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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 216

Brano: Rodano, Franco

valentemente del movimento studentesco, molti dei quali divennero poi quadri politici. Dal 1974 al 1982 scrisse quasi settimanalmente per la terza pagina di “Paese Sera”. Suoi articoli e saggi, riveduti e con aggiunte, vennero pubblicati in vari volumi: Sulla politica dei comunisti (Boringhieri, 1975); Questione democristiana e compromesso storico (Ed. Riuniti, 1977); Il pensiero di Lenin da “ideologia” a “lezione" (Stampatori, 1980).

Bibliografia essenziale: L. Bedeschi, Cattolici e comunisti (Feltrinelli); C.F. Casula, Cattolici comunisti e Sinistra cristiana (Il Mulino); G. Tassani, Alle origini del compromesso storico (Ed. Dehoniane); F. Malgeri, La Sinistra cristiana (Morcelliana); A. Del Noce, Il cattolico comunista (Rusconi); M. Papini, Storia dei “cattolici [...]

[...]iti, 1977); Il pensiero di Lenin da “ideologia” a “lezione" (Stampatori, 1980).

Bibliografia essenziale: L. Bedeschi, Cattolici e comunisti (Feltrinelli); C.F. Casula, Cattolici comunisti e Sinistra cristiana (Il Mulino); G. Tassani, Alle origini del compromesso storico (Ed. Dehoniane); F. Malgeri, La Sinistra cristiana (Morcelliana); A. Del Noce, Il cattolico comunista (Rusconi); M. Papini, Storia dei “cattolici comunisti" (in Quaderni della R.T., nn. 52, 5556, 61, 6970); Ricordo di Franco Rodano (ibid., n. 7576, speciale), oltre a numerosi saggi, articoli e discorsi degli stessi e di molti altri Autori.

V.Tr.

Rodi

La maggiore delle 12 isole Sporadi nell’Egeo, costituenti il Dodecaneso (v.), Rodi ha un’estensione di 1.460 kmq, e dopo l’8.9.1943 fu teatro di una frammentaria resistenza, attuata da gruppi di militari italiani contro le forze di occupazione tedesche.

Nel dispositivo strategico difensivo e offensivo della Seconda guerra mondiale, il Dodecaneso costituiva per l’Italia uno dei settori più importanti del Mediterraneo. A Rodi aveva sede il Comando delle forze armate del mare Egeo (v.) che aveva alle proprie dipendenze [...]

[...]tessi e di molti altri Autori.

V.Tr.

Rodi

La maggiore delle 12 isole Sporadi nell’Egeo, costituenti il Dodecaneso (v.), Rodi ha un’estensione di 1.460 kmq, e dopo l’8.9.1943 fu teatro di una frammentaria resistenza, attuata da gruppi di militari italiani contro le forze di occupazione tedesche.

Nel dispositivo strategico difensivo e offensivo della Seconda guerra mondiale, il Dodecaneso costituiva per l’Italia uno dei settori più importanti del Mediterraneo. A Rodi aveva sede il Comando delle forze armate del mare Egeo (v.) che aveva alle proprie dipendenze unità dell’Esercito, della Marina e dell’Aeronautica militare. Nell’isola e in quelle immediatamente vicine erano dislocate la Divisione "Regina", composta da quattro reggimenti di fanteria (9°, 10°, 309°, 331°) e dal 55° Reggimento di artiglieria, nonché numerose altre unità minori. Nell’intero Dodecaneso la forza italiana superava i 60.000 armati, ma poteva contare su scarsissimo ap* poggio navale e aereo: a Rodi, su 64 aerei, solo 33 erano in efficienza. Malgrado la delicatezza del settore, l’armamento di questo grosso contingente militare era antiquato e insufficiente; i servizi precari e frazionati, anche per il grande numero di isole e isolette su cui erano disseminati.

Per contro, era di stanza a Rodi la efficientissima unità tedesca “Sturmbrigade Rhodos”, diventata poi Divisione, forte di 6.500 soldati scelti, con ca[...]

[...] poteva contare su scarsissimo ap* poggio navale e aereo: a Rodi, su 64 aerei, solo 33 erano in efficienza. Malgrado la delicatezza del settore, l’armamento di questo grosso contingente militare era antiquato e insufficiente; i servizi precari e frazionati, anche per il grande numero di isole e isolette su cui erano disseminati.

Per contro, era di stanza a Rodi la efficientissima unità tedesca “Sturmbrigade Rhodos”, diventata poi Divisione, forte di 6.500 soldati scelti, con carri pesanti e modernissime artiglierie (altro esempio

di costante cautelativo e tempestivo affiancamento di unità tedesche alle forze armate italiane). Fu questa unità, comandata dal generale Kleemann e concentrata nella parte centrale dell’isola, ad assicurare ai tedeschi, alla proclamazione dell’armistizio dell’8.9.1943, l’effettivo controllo della situazione.

L’attacco tedesco

Impreparazione, sorpresa, esitazione e sprovvedutezza furono elementi che giocarono a sfavore dei Comandi italiani, i quali furono intrappolati in una sottile trama di ingannevoli trattative che, rotte da improvvise sortite, finirono per rendere inoperante ogni tentativo di difesa. I Comandi tedeschi agirono d’astuzia e di forza, mirando innanzi tutto all’occupazione degli aeroporti di Maritza e di Gaddura. Inoltre, già il 9 mattina, con un improvviso colpo di mano contro il Comando della Divisione “Regina” e con la cattura del generale Scaroina che aveva tentato di resistere, i tedeschi erano passati in condizioni di superiorità. A nulla valsero i molti isolati episodi di resistenza, sanguinosamente stroncati. Il generale Arnaldo Forgi ero, comandante militare dell’isola, fu sopraffatto dopo breve difesa e successivamente, posizione su posizione, le truppe tedesche iniziarono lo sgretolamento di tutti i capisaldi. Il 10 mattina rimaneva in possesso degli italiani solo [...]

[...]ale Scaroina che aveva tentato di resistere, i tedeschi erano passati in condizioni di superiorità. A nulla valsero i molti isolati episodi di resistenza, sanguinosamente stroncati. Il generale Arnaldo Forgi ero, comandante militare dell’isola, fu sopraffatto dopo breve difesa e successivamente, posizione su posizione, le truppe tedesche iniziarono lo sgretolamento di tutti i capisaldi. Il 10 mattina rimaneva in possesso degli italiani solo il porto. Sarebbe stato ancora decisivo un massiccio intervento delle forze alleate di stanza nel Medio Oriente, ma queste non erano in condizioni di farlo. Di conseguenza la situazione precipitò.

I combattimenti isolati proseguirono un po’ ovunque, decisi quasi sempre dal massiccio intervento dell’aviazione tedesca, padrona incontrastata del cielo. Furono soprattutto le batterie dell 'artiglieria italiana a ostacolare validamente e a ritardare, entro certi limiti, l’attuazione dei piani tedeschi: accanite resistenze si ebbero nei settori San Giorgio e Calato a Rodi, nel settore di Vati e di Jannati, a Monte Paradiso e a Monte Fileremo, tanto che nel pomeriggio dell’11 settembre pareva che la situazione fosse ancora sul punto di volgere a favore delle forze italiane. Ma un inspiegabile ordine di cessazione del fuoco e di resa da parte del Comando stroncò ogni residua illusione.

Resistenza sporadica

II comportamento del governatore

dell’Egeo, Ammiraglio Inigo Campioni (v.), fu in complesso dignitoso e leale, ma di fronte alla preparazione, all’aggressività e alla decisione dei tedeschi ci voleva ben altro. Purtroppo non furono bene utilizzate, pur essendovi, le condizioni per eliminare in tempo la pericolosa presenza tedesca e mancò l’intervento delle forze inglesi. Nei tanti episodi di resistenza isolata caddero 8 ufficiali e 135 sottufficiali e soldati; oltre 300 furono i feriti. Anche in quest’isola due ufficiali, i capitani Ezio Geloni e Luigi Viviani, catturati dopo strenua resistenza, furono trucidati, rei unicamente di aver difeso l’onore delle armi.

Gli inglesi, che avevano fatto gran conto sulla difesa di Rodi ma, come si è detto, non avevano mandato aiuti, rimasero molto delusi. Il 12 s[...]

[...]ti; oltre 300 furono i feriti. Anche in quest’isola due ufficiali, i capitani Ezio Geloni e Luigi Viviani, catturati dopo strenua resistenza, furono trucidati, rei unicamente di aver difeso l’onore delle armi.

Gli inglesi, che avevano fatto gran conto sulla difesa di Rodi ma, come si è detto, non avevano mandato aiuti, rimasero molto delusi. Il 12 settembre ogni resistenza era cessata. Migliaia di soldati e ufficiali furono destinati alla deportazione in Germania, ma 6.500 di essi perirono durante il trasferimento via mare dall’isola sul continente: si disse che molti natanti furono affondati dagli stessi tedeschi. Altri rimasero a Rodi, costretti a lavoro coatto, o si diedero alla macchia; alcune decine di essi pagheranno con la vita atti di ribellione

o di resistenza isolata. Tra questi, il sottocapo di Marina Pietro Carboni (che riuscì a sopravvivere isolatamente alla macchia fino al dicembre 1944, quando cadde in combattimento) e il sergente Francesco Besso, feroce caricaturista della violenza nazista. L’ammiraglio Inigo Campi[...]

[...]imasero a Rodi, costretti a lavoro coatto, o si diedero alla macchia; alcune decine di essi pagheranno con la vita atti di ribellione

o di resistenza isolata. Tra questi, il sottocapo di Marina Pietro Carboni (che riuscì a sopravvivere isolatamente alla macchia fino al dicembre 1944, quando cadde in combattimento) e il sergente Francesco Besso, feroce caricaturista della violenza nazista. L’ammiraglio Inigo Campioni, anch’egli catturato e deportato, sarà processato a Parma da un tribunale fascista e fucilato il 24.5.1944. A Campioni, Carboni e Besso sarà conferita la Medaglia d’oro al valor militare alla memoria.

A.Ba.

Rodino, Giulio di Miglione

N. a Napoli nel 1874, m. a Roma il 28.2.1946; proprietario terriero.

Di famiglia aristocratica napoletana, esponente cattolico, nel 1913 fu eletto deputato per il collegio di Napoli e nel 1919 fu tra i fondatori del Partito Popolare Italiano (v.). Rieletto nelle due successive legislature, nel maggiogiugno 1920 fu ministro della Guerra nel governo Nitti e nell aprileluglio 1921 nel governo Gioì itti. Dal luglio 1921 al febbraio 1922 ebbe il dicastero della Giustizia nel gabinetto Bonomi.

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 389

Brano: Livorno, Alberto

verno Badoglio e guidata dal guardiamarina Dante Lenci, con l’incarico di collegare i gruppi partigiani esistenti e organizzarne altri. S.A.P. e formazioni partigiane sorsero nelle zone di Bolgheri, Bibbona, Casino di Terra, Chianni, Castellina, San Carlo e Volterra. Un gruppo clandestino antifascista cattolico cadde nella rete della polizia, subendo gravi perdite.

« Una serie di arresti avvenuta a Roma e a Firenze, strinse nella morsa — scrive Roberto Angeli — i cristiano sociali: fu scoperto anche il loro giornale, Rinascita, che a Livorno veniva irradiato per tutta la Toscana. Don Angeli, suo padre, il capo della missione R.T. Dante Lenci e la professoressa Anna Maria Enriques Agnoletti (v.)f che collaborava con il gruppo di Livorno, furono arrestati. Don Angeli fu portato a Dachau, suo padre scampò per poco alla fucilazione, il Lenci fu fucilato a Verona, e l’Agnoletti a Firenze ».

Verso la metà del giugno 1944 il 10° Distaccamento partigiano portò a termine un'audace azione, attaccando i gerarchi locali convenuti in una riunione. Le alte autorità repubblichine abbandonarono allora la città e il C.L.N. prese contatto con il segretario del Comune per organizzare i servizi più necessari alla popolazione.

Sotto la direzione del C.L.N., fu organizzata la diserzione degli addetti al Distretto militare, che poterono raggiungere una formazione di patrioti in zona « Quarata ». Furono altresì presi accordi col tenente Vittorio Labate per facilitare la diserzione degli agenti di P.S. (che stavano per essere trasferiti al nord) e il loro passa[...]

[...]con il segretario del Comune per organizzare i servizi più necessari alla popolazione.

Sotto la direzione del C.L.N., fu organizzata la diserzione degli addetti al Distretto militare, che poterono raggiungere una formazione di patrioti in zona « Quarata ». Furono altresì presi accordi col tenente Vittorio Labate per facilitare la diserzione degli agenti di P.S. (che stavano per essere trasferiti al nord) e il loro passaggio nelle formazioni partigiane. Sfortunatamente uno dei due automezzi che trasportavano gli agenti nella zona di Chianni fu fermato dai militari tedeschi. Dopo sommario interrogatorio, il tenente Labate e 8 dei suoi uomini furono fucilati presso il cimitero di Selvatelle.

La guerriglia partigiana non potè avere in provincia di Livorno lo sviluppo avuto altrove, non solo per l'avvenuta evacuazione della città, ma anche per la situazione ambientale particolarmente difficile.

Non mancò tuttavia il contributo di sangue e di sacrificio dei livornesi.

I partigiani e i patrioti della provincia furono in tutto 845, di cui 71 caduti in combattimento, 84 feriti e invalidi, 62 fucilati dai tedeschi per rappresaglia. Inoltre, numerosi altri livornesi, 12 dei quali persero la vita, combatterono in formazioni partigiane di altre località. I decorati di medaglia d’oro furono: il tenente colonnello Costanzo Ebat, il maggiore Gian Paolo Gamerra, il

maggiore Umberto Lusena, il capitano Renato Martorelli. il sottotenente Alfredo Sforzini, Paolo Vanrnicci e llario Zambelli, tutti alla memoria; il capitano Giotto Ciardi e il maggiore Rino Pachetti, viventi (si vedano le rispettive voci). Operarono in provincia di Livorno e in qualche tratto delle province di Grosseto e Pisa le Brigate Garibaldi « Val Cecina », « Val di Cornia » e «Oberdan Chiesa», facenti parte della Divisione Garibaldi « Livorno ». La « Oberdan Chiesa » era quasi interamente composta di livornesi. Fecero parte del C.L.N. durante il periodo clandestino, tenendo conto anche delle sostituzioni e integrazioni dovute ad arresti e condanne, i seguenti cittadini: per il Partito comunista italiano, Vasco Basunti, Alfonso Cancelli, Umberto Comi, Dino Frangioni, Otello Frangioni, Aramis Guelfi, Vasco Jacoponi, Domenico Odello, Giorgio Stoppa, Lanciotto Gherardi, Giovanni Martelli; per il Partito comunista libertario, Virgilio Antonelli, Giovanni Biagini, Corrado Fai ani; per il Partito d’Azione, Luciano Monte lati ci; per il Partito repubblicano italiano, Rosolino Bendinelli, Giorgio Campi, Fortunato Garzelli, Gaetano Paci notti, Garibaldo Paggini, Ottorino Pandolfi; per il Partito Cristiano Sociale, don Roberto Angeli, Aroldo Figara, Luciano Merlini, Renato Orlandini, Renato Pini; per il Partito socialista di unità proletaria, Manlio Benetti, Adolfo Minghi, Angiolo Pagani, Cesare Zanobetti. Inoltre vi parteciparono, come indipendenti, Lorello Ruelle, Mario Guarducci, Ricciotti Paggini, Manlio ed Edoardo Andreini, Guido Orlandini.

La Liberazione

Il 19 luglio i reparti della V Armata americana, preceduti dai garibaldini della 3a Brigata « Val Cecina », entrarono in Livorno. Dopo l’avvenuta liberazione, il C.L.N. designò sindaco di Livorno il comunista Furio Diaz, che insieme agli altri amministratori, impegnò subito le migliori energie popolari nella ricostruzione della città che era stata distrutta da oltre cento bombardamenti.

Antifascisti livornesi combattenti in Spagna: Pietro Aureli, Ilio Barontini, Armando Bientinesi, Pasquale Cacciari, Arrigo Catarsi, Mario Ceccarini, Mazzini Chiesa, Oberdan Chiesa, Lanciotto Corsi, Enzo Fantozzi, Egidio Fossi, A[...]

[...]ondannati dal T.S. dal 1927 al 1943 (tra parentesi, gli anni di carcere inflitti).

Alfredo Allegri (due condanne, ognuna a

5 anni), Alfredo Amorosi (6), Renato Andreucci (due condanne, la prima a 3 anni e la seconda a 8), Quintilio Arrighetti (1), Ferdinando Bacci (1 e 6 mesi), Bruno Bardini (1), Sirio Barghigiani (2), Giulio Bellucci (4), Garibaldo Benifei (due condanne, la prima a 1 anno e la seconda a 7), Ruggero Berretti (5), Antonio Bertelli (2 e 6 mesi), Ettore Borghi (2), Amerigo Bottai (1), Eustacchio Calvanico (due condanne, a 2 e a 5), Mario Camici (4), Silvano Carbonelli

(1), Mario Ceccarini (3), Goliardo Chiarugi (6), Leonetto Ciolli (2), Pietro Citi (4), Danilo Conti (6), Marte Corsi (1), Adolfo Cremolesi

(4), Osvaldo Del Rio (3), Virgilio Fabrucci (6), Fernando Ferrari (4), Libero Fiaschi (4 e

6 mesi), Fosio Fiera bracci (2), Elio Filippetti

(2), Adolfo Filippi (1), Angelo Fulignati (due condanne a 5 e a 14 anni), Menotti Gasparri (1), Ranièri Gazzetti (3), Gino Gennai (3), Arsace Giacomelli (5), Dionisio Giacomelli

(3), Bruno Gigli (8), Armando Gigli (12), Carlo Giusti (4), Alberto Gori (8), Aramis Guelfi (2 condanne, a 4 e a 16 anni), Fortunato Landini (8}, Pilade Lasciai fari (2), Athos Lisa (10), Tullio Lombardi (18), Alcide Lotti (5), Armando Luschi (3), Macchiavello Macchi (4), Enrico Marranci (2), Giovanni Martelli (2 e 5 mesi), Guido Menconi (2 e

6 mesi), Arnaldo Menicagli (7), Domenico Nenci (3), Gino Niccolai (9), Alcide Nocchi (6), Aristide Orsucci (1), Duilio Pani cucci (4), Mazzino Pavoletti (6), Venturi no Pedini (3), Rosolino Pelagatti (tre condanne, di cui due a 4 anni e la terza a 14), Alessio Perossino (1), Augusto Pescioli (5), Bruno Piccinetti (3), Giuseppe Picchetti (1), Rolando Pierattini (4), Balilla Pierotti

(5), Armando Piram (2 e 6 mesi), Angiolo Pitto (3), Dino Rabuzzi (4), Ivar Riccucci (3), Ulderigo Riccucci (1), Giorgio Rossi (3), Alvaro Rusticali (1), Arturo Scotto (due[...]

[...]istide Orsucci (1), Duilio Pani cucci (4), Mazzino Pavoletti (6), Venturi no Pedini (3), Rosolino Pelagatti (tre condanne, di cui due a 4 anni e la terza a 14), Alessio Perossino (1), Augusto Pescioli (5), Bruno Piccinetti (3), Giuseppe Picchetti (1), Rolando Pierattini (4), Balilla Pierotti

(5), Armando Piram (2 e 6 mesi), Angiolo Pitto (3), Dino Rabuzzi (4), Ivar Riccucci (3), Ulderigo Riccucci (1), Giorgio Rossi (3), Alvaro Rusticali (1), Arturo Scotto (due condanne, a 5 e a 18 anni), Dogali Simoncini (8), Giuseppe Stefanini (1), Medardo Tarn beri (3), Alfredo Tuticci (4), Emilio Valer ini (3).

Bibliografia: F. P. Bartòlotti, li P.C. d'Italia a Livorno (19211923), .« Rivista Storica del Socialismo», n. 31, 1967; Giovanni Martelli, Manoscritto inedito; Luciano Montelatici, La Resistenza armata nella provincia di Livorno, in « Il decennale della Resistenza » Livorno, 1955; Dino Raugi, Documenti della Resistenza Livornese, Livorno, 1969.

Livorno, Alberto

N. a Miagliano (Vercelli) il 14.10. 1906; operaio.

Militante comunista, nel 1941 fu condannato dal Tribunale speciale a 3 anni di reclusione, per appartenenza all’organizzazione antifascista clandestina denominata G.O.M.I.R.C. (Gruppo operai movimento italiano rivoluzionario comunista), attiva nel Biellese e avente tra i suoi dirigenti Francesco Moranino (v.).

Dopo T8.9.1943 ha preso parte alla Guerra di liberazione, nelle file della Resistenza biellese, commissario di distaccamento di una Brigata Garibaldi.


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine R.T., nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---Bibliografia <---comunista <---Adolfo Cremolesi <---Alberto Gori <---Alfonso Cancelli <---Alfredo Tuticci <---Alvaro Rusticali <---Ammiraglio Inigo Campioni <---Angelo Fulignati <---Angiolo Pagani <---Angiolo Pitto <---Arnaldo Forgi <---Arnaldo Menicagli <---Arsace Giacomelli <---Augusto Pescioli <---Balilla Pierotti <---Bruno Piccinetti <---C.F. <---C.L.N. <---Calato a Rodi <---Carlo Giusti <---Casino di Terra <---Costanzo Ebat <---Dino Rabuzzi <---Elio Filippetti <---Emilio Valer <---Ettore Borghi <---Ettore Quaglierini <---Fortunato Garzelli <---Fosio Fiera <---Francesco Besso <---Gaetano Paci <---Garibaldo Benifei <---Gian Paolo Gamerra <---Giorgio Stoppa <---Giulio Perini <---Giulio di Miglione <---Giuseppe Stefanini <---Guido Menconi <---Il Mulino <---Ilio Barontini <---Lanciotto Gherardi <---Leonetto Ciolli <---Libero Fiaschi <---Lorello Ruelle <---Luciano Monte <---Luigi Viviani <---Manlio Benetti <---Marina Pietro Carboni <---Mario Camici <---Mazzini Chiesa <---Menotti Gasparri <---Monte Paradiso <---Oberdan Chiesa <---Oreste Marrucci <---P.C. <---P.S. <---Paese Sera <---Partito Cristiano Sociale <---Partito Popolare Italiano <---Partito comunista <---Pietro Aureli <---Pietro Citi <---Questione democristiana <---Quintilio Arrighetti <---Ranièri Gazzetti <---Renato Martorelli <---Ricordo di Franco <---Rivista Storica del Socialismo <---Rodomonte Nesi <---Romeo Landini <---Rosolino Pelagatti <---S.A.P. <---San Giorgio <---Sirio Barghigiani <---Storia <---T.S. <---Tullio Lombardi <---Val di Cornia <---Vittorio Labate <---antifascista <---caricaturista <---comunisti <---cristiana <---cristiano <---d'Italia <---democristiana <---fascista <---ideologia <---italiana <---italiane <---italiani <---italiano <---nazista <---socialista