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Il segmento testuale filonazisti è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 12Entità Multimediali , di cui in selezione 7 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 378

Brano: [...]novembre 1942 il comportamento del governo di Vichy fu di pura e semplice “collaborazione”, nel senso peggiore dei termine, la prima fase della gestione Pétain fu caratterizzata da un ambiguo tentativo di realizzarvi la “révolution nationale”. Sostenuto dai capi delle vecchie leghe fasciste, come il colonnello de La Roque, dal gruppo degli eretici del “neosocialismo” (v.) di Doriot (v.) e Déat, filocorporativi e filofascisti, da gruppi di accesi filonazisti e di “pacifisti”, che tali erano soprattutto perché non avevano voluto la difesa contro la Germania nazista, da gruppi dell’intellighenzia di destra (tra i più accesi, i Brasillach, i Rebatet, i Drieu la Rochelle), dai rappresentanti di interessi agrari e industriali più arroccati su posizioni antipopolari, Pétain finì con il costituire, più per il suo carisma che per il suo vigore o la forza del suo potere, il momento di coesione di tutti i rigurgiti della vecchia Francia che aveva avversato l’esperienza dei Fronte popolare (v.), sul quale si faceva ora ricadere l’origine della sconfitta, pe[...]

[...]lle), dai rappresentanti di interessi agrari e industriali più arroccati su posizioni antipopolari, Pétain finì con il costituire, più per il suo carisma che per il suo vigore o la forza del suo potere, il momento di coesione di tutti i rigurgiti della vecchia Francia che aveva avversato l’esperienza dei Fronte popolare (v.), sul quale si faceva ora ricadere l’origine della sconfitta, per non parlare degli ele

menti apertamente filofascisti e filonazisti che, nelle circostanze della sconfitta, trovavano l’ora della loro apoteosi.

In minoranza erano certamente i critici di centrodestra del regime parlamentare, rimasti tuttavia fondamentalmente fedeli alla Terza repubblica.

La convergenza di queste diverse tendenze diede apparentemente forza al regime di Vichy; la loro sostanziale frammentazione contribuì d'altronde a rendere ancora più vaghi, se non nella loro avversione alla tradizione democratica e egualitaria della “grande rivoluzione”, i contorni politici e ideologici cui si ispirava il vecchio maresciallo, deciso ad affossare il reg[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 48

Brano: [...]ifascismo.

Sui temi delle origini e della natura del fascismo e del nazismo nel mondo ha condotto, in collaborazione con Mario Giovana, un’ampia ricostruzione di tali fenomeni in / figli del sole Mezzo secolo di nazifascismo nel mondo (Milano, 1965) In L’altra Spagna (Milano, 1961) ha

illustrato le vicende attuali del franchismo; in Apartheid: affanno e dolore (Milano, 1963), gli aspetti tragici della segregazione razziale sotto i governi filonazisti del SudAfrica; infine in La guerra d’Abissinia, 193541 (Milano, 1965) ha tracciato per la prima volta un panorama dell'aggressione fascista all’Etiopia documentandosi anche negli archivi abissini.

Nei primi anni dopo la Liberazione è stato redattore dei settimanali socialisti di Novara e Vercelli II Lavoratore e La Risaia, nonché collaboratore di Elio Vittorini alla rivista Politecnico. Attualmente è redattore del quotidiano torinese La Gazzetta del Popolo.

M.Gl.

Delcroix, Carlo

N. a Firenze nel 1896. Interventista, prese parte alla prima guerra mondiale come volontario nei bersag[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 301

Brano: [...]te specializzato.

Nel corso delia Seconda guerra mondiale sono emerse due concezioni del sabotaggio: quella tedesca, che assegnava una funzione tattica ai sabotatori operanti davanti alle colonne d'attacco della Blitzkrieg (v.), incaricati di colpire obiettivi sull’asse dell'avanzata e di creare confusione, alimentando la paura della “quinta colonna” (cioè degli infiltrati collaborazionisti) e operando spesso con l’appoggio di elementi locali filonazisti; e quella inglese che, rifacendosi alle sue tradizioni della guerra periferica, impiegava i sabotatori nel quadro di una strategia mirante alla dispersione dell’apparato difensivo avversario.

Dopo la resa della Francia, l'Inghilterra poteva colpire la Germania solo dall’aria e concepì una strategia in grado di impegnare il nemico anche sulla terraferma, puntando alla creazione di “nuclei di sovvertimento e sabotaggio” nei territori occupati, unità in grado di compiere azioni limitate e poco costose, ma di rilevante importanza psicologica (v. S.O.E.).

Le forze della Resistenza colpivano [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 24

Brano: [...]fu tra i fondatori del partito nazionalsocialista in Austria. Fece poi rapida carriera nelle S.S. austriache, svolgendo intensa attività contro il governo della repubblica, tanto da essere condannato a 1 anno di carcere nel 1935. Fin da allora strinse amicizia con il noto capo nazista Odilo Lotario Globocnik (v.). Due anni prima dell'Anschluss (1938) fu convocato da Hitler, del quale applicò poi con zelo le direttive in accordo con gli esponenti filonazisti e nazisti austriaci (fra cui Seysslnquart) per preparare l’incorporazione dell’Austria nel Terzo Reich.

Gauleiter nazista

Dopo l’Anschluss del marzo 1938 fu nominato Gauleiter (governatore) di Salisburgo e luogotenente del Reich. Nel novembre 1941 divenne Gauleiter della Carinzia, nonché governatore dei territori jugoslavi occupati del Gorenisko (Carniola Superiore) e della Meziska. In tale veste svolse un’implacabile opera di “germanizzazione”, perseguitando le popolazioni slovene con deportazioni, trasferimenti di massa e misure repressive, nell’ambito dei piani hitleriani di espansio[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 209

Brano: [...]iettivi alternativi a quelli della maggioranza della Resistenza, fu il solo costretto alla clandestinità; gli altri partiti rimasero legali e si limitarono ad aiutare la Resistenza di nascosto, anche se non collaborarono apertamente con i tedeschi come fece invece il gruppo di Mussert. Il Partito socialista fu sottoposto a un amministratore nazista, ma continuò in qualche modo a funzionare.

Esclusi quindi, per ragioni opposte, i comunisti e i filonazisti, le forze politiche istituzionali vissero in

regime di occupazione militare mantenendo una formale « neutralità » e aspettando più o meno tranquillamente la fine della guerra per ricostituire il loro sistema di potere sotto l'egida della monarchia. Allorché i capi dei vari partiti (esclusi i comunisti) si accordarono per costituire un « Comitato patriottico », invitando a farne parte qualche personalità non politica e all’unico scopo di colmare il vuoto che si sarebbe creato subito dopo la Liberazione al fine di prevenire un’azione degli « estremismi » di sinistra o di destra, la loro rich[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 157

Brano: [...]bilità di esercitare i loro poteri nel corso della guerra, si dichiarava disposto a demandare il potere esecutivo a un nuovo Consiglio di Stato scelto tra i membri del vecchio Parlamento. Le trattative furono infine rotte per l'insistenza dei tedeschi che, insofferenti del tentativo dei rappresentanti norvegesi di salvaguardare la loro autonomia, intendevano assicurare comunque nel Consiglio di Stato in gestazione la presenza di alcuni esponenti filonazisti, pur acconsentendo per ragioni di opportunità a tenerne fuori Quisling.

Il 25.9.1940 Terboven dichiarò sciolti i partiti, decaduti il re e il governo, e nominò d'autorità un Consiglio di Stato composto da 13 commissari, di cui ben 10 appartenevano all’Unione nazionale di Quisling, che rimaneva l’unico partito riconosciuto e legalizzato. In tal modo l’autorità d’occupazione, che già deteneva i supremi poteri militari (al comando del generale von Falkenhorst e dell’ ammiraglio Bòhme) e di polizia (al comando del generale delle S.S. fìediess), oltre alla direzione degli affari civili retta da[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 154

Brano: [...]ede nei decenni successivi: essa ispirerà i programmi di riforme e di legislazione sociale dei governi laburisti, resa possibile dall’appoggio dei sindacati e del movimento cooperativo, ma ispirerà anche la posizione coerentemente antifascista mantenuta dalla Norvegia di fronte all'ascesa delle potenze fasciste.

Contro il fascismo

L’aggressione italiana in Abissinia e la guerra di Spagna non crearono certo solidarietà intorno agli elementi filonazisti norvegesi che Vidkun Quisling (v.) cercava di orga

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Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine filonazisti, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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