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Il segmento testuale I.V. è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 5Entità Multimediali , di cui in selezione 2 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 471

Brano: [...] dall’AIta Corte di giustizia (presidente Lorenzo Maroni, pubblico ministero Mario Berlinguer), venne fucilato all’alba del giorno dopo al forte Brayetta.

Casablanca, Conferenza di

A Casablanca, città del Marocco ex francese (circa 1.000.000 di ab. nel 1966) e importante porto Sull’Atlantico, dal 14 al 24.1.1943 si svolse una conferenza cui presero parte il presidente americano Roosevelt e il premier britannico Churchill, presenti i rispettivi capi militari. Alla conferenza, di carattere prettamente militare, fu invitato anche Stalin; ma non essendo questi intervenuto, fu informato via via delle discussioni e diede alla fine la sua adesione di principio.

La conferenza decise: 1) d’invadere il territorio italiano non appena terminate le operazioni in Africa; 2) di rinviare al 1944 l’apertura del secondo fronte sul continente europeo, in Francia; 3) di intensificare i bombardamenti strategici sulla Germania; 4) di alleggerire il peso sostenuto dalle armate sovietiche « impegnando il nemico nel modo più pesante possibile sul front[...]

[...] rinviare al 1944 l’apertura del secondo fronte sul continente europeo, in Francia; 3) di intensificare i bombardamenti strategici sulla Germania; 4) di alleggerire il peso sostenuto dalle armate sovietiche « impegnando il nemico nel modo più pesante possibile sul fronte più opportuno » e incrementando gli aiuti airURSS; 5) di esigere dalla Germania, dall’Italia e dal Giappone una resa senza condizioni.

Il principio della resa incondizionata rivoluzionò — come disse il segretario di Stato americano Cordell Hull — la politica statunitense nei confronti dell’Asse e dei suoi satelliti: fino a quel momento, infatti, il Dipartimento di Stato americano si era pronunciato contro tale principio. Quanto alla questione del secondo fronte in Europa, riguardo al quale esisteva fin dall’estate 1942 un preciso impegno di Roosevelt nei confronti dell'Unione Sovietica, la Conferenza di Casabianca decise di aprirlo; ma dopo una lunga discussione sulla località da scegliere per lo sbarco, prevalse l’idea di limitarlo alla Sicilia e di rinviare l’invas[...]

[...] e altrove. Non siamo convinti neppure che l’esclusione susciterebbe reazioni favorevoli in Italia. È assai più probabile ottenere l’effetto desiderato dagli italiani facendo conoscere tutti i guai ai quali starebbero per andare incontro ».

Bibliografia essenziale: W. Churchill, La seconda guerra mondiale, 1948; R. C. Butcher, I miei tre anni con Eisenhower, 1948; Cordell Hull, Memoirs, New York, 1948; La seconda guerra mondiale Carteggio di I.V. Stalin con Churchill, Roosevelt, Attlee, Truman, Roma, 1957.

Casadei, Adriano

Medaglia d’oro al valor militare alla memoria. N. a Roviglio (Reggio Emilia) nel 1922, ucciso a Forlì il 18.8.1944; studente dell’istituto chimico industriale di Forlì.

Chiamato di leva nel 1942 e arruolato nell’Aeronautica, dopo I’8.9.1943 partecipò attivamente alla Guerra di liberazione come vicecomandante della banda « Corbari ». Con lo stesso Silvio Corbari (v.) fu protagonista di numerose azioni di sabotaggio e di guerriglia sull’Appennino Toscoemiliano. Dopo aver sbaragliato e disarmato decine di presidi fascisti e tedeschi, dopo aver risposto a un attacco tedesco facendo saltare un deposito di esplosivi che, nel tremendo scoppio, provocò al nemico gravi perdite, fu catturato mentre, accorso vicino a Corbari gravemente ferito, tentava di portarlo in salvo. Dopo essere stato torturato, fu impiccato con il suo comandante e altri due partigiani ai lampioni di piazza Saffi a Forlì. I cadaveri furono lasciati esposti per alcuni giorni.

Casadei, Mario

N. in Svizzera il 20.1.1907; autista. Comunista e attivo antifascista, svolse una intensa attività contro il regime in provincia di Ravenna.

Arrestato, nel 1931 fu condannato dal Tribunale speciale a 8 anni di reclusione.

Dopo I'8.9.1943 ha preso parte alla Guerra di liberazione nazionale come partigiano combattente.

Casa del popolo

Edificio nel quale generalmente risiedono organizzazioni e associazioni operaie e popolari di vario tipo: partiti politici (generalmente di sinistra), enti sindacali e cooperativistici, associazioni giovanili e femminili, istituzioni culturali e ricreative. Le prime Case del popolo furono costruite verso la fine del secolo scorso con l'intento di riunire nella stessa sede, con criteri di economia e di razionalità, vari organismi politicosociali. A favorirne la diffusione concorse l’ostilità dei proprietari di immobili, frequentemente restii a concedere i propri locali in affitto alle associazioni proletarie.

Nel periodo giolittiano la costruzione delle Case del popolo ebbe un grande impulso, determinato dallo sviluppo generale del movimento operaio (soprattutto socialista) e come conseguenza delle conquistate libertà di riunione e di associ[...]

[...]ri di immobili, frequentemente restii a concedere i propri locali in affitto alle associazioni proletarie.

Nel periodo giolittiano la costruzione delle Case del popolo ebbe un grande impulso, determinato dallo sviluppo generale del movimento operaio (soprattutto socialista) e come conseguenza delle conquistate libertà di riunione e di associazione. Esse si diffusero soprattutto nell’Italia centrosettentrionale, dove il tenore di vita era relativamente più elevato e i lavoratori associati potevano con minori difficoltà concorrere al loro finanziamento. Le prime Case del popolo sorsero nelle sedi appartenenti a società cooperative, a cui venivano corrisposti simbolici canoni di affitto, ma con lo sviluppo delle organizzazioni proletarie esse poterono essere edificate direttamente con i mezzi dei loro iscritti. Generalmente, per coprire le spese vive del terreno e dei materiali venivano emesse cartelle di sottoscrizione, mentre la mano d’opera necessaria era fornita gratuitamente dagli iscritti approfittando delle ore libere e dei giorni festivi. Non possedendo i partiti e le associazioni come tali la veste giuridica necessaria al possesso dei beni, l’intestazione delle proprietà veniva per lo più regolata in forma cooperativistica: le azioni erano distribuite agli associati e la loro emissione consentiva di raccogliere fondi, oltre che per la costruzione dell'immobile, per l’arredamento e la manutenzione degli impianti. Il patrimonio così costituito restava poi proprietà collettiva dei lavoratori.



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 371

Brano: Palermo

portante Ferrovia Sicula Occidentale che serviva la zona PartinicoBalestrateMarsala).

La contrapposizione TascaBosco era d’altra parte la risultante di una difficoltà di elaborazione di linea politica del gruppo dirigente socialista palermitano, rispetto alla particolare collocazione che assumevano i principali gruppi capitalistici locali dopo il tracollo dell’impero dei Florio, già imperniato sulla gestione della compagnia monopolistica Navigazione Generale Italiana, risultante dalla fusione delle società Flonio e Rubattino, cioè degli interessi dei gruppi finanziari palermitani con quelli dei gruppi finanziari liguri. Erano gli stessi[...]

[...]mpagne d’Africa e il colonialismo crispino.

Agli inizi del '900 la concorrenza capitalistica settentrionale aveva già modificato profondamente la situazone palermitana. Ignazio Florio si dovette orientare verso i settori zolfifero (costituendo, con soci britannici, la The AngloSicilian Sulphur Company, messa in liquidazione nel 1906 sotto l’impatto della concorrenza tecnologica americana), chimico (basti ricordare le grandi Industrie Chimiche I.V. Fiorio) e agrario (Consorzio Agrario Siciliano e Nuova Agrumaria Sicula), le cui operazioni finanziarie facevano capo al Banco Florio. Si trattava di scelte capitalistiche che rispondevano anche a istanze del riformismo agrario, rivolgendosi principalmente alla piccola e media borghesia delle campagne.

Qui si registrava per contro un ritardo dei socialisti palermitani che, proprio sulle questioni agrarie, dimostravano scarsa capacità di elaborazione teorica, limiti nell 'individuare il rapporto cittàcampagna, riscontrabili perfino nel maggior ideologo del movimento ruralista Sebastiano Cammareri Scurti e nella sparuta frangia che si riconosceva nelle posizioni riformiste di Filippo Lo Vetere ed Enrico Loncao, spinti dal trasformismo giolittiano verso gli interessi del blocco agrarioindustriale siciliano.

Il Tasca, negando l’esistenza di una classe operaia nel sistema capitalistico locale (« A Palermo non c’è un proletariato industriale soggetto al capitalismo, sfruttato al punto da costituire l'antitesi perfetta, precisa allo sviluppo capitalistico »}, toglieva [...]

[...]ecisa allo sviluppo capitalistico »}, toglieva ogni fondamento alla stessa lotta di classe.

Non stupisce quindi che i migliori risultati di lotta siano stati i gran

di scioperi agrari del 190203, promossi sotto ben altro segno da Verro e Sturzo sulla fondamentale questione della mezzadria, che fu uno degli argomenti centrali del congresso socialista di Corleone del 1903. Da qui le posizioni maturarono in direzione delle « affittanze collettive » che raggiunsero la loro massima espansione nel 1906, ancora nel quadro di una situazione in cui socialisti di città e di campagna risultavano fortemente divisi. Lo scontro principale verteva comunque nel latifondo. In quegli anni, secondo l’inchiesta parlamentare del Lorenzoni, nella sola provincia di Palermo si contavano 376 latifondi di oltre 200 ettari, corrispondenti nel loro insieme al 35% del territorio della provincia. La cooperazione agricola, bianca o rossa che fosse, assumeva pertanto un notevole significato, la cui portata non sfuggì agli interessi del grande capitale finanziario che trasformò casse rurali e affittanze collettive in strumenti del sistema finanziario nazionale.

Primi sviluppi del fascismo

Nella grave crisi esplosa[...]

[...]nque nel latifondo. In quegli anni, secondo l’inchiesta parlamentare del Lorenzoni, nella sola provincia di Palermo si contavano 376 latifondi di oltre 200 ettari, corrispondenti nel loro insieme al 35% del territorio della provincia. La cooperazione agricola, bianca o rossa che fosse, assumeva pertanto un notevole significato, la cui portata non sfuggì agli interessi del grande capitale finanziario che trasformò casse rurali e affittanze collettive in strumenti del sistema finanziario nazionale.

Primi sviluppi del fascismo

Nella grave crisi esplosa all’indomani della Prima guerra mondiale, va collocato nel 1919 il decreto del ministro deH’Agricoltura Achille Vi socchi, tendente a incanalare e regolamentare il movimento contadino. Esso ebbe in Sicilia un duplice effetto: da un lato vennero intensificate le occupazioni dei feudi, tanto che nell’autunno del 1920 se ne registrarono 46 nei comuni della sola provincia di Palermo; e, dall’altro, costituì lo stimolo più immediato alla nascita del Partito Agrario Siciliano, di cui furono [...]

[...]el 1920 se ne registrarono 46 nei comuni della sola provincia di Palermo; e, dall’altro, costituì lo stimolo più immediato alla nascita del Partito Agrario Siciliano, di cui furono rappresentanti, fra gli altri, i grandi latifondisti Lucio Tasca Bordonaro e Vincenzo Case io.

A Palermo, uno dei maggiori movimenti che ebbero un carattere di autonomia (almeno fino al 1923) fu quello del combattentismo: sul tema della « Vittoria mutilata » e con rivendicazioni patriottiche, l’Associazione combattenti diretta da Sapio, Cucco e La Bella intervenne nelle varie contingenze del dopoguerra, incrociandosi con gli altri movimenti popolari.

Manifestazioni di artigiani e operai palermitani si ebbero nell’estate del

1919, guidate dalì’Unione del Lavoro cui facevano capo le principali leghe operaie del capoluogo: i socialisti, capeggiati da Enrico Loncao e dal combattivo gruppo della FIOM (Giovanni Orcel, Gargalini,

FiJiberto, Guarrata), « furono i primi e i soli ad esperire, pur con gravi limiti, il tentativo di inquadrare nei grandi temi nazionali della crisi del dopoguerra i dati locali della “sofferenza” del popolo di Palermo» (Giuseppe Carlo Martino). A luglio si ebbero manifestazioni di piazza contro il carovita, che videro ancora una volta alla testa il grosso nucleo operaio del Cantiere Navale. I manifestanti furono dispersi dalla polizia e molti vennero tratti in arresto.

Intanto era sorto a Palermo, per iniziativa di Antonio e Vittorio Ambrosini, il primo Fascio di combattimento (aprile 1919). Come si poteva leggere sul locale giornale La Dittatura proletaria, esso ebbe inizialmente caratteri oscillanti tra posizioni socialisterivoluzionarie e interventismo, tra sovietismo e combattentismo. Ma, nel caso specifico di Vittorio Ambrosini, si tratta di un « sovversivismo piccoloborghese di facile convertibilità reazionaria », che nell’insieme andava distinto, pur dentro la « demagogia combattentistica », dalle posizioni nazionalistiche dei vari Alfredo Cucco, Stefano Rizzone Viola, Mario Taccari e Carlo Cervello. Questi rappresentavano lo schieramento a destra deW'odandismo e di quegli stessi gruppi « perbenistici » che, a Palermo, si erano raccolti attorno alla Unione liberale.

Le elezioni del 1919 misero a nudo le esiguità delle entità politiche capaci di affrontare gli annosi nodi della questione siciliana. A parte i socialisti e i popolari (questi [...]

[...]

Le elezioni del 1919 misero a nudo le esiguità delle entità politiche capaci di affrontare gli annosi nodi della questione siciliana. A parte i socialisti e i popolari (questi ultimi raccoglievano anche esponenti dell’agraria come Pecoraro e Tasca Bordonaro), a Palermo si potevano contare i gruppi clientelari di Vittorio Emanuele Orlando (v.) raccolti attorno alla lista Unione nazionale (un miscuglio di mafia e poteri locali), e i filogovernativi di Andrea Finocchiaro Aprile. Questi ultimi avevano modo di operare in una situazione favorevole, tenuto conto della debolezza socialista dovuta alle posizioni socialriformiste di Alessandro Tasca e Aurelio Drago, nonché all'estremo isolamento nel quale vennero ricondotti Giovanni Orcel e i dirigenti della FIOM, emarginati dalle pretestuose, campagne antibolsceviche e dall’aggressione aperta del Fascio di combattimento capeggiato da Vincenzo Purpura.

A monte era avvenuta la ricucitura tra gli interessi degli agrari e quelli della grossa borghesia palermi

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Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine I.V., nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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