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tipologia: Analitici; Id: 1544026


Area del titolo e responsabilità
Tipologia Periodico
Titolo Raimondo Bultrini, [1a p] [Mario Amato] Da anni seguiva i casi più scottanti. [5a p] Voleva interrogare oggi un fascista «pentito»
Responsabilità
Raimondo Bultrini+++
  • Bultrini, Raimondo
  autore+++    
Area della trascrizione e della traduzione metatestuale
Trascrizioni
Trascrizione Non markup - manuale o riveduta:
ROMA — «L'hanno lasciato solo a coordinare un'inchiesta delicatissima, sottovalutata, sulle nuove strutture dell'estremismo di destra». A poche ore dall'assassinio di Mario Amato, i colleghi che gli erano più vicini sono ancora sconvolti E ricordano le amarezze provate in questi anni, da quando nel '77 alla Procura di Roma gli affidarono le indagini sui crimini di destra.
La prova più dura. l'inchiesta sulla riorganizzazione di «Ordine nuovo», avviata nella primavera del '79 dalla procura di Rieti. Amato aveva raccolto altre prove e trasferito tutto a Roma, accusando di ricostituzione del disciolto partito fascista otto persone, «cervelli» e manovali di un'organizzazione che, secondo il magistrato, «teorizzava l'alleanza tra terroristi rossi e neri per combattere il sistema». Nomi di spicco: tra i quali il braccio destro di Franco Freda, Claudio Mutti.
Basandosi su cavilli giudiziari, la Sezione istruttoria presso la Corte d'Appello, nell'estate dello scorso anno, ordinò la scarcerazione di tutti gli indiziati. Amato impugnò la sentenza: non era d'accordo che tornassero in circolazione. Ma non la spuntò. Che la ragione fosse dalla sua parte, lo testimonieranno drammaticamente gli eventi. Uno degli imputati scarcerati, Sergio Calore, alla seconda settimana di libertà, venne accusato d'essere a capo del «commando» che uccise «per errore» il giovane romano Antonio Leandri in via Dalmazia.
Sergio Calore era anche accusato di strage insieme al (Segue a pagina 5)
(Dalla prima pagina) romano Pierluigi Scorano ex dirigente missino.
Secondo il magistrato assassinato, i due potevano essere gli esecutori materiali dei gravissimi attentati dinamitardi compiuti dal cosiddetto «Movimento rivoluzionario popolare» tra aprile e maggio dello scorso anno nella capitale: dalle bombe contro il carcere di Regina Coeli. In Campidoglio, alla Farnesina, fino alla tentata strage di piazza Indipendenza, con l'auto al tritolo parcheggiata sotto la sede del Consiglio Superiore della Magistratura. Nonostante tutto questo, Sergio Calore tornò in circolazione insieme agli altri indiziati dell'inchiesta partita da Rieti. Il magistrato reatino, Giovanni Canzio, e Mario Amato videro, così compromesso il lavoro di mesi. Fuori di galera furono messi anche Claudio Mutti, un suo allievo di Parma, Leonardo Allodi, un certo Walter Negrini, uno dei capi dell'estremismo fascista veneto. Marino Granconato e l'ex parà Maurizio Neri.
L'amarezza di Mario Amato fu grande. Per la prima volta da quando era giunto alla Procura romana, si trovava in netto contrasto con i suoi colleghi, si sentiva le mani legate. Il colpo fu davvero duro per lui, tanto più che tutto veniva giustificato con quei cavilli giudiziari. In pratica — secondo la sezione istruttoria della Corte d'appello — negli ordini di cattura contro il gruppo mancavano le prove per accusare gli indiziati di «ricostituzione del partito fascista». Sarebbe bastata l'imputazione di associazione sovversiva per tenerli in carcere, ma il giudice istruttore Gennaro (al quale era passata l'inchiesta) sollevò conflitto di competenza e non volle firmare il nuovo ordine di cattura. E così, tutti fuori. Mario Amato era andato avanti lo stesso nelle indagini, quasi con testardaggine, in silenzio come al solito. Aveva alzato la testa dalle centinaia di incartamenti, sfogliati per anni, soltanto nei giorni scorsi e lo fece perché ormai aveva raccolto le prove che cercava.
Non è improbabile che a completare il quadro sia stato un episodio di pochi giorni addietro. Uno dei maggiori indiziati nell'inchiesta partita da Rieti, latitante sin dal maggio dello scorso anno, si è infatti costituito alla magistratura facendosi ricoverare in ospedale. Si tratta proprio di Pierluigi Scarano, accusato di «strage» per le bombe dell'MRP, più volte indiziato per ricostituzione del disciolto partito fascista, ex dirigente della sezione missina della «Balduina». Scorano è un fascista pentito? E' un interrogativo che pone la sua decisione di costituirsi. Mario Amato e il nuovo giudice istruttore sarebbero andati stamattina in carcere ad interrogarlo: è solo un caso anche questo?
 


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in: Catalogo KBD Periodici; Id: 12718+++
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Area unica
Testata/Serie/Edizione l'Unità | Nuova Serie(PCI) | Nazionale
Riferimento ISBD l'Unità : quotidiano degli operai e dei contadini. - A. 1, n. 1 (12 feb. 1924)-28 lug. 2000n. s.!, a. 78, n. 1 (28 mar 2001)-. - Milano : s. n., 1924!-. - Ill. ; 59 cm (( Il complemento del titolo varia in: organo del Partito Comunista d'Italia dal 12 agosto 1924. Nel periodo clandestino con periodicità settimanale ed irregolare al precedente complemento si aggiungono altri alternati tra cui: Giornale dei lavoratori italiani, nel 1942 Organo centrale del Partito Comunista d'Italia, dal luglio 1943 Organ... {L'Unità [quotidiano, 1924-]}+++
Data pubblicazione Anno: 1980 Mese: 6 Giorno: 24
Numero 0
Titolo KBD-Periodici: l'Unità - Nuova serie - Edizione nazionale 1980 - - giugno - 24


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