Area del titolo e responsabilità| Descrizione | | [1-3)]«TRA UNA [1) lettera di Paul Valery, del 1928, su "Leonardo e i filosofi"], e un [2) un saggio di Albert Mirgeler sulla "Eredità dell'Occidente"], 'Merkur', una rivista culturale di Monaco, ha iniziato [3) nel numero di ottobre, per la penna di Hans Magnus Enzensberger, una ricostruzione del processo Montesi], che merita di venir segnalata per l'uimpegno delll'Autore nel cercar di inquadrare questo episodio di cronaca nera nella più vasta ronaca sociale ee politica dell'Italia contemporanea. Si tratta, va precisato, di una rivista di orientamento conservatore-cattolico: come tutti gli organi di stampa bundesrepubblicani che si rivolgono a delle 'élites', è abbastanza spregiudicata nell'analisi di alcuni problemi di fondo dei paesi alleati della Germania dell'ovest. La ricostruzione del 'Merkur', va ancor detto, si inquadra in una crescente attenzione, nella Repubblica federale, per i problemi italiani.»
[1-7)]«Sulla stampa quotidiana e periodica questa attenzione si è dimostrata particolarmente vivace dopo le eezioni del 6 novembre, com'è dimostrato dal fatto che persino il [4) Bollettino dell'Ufficio stampa dela Cancelleria federale ha sentito la necessità di dedicare un lungo commento ai risultati]»
[4)]«e riconoscere che "l'avvenimento più notevole per il pubblico italiano e per l'estero, in queste elezioni comunali, è costituito dall'aumento dei voti ottenuti dai comunisti. Questo aumento si è verificato esclusivamente nelle regioni industriali dell'Italia settentrionale, dove ci sono le paghe più alte, non nel Mezzogiorno più povero". L'articolo afferma poi che "anche se nel Mezzogiorno cominciano a mostrarsi i sintomi di un miglioramento, raggiunto con la costruzione di edifici e con l'industrializzazione, la differenza tra ricchi o poveri è ancora molto grande, malgrado l'aumento del livello medio di vita; più grande che in qualsiasi altro paese europeo. Il compito storico della Democrazia cristiana è quello di diminuire le differenze in modo che esse non debbano più essere uno stimolo alla rivvoluzione sociale. Il problema centrale della politica interna italiana continua ad essere il Mezzogiorno. L'aumento di voti per i comunisti del Nord si può spiegare in parte con i disoccupati emigrati dal Sud. Il governo di Fanfani ha il compito storico, dimostrato dai risultati di queste elezioni, di comprendere nel progresso economico e politico de paese anche il Mezzogiorno trascurato da secoli. Si tratta di unire per sempre l'Italia alle libere democrazie dell'Occidente e di eliminare definitivamente i pericoli di un estremismo di destra e di sinistra. Saranno necessari degli sforzi di tutta la nazione per estendere l'attuale relativo benessere anche su questo territorio, in cui, compresa la Sardegna, vi sono 15 milioni di persone. Questo è un compito per il Mercato comune europeo, che appare come l'istituzione più adatta per aiutare l'Italia nella sua ricostruzione. Per la generazione che oggi vive in Italia questo è un compito superiore alle forze. In questo senso evitare un'ulteriore radicalizzazione degli elettori italiani deve essere riguardato come un compito di tutta l'Europa". A parte il fatto che il bollettino 'ufficiale' di un governo straniero si permetta in modo così aperto di dire ai governanti italiani quel che debbono o non debbono fare in politica interna, c'è di interessante, in questo commento, il costante richiamo al MEC e a un intervento economico in Italia. su questa linea si muovono oramai tutta una serie di pubblicazioni.»
[3)]«Per tornare al 'Merkur', la sua ricostruzione prende le mosse da alcune considerazioni sul rapporto che esiste in Italia tra Giustizia e popolazione e sul confronto con il rapporto esistente in Germania occidentale. L'italiano - osserva l'articolista - non ha mai completa fiducia nella Giustizia e per questo si considera sempre anche un po' giudice, con tutti i vantaggi e gli svantaggi che ciò presenta. In Germania, invece, la Giustizia ha sempre la iniziale maiuscola, e nessun cittadino si permette di controllarne l'amministrazione. I suoi diritti e i suoi poteri li ha demandati ai Giudici. Il modo come questi se la sbrigano, è soltanto affar loro. "Pensiamo alla fine del dominio fascista in Germania e in Italia Da noi sono pasati degli anni sino al faticoso svolgimento dei più piccoli e ridicoli procedimenti della cosiddetta denazificazione, ordinata dai vincitori, e i processi contro i grndi criminali durano ancor oggi, sotto gli sguardi distratti dell'opinione. In Italia il popolo liberato ha giudicato spontaneamente i suoi boia e ha pronunciato la sua condanna con un solo atto di giustizi storica, che è stato sanguinoso e terribile, ma ha purificato il paese con un solo colpo e ha levato quest'incubo. Chi non ha perso la vita in questo atto è stato graziato: poiché la giustizia di questo popolo conosce anche la generosità, che è nel Diritto". Con la medesima passione gli italiani hanno vissuto il caso Montesi, e "tutti hanno cercato di decifrare in esso qualcosa che ha parte della propria sorte". Tralasciamo, anche se è di continuo accompagnata da inlligenti osservazioni, la cronologia dei fatti. Nel numero di novembre 'Merkir' pubblica la conclusione di questa ricostruzione, che occupa altre venti pagine. La parte più interessante è quella che cerca di spiegare ai lettori tedeschi percgé il popolo italiano, nella sua grande maggioranza, è stato "colpevolista" e non ha avuto alcun dubbio su tutte le accuse mosse a Piero Piccioni e ai suoi amici: nei fatti in esame, esso ritrovava il vero volto della classe dirigente, quale se la raffigura e quale è, poiché il sottogoverno è una realtà: "un governo contro il popolo, un governo invisibile, una sorta di magia legalizzata, una macabra parodia alle spalle dello Stato che è solo l'organo esecutivo di gente che vive nella penombra... Specialmente in Ugo Montagna l'Italia ha visto questo sottogoverno, e in realtà questo oscuro Cavaliere del Santo Sepolcro, il siciliano dal sorriso alla De Sica, l'uomo al quale non poteva succedere nulla, che è stato sempre in alto sia che al potere ci fossero i fascisti, gli occupanti tedeschi, gli americani o i clericali, è un esempio pertinente di quello sfruttamento metà gioviale e metà assassino al quale l'Italia è consegnata da che esiste memoria umana. La realtà quotidiana ('di questa classe dirigente') è però diversa da come se la raffigura il lettore dei rotocalchi. I suoi strumenti non sono l'oppio e la pistola, il veleno e il vizio, ma la speculazione sui terreni e l'evasione fiscale, la corruzione e il nepotismo. L'annegata era solo un pretesto, un pretesto atteso da tanto tempo, per fare i conti con un ordine sociale i cui esponenti autorizzati erano gli accusati di questo processo. Colpevoli o innocenti? nel senso dell'accusa che era stata elevata contro di loro, erano senza dubbio innocenti. Erano però colpevoli per appartenere a coloro ai quali l'Italia ha pensato quando ha levato la sua voce dopo il loro arresto. Per questa colpa non è possibile alcuna assoluzione. Malgrado le sue ingiustizie, le sue menzogne, le sue farse, i suoi meloframmi, i suoi vicoli ciechi e le sue stranezze, questo è stato giustamente definito il '''processo del secolo'''. In esso l'Italia ha riconosciuto il volto dei suoi aguzzini e li ha condannati. A nessuno degli accusati è stato torto un capello. Hanno lasciato l'aula del Tribunale sorridendo. Vivono, si sono ritirati nei loro possedimenti di campagna o sono tornati ai loro affari".»
[4-7)]«In questo quadro, ci pare, anche [4) l'articolo del Bollettino della Cancelleria di Bonn] acquista maggiore chiarezza, come il [5) numero speciale che le 'Europaeische Hefte', una pubblicanzione dell'"Istituto Gustav Stresemann per il lavoro di informazione europea"], hanno dedicato all'Italia meridionale, "una preoccupazione dell'Europa in costruzione", o [6) l'articolo che le 'Gewerkshaftliche Monatshefte', rivista mensile della Confederazione del Lavoro hanno pubblicato nel numero di settembre, a firma di Wolf Donner, su "Il Mezzogiorno, una regione europea sottosviluppata"], per osservare che quel che soprattutto pesa, in senso negativo, è la "mancanza di un piano globale di investimenti". Le somme di questi giudizi le ha tirate [7) 'Die Welt', in un editoriale di Friedrich Meichsner pubblicato a commento dei risultati delle elezioni, quando ha osservato che il costante spostamento a sinistra è l'indice di una crescente pressione popolare perché vengano finalmente risolti i problemi strutturali del paese.»
[7)]«"C'è da sperare - ha scritto 'Die Welt' - che il foverno Fanfani trarrà le lezioni appropriate dal risultato elettorale, e in futuro vedrà il suo compito principale nel condurre avanti velocemente e in modo decisivo lo sviluppo del Mezzogiorno. Questo richiederà dei sacrifici, in particolare da parte dell'industria dell'Italia del Nord, che da anni nuota sulle onde dell'alta congiuntura e che malvolentieri vedrebbe ridursi i suoi profitti. In ultima analisi, però, ne va anche della sua esistenza. Se il grande progetto non riesce nel Sud nelle condizioni estremamente favorevoli dell'attuale situazione economica, sarà condannato inesorabilmente al fallimento nel caso di una recessione. Una seria recessione economica potrebbe persino aggiungere alla miseria nel Sud una disoccupazione ancor maggiore nel Nord".»
[1-7)]«Da quel che abbiamo riferito, non pare, ad ogni modo, che i circoli dirigenti tedesco-occidentali siano disposti ad andare più in là della "speranza". In fin dei conti, e lo testimoniano gli articoli che abbiamo sunteggiato, la classe dirigente italiana ha anche ottenuto il bel risultato di un pressoché totale discredito presso i suoi più stretti alleati.» |
| Titolo | Rassegna delle riviste, [rubrica: a cura di Sergio Segre], Germania occidentale. [sottotitolo: Alcuni giudizi sulla classe dirigente italiana e sui gravi problemi del Mezzogiorno] [e.v., s.: 1) lettera di Paul Valery del 1928 su «Leonardo e i filosofi», in 'Merkur' (rivista culturale di Monaco, «di orientamento conservatore-cattolico: come ttutti gli ogani di stampa bundesrepubblicani che si rivolgono a delle 'élites', è abbastanza spregiudicata nell'analisi di alcuni problemi di fondo dei paesi alleati della Germania dell'ovest»), 1960/ottobre; 2) saggio di Albert Mirgeler sulla «Eredità dell'Occidente», 'Merkur', 1960/ottobre; 3) Hans Magnus Enzensberger, ricostruzione del processo Montesi che inquadra un episodio di cronaca nera nella più vasta cronaca sociale e politica dell'Italia contemporanea, in 'Merkur', 1960/ottobre e 1960/novembre; 4) sull'Italia meridionale, articolo del Bollettino della Cancelleria di Bonn; 5) sull'Italia meridionale, numero speciale de 'Europaeische Hefte' (pubblicazione dell'Istituto Gustav Stresemann per il lavoro di informazione europea); 6) Wolf Donner, Il Mezzogiorno, una regione europea sottosviluppata, in 'Gewerkschaftliche Monatshefte' (rivista mensile della Confederazione del lavoro); 7) editoriale di Friedrich Meichsner a commento dei risultati delle elezioni italiane, 'Die Welt'][ssis] |
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