Brano: [...]tipulato un primo accordo fra la Brigata Garibaldi « Friuli » e la Brigata « OsoppoFriuli ». Il 14 luglio tale accordo venne ribadito e fu raggiunta l’intesa per un « Comando di coordinamento operativo ». La « Garibaldi » premeva per ottenere maggiore unità, ma la « Osoppo » dissentiva. Ne seguì la « crisi di Pielungo » (di cui diremo più avanti), superata la quale (2.10.1944) potè strutturarsi e cominciò a funzionare un Comando di coordinamento GaribaldiOsoppo Friuli (G.O.F.). Il maggiore inglese Nicholson, che aveva molto operato per ottenere tale unificazione, nei suoi radio messaggi definì le due Brigate (nel frattempo diventate Divisioni) « thè Division » come fossero ormai una unica formazione.
Nel Friuli nordorientale il 26.7.1944 si costituì un analogo Comando unico di coordinamento operativo fra i Battaglioni locali della « Osoppo » (che in agosto diventarono I Brigata « Osoppo ») e le Brigate Garibaldi « Natisone ». Il 12 settembre l’unificazione fu perfezionata, pur senza diventare fusione, dando vita alla Divisione GaribaldiOsoppo « N[...]
[...]finì le due Brigate (nel frattempo diventate Divisioni) « thè Division » come fossero ormai una unica formazione.
Nel Friuli nordorientale il 26.7.1944 si costituì un analogo Comando unico di coordinamento operativo fra i Battaglioni locali della « Osoppo » (che in agosto diventarono I Brigata « Osoppo ») e le Brigate Garibaldi « Natisone ». Il 12 settembre l’unificazione fu perfezionata, pur senza diventare fusione, dando vita alla Divisione GaribaldiOsoppo « Natisone ».
All’estremità occidentale della zona, in vai Cellina, il 7.8.1944 si ebbe un’analoga unificazione: 3 Battaglioni garibaldini e i 3 Battaglioni della futura 5a Brigata « Osoppo » costituirono la Brigata « Ippolito Nievo ». Il processo di unificazione si estese poi alla pianura pordenonese della destra Tagliamento con la costituzione della « Brigata Ippolito Nievo B » (v. Modotti, Divisione), avvenuta il
14.9.1944. Infine, il 9.10.1944 si costituì a Udine il Comando unico della pianura che estese tale unificazione alla sinistra Tagliamento. Alla vigilia dei grandi rastrellam[...]
[...]ttiva volontà dei Comandi, quanto dalle difficoltà obbiettive della vita cospirativa. Signicativo poi è anche il fatto che questi Comandi unificati non si siano disciolti nell’inverno per delibera delle formazioni, bensì per la dispersione conseguente ai rastrellamenti; tant’è vero che in Carnia i partigiani locali che, per quanto dispersi, si trovavano ancor vicini, fin dal 20.1.1945 ricostituirono per conto loro un Comando unico Gruppo Brigate GaribaldiOsoppo « Pai Piccolo ». Solo la « GaribaldiOsoppo Natisone » si spezzò per decisione dei due Comandi, uno dei quali decise di seguire il IX Korpus, l’altro di ritornare nella zona di Porzus.
La « crisi di Pielungo »
L’accordo politico venne invece totalmente a mancare in due circostanze, la prima delle quali' verrà ricordata come « crisi di Pielungo ». Essa si verificò durante la tumultuosa crescita estiva delle formazioni partigiane. Causa immediata fu la mancata vigilanza militare alla sede del Comando della Brigata « Osoppo », che si era insediato con il proprio Centro reclute e coi servizi nella villa Ciconi (detta
Castello di P[...]
[...]soppo », Carlo Commessatti, e il Comando della Brigata Garibaldi inoltrarono al C.L.N. provinciale e al Comando regionale veneto pesanti e allarmanti accuse di incapacità militare e politica. Il C.L.N. e il Comando regionale intervennero con severi provvedimenti che suonavano condanna anche se mitigata dall’ord:ne di aprire un’inchiesta. Contemporaneamente fu presa l’iniziativa di correre al supposto rimedio del male costituendo un Comando Unico GaribaldiOsoppo al posto del Comando di coordinamento già deciso il 14 luglio e ritenuto ora troppo blando. Detto Comando unico, proposto l’1 agosto, era cosa fatta il 16 agosto, col sostegno del Comando della Brigata Garibaldi e con l’avallo di due rappresentanti del Comando regionale arrivati da Padova, uno del P.C.I. e l’altro del P.d’A..
Ma quella condanna suonava assai stonata agli osovani che rivendicarono a sé, conformemente alla tradizione partigiana, il diritto di decidere sui propri comandanti. Nonostante quanto era avvenuto, Verdi e Aurelio restavano per gli osovani due capi stimati e popolaris[...]