Brano: Livorno, Alberto
verno Badoglio e guidata dal guardiamarina Dante Lenci, con l’incarico di collegare i gruppi partigiani esistenti e organizzarne altri. S.A.P. e formazioni partigiane sorsero nelle zone di Bolgheri, Bibbona, Casino di Terra, Chianni, Castellina, San Carlo e Volterra. Un gruppo clandestino antifascista cattolico cadde nella rete della polizia, subendo gravi perdite.
« Una serie di arresti avvenuta a Roma e a Firenze, strinse nella morsa — scrive Roberto Angeli — i cristiano sociali: fu scoperto anche il loro giornale, Rinascita, che a Livorno veniva irradiato per tutta la Toscana. Don Angeli, suo padre, il capo della missione R.T. Dante Lenci e la professoressa Anna Maria Enriques Agnoletti (v.)f che collaborava con il gruppo di Livorno, furono arrestati. Don Angeli fu portato a Dachau, suo padre scampò per poco alla fucilazione, il Lenci fu fucilato a Verona, e l’Agnoletti a Firenze ».
Verso la metà del giugno 1944 il 10° Distaccamento partigiano portò a termine un'audace azione, attaccando i gerarchi locali convenuti in una riunione. Le alte autorità repubblichine abbandonarono allora la città e il C.L.N. prese contatto con il segretario del Comune per organizzare i servizi più necessari alla popolazione.
Sotto la direzione del C.L.N., fu organizzata la diserzione degli addetti al Distretto militare, che poterono raggiungere una formazione di patrioti in zona « Quarata ». Furono altresì presi accordi col tenente Vittorio Labate per facilitare la diserzione degli agenti di P.S. (che stavano per essere trasferiti al nord) e il loro passa[...]
[...]con il segretario del Comune per organizzare i servizi più necessari alla popolazione.
Sotto la direzione del C.L.N., fu organizzata la diserzione degli addetti al Distretto militare, che poterono raggiungere una formazione di patrioti in zona « Quarata ». Furono altresì presi accordi col tenente Vittorio Labate per facilitare la diserzione degli agenti di P.S. (che stavano per essere trasferiti al nord) e il loro passaggio nelle formazioni partigiane. Sfortunatamente uno dei due automezzi che trasportavano gli agenti nella zona di Chianni fu fermato dai militari tedeschi. Dopo sommario interrogatorio, il tenente Labate e 8 dei suoi uomini furono fucilati presso il cimitero di Selvatelle.
La guerriglia partigiana non potè avere in provincia di Livorno lo sviluppo avuto altrove, non solo per l'avvenuta evacuazione della città, ma anche per la situazione ambientale particolarmente difficile.
Non mancò tuttavia il contributo di sangue e di sacrificio dei livornesi.
I partigiani e i patrioti della provincia furono in tutto 845, di cui 71 caduti in combattimento, 84 feriti e invalidi, 62 fucilati dai tedeschi per rappresaglia. Inoltre, numerosi altri livornesi, 12 dei quali persero la vita, combatterono in formazioni partigiane di altre località. I decorati di medaglia d’oro furono: il tenente colonnello Costanzo Ebat, il maggiore Gian Paolo Gamerra, il
maggiore Umberto Lusena, il capitano Renato Martorelli. il sottotenente Alfredo Sforzini, Paolo Vanrnicci e llario Zambelli, tutti alla memoria; il capitano Giotto Ciardi e il maggiore Rino Pachetti, viventi (si vedano le rispettive voci). Operarono in provincia di Livorno e in qualche tratto delle province di Grosseto e Pisa le Brigate Garibaldi « Val Cecina », « Val di Cornia » e «Oberdan Chiesa», facenti parte della Divisione Garibaldi « Livorno ». La « Oberdan Chiesa » era quasi interamente composta di livornesi. Fecero parte del C.L.N. durante il periodo clandestino, tenendo conto anche delle sostituzioni e integrazioni dovute ad arresti e condanne, i seguenti cittadini: per il Partito comunista italiano, Vasco Basunti, Alfonso Cancelli, Umberto Comi, Dino Frangioni, Otello Frangioni, Aramis Guelfi, Vasco Jacoponi, Domenico Odello, Giorgio Stoppa, Lanciotto Gherardi, Giovanni Martelli; per il Partito comunista libertario, Virgilio Antonelli, Giovanni Biagini, Corrado Fai ani; per il Partito d’Azione, Luciano Monte lati ci; per il Partito repubblicano italiano, Rosolino Bendinelli, Giorgio Campi, Fortunato Garzelli, Gaetano Paci notti, Garibaldo Paggini, Ottorino Pandolfi; per il Partito Cristiano Sociale, don Roberto Angeli, Aroldo Figara, Luciano Merlini, Renato Orlandini, Renato Pini; per il Partito socialista di unità proletaria, Manlio Benetti, Adolfo Minghi, Angiolo Pagani, Cesare Zanobetti. Inoltre vi parteciparono, come indipendenti, Lorello Ruelle, Mario Guarducci, Ricciotti Paggini, Manlio ed Edoardo Andreini, Guido Orlandini.
La Liberazione
Il 19 luglio i reparti della V Armata americana, preceduti dai garibaldini della 3a Brigata « Val Cecina », entrarono in Livorno. Dopo l’avvenuta liberazione, il C.L.N. designò sindaco di Livorno il comunista Furio Diaz, che insieme agli altri amministratori, impegnò subito le migliori energie popolari nella ricostruzione della città che era stata distrutta da oltre cento bombardamenti.
Antifascisti livornesi combattenti in Spagna: Pietro Aureli, Ilio Barontini, Armando Bientinesi, Pasquale Cacciari, Arrigo Catarsi, Mario Ceccarini, Mazzini Chiesa, Oberdan Chiesa, Lanciotto Corsi, Enzo Fantozzi, Egidio Fossi, A[...]
[...]ondannati dal T.S. dal 1927 al 1943 (tra parentesi, gli anni di carcere inflitti).
Alfredo Allegri (due condanne, ognuna a
5 anni), Alfredo Amorosi (6), Renato Andreucci (due condanne, la prima a 3 anni e la seconda a 8), Quintilio Arrighetti (1), Ferdinando Bacci (1 e 6 mesi), Bruno Bardini (1), Sirio Barghigiani (2), Giulio Bellucci (4), Garibaldo Benifei (due condanne, la prima a 1 anno e la seconda a 7), Ruggero Berretti (5), Antonio Bertelli (2 e 6 mesi), Ettore Borghi (2), Amerigo Bottai (1), Eustacchio Calvanico (due condanne, a 2 e a 5), Mario Camici (4), Silvano Carbonelli
(1), Mario Ceccarini (3), Goliardo Chiarugi (6), Leonetto Ciolli (2), Pietro Citi (4), Danilo Conti (6), Marte Corsi (1), Adolfo Cremolesi
(4), Osvaldo Del Rio (3), Virgilio Fabrucci (6), Fernando Ferrari (4), Libero Fiaschi (4 e
6 mesi), Fosio Fiera bracci (2), Elio Filippetti
(2), Adolfo Filippi (1), Angelo Fulignati (due condanne a 5 e a 14 anni), Menotti Gasparri (1), Ranièri Gazzetti (3), Gino Gennai (3), Arsace Giacomelli (5), Dionisio Giacomelli
(3), Bruno Gigli (8), Armando Gigli (12), Carlo Giusti (4), Alberto Gori (8), Aramis Guelfi (2 condanne, a 4 e a 16 anni), Fortunato Landini (8}, Pilade Lasciai fari (2), Athos Lisa (10), Tullio Lombardi (18), Alcide Lotti (5), Armando Luschi (3), Macchiavello Macchi (4), Enrico Marranci (2), Giovanni Martelli (2 e 5 mesi), Guido Menconi (2 e
6 mesi), Arnaldo Menicagli (7), Domenico Nenci (3), Gino Niccolai (9), Alcide Nocchi (6), Aristide Orsucci (1), Duilio Pani cucci (4), Mazzino Pavoletti (6), Venturi no Pedini (3), Rosolino Pelagatti (tre condanne, di cui due a 4 anni e la terza a 14), Alessio Perossino (1), Augusto Pescioli (5), Bruno Piccinetti (3), Giuseppe Picchetti (1), Rolando Pierattini (4), Balilla Pierotti
(5), Armando Piram (2 e 6 mesi), Angiolo Pitto (3), Dino Rabuzzi (4), Ivar Riccucci (3), Ulderigo Riccucci (1), Giorgio Rossi (3), Alvaro Rusticali (1), Arturo Scotto (due[...]
[...]istide Orsucci (1), Duilio Pani cucci (4), Mazzino Pavoletti (6), Venturi no Pedini (3), Rosolino Pelagatti (tre condanne, di cui due a 4 anni e la terza a 14), Alessio Perossino (1), Augusto Pescioli (5), Bruno Piccinetti (3), Giuseppe Picchetti (1), Rolando Pierattini (4), Balilla Pierotti
(5), Armando Piram (2 e 6 mesi), Angiolo Pitto (3), Dino Rabuzzi (4), Ivar Riccucci (3), Ulderigo Riccucci (1), Giorgio Rossi (3), Alvaro Rusticali (1), Arturo Scotto (due condanne, a 5 e a 18 anni), Dogali Simoncini (8), Giuseppe Stefanini (1), Medardo Tarn beri (3), Alfredo Tuticci (4), Emilio Valer ini (3).
Bibliografia: F. P. Bartòlotti, li P.C. d'Italia a Livorno (19211923), .« Rivista Storica del Socialismo», n. 31, 1967; Giovanni Martelli, Manoscritto inedito; Luciano Montelatici, La Resistenza armata nella provincia di Livorno, in « Il decennale della Resistenza » Livorno, 1955; Dino Raugi, Documenti della Resistenza Livornese, Livorno, 1969.
Livorno, Alberto
N. a Miagliano (Vercelli) il 14.10. 1906; operaio.
Militante comunista, nel 1941 fu condannato dal Tribunale speciale a 3 anni di reclusione, per appartenenza all’organizzazione antifascista clandestina denominata G.O.M.I.R.C. (Gruppo operai movimento italiano rivoluzionario comunista), attiva nel Biellese e avente tra i suoi dirigenti Francesco Moranino (v.).
Dopo T8.9.1943 ha preso parte alla Guerra di liberazione, nelle file della Resistenza biellese, commissario di distaccamento di una Brigata Garibaldi.