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tipologia: Analitici; Id: 1543375


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Tipologia Periodico
Titolo senza firma, La NATO al fianco degli eredi di Menderes
Responsabilità
[senza firma]+++
  • redazione di «Rinascita»\\\[senza firma]sezione «Politica Internazionale»\\\[senza firma]rubrica «Quadrante Internazionale»
  autore+++    
Rubrica od altra struttura ricorsiva
Politica Internazionale [Rinascita]\\\Quadrante Internazionale {Politica Internazionale [Rinascita]\\\Quadrante Internazionale}+++  
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Trascrizione Non markup - automatica:
La NATO ai fianco
degli eredi di Men dPres
I risultati delle elezioni turche del 12 ottobre, per quanto larga sia stata la vittoria del « Partito della giustizia » del primo ministro Suleyman Demirel, sono tutt'altro che clamorosi perchè non inattesi. E' in ogni modo un fatto singolare che a quasi dieci anni dal rovesciamento violento della sanguinosa dittatura dei profittatori atlantici Adnan Menderes e Celal Ba-yar, il « Partito della giustizia » (che del « Partito democratico » dei citati dittatori è, e ammette di essere, l'erede diretto) abbia ora nuovamente il controllo pressochè totale della Turchia con circa il 60 per cento dei seggi dell'Assemblea nazionale e con in mano la stragrande maggioranza delle municipalità (per le quali si votò qualche tempo fa). Ma neanche in questo senso è il caso di manifestare sorpresa.
Si può dire che all'indomani stesso della cacciata di Menderes, le forze della conservazione in Turchia e, all'estero, gli alleati della NATO, soprattutto gli Stati Uniti — spaventati da qualche debolissimo segno di spinta democratica all'interno e di tendenze neutraliste in politica estera — si coalizzarono rapidamente per ricostituire in Turchia un forte partito atlantico, assolutamente conservatore, facendo leva proprio sull'apparato del « Partito democratico » che le dimostrazioni e poi ìl colpo di Stato del 1960 avevano spaventato, giuridicamente disciolto e disperso ma non distrutto. Nacque così ii « Partito della giustizia » dello attuale primo ministro Demirel, che già nel 1961 ebbe un discreto successo elettorale, confermato poi nel 1965 e diventato ora — con il voto del 12 ottobre 1969 — una « clamorosa vittoria », appena limitata dal fatto che anche il rivale « Partito repubblicano del popolo » ha visto aumentare il numero dei suoi voti e rafforzato la sua rappresentanza all'Assemblea. E' utile aggiungere che la percentuale dei votanti è stata estremamente bassa, intorno al 60 per cento, e che violen ze incredibili si sono avute in diverse parti del paese, anche se gli organi governativi negano che esse siano da mettere in relazione diretta con le elezioni, le quali avrebbero al più dato occasione a « vecchie rivalità personali » di esplodere in diversi centri agricoli della Turchia. E' un fatto però che cinque o, secondo altre fonti, sette persone sono state uccise a fucilate o a coltellate.
In effetti è vero che non sono tanto la bassa percentuale dei votanti o le esplosioni di violenza nella giornata elettorale, che qualificano le recenti elezioni turche, ma piuttosto il clima politico che domina da anni sul paese e che si è andato sempre più deteriorando. Discriminazioni, violenze e illegalità hanno colpito il movimento studentesco e i gruppi che fanno capo alla sinistra operaia (si ricorderà che in occasione della conferenza romana delle forze progressiste dell'area del Mediterraneo i delegati della sinistra turca presenti all'incontro vennero perseguiti al loro ritorno in patria); in particolare negli ultimi tempi si sono avute persecuzioni contro i dirigenti giovanili; all'università di Ankara e di Istanbul i comitati studenteschi hanno denunciato torture, imprigionamenti arbitrari e anche uccisioni.
Molte delle istanze che avevano animato il paese anche recentemente, come le rivendicazioni di sovranità rispetto agli accordi jugulatori con le forze americane della NATO presenti in Turchia (contro il diritto degli americani di avere propri tribunali in Turchia per crimini commessi in Turchia, contro la totale sovranità americana nell'area delle basi e contro il controllo americano su stazioni radio di cui le forze atlantiche dispongono nel paese) sono state abbandonate. Tuttavia anche se le elezioni non lo hanno indicato, o lo hanno manifestato solo in piccola parte con lo aumento dei voti repubblicani, l'insofferenza per i troppo stretti vincoli dell'atlantismo si rafforza egualmente in diversi strati della popolazione turca.
Nella foto Suleyman Demirel
 
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in: Catalogo KBD Periodici; Id: 32754+++
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Area unica
Testata/Serie/Edizione Rinascita | settimanale ('62/'88) | ed. unica
Riferimento ISBD Rinascita : rassegna di politica e cultura italiana [rivista, 1944-1991]+++
Data pubblicazione Anno: 1969 Mese: 10 Giorno: 17
Numero 41
Titolo KBD-Periodici: Rinascita 1969 - 10 - 17 - numero 41


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