissione con i lassaìliani e fondato da August Bebel e dallo stesso Liebknecht nell’agosto

1869); Moses Hess; Bakunin, che rappresentava anche gli italiani. I principali problemi teorici trattati al Congresso furono quelli della proprietà collettiva della terra e del diritto ereditario.

Il V Congresso, fissato per il 5.9.1871 a Parigi, fu sospeso in seguito alla repressione scatenata dalla borghesia francese dopo i fatti della Comune (v. Francia). In luogo del congresso, dal 17 al 23 settembre si ebbe, a Londra, una riunione del Consiglio generale, alla quale parteciparono Marx ed Engels. Al centro della discussione vi fu la lotta per Io sviluppo organizzativo dell’lnternazionale contro il settarismo e l’anarchismo (v. Anarchici) e fu votata [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 129

Brano: [...] “Note” brillanti, scritte spesso a quattro mani), “La Libertà”, “Il Resto del Carlino” e naturalmente la ‘‘Critica Sociale”, nella serie turatiana fino al 1926. Nella “Critica” rinata nel secondo dopoguerra è utile leggere il n. 23 del 5 dicembre 1969, interamente dedicato al centenario della nascita di Treves: comprende articoli, in parte già pubblicati in precedenza, di Pallante Rugginenti, Léon Blum, Rodolfo Mondolfo, Giuseppe Saragat, Leo Valiani, Roberto Tremelloni, Gaetano Arfè, Antonello Gerbi, Guido Lodovico Luzzatto, Ugo Guido Mondolfo, Carlo Rosselli, Nino Mazzoni, Virgilio Brocchi e Pier Carlo Masini.

Interessanti giudizi su T. e di T., lo studioso troverà nel noto carteggio TuratiKuliscioff curato da Franco Pedone ed uscito nel 1977 per conto della Casa Einaudi. Qualche utile notizia é anche in Bianca Pittoni, Lettere daH'esilio, Pan 1968, e in Vera Modigliani, Esilio, Garzanti 1946.

U.A.G.

Trevisan, Armando

N. a Spalato il 5.4.1911; falegname. Membro di un’organizzazione comunista clandestina attiva a Fiume, all’inizio del 1941 fu arrestato. Deferito al Tribunale Speciale, il 24.2. 1942 fu condannato a 5 anni di reclusione.

Trevisan, Massimiliano

N a Ronchi (Gorizia) il 18.4.1903; falegname.

Attivo in seno a un’organizzazione comunista clandestina scoperta nel Friuli nel maggio 1934, fu arrestato. Deferito al Tribunale Speciale, J’8.5.1935 fu condannato a 5 anni di reclusione.

Trevisan, Pietro

N. a Savona l’1.1.1909; elettr[...]

[...]l 15.8. 1924, entrò in blocco nelle fila del Partito comunista. Durante gli anni del regime fascista si dedicò al teatro, come autore di copioni (che firmava sotto falso nome) e impresario di varie compagnie di avanspettacolo.

Nell'aprile 1945 riprese un'attiva militanza comunista, fondando a Roma i! mensile Calendario del Popolo, una rivista di divulgazione storica e scientifica alla quale collaborarono non pochi intellettuali di sinistra italiani, in un quadro di riferimento nazionalpopolare volto a fornire utili strumenti informativi a livello di massa.

Su questa stessa linea Trevisani pubblicò una Storia del movimento operaio italiano (Edizioni Avanti! 195860), una Piccola enciclopedia del socialismo e del comuniSmo (del 1948, poi ampliata e ristampata in 2 volumi dalle edizioni del Calendario nel 1966), e (in collaborazione con Stefano Canzio) un Compendio di Storia d’Italia dal 476 al 1946 (edita in 5 volumi da La Pietra tra il 1964 e il 1977).

Il “Calendario del Popolo”, che raggiunse nei momenti migliori tirature di 100.00[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 612

Brano: [...]e scritte antifasciste tracciate sui muri d'Italia: Francisco Largo Cabali ero, Indalecio Prieto (v.), Julio Àlvarez del Vayo (v.). Sarebbero caduti in Spagna molti dei dirigenti delle lotte antifasciste del 192022, da Mario Angeloni a Guido Picelli (v.) e Nino Nannetti (v.) ; ma, soprattutto, in Spagna si ritrovarono molti di coloro che avrebbero guidato, pochi anni più tardi, la Resistenza italiana: Luigi Longo (v.), Ilio Barontini (v.), Leo Valiani (v.), Antonio Roasio (v.), Giovanni Pesce (v.) e centinaia di altri quadri.

Dalla metà dell’ottobre 1936 Luigi Longo (noto come “comandante Gallo”), André Marty (v.) e Giuseppe Di Vittorio (v.) iniziarono ad Albacete (v.) l'organizzazione delle Brigate Internazionali, parte integrante del nuovo esercito spagnolo; gli italiani del Battaglione Garibaldi (v.) vennero, nei primi tempi, comandati da Randolfo Pacciardi (v.). Un ruolo importante, dal 1937 al 1939, fu svolto in Spagna anche da Palmiro Togliatti (v.).

L'intervento degli “internazionali” (addestrati e, spesso, provvisti di esperienza militare) fu determinante per arginare la prima offensiva franchista contro Madrid; ma, per i combattenti italiani, fu ancora più importante la battaglia di Guadalajara (v.) che, nella primavera 1937, vide le Camicie nere inviate in Spa

gna da Mussolini battute in un combattimento manovrato da parte dei volontari garibaldini.

Pacciardi, il 27 marzo da Radio Madrid, affermava: « Sono scappati non perché sono vigliacchi. Sono scappati perché avevano tanks, cannoni, mitragliatrici, fucili, moschetti, ma non avevano idee. Non si combatte per il piacere di combattere ».

Quarantanni di dittatura

Non era previsto che fosse Franco il capo del pronunciamiento, ma la fortuna fu dalla sua parte. Il gener[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 613

Brano: [...] sbarco» diverse motolance e un piroscafo da carico, e chiesero l'ausilio degli operai dell’llva per compiere operazioni di rifornimento. In effetti la mossa tedesca preludeva a un’occupazione della città, cosa che apparve subito chiara agli operai e ai membri del Comitato. Questi cercarono allora di convincere i comandanti dei reparti dell’esercito a organizzare la difesa, chiesero armi per la popolazione e tentarono di inquadrare i militari italiani sbandati. Nonostante l’assoluta inerzia del Comando militare, che giunse al punto di destituire il capitano di fregata Capuano, da cui dipendeva la difesa del porto, e di rifiutare l’invio di unità navali in appoggio ai reparti di terra, venne approntato uno schieramento difensivo, al quale si aggiunse successivamente il XIX Bat* taglione di carri armatu Il Comando della difesa fu affidato all capitano di corvetta Giorgio Bacherini, un ufficiale legato agli ambienti antifascisti, e questi agì in stretto collegamento con il Comitato, mentre in città la volontà popolare esprimeva chiaramente la[...]

[...]verrà proiettata luce, sari senz'altro sparato.

b) IT permesso ascoltare soltanto radio, tedesca o radio Roibm E' quindi assolu lamenta proibito ascoltare altre trasmissioni. Coloro che ascolteranno le trasmissioni proibita o che propalassero le notizie ascoltate, sarà trattato eomr nemico

8) Contro gli assembramenti superiori a tre persone adulte, tura sparato.

7) L'Ha» al porto t pennato soltanto a coloro ohe debbono ircarvisi per ra liani di lavoro o di servizio e a coloro che debbono transitare per I Isola d Elba.

) La Banche della città verranno riaperte fra due giorni.

) Per quanto oc «urne il servizio di allnentaiione. ' verrà disposto come per il puaata dal ConmisMrio Prefettizie del Ceaane.

MwMm 1» Settembre IMS 'C"*D HTstV™”"

Proclama delle forze di occupazione tedesche a Piombino (13.9.1943)

613



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 53

Brano: Industriali e Resistenza

liani non fu uniforme. Se i capi dela qrande industria e dell’alta finanza manifestarono con tutta chiarezza l’animo collaborazionista, temprato da antichi rapporti con il canitale tedesco e con i gerarchi nazisti altri (e furono i più) si mossero’ con abilità nella tattica del doppio gioco. Visto che i tedeschi avevano ormai perduto la guerra, questi industriali cercarono di atteggiarsi essi stessi a « vittime » dell'occupante, cercando di crearsi qualche alibi: alla FIAT il professor Valletta, mentre consegnava puntualmente ai nazisti i suoi 50 camion al giorno, manteneva legami con taluni espone[...]

[...]cossa.

Si conosce solo parzialmente l’entità del patrimonio industriale, delle materie prime e dei prodotti finiti o semilavorati, consegnati ai tedeschi in Italia durante la loro occupazione; ma ancor meno si conoscono i profitti dei grandi industriali in quello stesso periodo. I soli dati sono quelli esistenti nei rapporti del generale Leyers, che però si limitano ai primi mesf del

1944.

Da parte loro, nel 1948 i grandi industriali italiani hanno pubblicato un volume intitolato La Resistenza, con la pretesa di dimostrare di aver armato e finanziato la Guerra di liberazione, di aver ridotto al minimo l^ produzione, di aver organizzato sabotaggi e scioperi nelle loro fabbriche e, quando ne era il caso, di aver anche difeso gli operai. Così, in ogni grande complesso industriale, si è trovata una Direzione pronta a rivendicare di « essersi opposta energicamente all’invio delle masse lavoratrici in Germania; ognuno dei dirigenti lottò sino alla fine con forza e abilità ».

Taluni ammettono « di aver svolto quella rischiosa attività[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 411

Brano: [...] alle donne ebree o internate politiche ».

In tutto, sembra che nell’estate

1944 vi fossero a Fossoli circa

2.000 deportati. Svolgeva funzioni di capocampo certo Maltagliati, assistito dal vicecampo tenente Bandirli. La sorveglianza armata dei detenuti era assicurata da un reparto di S.S. ucraine al comando di un ufficiale noto come tenente Tito, e dal sergente maggiore Hans Haage. Durante la notte la guardia era rafforzata da militi italiani che venivano condotti ogni sera sul luogo con autocarri.

I servizi del campo, dalla cucina a quelli amministrativi e sanitari, erano assolti da ebrei. I detenuti venivano impiegati in lavori di sterro e di costruzione e in laboratori di falegnameria e calzoleria. Il vitto era insufficiente, ma per qualche tempo i detenuti poterono acquistare generi alimentari all’esterno, attraverso i militi fascisti. Periodicamente, gruppi di internati venivano fatti partire per i « lager » tedeschi. Il 21.6.1944 tale sorte toccò a 500 di essi che furono poi distribuiti in diverse località della Germania.[...]

[...]e ucciso con una raffica di mitra. Successivamente si sparse nel campo la voce che i tedeschi avessero scoperto un suo progetto di fuga.

Il 24 giugno vi fu un attentato contro un treno militare germanico in transito per Carpi e, nel deragliamento di due vetture, perirono due soldati, mentre altri cinque rimasero feriti. Per rappresaglia, il Comando tedesco arrestò 15 civili della zona e ne fece passare per le armi 6. Questi furono: Roberto Galliani, Olandino Montanari, Vito Pascale e Giuseppe Panteri, tutti di Carpi; Rino Diacci, di Migliarina; Ugo Mi selli, di Cibeno.

La situazione a Fossoli peggiorò dal luglio 1944. La disciplina si fece più rigorosa, la strada che passava in prossimità del campo fu sbarrata e, nello stesso tempo, altri segni preannunciarono l’imminenza di gravi avvenimenti. L’11 luglio, agli internati allineati per l’appello quotidiano di controllo, il sergente Haage lesse un elenco di 71 nomi. Ai chiamati fu ordinato di prendere le loro cose e di radunarsi nella baracca n. 17.

In un primo momento i prescelti p[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 87

Brano: Tommasi, Gino

liani. Tornato a Trieste nel luglio

1938, fu membro del Comitato regionale del P.C.I.. Con Alojz Budin organizzò una tipografia clandestina presso Trieste per la stampa del giornale in lingua slovena del P.C.I. Deio (v.) collaborandovi con articoli di fondo per sostenere la causa dell’indipendenza slovena.

Col legandosi alla dichiarazione comune dei tre partiti comunisti italiano, jugoslavo e austriaco (1934), riguardante la soluzione della questione nazionale slovena e al patto di unità d’azione tra il P.C.I. e il Movimento rcazionalrivoluzionario degli sloveni e croati della Venezia Giulia,[...]

[...]orandovi con articoli di fondo per sostenere la causa dell’indipendenza slovena.

Col legandosi alla dichiarazione comune dei tre partiti comunisti italiano, jugoslavo e austriaco (1934), riguardante la soluzione della questione nazionale slovena e al patto di unità d’azione tra il P.C.I. e il Movimento rcazionalrivoluzionario degli sloveni e croati della Venezia Giulia, stipulato nel 1936 sul piano del Fronte popolare, propose ai comunisti giuliani un programma di lotta per riunire il popolo sloveno (allora diviso fra quattro Stati) in una « repubblica indipendente sovietica », previa la costituzione di un fronte antifascista dell’intera minoranza slovena e il collegamento d:i questa col movimento proletario e antifascista italiano.

Perseguendo tale scopo, nel 1939 strinse rapporti coi nazionalrivoluzionari, dai quali i comunisti sloveni ricevettero armi per l’insurrezione nazionale e sociale, prevista in caso di attacco militare delle forze dell'Asse alla Jugoslavia. L’opera di Tomazic fu rivolta specialmente a collegarsi alla giove[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 870

Brano: [...]Edda, Bruno, Vittorio, Romano e Annamaria.

Date le sue caratteristiche di massaia romagnola spontanea e piuttosto sempliciotta, « donna Rachele » era considerata dal marito e dal regime secondo le circostanze: messa in disparte allorché Mussolini si muoveva a livello ufficiale

o intendeva darsi ai piaceri mondani, veniva in compenso esaltata dalla propaganda fascista per le sue virtù domestiche quando si riteneva opportuno proporre agli italiani un modello di donna di casa Ciò non impediva a Rachele di in* tervenire spesso e a modo suo nelle beghe interne del regime.

Quando i continui rovesci militari le fecero capire che il fascismo aveva i giorni contati, si diede da fare in vari modi.

Il 25.1.1941 il genero Galeazzo Ciano così annotò sul suo « Diario » : « Nel pomeriggio ho visto donna Rachele. È molto allarmata del come vanno le cose. Com'è nella sua modesta natura, corre dietro ai pettegolezzi e alle maldicenze, specialmente su questioni di donne, e non ha un senso esatto delle proporzioni. Comunque sente che il barometro [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 636

Brano: [...]nza (Geraci Sicule, 1899) m. a Wien/Hinterbriihl; Bruno Baldi (Prato, 1911); Bruno Baldini (Firenze, 1895); Narciso Baldini (Castelfranco Emilia, 1918); Francesco Baldoni (Edolo, 1903) m. a Melk; Sirio Baleri (Livorno, 1903); Alberto Balistrieri (La Spezia, 1921) m. a Melk; Michele Ballario (Centallo, 1907); Danilo Ballerin (Castello Tesino, 1922); Tarcisio Ballerin (Castello Tesino, 1920); Atti II io Balestriere (Castelbaldo, 1912); Giuseppe Bailiani (Dervio, 1924) m. a Gusen; Italo BaiIoni (Firenze, 1893); Natale Salma (Cosigliole d’Asti, 1920); Vincenzo Balocco (Torino, 1892) m. a Melk; Marcello Bancallari (Vezzano Ligure, 1900) m. a Melk; Ledro Banchini; Remo Banchini (Cortiglione, 1924); Alois Bandelli (1894) m. a Gusen; Mario Bandini (Russi, 1920); Oscar Bandini (Ferrara, 1907) m. a Gusen; Giacomo Banfi (Milano, 1915); Pii ad e Banfi (Firenze, 1920); Nevio Baraccani (Castel del Rio, 1920) m. a Melk; Rolando Barani (Riparbella, 1921) m. a Melk; Erminio Baravelli (Montebello Vicentino, 1919); Aldo Barazzino (1922); Antonio G. Barbaross[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 126

Brano: [...] aprile non è stata ancora abbastanza studiata. AH'interno della Resistenza si dovette fronteggiare l'insistenza dei partiti del Sud per non farla o quanto meno attenuarla. E si dovettero subire la Missione Medici Tornaquinci (v.) del 2629.3.1945, il perentorio invito a Parri e a Cadorna a recarsi il 27 marzo a Caserta, il radiomessaggio del generale Clark il 10 aprile. Il C.L.N.A.I. affidò il Comitato insurrezionale a uomini di sinistra (Leo Valiani, Sandro Pertini ed Emilio Sereni), ma doveva tener conto di queste pressioni di Roma e degli Alleati, tutte chiaramente volte a impedire che l'insurrezione fosse popolare, anzi che si facesse: l'attesismo era indicato come legge per il timore che il forte intervento di classe del movimento di liberazione italiano prevalesse su quello “nazionale”. Quando le intenzioni e i piani per l'insurrezione saranno adeguatamente conosciuti nelle articolazioni locali, molto di più si potrà dire.

Ciò che sembra difficile contestare è il valore militare della Resistenza conclusasi con l'insurrezione. Ess[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine liani, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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