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« C.S.I.R. », organo del Corpo di spedizione italiano in Russia, composto con caratteri cirillici (10.10.1941)
sacrificio, furono costrette a muoversi quasi sempre a piedi, combattendo nel quadro operativo della Il Armata tedesca. Nella terza decade di agosto il Corpo di spedizione italiano era già in grave crisi logistica e operativa, i suoi reparti dispersi su una profondità di 300 chilometri. Anche il nuovo Comando germanico, il gruppo corazzato comandato da von Kleist, considerava il C.S.I.R. un’unità motorizzata e richiedeva rapide manovre e spostamenti a largo raggio. Il 6 settembre la « Celere[...]
[...]taliano in Russia, composto con caratteri cirillici (10.10.1941)
sacrificio, furono costrette a muoversi quasi sempre a piedi, combattendo nel quadro operativo della Il Armata tedesca. Nella terza decade di agosto il Corpo di spedizione italiano era già in grave crisi logistica e operativa, i suoi reparti dispersi su una profondità di 300 chilometri. Anche il nuovo Comando germanico, il gruppo corazzato comandato da von Kleist, considerava il C.S.I.R. un’unità motorizzata e richiedeva rapide manovre e spostamenti a largo raggio. Il 6 settembre la « Celere » si attestò sul Dniepr, alla destra della « Pasubio »; la « Torino » esausta, arrancava intanto nelle retrovie. Il 2830 settembre, con la riuscita manovra di Petrilovka, il C.S.I.R. partecipò alla vittoriosa battaglia di Dniepropetrovka (circa 300 le nostre perdite tra morti, feriti e dispersi). Intanto, dopo la caduta di Poltava (18 settembre) e di Kiev (19 settembre) i tedeschi puntarono su Mosca e su Kharkov: avevano fretta, temevano l’inverno e con avanzate rapide e spregiudicate volevano impedire ai sovietici di riorganizzarsi.
Ancora con il gruppo di von Kleist (I Armata corazzata), dal 13 al 29 ottobre il C.S.I.R. mosse alla conquista del bacino minerario del Donez (nostre perdite: 61 morti, 143 feriti, 8 dispersi). Poi, dall’1 al 6 novembre, la « Celere » e la « Pasubio » conquistarono Gorlovka, Rikovo, Nikitovka (152 i nostri morti, 667 i feriti, 16 i dispersi). La «Torino » stava sempre arrancando nelle retrovie (dalla zona di radunata in Romania al bacino del Donez
compirà 2.000 chilometri a piedi). Alla metà di novembre, 51 divisioni tedesche diedero inizio alla seconda offensiva contro Mosca. Mussolini, che fin dall'estate aveva chiesto a Hitler l’« alto onore » di poter inviare sul fronte rus[...]
[...]ntro Mosca. Mussolini, che fin dall'estate aveva chiesto a Hitler l’« alto onore » di poter inviare sul fronte russo un secondo Corpo d’armata, insisteva offrendo ai tedeschi altre 15 divisioni « appiedate ».
Ai primi di dicembre l’offensiva tedesca contro Mosca fu bloccata. La grande controffensiva sovietica avrebbe detto che la «guerra lampo» di Hitler era finita per sempre.
La crisi del l’inverno 194142
L’inverno mise a dura prova il C.S.I.R.. La temperatura oscillava dai 28 ai 35 gradi sotto zero; le truppe, stanche e male equipaggiate, soffrivano pene indicibili. La « battaglia di Natale » (25 dicembre) e la nostra controffensiva del 2830 dicembre ci costarono dure perdite: 168 morti, 715 feriti, 207 dispersi, 305 congelati, in grande parte della « Celere ». il 21.1.1942 i sovietici ruppero lo schieramento della 17a Armata germanica e penetrarono oltre Izium. Gruppi tattici del C.S.I.R., al fianco delle unità tedesche, collaborarono alla rescissione dell’ampia sacca che minacciava l’intero fronte meridionale. In febbraio arrivarono dall’Italia il 6° Reggimento bersaglieri, il 120° Reggimento d’artiglieria, il Battaglione alpini «Monte Cervino». Nel maggio le armate naziste ripresero la corsa verso est, occuparono la penisola di Kerch, bloccarono la controffensiva di Kharkov, prepararono le basi per un nuovo balzo verso il Caucaso e il Volga.
Costituzione deli’Armir
Nel giugno 1942 si realizzò il grande sogno di Mussolini: nacque l’Armir, ossia l’Armata italiana in Russ[...]
[...]no 1942 si realizzò il grande sogno di Mussolini: nacque l’Armir, ossia l’Armata italiana in Russia che venne indicata come Vili Armata e fu affidata al comando del generale Italo Gariboldi. 500 tradotte avrebbero trasportato sul fronte russo altri 160.000 italiani, cioè le divisioni «Sforzesca», «Cosseria », « Ravenna », « Vicenza », e il Corpo d’armata alpino comprèndente le divisioni alpine « Tridentina », « Julia » e « Cuneense ». Il vecchio C.S.I.R., rinsanguato da complementi, avrebbe assunto la nuova denominazione di XXIV Corpo d’armata. Ma anche le nuove unità deH’Armir erano spaventosamente inadatte al loro ruolo. L’esperienza del C.S.I.R. non era servita a nulla: molti muli e nessun carro armato.
Nel viaggio dall'Italia al fronte russo, agli occhi dei soldati italiani si presentarono strane visioni, sovente incomprensibili. In Polonia, in Ucraina, lungo i binari della ferrovia centinaia di ebrei languivano, morivano. Ovunque si incontravano villaggi distrutti, miseria, disperazione. La strategia del genocidio, voluta da Hitler, era rigorosamente applicata non soltanto dalle S.S., ma anche dalla Wehrmacht: le grandi masse dei prigionieri russi dovevano morire di fame e di stenti, tutta la popolazione giovane maschile e femmi[...]