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tipologia: Analitici; Id: 1549922


Area del titolo e responsabilità
Tipologia Periodico
Titolo inedito di Palmiro Togliatti, Dal discorso ai quadri operai di Sesto San Giovanni liberata
Responsabilità
Palmiro Togliatti+++
  • Togliatti, Palmiro ; Ercoli ; Correnti, Mario ; ente ; ente
  inedito di+++    
Rubrica od altra struttura ricorsiva
Il Contemporaneo [Rinascita] {Il Contemporaneo [Rinascita]}+++  
Area della trascrizione e della traduzione metatestuale
Trascrizioni
Trascrizione Non markup - manuale o riveduta:
[didascalia p. 15: La pagine dell’Unità del 24 maggio 1945 con le fotografie del discorso di Togliatti a Milano. L’editoriale è di Longo, sui CLN.]
[corsivetto]
La liberazione dell’Italia del nord pose il problema di un governo e di una direzione politica nuovi, più energici, più aderenti alla volontà delle masse lavoratrici, audaci nel cercare nel popolo, nella sua iniziativa e negli organismi unitari sorti per la lotta di Liberazione l’appoggio necessario per governare il paese. Trattative vennero intraprese a Roma tra i rappresentanti del CLN Alta Italia, i membri del CLN centrale e i rappresentanti del governo Bonomi, tra i quali Togliatti che in quel governo aveva l’incarico di vice-presidente del Consiglio.
Superate una serie di difficoltà frapposte dagli alleati, il 17 maggio le trattative si spostarono al Nord dove si recarono i membri più autorevoli del governo e del CLN centrale con l’incarico di esaminare con i rappresentanti del CLNAI la situazione politica. Partirono Bonomi, Togliatti, Nenni, Gronchi, Soleri, Brosio, Einaudi, Lussu, La Malfa e De Gasperi. Le autorità di occupazione impedirono a Togliatti e a Nenni di pronunciare comizi, di parlare in pubblico agli operai accorsi a salutarli. La disposizione non impedì che il viaggio di Togliatti avvenisse in un clima di accoglienze trionfali anche se a Bologna, Modena, Parma, Reggio, Piacenza, Trecate, Vercelli, Biella, Novara, Torino, Milano, Togliatti dovette limitarsi a poche parole di saluto e a prendere quindi contatto con il partito nelle sedi della organizzazione.
Il discorso, del quale pubblichiamo qui la parte conclusiva, che riguarda la concezione del « partito nuovo », è inedito; è conosciuto solo per il riassunto che ne forni l'Unità del 22 maggio. Esso era stato preceduto da un discorso pronunciato presso la segreteria della Federazione milanese il 19 maggio e fu seguito da un discorso ai quadri del partito sempre nella sede della Federazione. Il discorso è particolarmente interessante perché fu pronunciato nel primo contatto diretto di Togliatti con i quadri del partito al Nord e con ì problemi politici e di orientamento generale emersi sull’onda dell’insurrezione nazionale e relativi alle prospettive della lotta politica in Italia. Il grande tema della discussione politica, sul quale Togliatti torna insistentemente, era quello della scelta politica fondamentale: la politica di unità nazionale e di unità democratica e popolare era da considerarsi per tutto il partito, come Togliatti aveva già scritto sul finire del 1944, come la via maestra per, la creazione di un regime di libertà e di progresso.
Si poneva il problema di rinsaldare intorno a quella politica l’unità del partito, di preparare il partito, forte di quella politica, ad estendere la sua influenza organizzata tra le masse respingendo ogni tendenza « a fare da noi ».
Emergono nel discorso di Togliatti tutti i grandi temi che saranno poi alla base del profondo e non facile dibattito politico che avrà luogo nel corso della preparazione e della realizzazione del V Congresso del partito in particolare col discorso a Firenze nell’ottobre.
[tondo]
20 maggio 1945
Compagni, oggi le condizioni in cui lavoriamo sono profondamente diverse da quelle in cui si lavorava in passato. Vedo tra voi molti compagni con i capelli bianchi che si ricorderanno il lavoro di venti anni fa, quando abbiamo creato le sezioni comuniste dopo il congresso di Livorno. Abbiamo creato e dato vita al Partito Comunista dopo Livorno perchè sapevamo che bisognava creare in Italia un partito fedele agli interessi e alle aspirazioni della classe operaia, se si voleva il bene della classe operaia. Ci siamo dedicati a questo compito con tutte le nostre energie ed abbiamo lo orgoglio di dire che siamo riusciti a fare del Partito Comunista un grande partito che ora affonda le sue radici nella realtà della vita italiana, nelle fabbriche, nelle officine, nei campi; al quale guarda la parte migliore del popolo italiano che attende da esso una guida. Ognuno dei militanti del partito comunista deve sentire la responsabilità che gli deriva dall’essere militante di questo Partito. Deve sentire che le situazioni favorevoli o sfavorevoli, le grandi questioni che si pongono per ricostruire il nostro paese, dipendono in grande parte da quello che sapremo fare fra le masse.
Ricordatevi quando si è posto il problema dell'insurrezione nazionale, quando si è trattato di organizzare gli scioperi ancora sotto il fascismo, quanta resistenza abbiamo dovuto vincere. A coloro che non capivano abbiamo pariate, abbiamo spiegato; attraverso questo lavoro abbiamo spezzato ogni resistenza anche degli altri partiti. Perchè siamo l’avanguardia delia massa operaia siamo riusciti a scatenare gli scioperi del marzo ’43, gli scioperi del ’44, abbiamo armato i lavoratori e fatto la insurrezione nazionale.
Guai a noi se, oggi che abbiamo raggiunto questa prima grande vittoria, ci addormentassimo sugli allori. Oggi si tratta di capire bene quali sono le condizioni del nostro lavoro, e lottare e combattere giorno per giorno per offrire alla classe operaia, al popolo italiano, all’Italia tutta, la soluzione di queste gravi questioni. Noi eravamo un piccolo partito, un partito di propagandisti e agitatori che andavano nelle fabbriche e sapevano più o meno parlare agli operai.
Oggi noi non possiamo più essere soltanto questo. Dobbiamo essere qualcosa di molto diverso: dobbiamo essere un grande partito, che, attraverso il lavoro dei quadri dirigenti, degli operai e dei contadini, lavori giorno per giorno per risolvere tutte le questioni che si presentano nelle fabbriche, nei comuni, nelle campagne, e risolverle nell’interesse delle masse lavoratrici.
Dobbiamo guidare le masse lavoratrici a risolvere queste questioni. Voi comprendete che una grande trasformazione deve avvenire nel nostro partito, nella sua organizzazione, nella formazione dei suoi quadri, nel modo di lavorare della sua direzione e dei suoi dirigenti. Non possiamo più essere un partito di pochi ma buoni, dobbiamo accogliere nelle nostre file tutti gli elementi che accettano il nostro programma per risolvere tutte le questioni della massa operaia e lavoratrice.
Per questo dobbiamo avere nelle nostre file tutti gli operai che comprendono il nostro programma e lavorano per la sua realizzazione. Per questo non dobbiamo respingere i tecnici, specialmente quelli di officina, che comprendono che si apre per loro un periodo nuovo, non più di collaborazione col padrone ma di collaborazione con gli operai, con la parte più intelligente degli operai, per creare un regime nel quale i tecnici avranno la parte che spetta loro nella direzione delle fabbriche e nella vita produttiva del paese. Dobbiamo realizzare un partito che sia solido e ben organizzato. Dobbiamo avere cellule ben organizzate in tutte le fabbriche, in tutte le officine. Dobbiamo avere le nostre sezioni nelle città. Il partito deve diventare un vivaio di energie dei popolo al quale devono rivolgersi tutti i lavoratori per consigli, per la soluzione di tutte le questioni, per uscire dalla miseria. Le sezioni comuniste devono sempre essere a capo del lavoro di tutto il popolo, devono essere capaci di comprendere tutte le questioni del popolo e non dimenticarne nessuna. Non vi è nessun problema che non ci interessi. Quello, per esempio, della masse di profughi, di prigionieri che tornano dalla Germania, dai diversi paesi: Inghilterra, Africa, India. Questi uomini sono stati strappati dal nostro paese parecchi anni or sono, non hanno visto niente, non hanno visto il fascismo diventare strumento dei tedeschi. Sono uomini che rientrano con idee false, che forse reagiranno ai fazzoletti rossi ed agli operai armati. Guai a noi se dovessimo respingere questa massa di fratelli che ritornano. Dobbiamo aiutarli a risolvere le questioni più elementari. Hanno bisogno di scarpe, di vestiti: dobbiamo far sì che ogni sezione diventi un centro di assistenza, che spieghi loro qual è la nuova situazione. Ricordate che si tratta di due milioni di uomini. Soltanto se noi faremo questo, se riusciremo a far comprendere loro la nuova situazione, se ci occuperemo dei loro bisogni, otterremo che non si rivolgano contro di noi. Io vi ho dato questo esempio per cercare di farvi comprendere che dobbiamo interessarci di tutte le questioni dei lavoratori, perchè è nell’interesse della classe operaia e della nazione.
A Napoli parlando per la prima volta in pubblico, ho usato questa espressione: ho detto che il nostro Partito deve essere un partito nuovo, e voglio che voi comprendiate bene che cosa significa. Significa che noi non rinneghiamo nulla del passato, non rinneghiamo nulla delie lotte condotte, ma comprendiamo che in Italia esiste una situazione nuova nella quale la classe operaia deve assumere la direzione del paese, e se il nostro partito non cambia oggi profondamente il proprio orientamento non riusciremo a guidare tutto il popolo su questa strada che si apre davanti a noi.
Partito nuovo vuol dire un partito che ha un orientamento politico non settario, ma che affronta tutte le questioni che si presentano con mente fresca.
La questione dei rapporti con i socialisti è decisiva. Il PSI è un partito di operai, di lavoratori che sono compagni, che sono fratelli. Sappiamo che, oggi, se la classe operaia italiana vuole adempiere alla funzione che le spetta nella direzione del paese non deve lasciare che le proprie forze vengano divise contro l’interesse della classe lavoratrice.
Lo stesso vale per quanto riguarda i rapporti coi lavoratori cattolici. Le manifestazioni che organizzavamo, in passato, contro il partito popolare, abbiamo imparato che sono state un errore, perchè se è vero che nel partito democristiano si trovano alla sommità elementi conservatori che non comprendono i problemi del momento, sappiamo che nei campi, nelle fabbriche, i lavoratori democristiani hanno gli stessi interessi dei lavoratori comunisti e socialisti. Quando discutiamo con essi scopriamo che essi tendono al rinnovamento politico del paese attraverso la riforma agraria e industriale, attraverso la repubblica. Noi sappiamo che sulla soluzione di questi tre problemi fondamentali possiamo trovarci d’accordo con la maggioranza dei democristiani. A Roma abbiamo voluto creare un’unica organizzazione sindacale: socialista, comunista e democristiana. Nel suo congresso a Napoli quest’organizzazione sindacale ha elaborato un programma che voi non conoscete ancora ma che sarà portato presto a conoscenza degli operai di Milano e Torino. Potrà essere perfezionato col vostro contributo, ma nel suo complesso si muove sulla linea fondamentale delle aspirazioni delle classi lavoratrici e della lotta per l’organizzazione e l’emancipazione del lavoro.
Noi tendiamo la mano ai cattolici, vogliamo lavorare e combattere con loro. A quelli che, nel campo cattolico, sotto pretesti religiosi, conducono una campagna contro di noi e non si vergognano di ripetere le vecchie calunnie adottate dal fascismo, a costoro rispondiamo: lavorate contro l’interesse della nazione, lavorate contro l’interesse del popolo. Abbiamo dato i nostri migliori per la libertà del popolo: può un partito che, come il nostro, ha dato schiere di eroi e di martiri per la causa della liberazione, essere soltanto un partito di vili materialisti?
Lavoriamo dunque d’accordo, lavoratori cattolici, se vogliamo che gli elementi reazionari non riescano a spezzare questa unità!
Dobbiamo far entrare nel nostro partito molti giovani e molte donne. Occupiamoci soprattutto del problema femminile. Avviciniamo le donne, aiutiamole a organizzare le loro formazioni femminili perchè esse stesse difendano i propri interessi di donne, ma lasciamo che si dirigano da sè. La donna che lotta per la propria emancipazione è una grande alleata della classe operaia nella lotta per l’emancipazione del lavoro.
In questo modo compagni, io vi invito a lavorare e a combattere. So che vi troverete, sovente, di fronte a grandi difficoltà. Per organizzare e dirigere le masse che vengono a voi, dovete organizzare i nuovi quadri. I vecchi compagni, soprattutto, non sbarrino la strada ai giovani, ma li aiutino e li sorveglino. Voi, vecchi compagni, dovete insegnare ai giovani compagni a lavorare, ad avere posti di direzione in tutte le organizzazioni popolari che devono sorgere nella nuova Italia. Non sbarrate il cammino ai nuovi quadri, aiutateli a venire avanti, controllateli, dirigeteli nel lavoro, ma non tenete il nostro partito chiuso in una squadra entro cui non potrebbe svilupparsi.
So che avrete grandi difficoltà da superare, ma come le avete superate per venti anni, come avete saputo, quando cadeva un gruppo di compagni, far sorgere un altro gruppo, come avete saputo organizzare gli scioperi contro i fascisti e i tedeschi, ebbene, con lo stesso animo, con lo stesso spirito buttatevi nella soluzione di questo grande compito. L’Italia ha bisogno che ci sia in ogni provincia, nelle città e nei campi, una forte, grande, solida organizzazione comunista. E non soltanto per la nostra organizzazione: l'ltalia ha bisogno di questo grande partito perchè questo partito la dirigerà verso nuovi destini. Avanti compagni, date tutte le vostre forze, andate, lavorate per la soluzione di questo problema.
Fate del PC la guida di tutti i lavoratori, degli operai, del popolo italiano sulla via della costruzione di un’Italia nuova, felice, libera per sempre da ogni schiavitù, da ogni oppressione. Viva il Partito comunista!
 


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in: Catalogo KBD Periodici; Id: 32747+++
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Area unica
Testata/Serie/Edizione Rinascita | settimanale ('62/'88) | ed. unica
Riferimento ISBD Rinascita : rassegna di politica e cultura italiana [rivista, 1944-1991]+++
Data pubblicazione Anno: 1969 Mese: 8 Giorno: 29
Numero 34
Titolo KBD-Periodici: Rinascita 1969 - 8 - 29 - numero 34


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