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tipologia: Analitici; Id: 1549939


Area del titolo e responsabilità
Tipologia Periodico
Titolo Lettera di Carlo Paratico (Valtesse, Bergamo), Gli scioperi nella chimica, e risposta di Mario Bottazzi, segretario nazionale dei chimici, autore della lettera su «sindacati e gruppi nella chimica» in «Rinascita», 5 settembre
Riferimento diretto ad opera
Lettera in «Rinascita» di Mario Bottazzi, Sindacati e gruppi nella chimica {Lettera in «Rinascita» di Mario Bottazzi, Sindacati e gruppi nella chimica}+++   critica+++   
Responsabilità
Carlo Paratico (Valtesse, Bergamo)+++
  • Paratico, Carlo
  lettera di+++    
Mario Bottazzi+++
  • Bottazzi, Mario
  risposta di+++   CGIL - Chimici - Segretario nazionale+++   
Rubrica od altra struttura ricorsiva
Lettere [Rinascita] {Lettere [Rinascita]}+++  
Area della trascrizione e della traduzione metatestuale
Trascrizioni
Trascrizione Non markup - manuale o riveduta:
Caro direttore,
su Rinascita (n. 35) ho letto la lettera del compagno Mario Bottazzi, segretario nazionale dei chimici, su « sindacati e gruppi nella chimica ».
Bottazzi si scandalizza perché gli operai della Rumianca, subito dopo l’accordo sull’indennità di mensa, hanno proclamato uno sciopero a oltranza nonostante «il padrone (avesse) già dichiarata una certa disponibilità » alla trattativa, e pare compiacersi del fatto che dopo alcuni giorni lo sciopero sia fallito; pare esultare perché l’azione congiunta dei tre sindacati alla Pirelli Bicocca sia riuscita a non far assumere alle rivendicazioni aziendali « il carattere di una piattaforma contrattuale»; pare additare ad esempio il fatto che « alla Montedison di Porto Marghera gli esponenti principali di Potere Operaio (siano) stati espulsi dal sindacato », come se i contrasti e le divergenze esistenti nel movimento operaio organizzato fossero risolvibili con provvedimenti di repressione amministrativa.
La Rumianca S.p.A., nel comunicato apparso il 6 settembre scorso, si limita a comunicare ai propri azionisti che l’indice di aumento dei profitti e degli ammortamenti nei primi sei mesi del ’69, rispetto al ’68, è stato del 296% e che ciò è dovuto sia a un più razionale sfruttamento dell’apparato produttivo (leggi soprattutto classe operaia), sia all’aumento dei prezzi di vendita (dove si vede che l’aumento dei prezzi è determinato dalla sete di sovrapprofitti e non dalle richieste di aumenti salariali da parte della classe operaia).
Non starò qui a esaminare le posizioni errate dei vari gruppi « marxisti-leninisti » e la coincidenza delle loro posizioni verso i sindacati con quella delle organizzazioni padronali; mi limiterò a far rilevare che non è sufficiente una citazione di Engels per dimostrare che i vari gruppi della contestazione mancano di qualsiasi base teorica seria, per cui la loro risulterebbe un’azione di disturbo sterile e senza prospettiva, e ritenere così di aver chiarito ogni cosa. Bisogna che si cominci ad analizzare e a spiegare, prima a noi stessi e poi agli altri, perché importanti settori della classe operaia manifestano insofferenze e intraprendono lotte anche aspre fuori da ogni schema classico, arrivando a contestare apertamente la validità e l’opera delle organizzazioni tradizionali della classe.
Pare a me che concorrano a creare queste manifestazioni di sfiducia anche coloro che danno più credibilità a ipotetiche disponibilità dei padroni alla trattativa piuttosto che alle capacità di lotta della classe (nel caso della Rumianca, poi, il comunicato agli azionisti ci spiega molte cose, compresa la batosta presa dal sindacato nelle votazioni per il rinnovo della C.I.) che si preoccupano di mantenere le piattaforme rivendicative entro limiti ragionevoli (la parola più in uso è « realistici »), che sì preoccupano di rispettare le scadenze contrattuali anche quando il padronato ha deliberatamente ribaltato tutte le premesse su cui si fondavano quei patti (come dimostrano i recenti aumenti dei prezzi di quasi tutti i prodotti industriali).
I due servizi di Diego Novelli e Bruno Ugolini inseriti nell’inserto speciale del n. 36 di Rinascita puntualizzano lo stato di tensione anche ideale che esiste nella classe operaia anche se, a mio parere, mancano di una critica più aperta e franca nei confronti di certe posizioni di potere presenti in certe organizzazioni, refrattarie a ogni azione di rinnovamento e adeguamento alle nuove esigenze che vengono avanti.
Carlo Paratico Valtesse (Bergamo)
[corsivetto]
I fatti sono sempre più testardi delle parole. Dopo che ho scritto la lettera con la quale polemizza il compagno Paratico, è accaduto che alla Rumianca, dagli scioperi falliti per colpa dei « marxisti-leninisti » siamo giunti agli scioperi proclamati dai sindacati e pienamente riusciti; a Porto Marghera per quella piattaforma « contenuta entro limiti ragionevoli » i 12.000 lavoratori chimici della Montedison hanno già fatto sei giorni di sciopero e sono disposti a farne altri se i padroni non cederanno; alla Pirelli Bicocca, per le rivendicazioni scelte senza farsi prendere la mano dalle tentazioni estremiste della «piattaforma contrattuale», si sta conducendo una lotta che non ha l’uguale nella storia del movimento operaio italiano.
I padroni guadagnano? I profitti sono altissimi? Certo. Il problema è proprio quello di strappare questi profitti e assieme di spezzare il potere dispotico di cui dispongono i padroni nelle fabbriche e nella società. Allora ciò che conta non sono le parole, ma la lotta di classe, quella che porta la massa dei lavoratori allo scontro costante con il padrone e che realizza dei risultati, non delle sconfitte.
Ha ragione il compagno Paratico quando rileva l’assenza nella mia lettera di una puntualizzazione di uno stato di tensione che esiste nella classe operaia, ma io non ho scritto un articolo, ho solo fatto degli appunti.
Se avessi potuto dilungarmi, avrei anche indicato le manchevolezze che ci sono nel nostro movimento e mi sarei sforzato di cogliere le motivazioni reali anche di atteggiamenti di sfiducia che esistono tra certi strati di lavoratori. In ogni caso, però, sarei arrivato alla conclusione che ciò che serve alla classe è il rafforzamento delle sue organizzazioni e non l’esaltazione di movimenti che teorizzano lo spontaneismo.
Conclusione a cui avrei potuto giungere con tutta facilità, dal momento che milioni di lavoratori sono in lotta — e che lotta! — per gli obiettivi che si sono dati in un democratico dibattito con i loro sindacati.
Mario Bottazzi
 


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in: Catalogo KBD Periodici; Id: 32752+++
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Area unica
Testata/Serie/Edizione Rinascita | settimanale ('62/'88) | ed. unica
Riferimento ISBD Rinascita : rassegna di politica e cultura italiana [rivista, 1944-1991]+++
Data pubblicazione Anno: 1969 Mese: 10 Giorno: 3
Numero 39
Titolo KBD-Periodici: Rinascita 1969 - 10 - 3 - numero 39


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