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Il segmento testuale dista è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 65Entità Multimediali , di cui in selezione 16 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 597

Brano: [...] liberale irredentista, fu arrestato e deferito al Tribunale Speciale che, il 14.12.1941, lo condannò a 24 anni di reclusione.

Sottili, Odino

N. a Cormons (Gorizia) il 2.2.1914; fabbro.

Membro dell'organizzazione comunista clandestina del FriuliVenezia Giulia, nel maggio 1934 venne arrestato. Deferito al Tribunale Speciale, fu condannato a 8 anni di reclusione.

Sovicille

Comune di circa 5.500 abitanti in provincia di Siena, da cui dista 13 km, Sovicille comprende 15 frazioni, la più popolata delle quali è Rosìa con circa 1.200 abitanti. Sede di un nucleo di classe operaia di lontane origini, formatosi essenzialmente nell’industria estrattiva (antimonio) e neH'edilizia, all'avvento del fascismo Sovicille vide una contrapposizione particolarmente rigida fra operai, braccianti e contadini mezzadri da una parte e grandi proprietari terrieri dall’altra, scarse essendo le attività terziarie, pochi gli artigiani e i piccoli commercianti, quasi del tutto assenti i piccoli proprietari coltivatori. Il fascismo fece quindi fatica a pen[...]

[...]3), da Rosìa partirono i primi partigiani: Sestilio Pedani, Ruggero P etri ni e Giorgio Marrocchesi che, insieme ad altri compagni di Sie

na, costituirono il primo nucleo della “banda” che doveva divenire la Divisione Garibaldi “Spartaco Lavagnini” (v.). In poco tempo si unirono a loro decine di operai e contadini, giovani e meno giovani, estendendo i legami già saldi fra il movimento partigiano e la popolazione. A questa formazione (divenuto distaccamento e poi Brigata Val di Merse “SavoiGentili”) venne assegnata come zona operativa la parte più a nord dello schieramento della “Lavagnini” che, daM’Amiata alle Carline, operò fino alle porte di Siena e, con i suoi G.A.P., all'interno della città stessa.

Il Comando della “SavoiGentili” venne composto dal comandante Remo Barlucchi (Portos), dal commissario politico Giorgio Marrocchesi [Scorretto) e dai comandanti di distaccamento Lapini (Grillo), Mario Mascagni (Barino) e Lido Vagheggini [Aramis). Il compito affidatole fu di compiere azioni di guerriglia contro i nazifascisti, poi di ostacolare la ritirata tedesca, favorendo gli interventi contro di essa dell'aviazione alleata, e infine di liberare Siena prima che vi giungessero gli Alleati.

La battaglia di Molli

Dopo aver sostato nei boschi di Pornella, Fuserna e Le Reniere la formazione si stabilì a Molli, per preparare la liberazione di Siena.

Il lavoro di mobilitazione intanto procedeva alacremente: i distaccamenti di “ausiliari” crescevano di gio[...]

[...]i compiere azioni di guerriglia contro i nazifascisti, poi di ostacolare la ritirata tedesca, favorendo gli interventi contro di essa dell'aviazione alleata, e infine di liberare Siena prima che vi giungessero gli Alleati.

La battaglia di Molli

Dopo aver sostato nei boschi di Pornella, Fuserna e Le Reniere la formazione si stabilì a Molli, per preparare la liberazione di Siena.

Il lavoro di mobilitazione intanto procedeva alacremente: i distaccamenti di “ausiliari” crescevano di giorno in giorno perché l'intera popolazione del comune di Sovicille, si può dire, era passata dalla solidarietà attiva alla partecipazione diretta all'azione partigiana. Con i distaccamenti ausiliari furono sbarrate quasi tutte le vie di comunicazione che attraversavano il comune: la Statale 73 fu minata e fatta saltare entro la valle di Rosìa e l'aviazione inglese potè infliggere dure perdite alle truppe tedesche costrette a fermarsi in quel punto; furono minati i ponti sul torrente Rosia e sul fiume Merse, sbarrate con grosse piante abbattute le strade della Montagnola, interrotta con le mine la strada di Tegoia. Con l'avvicinarsi della linea del fronte che aveva già superato l'Amiata e nonostante la presenza dei tedeschi che, ripristinando i passaggi con mezzi di fort[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 380

Brano: [...] personaggi letterari e con le scelte di vita dei caposcuola.

Tra il 1952 e il 1956, negli anni della guerra di Corea, Sartre si accostò al Partito comunista (come testimonia lo scritto Les Communistes et la Paix, 195254), partecipando inoltre alle assemblee mondiali dei Partigiani della pace di Vienna (dicembre 1952), Berlino (maggio 1954) ed Helsinki (giugno 1955). Dopo l’intervento sovietico in Ungheria (1956) egli prese definitivamente le distanze dal P.C.F., anche se negli anni del disgelo, tra il 1962 e il 1967, compì vari viaggi in U.R.

S.S. su invito degli scrittori sovietici. Negli anni Sessanta si impegnò nelle lotte della sinistra per porre termine alle repressioni dei colonialisti francesi in Algeria e all’intervento degli americani in Vietnam, prodigandosi in prese di posizione sulla stampa, nelle manifestazioni di solidarietà e partecipando ai lavori del Tribunale Russell, del quale assunse anche la presidenza durante la sezione di Stoccolma nel maggio 1967. Con il suo clamoroso rifiuto del Premio Nobel per la letteratu[...]

[...]le antifascista, svoltisi a Parigi il 23.4.1980, videro migliaia di giovani riunirsi per tributare l'estremo omaggio a un ispiratore moderno di grandi lotte sociali e culturali, per i diritti civili e politici dell’intera umanità, un esempio che resterà classico di uomo di cultura veramente “impegnato”.

P.Do.

Sarzana

Comune e città di 19.000 abitanti (15.000 nel capoluogo) nella bassa valle della Magra, in provincia della Spezia, da cui dista 16 km, è un importante centro commerciale e industriale (laterizi, vetro, maioliche, officine meccaniche). Con alle spalle una lunga storia segnata da eventi militari fin dal secolo XII, quando accolse gli abitanti di Luni invasa dai longobardi, e dal secolo XIII, quando era una cittadella medicea, la popolazione di Sarzana si è spesso impegnata nelle lotte per la libertà e, in epoca più recente, contro le tirannie esterne e lo sfruttamento padronale.

Moti popolari

La tradizione cospirativa e ribelle contro l’ordine costituito, propria dei lavoratori sarzanesi, ebbe modo di esprimersi l[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 569

Brano: Civitavecchia, Carcere di

Cividale del Friuli

Comune di circa 11.000 abitanti (8.000 nel capoluogo) in provincia di Udine, da cui dista 17 chilometri, la romana Forum Julii (antica capitale del Friuli, cui dette il nome), poi Civitas Austriae e infine Cividale, allo sbocco della valle del Natisone nella pianura friulana, comprende le frazioni di Fornalis, Gagliano, Purgessimo, Sanguarzo e Spessa.

La lotta antifascista

Già nel 1933, in seguito a uno sciopero attuato nel locale stabilimento delTItalcementi, a Cividale del Friuli furono arrestati circa settanta lavoratori comunisti, e 8 di essi vennero condannati dal Tribunale speciale a pene varianti da 3 a 8 anni di reclusione (v. Udinè). Nella primavera del 1941 gli ech[...]

[...]echi della Resistenza jugoslava sollevarono entusiasmo tra la popolazione, portando a una vivace ripresa della lotta. Nel 1942, in seguito ad alcuni attacchi notturni condotti contro le caserme fasciste, queste ultime dovettere essere fortificate. Nei primi mesi del 1943 il territorio di Cividale fu teatro di sanguinosi scontri tra unità del regio esercito italiano e partigiani sloveni, ai quali — nel marzo di quello stesso anno — si affiancò un distaccamento di antifascisti friulani costituito da Mario Lizzerò (v.).

La Guerra di liberazione

Dopo 1*8.9.1943 la lotta s’intensificò. Durante la Guerra di liberazione la città si trovò al centro di un’attiva zona partigiana, ove operavano formazioni italiane e slovene; lungo l’arteria principale del comune i tedeschi avevano affisso cartelli bilingui di questo tenore: « Bandengebiet / Strasse CividaleUdine / Zona infestata dalle bande / può essere soltanto percorsa con la scorta ». Violente e numerose seguirono le rappresaglie fasciste. Tra queste è particolarmente ricordata la condanna a[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 212

Brano: [...]olte e poco limpide “conversioni” lo avevano comunque screditato e reso infido a tutti.

A Parigi, nel 1930, diede alle stampe un libro su Le fascisme et l'antifascisme eri Italie. Rientrato in patria dopo la fine della guerra, scrisse Come il fascismo divenne una dittatura (Milano, 1960) e II primo fascismo (Roma, 1964).

M.Gi.

Roccastrada

Comune maremmano di circa 10.500 abitanti (2.600 nel capoluogo) in provincia di Grosseto, da cui dista 35 chilometri. Antico centro di attività minerarie e ricco di tradizioni storiche, fin dal secolo scorso ebbe una classe lavoratrice particolarmente combattiva.

Con le zone minerarie di Massa Marittima e Montieri (v.), alla fine del secolo scorso Roccastrada costituiva la parte settentrionale del primo collegio della provincia, dove venne eletto deputato il repubblicano Ettore Sorci e, dopo la morte di questi, avvenuta nel 1905, il suo compagno di partito Pio Viazzi per due legislature. Nelle elezioni del 26.10.1913 vi venne invece eletto Giovanni Merloni, primo deputato socialista della M[...]

[...]chi destinati a calcolare il “Bedaux”.

In quegli anni era rimasto attivo nella zona un embrione di organizzazione comunista clandestina che, dopo I’8.9.1943, diede vita a una efficace resistenza armata. Durante il periodo dell'occupazione tedesca infatti, i minatori fornirono il contingente più elevato alle formazioni partigiane della provincia. La Brigata Garibaldi “Antonio Gramsci” di Roccastrada, comandata da Amedeo Pecci e Sady Basi, ebbe distacca

menti a Giuncarico, Montemassi, Paganico, Ribolla e Torniella.

M.C.M.

Roccatti, Francesco

N. a Torino il 2.8.1898; meccanico. Operaio occupato dal 1927 presso la Fiat Mirafiori di Torino e membro dellorganizzazione comunista clandestina della fabbrica, nell'aprile 1931 venne arrestato. Deferito al Tribunale speciale, il 29.1.1932, fu condannato a 5 anni di reclusione.

Rocchetta Nervina

Comune di circa 350 abitanti nell'estremo ponente della provincia di Imperia (v.), al confine con la Francia, durante la Guerra di liberazione Rocchetta Nervina fu teatro di intensa guerrig[...]

[...]brica, nell'aprile 1931 venne arrestato. Deferito al Tribunale speciale, il 29.1.1932, fu condannato a 5 anni di reclusione.

Rocchetta Nervina

Comune di circa 350 abitanti nell'estremo ponente della provincia di Imperia (v.), al confine con la Francia, durante la Guerra di liberazione Rocchetta Nervina fu teatro di intensa guerriglia partigiana. Operò nel suo territorio la IX Brigata d'assalto Garibaldi Liguria “Felice Cascione”, il cui 8° Distaccamento, comandato da Stefano Carabalona [Leo), dall'1 al 4.7.1944 sostenne ripetuti attacchi da parte dei tedeschi, infliggendo al nemico notevoli perdite. I garibaldini messi fuori combattimento furono una trentina, fra i quali numerosi feriti, e alla fine furono costretti ad abbandonare il villaggio.

Tra i partigiani che maggiormente si distinsero negli scontri si ricordano: il vecchio Notu (benché ferito due volte, continuò a combattere fino all’esaurimento delle munizioni); Longo, Falce, Colombo, Filato, il giovanissimo Arturo e il valoroso Lilli, caduto in seguito.

All’indomani de[...]

[...]tere fino all’esaurimento delle munizioni); Longo, Falce, Colombo, Filato, il giovanissimo Arturo e il valoroso Lilli, caduto in seguito.

All’indomani della battaglia, il comandante Carabalona, che ne era stato uno dei maggiori protagonisti, scrisse: « Sabato primo luglio 1944, ore 23, la batteria tedesca da 100/17, piazzata a nord del cimitero di Camporosso, apriva il fuoco sulle nostre posizioni a difesa di Rocchetta Nervina, tenute dall’8° Distaccamento della 9a Brigata Garibaldi “F. Cascione”. Numerosi proiettili caddero sull’abitato stesso, poi vi fu una sosta. La domenica successiva trascorse nella calma. I garibaldini, che i tedeschi credevano terrorizzati dal cannoneggiamento, passarono quel giorno a prepararsi a ricevere il nemico, il quale aveva fatto sapere che sarebbe venuto presto a disperderli. Infatti venne. Alle prime luci di lunedì 3 luglio i cannoni germanici riaprirono il tiro e per circa due ore una tempesta di ferro e di fuoco si abbatté sul paese e sulle alture circostanti: numerose case furono sventrate, il cimite[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 725

Brano: [...]utti i patrioti vennero condannati « alla pena di morte da eseguirsi immediatamente ». La sentenza fu eseguita all’alba del 30 gennaio al poligono del tiro a segno.

Crodo, I georgiani a

Comune di circa 1.600 abitanti in valle Antigorio (provincia di Novara), durante la Guerra di liberazione Crodo fu testimone di un importante fatto d’armi. Il 31.8.1944 una colonna tedesca in marcia nel territorio del comune venne ripetutamente attaccata da distaccamenti garibaldini del Battaglione « Redi ». Nel corso della battaglia, numerosi georgiani che erano stati tratti prigionieri dai tedeschi a Sebastopoli (U.R.S.S.) e successivamente inquadrati nelle file della Wehrmacht, passarono dalla parte dei garibaldini. Il giorno dopo gli stessi georgiani, assieme ai partigiani, marciarono su Crodo e, dopo violento combattimento, penetrati nella caserma dove erano acquartierati altri loro compatrioti li convinsero a passare tutti nelle file dei garibaldini. Ai tedeschi non rimase che darsi alla fuga e le forze partigiane conquistarono la caserma con l’[...]

[...] dai nazisti, dall’18.3.1944. Dopo questo sciopero migliaia di lavoratori dei più grandi centri industriali italiani furono deportati nei campi di concentramento tedeschi, da cui molti non tornarono.

Cuba

Repubblica socialista dell'America centrale, costituita dalla maggiore isola delle Antille e da numerose isole minori dipendenti (Arcipelago di Camaguey, Isola dei Pini, ecc.) nel Mare dei Caraibi, a sud della Florida (Stati Uniti) da cui dista 180 km. È popolata da circa 7.600.000 abitanti, di cui il 72 % di razza bianca (origine spagnola), il resto di razza nera o mulatti. Estesa su 114.000 kmq (67 abitanti per kmq), ha economia prevalentemente agricola: è la maggiore produttrice mondiale di zucchero di canna e di tabacco. Capitale L’Avana (v.).

Prime lotte per l’indipendenza

La rivoluzione socialista di Cuba, la prima nel continente americano, conclude un processo di lotte nazionali e proletarie che ha profonde radici nella storia dell’isola. È infatti nel 1820 che a Cuba cominciano ad apparire i primi movimenti nazionalist[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 114

Brano: [...] costa, amministrativamente incluse nella provincia di Foggia, le Tremiti compongono un “comune sparso” di circa 400 abitanti su una superficie complessiva di 3,06 kmq. La popolazione è concentrata prevalentemente nell’isola di San Nicola, benché que

sta sia la più piccola (0,41 km). A Capraia ebbe sede, durante il periodo fascista, una colonia penale, mentre Pianosa (omonima dell’isola dell’Arcipelago Toscano oggi destinata a colonia penale) dista 24 km dal gruppo centrale ed è praticamente disabitata.

Nel 1792 Ferdinando IV, re delle due Sicilie, cominciò a relegare alle Tremiti gli oppositori e altri detenuti. Verso il 1850 vi furono deportate anche alcune decine di prostitute allo scopo di costituire una popolazione isolana. Con l’avvento del fascismo, soprattutto l’isola di San Domino, la più vasta (2 kmq), ma anche la meno ospitale, fu destinata ai confinati politici antifascisti che, nel 1937, erano già saliti a oltre 200. A questi si aggiunsero circa 200 coatti, per lo più mafiosi e camorristi.

La colonia politica di San D[...]

[...]dosi appello ore 12, chiamati non rispondevano né salutavano romanamente e agente di PS incaricato segnava nomi per informare direzione. Allorché venne fatto appello, confinato Andrei ni Giuseppe fu Giovanni, costui, in presenza tutti confinati, disse testualmente: “Me ne frego di voi e del saluto romano '. Fu perciò fermato e accompagnato comando agenti. Tutta massa confinati, incitata dai più facinorosi, si ribellava, riversandosi prima locale distaccamento CCRR, successivamente verso comando agenti, cercando impossessarsi assi letto del camerone ad esso adiacente per formarne strumenti aggressione e ribellione forza pubblica. Immediato intervento direttore colonia, comandante stazione CCRR e militari Arma et agenti di PS, il movimento era fronteggiato subito e confinati erano costretti sciogliersi e rientrare rispettivi cameroni ove erano rinchiusi. Si procedeva quindi identificazione confinati che nelle prime file avevano capeggiato ribellione, su precise indicazioni militari Arma et agenti PS erano arrestati 95 confinati. Saranno tutt[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 750

Brano: Pratili, Carlo

« Viva Cabali ero e abbasso Mussolini ».

Deferiti entrambi al Tribunale speciale, furono condannati, rispettivamente, a 6 e a 5 anni di reclusione.

Prato

Comune della provincia di Firenze, da cui dista 19 km, sulle rive del Bisenzio e lungo la direttissima FirenzeBologna. Ha un’estensione di 97 kmq e 143.000 abitanti (di cui

107.000 nel capoluogo), ed è uno dei maggiori centri industriali italiani, specializzato nell’industria tessile (lanifici).

Cenni storici

La città di Prato, nota fin dal Medio Evo in tutto il mondo per la sua produzione di panni di lana, si è sviluppata economicamente e socialmente in forme del tutto particolari che l’hanno resa un centro industriale con peculiari ^ caratteristiche, sia riguardo all’organizzazione del lavoro che a mentalità e cultura dei suoi a[...]

[...]ione (56.715 abitanti), nel 1921 erano saliti al 14% della popolazione (60.560 abitanti).

Nello stesso tempo si registrò un forte incremento della piccola pro

L’ingresso di una galleria in Val Bisenzio, durante i lavori di costruzione della « direttissima » FirenzeBologna (1919)

prietà coltivatrice, dovuto per lo più all’acquisto di terreni da parte di mezzadri che affidavano il nuovo fondo a un altro mezzadro. Tale fenomeno accentuò il distacco fra operai e contadini, entrati a far parte di una piccola borghesia emergente. Nondimeno, durante e subito dopo la guerra, sorse anche a Prato un esteso “movimento di massa. Già nel luglio 1917 si era svolta nella valle del Bisenzio una « marcia per la pace », alla quale avevano partecipato madri e mogli di militari; le guidava una giovane donna lombarda, residente a Vaiano e moglie del socialista Battista Tettamanti, chiamato alle armi. Le partecipanti alla pacifica dimostrazione furono arrestate e la compagna del Tettamanti fu poi confinata in Garfagnana fino al termine del conflitto.
[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 343

Brano: [...]a di

Repubblica indipendente compietamente circondata dallo Stato italiano, ha una superficie di 60,57 kmq e una popolazione residente di circa 25.000 abitanti, dei quali 5.000 vivono nella capitale San Marino. Circa 20.000 sanmarinesi vivono al di fuori del territorio della loro repubblica, per lo più in Italia. I confini di San Marino sono delimitati dalle province italiane di PesaroUrbino a sud e ovest, di Forlì a nord e est. La repubblica dista 27 km da Rimini (v.) e la domina dall’alto del monte Titano (738 m s.l.m.), a strapiombo verso il mare Adriatico e degradante a sudest, versante sul quale è costruita la capitale.

Lingua ufficiale di San Marino è l'italiano, mentre il dialetto, gli usi e costumi sono quelli tipici della Romagna. La religione dominante è la cattolica. L’unità monetaria è la lira sanmarinese, il cui valore equivale a quella italiana.

La repubblica è divisa in 8 castelli: Città di San Marino, Borgo Maggiore, Chiesanuova, Domagnano, Faetano, Fiorentino, Montegiardino e Serravalle. Dal 1980 i castel

li el[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 262

Brano: [...]ici sostenitori del razzismo.

Arrestato dopo la caduta del fascismo, fu internato nel campo di Padula (Salerno), dove morì.

Bibliografia: E. Santarelli, Storia del fascismo, Roma, 1973; R. Zangrandi, Il lungo viaggio attraverso il fascismo, Milano, 1963; P.O., Il fascismo, Roma, 1939; Il Movimento operaio italianoDizionario biografico, voi. IV, Roma, 1978.

Orbetello

Comune di 13.500 abitanti (1971) nella provincia di Grosseto, da cui dista 38 km; sorge su una estremità peninsulare che si protende nel mezzo della laguna, cui dà il nome. Una diga artificiale lunga un chilometro e mezzo, costruita nel 1842, congiunge Orbetello aH'Argentario e divide la laguna in due parti ineguali, limitate a loro volta da due dighe sabbiose. Vivaio di pesce fin dal tempo degli Etruschi, questa laguna oggi alimenta una vera e propria industria ittica.

Cenni storici

Nel 18481849 numerosi orbetellani parteciparono alla prima guerra d’indipendenza; poi alle campagne del 1866, del 1867 e alla presa di Roma nel 1870. Quattordici furono i giovani [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 599

Brano: [...]uire la moda del tempo che amava i riti misteriosi e il simbolismo, ne adottarono il nome e i simboli, ampliandone grandemente il numero e il significato. Diedero a se stessi il nome di « muratori », attribuirono alle somma divinità il titolo di Grande Architetto dell’Universo, decretarono il segreto sulle riunioni e sul nome dei partecipanti, stabilirono una gerarchia ispirandosi a quella dei muratori con nomi eguali o simili, quali « appren

dista », « maestro » e « gran maestro »; assunsero infine come simboli della loro società gli strumenti del muratore, cioè il triangolo, il livello, la squadra, il compasso, la cazzuola e altri ancora.

Lo sviluppo della nuova associazione fu rapido. Spinti dal desiderio di organizzarsi e di comunicare fra loro, a essa affluirono numerosi elementi dell’aristocrazia e della borghesia appartenenti alle correnti progressiste. Naturalmente, pur conservando il nome e i simboli dei muratori, la massoneria divenne una istituzione completamente diversa dall’antica corporazione, si trasformò in una compon[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine dista, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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