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tipologia: Analitici; Id: 1549941


Area del titolo e responsabilità
Tipologia Periodico
Titolo [corsivetto], Sergio Boldini, Nuove forme di comunicazione politica [sopratitolo: Dall'Apollon alle feste dell'Unità nella periferia romana]
Responsabilità
Sergio Boldini+++
  • Boldini, Sergio ; ente ; ente
  autore+++    
Rubrica od altra struttura ricorsiva
Problemi della cultura [Rinascita] {Problemi della cultura [Rinascita]}+++  
Area della trascrizione e della traduzione metatestuale
Trascrizioni
Trascrizione Non markup - manuale o riveduta:
[didascalia p. 19: Struttura per la festa dell’Unita di Settecamini]
La funzione tradizionale dell’intellettuale è in crisi. E’ in crisi la sua presunta autonomìa, perché diviene sempre più evidente il nesso integratorio che lo lega al sistema, a meno che al sistema egli non si opponga con una produzione ideologicamente orientata, che non tarda perciò, oggi, ad assumere un significato politico diretto.
Questo avevano capito benissimo gli operai dell’Apollon, che dalla loro piccola fabbrica, occupata per quasi un anno, dovevano ogni giorno inventare forme nuove di comunicazione e di collegamento con la città, perché il senso della loro lotta restasse ben vivo e non fosse soffocato dal tradizionale scetticismo della capitale. E’ così che nel crogiolo di questa lotta si è visto nascere quel « cinegiornale libero » Apollon, una fabbrica occupata, che è stato uno dei primi tentativi in Italia di cinema della classe operaia; si son visti discutere e agire a suo favore fin nelle strade di Roma uomini del cinema e del teatro; pittori, scrittori, intellettuali cercare febbrilmente, e qualche volta trovare, forme d’arte e di comunicazione più diretta che fossero in qualche modo alla pari con l’inventiva di quel nucleo di classe operaia.
Vinta, però, la lotta dell’Apollon, molti di quei positivi fermenti rischiavano di perdersi o di rifluire in un certo rivoluzionarismo velleitario, da cui quel « polo di orientamento » li aveva in parte liberati. Tempestivo è quindi venuto ancora una volta l’invito della cellula comunista dell’Apollon « a tutti gl’intellettuali e gli artisti che già avevano sostenuto la loro lotta» a cercar di continuare la loro nuova funzione, organicamente e direttamente connessa alle lotte e alle manifestazioni del movimento operaio, in questo caso tentando di rinnovare dall’interno alcuni « modelli » d’incontro e di comunicazione dei lavoratori, come le feste della stampa comunista, che apparivano obiettivamente invecchiati rispetto all’evoluzione generale dei linguaggi, particolarmente rispetto a un uso delle immagini come più incalzante mezzo di sintesi comunicativa, oltreché, spesso, non così ricchi e articolati nel contenuto politico e culturale, da corrispondere al livello raggiunto dalle lotte e dalla stessa sensibilità e inventiva di tutto il partito.
E’ così che, secondo quanto era stato discusso e deciso in vari incontri e riunioni comuni di intellettuali, artisti, operai e quadri di partito, la «Festa operaia dell’Unità» di Settecamini (frazione del Comune di Roma) si è dunque realizzata con un’articolazione che non sarà forse inutile riassumere in via esemplificativa: 1) Una struttura d’insieme semplice e unitaria che, approfittando del leggero pendìo naturale del terreno, formava con segmenti di curva intervallati e coerenti costituiti dalle serie di pannelli, dal palco, dagli stands e dalle figurazioni pittoriche, una sorta di anfiteatro asimmetrico, di spazio centrale dell’incontro popolare, in mezzo al quale si protendeva il « braccio sporgente » del podio per l’oratore. (Proposta di Ennio Calabria, approvata e realizzata da tutto il collettivo). 2) Tre grandi figurazioni pittoriche da sistemare al centro, a destra e a sinistra del palco, alte fino a 5 metri e realizzate in legno compensato intelaiato, ritagliato e dipinto, che innalzate su « tubi Innocenti » rappresentavano i temi politici del momento: la lotta per lo Statuto dei diritti dei lavoratori, con l’angosciosa figura dell’edile abbrancato al suo esile bilancino e sospeso su una assurda città disumana fatta solo d’automobili (proposta e realizzazione artistica di E. Calabria); la lotta contro la NATO, con un mostruoso elicottero USA, che sembra voler coprire tutta l’Italia (proposta collettiva, realizzazione artistica del pittore Ganna); la lotta per la libertà di stampa e d’informazione, rappresentata da una grande rotativa che produce e lancia centinaia di copie dell’Unità, di Rinascita, di Vie Nuove, (proposta collettiva e realizzazione artistica del pittore Marano). 3) Una serie di quattro pannelli su « La cultura e le forme di comunicazione della classe operaia », che evidenziava la necessità di estendere la costruzione della egemonìa di classe dalle strutture alle sovrastrutture, dalla lotta per mutare i rapporti di produzione alla lotta per modificare le istituzioni, i contenuti, le finalità, i linguaggi e le forme di appropriazione della cultura. Sulla scorta di alcune note di Gramsci e di documenti popolari originali (documenti di « concezione del mondo » e di moralità contadina, poesie e canzoni operaie di fabbrica, forme d'invenzione grafica, plastica, ecc. attuate dai lavoratori soprattutto per la comunicazione visiva durante le grandi manifestazioni pubbliche, ecc.) questi pannelli coglievano resistenza e il crescere di forme di cultura operaia e contadina evidentemente subalterne nei linguaggi, nella stessa compiutezza concettuale, ma cosi prepotentemente «cariche di realtà » da sollecitare una ricerca degli intellettuali marxisti sui modi di far entrare quel patrimonio in una nuova cultura nazionale rinnovata dal basso. (Proposta e documenti di Sergio Soldini; realizzazione dei pannelli di S.B. e del collettivo). 4) Una serie di tre pannelli di cronaca foto-documentaria dell'occupazione dell’Apollon curati dagli operai per indicare le avanzate conquiste politico-sindacali realizzate con l'occupazione: irizzazione e riapertura della fabbrica; nessuna discriminazione e anzi esclusione dei crumiri dalla riassunzione; garanzia di graduale rioccupazione di tutti gli « occupanti » entro l'anno; diritto di assemblea; ecc. 5) Pannelli vari sulle questioni locali e sulla politica generale del partito. 6) Stands tradizionali della stampa, dei libri, della gastronomia.
Il tempo di due giorni della festa non è forse stato occupato in modo altrettanto ricco e nuovo che il suo spazio, (in quanto gli spettacoli e i momenti della comunicazione politica non hanno troppo coinvolto i presenti) ma il successo popolare del tentativo d'innovazione pare tuttavia confermato dal « contagio » di tutte le sezioni del Tiburtino, per cui, dopo Settecamini, anche a Tiburtino III, alla nuova sezione « Mario Alicata » e ora alla « Gramsci » di Tiburtino IV, si è voluto procedere nella stessa direzione. E anche se in qualche caso la ristrettezza di tempo o di mezzi ha consentito soluzioni più modeste (che colpivano comunque la fantasia popolare come il grande arcobaleno che ha suscitato commenti disparati e interesse alla «M. Alicata») a Tiburtino III la generosità e l’impegno di tutti i compagni hanno consentito l'ulteriore sperimentazione di tecniche di rappresentazione plastica (la famiglia del baraccato rappresentata a tutto tondo nella sua quotidianità circondata di polvere e rottami) e l’affinamento delle tecniche già sperimentate, in modo che non solo il dramma dell'edile che precipita era ricostruito con sagome dipinte nel contesto di un intero cantiere simbolico, ma le stesse macerie delle vere case, demolite e non ancora ricostruite nel quartiere, divenivano « il nostro Vietnam » (tema generale della festa) da cui figure di guerriglieri spiccavano con le armi al cielo, a testimoniare l'unità internazionalista tra lotte interne contro il capitalismo e lotte nel mondo contro l'imperialismo. Alta e luminosa su tutto, la popolare figura del grande scomparso di questi giorni: Ho Chi Min.
A Tiburtino III si è ripetuta la mostra dei pannelli su « la cultura e le forme di comunicazione della classe operaia » e si sono aggiunti quelli con la mostra fotografica dei temi politici locali. Ma se una certa attenzione questi hanno avuto soprattutto dall'avida curiosità dei giovani, in complesso qui proprio la parola, scritta, detta (e cantata male, coi cosiddetti complessini «beat») è apparsa priva di mordente comunicativo. Tranne, non per caso, quando un palchetto basso è stato improvvisato in mezzo alla gente per il comizio... meno autoritario dell'oratore ufficiale. Perché forse anche su questo argomento, di un uso diverso, più dimesso e sintetico della parola parlata, e di una ricerca delle sue più aggiornate combinazioni con le immagini — fisse o in moviménto — bisogna aprire qualche capitolo nuovo, adeguato alle esigenze di rapida, ricca, efficace informazione che emergono in questo momento dalla stessa grande vitalità di tutto il movimento democratico.
 


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in: Catalogo KBD Periodici; Id: 32754+++
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Area unica
Testata/Serie/Edizione Rinascita | settimanale ('62/'88) | ed. unica
Riferimento ISBD Rinascita : rassegna di politica e cultura italiana [rivista, 1944-1991]+++
Data pubblicazione Anno: 1969 Mese: 10 Giorno: 17
Numero 41
Titolo KBD-Periodici: Rinascita 1969 - 10 - 17 - numero 41


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