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tipologia: Analitici; Id: 1543228


Area del titolo e responsabilità
Tipologia Relazione di Convegno
Titolo [Gli interventi] Livio Maitan
Responsabilità
Maitan, Livio+++
  autore+++    
Area della trascrizione e della traduzione metatestuale
Trascrizioni
Trascrizione Non markup - automatica:
Livio Maitan

In alleimi scritti di Gramsci esistono annotazioni sul pensiero di Trotzki. La mia opinione è che questi giudizi di Gramsci non siano pertinenti, cioè riguardino non il reale pensiero di Trotzki, ma una sua deformazione.

Come primo esempio faccio subito quello del motivo cui si è rifatto stamattina Togliatti, il motivo della cosiddetta guerra manovrata e della cosiddetta guerra di posizione.

Benché il riferimento gramsciano non appaia del tutto chiaro, ritengo legittima l'interpretazione secondo cui Gramsci si riferirebbe alla tattica del «fronte unico» adottata dairinternazionale Comunista dopo il III Congresso mondiale. A questa tattica corrisponderebbe la guerra di posizione, valida per i paesi deirOccidente, dove sarebbe riuscita inapplicabile la tattica della guerra manovrata applicata in Russia nel ’17.

Ora, questa valutazione non corrisponde affatto alle posizioni dell’Internazionale Comunista che della strategia e della tattica valide in una fase di crisi rivoluzionaria si è occupata nei suoi due primi Congressi, mentre il problema del « fronte unico » si poneva su un piano ben diverso. La svolta idei IH Congresso era in realtà determinata da una relativa attenuazione della crisi rivoluzionaria e dalla necessità di un parziale ripiegamento dati gli sviluppi della situazione e non riguardava affatto una presunta differenziazione nei metodi di lotta per la conquista del potere in Occidente rispetto all’Oriiente.

Quanto a Trotzki poi, l’equivoco di Gramsci viene accentuato. Infatti, come è facile constatare, nella battaglia per il « fronte unico » contro gli ultrasinistri, Trotzki si è trovato sulla stessa linea di Lenin, assumendo persino in un’occasione ili ruolo di relatore a nome della Direzione del-rinternazionale.580

Gli interventi

Altro esempio della scarsa pertinenza delie critiche di Gramsci a Trotzki: la teoria della rivoluzione permanente, sulla quale Togliatti ha riferito un accenno di Gramsci che può essere fatto solo partendo da una caricatura volgare e non da una. conoscenza diretta della teoria stessa.

Anche qui basterebbe un confronto tra quello che Gramsci dice e le reali formulazioni di Trotzki a dimostrare l’insussistenza della -ripetuta critica gramsciana. Un elemento solo dovrebbe del resto essere sufficiente a convincere dell’equivoco del giudizio di Gramsci.

Ad un certo momento, parlando della teoria in questione, Gramsci dice: «la teoria di Trotzki-,Parvus». Si tratta di una identificazione assoilutamente inesatta, perché se è vero che su certi problemi della Rivoluzione russa Trotzki si è trovato d’accordo con Parvus — come, peraltro, con quasi tutti i teorici marxisti di allora —, per quanto riguarda i problemi più pertinenti della dinamica della rivoluzione la posizione di Trotzki e quella di Parvus erano in antitesi e solo per errore o per falsificazione si sono sovente attribuite a Trotzki parole d’ordine erronee in realtà formulate da Parvus (ad es. la parola d’ordine « Abbasso lo zar! Viva il governo operaio! »).

Tutto ciò significa che la conoscenza che Gramsci aveva delle posizioni di Trotzki era senz’altro di seconda mano, se non addirittura una conoscenza deformata. Non è qui il luogo di indagare le ragioni di questa insufficienza. Basterà mettere in guardia contro il metodo di considerare senz’altro come validi in assoluto tutti i giudizi di Gramsci, metodo che potrebbe essere una delle manifestazioni della tendenza alla santificazione contro cui vari oratori si sono pronunciati, e non senza motivo, nel corso di questo Convegno. Sarà sempre necessario effettuare i controlli del caso, tanto più trattandosi di un autore come Trotzki, il cui pensiero è stato sinora oggetto quasi sempre non di analisi scientifiche, ma di deformazioni anche caricaturali.

Passo ad un secondo punto, la concezione dei Consigli, concezione formulata da Gramsci in una situazione concreta e non certo sub specie aeternitatis.

Nella situazione rivoluzionaria dell’altro dopoguerra i Consigli sono anzitutto concepiti come elementi di dualismo di potere, come organi espressione della forza della cliasse operaia ohe si contrappone alla forza dello Stato borghese.Livio Maitan

581

Sarebbe assolutamente erroneo ridurre la concezione gramsciana ai Consigli di fabbrica. Una cosa sono i Consigli di fabbrica, una cosa sono i Consigli operai in senso più generale o Soviet. Il collegamento evidente è stato ribadito da Gramsci quando ha lanciato la parola d’ordine : « Tutto il potere dell'officina ai Comitati di fabbrica, tutto il potere dello Stato ai Consigli operai e contadini ». E l’elemento fondamentale comune — essenziale nella concezione di Gramsci — consisteva nella comune natura di elementi di rottura rivoluzionaria nei confronti defilo Stato borghese.

L’altro aspetto fondamentale è che i Consigli rappresentano già la cellula di quello che sarà l’organismo democratico del nuovo Stato proletario. A questo proposito mi limiterò ad accennare a un motivo di particolare interesse e di viva attualità, soprattutto dopo le polemiche suscitate dal XX Congresso del PCUS: il motivo della pluralità dei partiti in uno Stato operaio 1.

In uno scritto de L’Ordine Nuovo si legge : « Il problema concreto,, immediato dei Partito socialista è quindi il problema del potere... è il problema della costruzione di un apparecchio statale che nel suo ambito interno funzioni democraticamente, cioè garantisca a tutte le tendenze anticapitalistiche la libertà e la possibilità di diventare partiti di governo proletario e verso resterno sia come una macchina implacabile che stritoli gli organismi del potere industriale e politico del capitalismo » 2.

Qui è il nucleo essenziale della concezione della dittatura del proletariato, dittatura nel senso più specifico dell termine nei confronti delle vecchie classi, massima democrazia per la classe degli sfruttati. Ma Gramsci non si accontenta delle espressioni astratte, concepisce garanzie-precise che assicurino l’effettivo esercizio della democrazia in favore del proletariato e dei contadini.

Il suo pensiero è assolutamente chiaro: si deve contemplare la possibilità della pluralità dei partiti proletari. Ed egli arriva anche ad avanzare l’ipotesi della sostituzione al governo proletario di una tendenza con un’altra. Punto essenziale, perché la pluralità ha un valore fittizio

1 Per questo e per altri temi mi permetto di rinviare al mio saggio : Attualità di Gramsci e politica comunista, Milano, Sehwarz, 1955.

2 O. N., pp. 59-60.582

Gli interventi

e viene meno ogni vera dialettica interna della nuova società, qualora si attribuiscano ad eventuali altri partiti una funzione puramente subordinata. Naturalmente Gramsci precisa che la legittimità di raggruppamenti molteplici e l’accettazione della eventuale prevalenza di un raggruppamento diverso da quello rappresentato dal partito operaio rivoluzionario sono condizionate dal fatto che si tratti di raggruppamenti i cui esponenti « siano lavoratori salariati, vengano eletti nella loro sede di lavoro [si tratta di una legalità sovietica e non di una democrazia parlamentare} e aderiscano allo Stato operaio ».

Sarebbe assurdo pensare ad uno sviluppo storico unicamente in questo senso; ma la lezione di Gramsci è che, qualora le condizioni spingano in questa direzione, la pluralità dei partiti operai è un elemento essenziale dello Stato proletario.

Quali sono gli elementi di debolezza della concezione gramsciana? Goncordo su quanto detto dall’on. Togliatti anche nella relazione scritta, cioè che Gramsci non delimiterebbe sempre1 con la necessaria precisione le funzioni dei Consigli operai prima e dòpo la conquista del potere e che verrebbero a volte attribuite ai Consigli prima della conquista del potere determinate funzioni economiche che in realtà potranno esercitare soltanto dopo.

Non mi paiono invece giuste le accuse di opportunismo o di gradualismo riformista rivolte da taluni a Gramsci e di cui primo formulatore è stato Bordiga. Queste accuse possono essere avanzate solo se si esaminano alcuni passi di certi scritti astraendoli dal' contesto del pensiero gramsciano, non se si considera questo pensiero nel suo insieme e nella sua ispirazione di fondo. E questa ispirazione è genuinamente rivoluzionaria, a parte il fatto che esistono dei passi che mettono esplicitamente in guardia contro possibili illusioni opportunistiche. Né va d’altronde dimenticato che in una situazione come era quella di allora, i Consigli operai aquistavano per la loro stessa dinamica, una volta costituiti su determinate basi, una funzione di rottura rivoluzionaria.

Insussistente mi pare anche la critica secondo cui Gramsci avrebbe trascurato, in una certa fase, il fattore partito. In realtà egli ha avuto sempre presenti le due esigenze fondamentali di quel periodo: cioè assicurare gli organi del dualismo di potere — i Consigli —, assicurare la direzione cosciente e rivoluzionaria — il Partito.Livio Maitan

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Un terzo, ed ultimo punto.

Forse mi staglierò — gli studi gramsciani debbono procedere ancora ed è troppo presto per trarre conclusioni defininitive —, ma penso che il pensiero marxista di Gramsci abbia un valore maggiore in senso assoluto, come contributo al marxismo creatore, sul terreno più propriamente storico-culturale che non sul terreno più specificatamente politico. Se volessimo includere Gramsci nella schiera eletta dei grandi marxisti di tutti i paesi e di tutti i tempi, lo dovremmo includere di più per il suo contributo sul terreno storico-culturale ohe non per il contributo politico specifico.

Manacorda ha sottolineato alcune delle radici italiane del pensiero di Gramsci, Togliatti l’apporto decisivo del leninismo alla sua formazione. Su questo punto concordo. Il pensiero gramsciano si è formato sotto l'influenza diretta delle tesi di Lenin e della III Internazionale e senza questa influenza Gramsci non sarebbe probabilmente giunto a tutte le conclusioni cui è giunto. Schematizzando un po’, si può concludere che, su questo terreno, non esiste una vera e propria originalità di Gramsci.

Qual è il suo merito? Quello di aver compreso a fondo il pensiero leninista — e molto pochi lo comprendevano allora, anche tra coloro che a Lenin e alla III Internazionale si richiamavano, in Italia e in tutto il movimento operaio internazionale —, di arver compreso la portata universale di questo pensiero, di aver respinto le volgari interpretazioni socialdemocratiche e centriste.

Aggiungerei che si può parlare di originalità per quanto riguarda la questione dei Consigli, nonostante la stretta parentela con il leninismo anche su questo piano : questo, perché Gramsci è giunto alle sue formulazioni non sodo e non tanto per aver sentito quello che avveniva in Russia, quanto sulla base della propria diretta esperienza, dell esperienza della dasse operaia torinese alle cui lotte prendeva parte. Potrei dire — quasi paradossalmente — che le stesse manchevolezze nella concezione gramsciana dei Consigli costituiscono una riprova di originalità, perché è molto più facile prendere una tesi leninista belle pronta e riportarla meccanicamente, che non « ricrearla » sulla base di una esperienza propria.

A proposito dell’attualità politica del pensiero di Gramsci, vorrei riferirmi ad un’affermazione di Togliatti che esigerebbe un chiarimento.

38.584

Gli interventi

Togliatti dice che il pensiero politico di Gramsci « non è legato a una piattaforma politica determinata, quale poteva essere quella su cui venne fondato, nel 1921, il partito comunista».

Che il programma del ’21 non esaurisca il pensiero di Gramsci è fuori dubbio, ma non si può d’altro canto farne astrazione, insistendo soprattutto sul valore del metodo. Il metodo non è una cosa astratta, ma una cosa concreta ed è fecondo in quanto porta a determinati risultati e cioè a determinate tesi, a determinate teorie. E le tesi, le teorie per i marxisti, per i leninisti non sono che la cristallizzazione dell'esperienza del movimento precedente e la comprensione delle tendenze di sviluppo.

Le posizioni di Gramsci nel ’21 costituiscono il punto d’arrivo del suo pensiero in virtù dell utilizzazione di un determinato metodo. Il problema che si pone ora è di vedere se queste esperienze cristallizzate, queste generalizzazioni conservino valore di attualità. Per stabilirlo non basta ovviamente uno stucchevole 'richiamo meccanico alle posizioni di Gramsci in quanto tali, ma è necessaria un’analisi concreta.

Non posso entrare su di un terreno che non è quello di questo Convegno, ma la mia opinione è che le posizioni gramsciane del ’19-’21 conservino la loro validità e attualità.

La conoscenza di Gramsci ha attraversato anzitutto la fase della rivelazione : un grande marxista sino ad allora ignoto veniva « scoperto » dai marxisti italiani e da tutta la cultura italiana. Seconda fase: una disamina approfondita, analitica, settore per settore del pensiero gramsciano.

Penso che è necessario oramai inaugurare una terza fase, una fase critica, che stabilisca precisamente la genesi e le linee di sviluppo di questo pensiero e ne determini i veri limiti. Non credo che sussista il pericolo che da un lavoro del genere la figura di Gramsci esca sminuita. Ormai il suo posto nella storia del movimento operaio e del pensiero marxista Gramsci ce l’ha e lo manterrà quali che siano le conclusioni di questa nuova eventuale fase critica.
 


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Titolo della pubblicazione Studi gramsciani
Titoli e responsabilità
Istituto Antonio Gramsci+++   promotore+++    Studi gramsciani   atti del convegno tenuto a Roma nei giorni 11-13 gennaio 1958   Primo convegno Internazionale di Studi Gramsciani tenuto a Roma nei giorni 11-13 gennaio 1958+++
  • Primo convegno Internazionale di Studi Gramsciani tenuto a Roma nei giorni 11-13 gennaio 1958
 
Area della pubblicazione/stampa/distribuzione
Pubblicazione Roma+++ | Editori Riuniti+++ | Anno: 1958
Area delle relazioni generali
Relazioni Multiple ++
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Identificativi nazionali
BIB-codice SBN - Italia IT/ICCU/UBO/3562170 
BIB-codice SBN - Italia IT/ICCU/SBL/0494340 
BIB-codice SBN - Italia IT/ICCU/IEI/0305557 
BIB-codice SBN - Italia IT/ICCU/LO1/1297041 
BIB-codice SBN - Italia IT/ICCU/BRI/0420839 


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