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Il segmento testuale Kautsky è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 36Analitici , di cui in selezione 3 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da [I Documenti del convegno. Appunti per le relazioni e Comunicazioni] A. Zanardo, Il «manuale» di Bukharin visto dai comunisti tedeschi e da Gramsci in Studi gramsciani

Brano: [...]bakunismo che Marx ha combattuto, potere violento di una minoranza non dissimile dal regime prussiano o zarista; socialismo che tiene conto dell’intero sviluppo della dottrina e socialismo fermo alle posizioni astratte del Manifesto. Rivoluzione russa e rivoluzione tedesca sono due cose diverse. Entro questo ambito di problemi si mossero (per fermarsi a coloro che hanno scritto le cose più significative), Bernstein, Otto Bauer, fini per muoversi Kautsky, dopo alcune esitazioni, e si mosse anche, per un periodo di durata controversa e con tutte le differenze immaginabili, Rosa Luxemburg. Mehring, che assunse una posizione diversa, non ebbe il tempo di elaborarla.

Sia pure con ritardo e in modo meno appariscente per la non rigidezza della tradizione filosofica della socialdemocrazia tedesca, era naturale che la distinzione fra democrazia socialista e dittatura bolscevica mettesse capo alla distinzione fra marxismo filosofico russo e marxismo filosofico europeo. Sarebbe interessante rintracciare attraverso la vastissima letteratura socialdem[...]

[...]quando uscirà la prima traduzione tedesca di Materialismo ed empiriocriticismo,340

I documenti del convegno

sarà resa definitiva dalla polemica con cui venne accolta dagli intei' lettuali socialisti o vicini al socialismo di tendenze neocriticiste (Max Adler 1, Siegfried Marck...2).

In un articolo del ’25, Eine materialistische Geschichte des menschlichen Denkens, che è una recensione alla traduzione ' tedesca di un libro di Bogdanov3, Kautsky critica nei marxisti russi il semplicismo,, il non uscire dalla conoscenza dottrinaria di Marx, il muoversi fra principi astratti, l’essere incapaci di vedere il terreno su cui poggiano quei principi e quindi all’occasione di arricchirli, l’essere sostanzialmente gli esponenti rigorosi di una tradizione colta. Una più specifica distinzione fra marxismo filosofico sovietico e marxismo filosofico europeo occidentale {westeuropàisch) si può trovare in un articolo di Alexander Schifrin del 1927 4. I segni caratteristici del marxismo sovietico sono indicati nello sviluppo del lato filosofico impli[...]

[...]ccento posto sulla filosofia più che su altre parti più concrete della dottrina, nell’ingerenza dell’autorità politica nelle questioni di filosofia. Al marxismo europeo,, più politico, meno dottrinario, legato con fili molteplici alle posizioni ideali più moderne, il materialismo filosofico e l’« indivisibilità » di politica e filosofia appaiono grossolani, semplicistici, infondati. Sempre nel ’27, nella Die materialistiche Geschichtsauffassung, Kautsky giudica il Manuale di Bukharin una delle espressioni più grossolane di materialismo economico5, e osserva che quasi tutti i socialisti russi, sono materialisti6.

1 hehrbuch der materialistischen Geschichtsauffassung, I Band, 1930, capitoli 6, 7, 8.

2 Der Kampf, 1928, pp. 484487, Siegfried Marck, Lenin als Erkenntnistheoretiker.

3 Die Gesellschaft, 1925, I, pp. 564578.

4 Die Gesellschaft, 1927, II, MAX WERNER (A. Schifrin), Der Sowjetmar
xismus, pp. 4262. Un altro articolo dello stesso autore e in parte sullo stesso

argomento, K. Kautsky und die marxistische Soziologie, è in Di[...]

[...]erva che quasi tutti i socialisti russi, sono materialisti6.

1 hehrbuch der materialistischen Geschichtsauffassung, I Band, 1930, capitoli 6, 7, 8.

2 Der Kampf, 1928, pp. 484487, Siegfried Marck, Lenin als Erkenntnistheoretiker.

3 Die Gesellschaft, 1925, I, pp. 564578.

4 Die Gesellschaft, 1927, II, MAX WERNER (A. Schifrin), Der Sowjetmar
xismus, pp. 4262. Un altro articolo dello stesso autore e in parte sullo stesso

argomento, K. Kautsky und die marxistische Soziologie, è in Die Gesellschaft,

1929, pp. 149169.

5 2a ediz., 1929, I, pp. 15, 19, 20.

6 Ibidem, p. 41.Aldo Zanordo

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È rintracciabile, in questa distinzione, soprattutto nel modo in cui l’ha formulata Schifrin, la presenza di un’esigenza di criticismo, di antimetafisica, propria degli JungMarxisten austriaci Otto Bauer e Max Adler. Le poche cose di filosofia che ha scritto Bauer (in Der Kampf) e le molte che ha scritto Adler sono forse ciò che di più interessante, moderno, sistematico, è stato scritto da parte socialdemocratica. È rintracciabile anco[...]

[...], è stato scritto da parte socialdemocratica. È rintracciabile ancora in quella distinzione la continuazione della originalità che ha sempre, anche se non apertamente, caratterizzato il marxismo tedesco rispetto a quello russo. Si pensi alle argomentazioni filosofiche di Plekhanov contro Bernstein e Konrad Schmidt nel ’98’99 e al contenuto essenzialmente politico della polemica della Luxemburg contro il revisionismo. Si pensi alle perplessità di Kautsky rispetto al materialismo filosofico, dalla corrispondenza con Plekhanov e dalla nota, lettera a Friedrich Adler del 1909 fino alla Concezione materialistica della storia. Si pensi a ciò che scrive Bernstein a Victor Adler : « Per me la dottrina non è sufficientemente realistica, è per cosi dire rimasta indietro rispetto allo sviluppo pratico del movimento. Può ancora andar bene forse per la Russia... ma in Germania nella sua vecchia forma è qualcosa di sopravvissuto » 1. Si pensi infine al materialismo storico esclusivo di Mehring. Qui da noi, in Italia, Antonio Labriola, in alcune lettere a [...]

[...]listica della storia. Si pensi a ciò che scrive Bernstein a Victor Adler : « Per me la dottrina non è sufficientemente realistica, è per cosi dire rimasta indietro rispetto allo sviluppo pratico del movimento. Può ancora andar bene forse per la Russia... ma in Germania nella sua vecchia forma è qualcosa di sopravvissuto » 1. Si pensi infine al materialismo storico esclusivo di Mehring. Qui da noi, in Italia, Antonio Labriola, in alcune lettere a Kautsky, critica Plekhanov perché concepisce il marxismo come Allweisheit, come scienza che ha risolto in anticipo tutti i problemi. Si tratta del resto di motivi noti. La pubblicistica della Terza Internazionale ha molto lavorato a mettere in luce la diversità del marxismo filosofico russo da quello tedesco.

Ma la distinzione fra marxismo sovietico e marxismo europeo, come viene elaborata dai socialdemocratici, non è semplicemente la riorganizzazione di alcuni motivi teorici, non è il diventare esplicita e consistente di tutta una tradizione. Non si tratta di essere presenti, con caratteristiche [...]

[...]vi teorici, non è il diventare esplicita e consistente di tutta una tradizione. Non si tratta di essere presenti, con caratteristiche proprie, nella articolata unità del marxismo.

Essa è un aspetto della totale interruzione di continuità fra due parti del movimento operaio. La socialdemocrazia tedesca si trovava poi già. sulla via di diventare un movimento strettamente politico afilosofico..

1 VICTOR Adler, Brìefwechsel mìt August unà Karl Kautsky, Wien,. Verlag der Wiener Volksbuchhandlung, 1954, p. 289 Lettera del 3 marzo 1899342

I documenti del convegno

Perciò rimasero in ombra gli evidenti elementi teorici comuni, in genere di natura positivistica, che si incontrano per esempio in Plekhanov, in Kautsky e in Bukharin. Anzi, come si è visto, si tese più a sottolineare il « filosofismo », il « dottrinarismo » del marxismo sovietico, e non soltanto un particolare contenuto dottrinale.

Per la socialdemocrazia la frattura non significò una riorganizzazione teorica, bensì l’accelerazione del processo, già iniziato, di accantonamento delle concezioni generali. I giovani intellettuali diventavano comunisti; i vecchi quadri intellettuali, prima quelli positivistici e poi quelli neokantiani, scomparivano senza essere capaci di rinnovarsi e neppure di riprodursi; la filosofia era considerata una spe[...]

[...]l ’18 al ’22, e soprattutto dal ’19 al ’21, alcuni dei problemi di primo piano del movimento comunista tedesco.

Ciò a cui l’esame delle recensioni che abbiamo detto ci permette di arrivare non sono tanto delle indicazioni su questi fatti generali e nep
1 Der proletarische Sozialismus, Jena, 1924, I, p. 127.

2 É chiaro che da parte socialdemocratica (per es. BERNSTEIN, Der Sozialismus eifist und jetzt, Berlin, 1923, p. 125, ma anche Bauer, Kautsky...) si preferisce sottolineare l’eterogeneità del bolscevismo rispetto al marxismo, presentarlo come qualcosa di squisitamente russo o asiatico e risolubile nel blanquismo, nel sindacalismo, nell’anarchismo ecc.

23.344

I documenti del convegno

pure sul fatto, anch’esso generale e per noi significativo, che i quadri politici e intellettuali autonomi e di tipo occidentale del comuniSmo tedesco non durarono a lungo. Ce soltanto la possibilità di fissare alcuni aspetti del problema: sono riusciti i quadri intellettuali di questi primi anni ad elaborare sul piano filosofico qualcosa di s[...]

[...] Jahrhundert » di P. SOROKIN in Jahrbuch fùr Soziologie, 1926, p. 462 sgg. Racconta fra l’altro: « Fino al 1909 nelle Università e nei colleges russi la sociologia non era ancora insegnata come una disciplina358

I documenti del convegno

trovano gli stessi motivi antiscientistici e umanistici di Gramsci, ma lo svolgimento sembra diverso. Si pensi al percorso intellettuale della maturità di Lukàcs: ha respinto la sociologia di Bukharin e di Kautsky ed ha assimilato quella di Lenin. Lukàcs lavora sulle generalizzazioni delle esperienze di Lenin. Non è passato, come è passato Gramsci, attraverso la percezione diretta della vita delle masse, della vita della realtà; la sua strada è stata più facile, ma accanto al vantaggio di essere rimasto a contatto col filone centrale, classico, della teoria del movimento operaio, va indicato lo svantaggio che spesso le categorie con cui lavora hanno il sapore dell’applicazione rigida, dell’estrinseco. In Gramsci il contatto col filone classico del marxismo teorico, forse anche col leninismo formale, è [...]

[...]o. Momento essenziale, per Gramsci, di questa deviazione è la « quistione del valore delle scienze cosi dette esatte o fisiche » e la « posizione che esse sono venute assumendo nel quadro della filosofia della prassi di un quasi feticismo, anzi della sola e vera filosofia o conoscenza del mondo » 2. Questa deviazione non è altro che la forma positivistica, scientistica, materialistica in senso tradizionale, del marxismo. Da questo angolo visuale Kautsky e Bukharin sembrano trovarsi sullo stesso terreno, rappresentare lo stesso momento dello sviluppo teorico. Gramsci in sostanza dice degli ortodossi ciò che dice di Bukharin 3.

Particolari ragioni « didattiche » hanno obbligato il marxismo a combinarsi con queste forme di cultura ancora arretrate e tuttavia superiori aH’ideologia media delle masse popolari 4. La forma positivistica del marxismo non è altro che la sua fase economicocorporativa 5, è « una deviazione infantile » 6, « significa che si attraversa una fase storica relativamente primitiva » 7. Essa è stata « 1’44 aroma ” ideologic[...]

[...]si, una forma di religione e di eccitante... resa necessaria e giustificata storicamente dal carattere subalterno di determinati strati sociali » 8; è il « rivestimento da deboli di una volontà attiva

1 M. S., p. 140. Sulla creatività vedi M. S., p. 23, sulla dialettica M. S., p. 32.

2 M. S., p. 139.

3 Oggi si tende da molte parti (per es. dagli studiosi che fanno capo ai Marxismusstudien di Tubinga) a cercare elementi di continuità fra Kautsky e più in generale il kautskysmo e la dogmatica dell’ultimo periodo della Terza Internazionale. Durante la Terza Internazionale però la polemica con Kautsky teorico fu fino a un certo tempo abbastanza viva e si alimentò della tesi che il materialismo storico non ha nulla a vedere con la trasposizione nella storia delle leggi biologiche (anche Bukharin accenna a questo motivo : « le leggi di Darvin non si possono applicare alla società», op. cit., p. 61). Questo motivo e anche l’altro della conciliabilità per Kautsky del marxismo con varie filosofie, sembrano essere i due punti di partenza per l’analisi della questione.

4 M. S., p. 84.

5 M. S., p. 93.

6 M. S., p. 156.

7 M. S., p. 12.

8 M. S., p. 13.Aldo Zanardo 365

e reale » 1; la sua funzione è paragonabile a « quella della teoria della grazia e della predestinazione per gli inizi del mondo moderno » 2.

Gramsci guarda con grandissima attenzione alla lotta contro il meccanicismo di Bukharin che aveva luogo nell'Unione Sovietica e che era venuto indirettamente a conoscere3. Il deperimento del fatalismo e del meccanicismo gli sembra l’[...]



da Bruno Bongiovanni, Ritratti critici contemporanei. Maximilien Rubel in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - maggio - 31 - numero 3

Brano: [...]e », XLVII, 1969, pp. 175177.
280 BRUNO BONGIOVANNI
salariato e capitale (1849), l'Introduzione del 1857 alla Critica dell'economia politica, Per la critica dell'economia politica (1859), l'Indirizzo inaugurale e statuti dell'Associazione internazionale dei lavoratori (1864), Salario prezzo e profitto (1865), il libro de Il Capitale (1867), la Critica del programma di Gotha (1875), pubblicata, quest'ultima, solo nel 1891 sulla « Neue Zeit » di Kautsky e ripubblicata nel 1921 su « Die Gesellschaft » da Boris Nikolaevskij con le espressioni censurate, perché ritenute eccessive, da Friedrich Engels.
Nel primo volume delle Oeuvres vi sono inoltre altri scritti e documenti, lettere, risoluzioni e prefazioni. Vi sono anche tre pagine del curatore, Maximilien Rubel, sotto il titolo Avertissement: sempre opera del curatore sono un'ampia Chronologie ed un imponente apparato di note e di indici che rivelano, nell'ambito di quell'autentico e vastissimo ambito culturale che è ormai la MarxForschung, un'erudizione sconfinata e sicuramente in grado di [...]

[...]x. Rubel ricorda una cosa che tutti sanno e che pure viene sistematicamente rimossa nel dibattito che si sviluppa in seno al « marxismo », l'edificio ideologico postumo che, nonostante la riluttanza esplicita e dichiarata del presunto padre fondatore, ha derivato il nome dal maestro: l'incompiutezza dell'opera di Marx.
Nell'Introduzione del 1857, anch'essa nel primo volume delle Oeuvres nonostante sia stata fatta conoscere per la prima volta da Kautsky nel 1903 e sia quindi postuma, Marx tracciava il piano di quell'impresa ciclopica che per convenzione possiamo definire Economia: 1. Il Capitale; 2. La proprietà fondiaria; 3. Il lavoro salariato; 4. Lo Stato; 5. Il commercio estero; 6. Il mercato mondiale. Nella prefazione effettivamente anteposta alla Critica dell'economia politica del 1859 Marx ammette di avere soppresso una Introduzione, ma non perché in questa si diceva poco, commenta Rubel, ma perché si diceva troppo: si anticipavano dei risultati non ancora raggiunti.
Di tutto il suo grandioso progetto Marx non riuscí che a scrivere u[...]

[...]sca nel 19391941, ed infine i Materiali per l'« Economia » (18611865), i Materiali per il secondo libro del Capitale (18691879), i Materiali per il terzo libro del Capitale (18641875).
Di qui lo scandalo: Rubel, rifacendosi alle scoperte di Rjazanov, mette in discussione ed in pratica respinge la vulgata degli scritti postumi di Marx cosí come sono stati presentati da Engels, che pubblicò il ii (1885) ed il iii (1894) libro de Il Capitale, e da Kautsky, che pubblicò 'il iv (19051910), altrimenti noto come Teorie sul plusvalore, il cui testo venne ripubblicato, con criteri piú scientifici, nel 1956 a cura degli istituti di marxismoleninismo di Mosca e di Berlino. Del ii libro de Il Capitale, rispetto alla edizione di Engels, il lettore non troverà che 13 capitoli (invece di 21) e del
28 (invece di 52): sono stati eliminati i passi dei manoscritti che ricalcavano la Critica del 1859 ed ili libro de Il Capitale, mentre alcune varianti scelte da Engels sono state rimpiazzate da altre, ritenute piú significative.
Rubel, ovviamente, non pretend[...]

[...]rettamente nel perdurante dibattito sulle tesi di Burnham 22. Discute la letteratura sociologicoeconomica presente nell'opera dell'americano (Veblen, Rathenau, Berle e Means) e la confronta con le opinioni espresse in proposito, dalle scuole marxiste, da Bernstein, Renner, Cunow, Hilferding, Horkheimer. Rubel avvicina le tesi di Burnham alla teoria dell'autosocializzazione del capitale di Renner ed a quella del, carattere proteico dello Stato di Kautsky (teorie a sfondo ottimistico), per concludere che un antimarxista come Burnham (che trattiene il possibile esito catastrofico) può essere piú fedele a Marx di tanti marxisti (Rubel, ovviamente, non poteva sapere del plagio dello stesso Burnham). Secondo Rubel gli avvenimenti contemporanei — e la tematica della managerial revolution lo conferma — gettano una nuova luce sulla dottrina marxiana della catastrofe sociale, secondo termini che sia gli « ortodossi » che i « revisionisti » (tutti ligi al piú rassicurante ottimismo di partito) erano stati incapaci di prevedere.
20 Introduction a Pages[...]

[...] delle edizioni di Marx ed Engels, in Storia del marxismo, vol. I, cit., pp. 357374. Per un giudizio sulla Storia del marxismo cfr. GIAN MARIO BRAVO, Una storia del marxismo, oggi, in « Studi storici », n. 2, 1979, pp. 317337.
MAXIMILIEN RUBEL 291
pensava alla possibilità di una Gesamtausgabe (raccolta completa), ma dopo la sua morte questa possibilità si allontanò, anche per il gran numero di eredi, spesso in contrasto tra loro: Eleanor Marx, Kautsky, Bernstein, Bebel, Mehring 28. Solo con la rivoluzione del 1917, quando già molti frammenti del grande mosaico erano stati, sia pure in modo disperso, pubblicati nell'ambito della SPD, questa possibilità tornò a farsi concreta. In Russia vi era anche la persona giusta, per erudizione, indipendenza critica, perizia filologica e capacità di ricerca: Rjazanov, lo studioso che già si era dedicato all'esame degli scritti e dei manoscritti marxengelsiani su incarico della socialdemocrazia tedesca. Lenin forní grandi mezzi a Rjazanov, che riuscí a portare a Mosca e ad assicurare agli archivi dell'Is[...]

[...] ricompreso e vagliato, talvolta con animo iracondo, ma sempre senza pregiudizi ideologici e senza limiti disciplinari. Questo vuole essere anche il metodo della ricerca marxologica, qualunque sia il giudizio che se ne dia. La MarxForschung, cosí come è concepita da Rubel, lavora in piena indipendenza ideologica: tra gli autori utilizzati e citati troviamo riformisti e rivoluzionari, revisionisti ed ortodossi, Bernstein e Rosa Luxemburg, Sorel e Kautsky, Otto Bauer e Trockij, Pannekoek e Korsch, studiosi conservatori come Pipes ed Aron, pensatori radicali come Landauer, Benjamin, Horkheimer e Marcuse, senza rigide contrapposizioni tra scuole « marxiste » o tra ipoteche politiche. Ed inoltre la MarxForschung si rivela anche una palestra di addestramento per l'unificazione del sapere, contro ogni limitazione accademica o disciplinare: il mondo è infatti pieno di economisti « marxisti », di storici « marxisti », di filosofi « marxisti », mentre la MarxForschung impone di seguire le avventurose peripezie intellettuali di quell'eterno studente ch[...]



da Kabaktceff (delegato dei comunisti bulgari e delegato come membro del Comitato della Terza Internazionale) [traduzione dal francese dell'onorevole Misiano], Discorso Kabaktceff in Resoconto stenografico del 17. congresso nazionale del Partito socialista italiano : Livorno, 15-20 gennaio 1921 : con l'aggiunta di documenti sulla fondazione del Partito comunista d'Italia

Brano: [...]ando davanti al proletariato tedesco era aperta la via di una piú stretta alleanza colla rivoluzione proletaria russa, colla Russia sovietista, una alleanza che avrebbe consolidato definitivamente la rivoluzione proletaria russa, una alleanza che avrebbe risparmiato molte vittime al proletariato tedesco ed avrebbe accelerato la vittoria della rivoluzione proletaria universale, proprio in quel momento il centro ed i centristi tedeschi, guidati da Kautsky, Haase, Dittmann, Crispien, ecc., hanno respinto la mano tesa loro dal proletariato russo, I partigiani di Scheidemann e gli indipendenti del centro hanno preferito stringere un tacito patto di alleanza con l'imperialismo dell'Intesa ed in questo modo essi hanno commesso il piú grande delitto non solo contro la rivoluzione russa, ma anche contro la rivoluzione tedesca e la rivoluzione mondiale. Questo stesso centro, nei momenti piú decisivi della lotta rivoluzionaria del proletariato tedesco durante i mesi di gennaio e marzo 1919, come durante i mesi di marzo ed aprile 1920, quando le masse o[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Kautsky, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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